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18 luglio 2014 - 20 Tamuz 5774
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Il fiato sospeso, il respiro corto di un intero popolo che prega per i propri figli costretti dagli eventi ad essere soldati e i figli degli altri, i "nemici" costretti ad essere armi dei terroristi di Hamas.
 

Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Torniamo con la memoria a sole due settimane fa. Rachel Fraenkel - la madre di Naftali, uno dei tre ragazzi rapiti e uccisi – ci insegnava coraggiosamente a mettere al centro due grandi, imprescindibili valori su cui costruire il futuro: la vita umana e il Diritto.
 
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"Gaza, attacco inevitabile"
Mentre Israele si raccoglie per la scomparsa del suo primo soldato, le operazioni via terra che hanno portato all'ingresso nella Striscia di Gaza proseguono senza sosta con l'obiettivo di ridurre l'offensiva dei terroristi di Hamas e vanificare il traffico degli armamenti che avverrebbe attraverso una fitta catena di tunnel sotterranei.
 
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  davar
#israeledifendelapace
L'impegno della redazione
Domande chiare e risposte chiare e autorevoli, punto per punto, ai complessi problemi della crisi mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora. L'impegno di fare chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it il lancio di una nuova area informativa dedicata dalla redazione a notizie, schede, dichiarazioni  sugli ultimi sviluppi relativi all'operazione delle forze di sicurezza israeliane nella Striscia di Gaza.
Tutti i cittadini che ritengono di poter aggiungere un contributo positivo per arricchire il notiziario possono mettersi in contatto scrivendo a desk@ucei.it.
La nuova area si affianca ai due notiziari quotidiani Bokertov e Pagine Ebraiche e allo spazio #IsraeleDifendeLaPace (http://moked.it/israeledifendelapace/) lanciato nelle scorse ore per contrastare la disinformazione e sviluppare i diversi rapporti di causa ed effetto del conflitto.
qui roma - nuova laurea al collegio rabbinico
Rav Roberto Di Veroli
Ieri, nell’Aula Magna del Collegio Rabbinico Italiano, si sono svolti gli esami di laurea di Roberto Di Veroli, già in possesso del titolo di Maskil, che così è ora diventato anche Chakham. Davanti alla commissione composta da rav Riccardo Di Segni, direttore del Collegio, rav Alfonso Arbib, membro della Consulta rabbinica, rav Roberto Colombo, delegato dalla Presidenza dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, rav Gad Eldad, docente del Corso superiore, e da me in qualità di coordinatore, il candidato – che nei giorni precedenti si era impegnato nelle prove scritte – ha risposto a numerose domande su Bibbia, Talmud e Halakhà, ha discusso la tesi (scritta in ebraico e particolarmente apprezzata, sulle diverse tradizioni riguardo al controllo della kashrut dell’animale dopo la shechità), si è esercitato in una prova di discorso pubblico, incentrato sui Dieci Comandamenti, e ha esposto alla commissione le sue opinioni in merito ai problemi attuali delle comunità ebraiche italiane, soprattutto in base alla sua esperienza.
Roberto Di Veroli è arrivato all’esame finale dopo un lungo e impegnativo percorso di studi, svoltosi sia al Collegio rabbinico italiano sia in diverse istituzioni in Israele, come il Bet Midrash Sefardi di Gerusalemme, in cui hanno studiato diversi rabbini attualmente in Italia, e il Kolel Qol Sasson. Roberto si è anche laureato in psicologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma e da diversi anni svolge le mansioni di Shochet e di Sofer del Bet Din, nonché di Rabbino della Casa di Riposo della Comunità ebraica di Roma. È sposato con due figli ed è giusto ricordare che sua moglie è figlia di rav Amitai e nipote del prof. Joseph Baruch Sermoneta z.l., gloria accademica romana trapiantata in Israele. Mazal tov e chazaq we’ematz a Roberto da parte di tutto il corpo docente e degli allievi del Collegio!

rav Gianfranco Di Segni,

Coordinatore del Collegio rabbinico italiano
 
#ISRAELEDIFENDELAPACE - domande e risposte
Come si è arrivati al conflitto
Sono ore di grande apprensione per tutta Israele così come per le Comunità ebraiche del mondo. L’attenzione è rivolta a quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza, dove ieri sera ha preso avvio la delicata operazione via terra dell’esercito israeliano. L’obiettivo, distruggere le postazioni di lancio con cui Hamas minaccia la popolazione israeliana e soprattutto i tunnel sotterranei, utilizzati dall’organizzazione terroristica per cercare di infiltrarsi in Israele. Tre i tentativi nelle ultime settimane, diretti a provocare vittime tra i civili israeliani, prontamente sventati dall’Idf (Israel Defence Forces). Ma come si è arrivati a questa situazione? Quali sono le previsioni possibili? Come si è comportato finora l’ebraismo della diaspora? Risponde il demografo Sergio Della Pergola, ospite in queste ore del laboratorio giornalistico UCEI Redazione Aperta.
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#israeledifendelapace
Riflessioni nelle ore più difficili
La notizia arriva durante l’incontro per riflettere su quanto sta accadendo in Medio Oriente insieme al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e Sergio Della Pergola, demografo dell’Università ebraica di Gerusalemme, un momento importante nell’ambito di una edizione di Redazione aperta che pone le settimane di tensione in Israele al centro dell’attenzione.
Sentimenti di apprensione e condivisione attraversano i presenti alla serata del laboratorio giornalistico organizzato dalla redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, tra cui il presidente della Comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonichio, il rabbino capo Eliezer Di Martino e i consiglieri Nathan Israel e Mauro Tabor, membro del Consiglio dell’UCEI.
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#israeledifendelapace
Vercelli, sinagoga profanata

Massima vigilanza contro l'odio
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha affermato:
“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane condanna con forza ogni minaccia e ogni forma di intimidazione. L’episodio avvenuto a Vercelli, con la sinagoga profanata da uno striscione di aperto odio anti-israeliano, deve far scattare un campanello d’allarme in tutta l’opinione pubblica. Servono infatti massima allerta e massima vigilanza affinché l’odio gratuito, manifestato adesso in forma verbale, non deflagri in situazioni di ancora più aperta ostilità. A tutta la Comunità ebraica di Vercelli e alla sua presidente Rossella Bottini Treves, che è anche uno stimato membro del Consiglio UCEI, tutta la nostra solidarietà e vicinanza”.
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#israeledifendelapace
La minaccia sotto Gaza
Tredici miliziani della Jihad islamica giovedì hanno cercato di infiltrarsi in Israele tramite un tunnel sotterraneo che dalla Striscia di Gaza portava al territorio dello Stato ebraico. Il loro obiettivo era il kibbutz di Sufa dove rapire e uccidere civili israeliani. I miliziani sono stati fermati in tempo dall’Israel defence forces, prima che l’azione terroristica fosse messa in atto. Questo è uno degli esempi dell’estrema pericolosità della decina di tunnel costruiti da Hamas in questi anni. Cunicoli sotterranei che arrivano a 18 metri di profondità e lunghi 2 chilometri che uniscono la Striscia a Israele. Fu grazie a uno di questi tunnel che nel 2006 un commando terrorista riuscì a sorprendere alcuni soldati israeliani, di pattuglia nella zona di Kerem Shalom, e rapire Gilad Shalit.
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#israeledifendelapace - domande e risposte
Cosa può fare la Diaspora?
Un appello a tutti gli ebrei della Diaspora a non rinunciare alle visite in Israele nel tempo di crisi. A lanciarlo l’organizzazione rabbinica Tzohar, guidata da rav David Stav, già candidato a rabbino capo ashkenazita di Israele.
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#israeledifendelapace - domande e risposte
Cosa succede nel sottosuolo?
I terroristi di Hamas operano anche sottoterra, utilizzando diversi tunnel che attraversano il confine Gaza-Israele. Dopo il fallimento di ogni tentativo di ridurre la tensione, l’esercito israeliano sta in queste ore portando avanti una nuova fase dell’operazione Protective Edge. L’IDF (Israeli Defence Forces), l’esercito israeliano, sta operando nella striscia di Gaza con un obiettivo specifico. La missione è di colpire i tunnel che i terroristi di Hamas utilizzano per cercare di infiltrarsi in Israele e compiere attentati.
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#israeledifendelapace - domande e risposte
Qual è la posizione dell'Egitto?
Se Hamas avesse accettato la proposta egiziana, avrebbe potuto salvare la vita di almeno quaranta palestinesi”. A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, proprio nelle ore in cui l’esercito di difesa israeliano iniziava l’operazione di terra a Gaza. L’Egitto aveva infatti formulato negli scorsi giorni un piano per il cessate il fuoco con l’appoggio della comunità internazionale, inclusa la Lega araba e l’Autorità nazionale palestinese.
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#israeledifendelapace - qui roma
In piazza contro il terrorismo
Da Roma parte una fase nuova, rimettiamo indietro le lancette: ripartiamo da quell’incontro in Vaticano tra papa Francesco, Peres e Abu Mazen e aiutiamo i palestinesi a costruire il loro Stato, ma senza Hamas che deve essere annientata e decapitata con ogni mezzo, così come fecero le truppe alleate in Europa con il nazismo”. Lo ha affermato il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici aprendo la veglia di solidarietà alla popolazione civile minacciata dai terroristi di Hamas organizzata in piazza del Pantheon su convocazione del comitato d’emergenza “Israele sotto attacco” coordinato assieme all’ambasciata israeliana in Italia. Sul palco politici, intellettuali e opinion leader, intervenuti per manifestare la loro vicinanza e lanciare un appello a difesa di una corretta narrazione dei fatti del Medio Oriente con il rispetto della verità e dei diversi rapporti di causalità.Leggi
pilpul
Solidarietà umile
Per distrazione ho fatto scadere il passaporto e per un mese circa dovrò farne a meno. È curioso pensare che non mi servirà a nulla (giustamente) aver militato in un movimento giovanile sionista, aver trascorso un anno in kibbutz, aver studiato e insegnato la storia di Israele, aver discusso e litigato con amici, colleghi e allievi cercando di combattere tanti pregiudizi e falsità: se cercassi di mettere piede in Israele sarei comunque considerata (giustamente) una cittadina italiana con il passaporto scaduto.

Anna Segre, insegnante
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Venezia
Venezia soffre soprattutto delle conseguenze di una cultura che tende ad estrapolarla, a farne qualcosa che non appartiene più alla vita, ma soltanto ai sogni dei poeti (dei cattivi poeti, tuttavia, giacché i poeti veri hanno, e come!, il senso del rapporto tra l’arte e la vita).” Guardando le foto della mostra-denuncia di Gianni Berengo Giardin dal titolo “mostri a Venezia”, inaugurata venerdì a Milano – dove il passaggio di mastodontiche navi da crociera minaccia le acque e il panorama veneziano – mi domando se con cattivi poeti Giorgio Bassani, intendesse poi “cattivi turisti” che percepiscono Venezia, e non solo, come un museo di polverose anticaglie, un luna park o come un safari dove girare comodamente in jeep per osservare l’esistenza ormai rarefatta della savana e degli animali che vi abitano.

Francesco Moises Bassano, studente
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Cosa pensa la gente comune
Non abbiamo nessun motivo per sparare su Gaza. Non abbiamo nessuna voglia di mettere in pericolo le nostre famiglie. Non ne possiamo più di sirene, di ansia, di immagini terribili di dolore e paura. Il mondo deve capire che Hamas è un’organizzazione terrorista che sta usando la sua povera gente per mettere in atto l’odio verso Israele e la sua distruzione. Israele non è il problema del Medio Oriente. Noi siamo ostaggi insieme alla povera gente di Gaza delle faide tra Sunniti e Sciiti, tra Siria e Iran per i predominio su questo soffio di terra! Finché uomini di pensiero, cantanti, pacifisti, personaggi famosi, politici continueranno ad accusare Israele, le organizzazioni terroristiche continueranno ad usare i loro bambini e le le loro donne come scudi umani convincendoli del valore della morte come martirio ultimativo.

Angelica Edna Calò Livne
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Israele e la Storia
Lo scenario attuale lo conosciamo tutti: Israele vuole dare una colpo (spererebbe definitivo) ad Hamas attraverso azioni militari che per colpa di Hamas si trasformano in questioni etiche: civili uccisi, anche se sappiamo, e lo sanno tutti, che sono scudi umani; ritorsioni sui palestinesi che sparano i razzi da Gaza (e non solo) su Israele; quelli sparano i razzi, e Israele reagisce; Israele reagisce, ci scappa il morto di qualche civile e Hamas reagisce, e così avanti all'infinito (speriamo di no).

Marco Ascoli Marchetti, consigliere UCEI
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