
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Il
fiato sospeso, il respiro corto di un intero popolo che prega per i
propri figli costretti dagli eventi ad essere soldati e i figli degli
altri, i "nemici" costretti ad essere armi dei terroristi di Hamas.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Torniamo
con la memoria a sole due settimane fa. Rachel Fraenkel - la madre di
Naftali, uno dei tre ragazzi rapiti e uccisi – ci insegnava
coraggiosamente a mettere al centro due grandi, imprescindibili valori
su cui costruire il futuro: la vita umana e il Diritto.
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"Gaza, attacco inevitabile" |
Mentre
Israele si raccoglie per la scomparsa del suo primo soldato, le
operazioni via terra che hanno portato all'ingresso nella Striscia di
Gaza proseguono senza sosta con l'obiettivo di ridurre l'offensiva dei
terroristi di Hamas e vanificare il traffico degli armamenti che
avverrebbe attraverso una fitta catena di tunnel sotterranei.
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#israeledifendelapace
L'impegno della redazione
Domande chiare e risposte chiare e
autorevoli, punto per punto, ai complessi problemi della crisi
mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora. L'impegno di fare
chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra lo Stato di
Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it il lancio di una nuova
area informativa dedicata dalla redazione a notizie, schede,
dichiarazioni sugli ultimi sviluppi relativi all'operazione delle
forze di sicurezza israeliane nella Striscia di Gaza.
Tutti i cittadini che ritengono di poter aggiungere un contributo
positivo per arricchire il notiziario possono mettersi in contatto
scrivendo a desk@ucei.it.
La nuova area si affianca ai due notiziari quotidiani Bokertov e Pagine
Ebraiche e allo spazio #IsraeleDifendeLaPace
(http://moked.it/israeledifendelapace/) lanciato nelle scorse ore per
contrastare la disinformazione e sviluppare i diversi rapporti di causa
ed effetto del conflitto.
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qui roma - nuova laurea al collegio rabbinico Rav Roberto Di Veroli
Ieri,
nell’Aula Magna del Collegio Rabbinico Italiano, si sono svolti gli
esami di laurea di Roberto Di Veroli, già in possesso del titolo di
Maskil, che così è ora diventato anche Chakham. Davanti alla
commissione composta da rav Riccardo Di Segni, direttore del Collegio,
rav Alfonso Arbib, membro della Consulta rabbinica, rav Roberto
Colombo, delegato dalla Presidenza dell’Unione delle Comunità ebraiche
italiane, rav Gad Eldad, docente del Corso superiore, e da me in
qualità di coordinatore, il candidato – che nei giorni precedenti si
era impegnato nelle prove scritte – ha risposto a numerose domande su
Bibbia, Talmud e Halakhà, ha discusso la tesi (scritta in ebraico e
particolarmente apprezzata, sulle diverse tradizioni riguardo al
controllo della kashrut dell’animale dopo la shechità), si è esercitato
in una prova di discorso pubblico, incentrato sui Dieci Comandamenti, e
ha esposto alla commissione le sue opinioni in merito ai problemi
attuali delle comunità ebraiche italiane, soprattutto in base alla sua
esperienza.
Roberto Di Veroli è arrivato all’esame finale dopo un lungo e
impegnativo percorso di studi, svoltosi sia al Collegio rabbinico
italiano sia in diverse istituzioni in Israele, come il Bet Midrash
Sefardi di Gerusalemme, in cui hanno studiato diversi rabbini
attualmente in Italia, e il Kolel Qol Sasson. Roberto si è anche
laureato in psicologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma e da
diversi anni svolge le mansioni di Shochet e di Sofer del Bet Din,
nonché di Rabbino della Casa di Riposo della Comunità ebraica di Roma.
È sposato con due figli ed è giusto ricordare che sua moglie è figlia
di rav Amitai e nipote del prof. Joseph Baruch Sermoneta z.l., gloria
accademica romana trapiantata in Israele. Mazal tov e chazaq we’ematz a
Roberto da parte di tutto il corpo docente e degli allievi del Collegio!
rav Gianfranco Di Segni,
Coordinatore del Collegio rabbinico italiano
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Solidarietà umile |
Per
distrazione ho fatto scadere il passaporto e per un mese circa dovrò
farne a meno. È curioso pensare che non mi servirà a nulla
(giustamente) aver militato in un movimento giovanile sionista, aver
trascorso un anno in kibbutz, aver studiato e insegnato la storia di
Israele, aver discusso e litigato con amici, colleghi e allievi
cercando di combattere tanti pregiudizi e falsità: se cercassi di
mettere piede in Israele sarei comunque considerata (giustamente) una
cittadina italiana con il passaporto scaduto.
Anna Segre, insegnante
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Venezia |
Venezia
soffre soprattutto delle conseguenze di una cultura che tende ad
estrapolarla, a farne qualcosa che non appartiene più alla vita, ma
soltanto ai sogni dei poeti (dei cattivi poeti, tuttavia, giacché i
poeti veri hanno, e come!, il senso del rapporto tra l’arte e la
vita).” Guardando le foto della mostra-denuncia di Gianni Berengo
Giardin dal titolo “mostri a Venezia”, inaugurata venerdì a Milano –
dove il passaggio di mastodontiche navi da crociera minaccia le acque e
il panorama veneziano – mi domando se con cattivi poeti Giorgio
Bassani, intendesse poi “cattivi turisti” che percepiscono Venezia, e
non solo, come un museo di polverose anticaglie, un luna park o come un
safari dove girare comodamente in jeep per osservare l’esistenza ormai
rarefatta della savana e degli animali che vi abitano.
Francesco Moises Bassano, studente
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Cosa pensa la gente comune |
Non
abbiamo nessun motivo per sparare su Gaza. Non abbiamo nessuna voglia
di mettere in pericolo le nostre famiglie. Non ne possiamo più di
sirene, di ansia, di immagini terribili di dolore e paura. Il mondo
deve capire che Hamas è un’organizzazione terrorista che sta usando la
sua povera gente per mettere in atto l’odio verso Israele e la sua
distruzione. Israele non è il problema del Medio Oriente. Noi siamo
ostaggi insieme alla povera gente di Gaza delle faide tra Sunniti e
Sciiti, tra Siria e Iran per i predominio su questo soffio di terra!
Finché uomini di pensiero, cantanti, pacifisti, personaggi famosi,
politici continueranno ad accusare Israele, le organizzazioni
terroristiche continueranno ad usare i loro bambini e le le loro donne
come scudi umani convincendoli del valore della morte come martirio
ultimativo.
Angelica Edna Calò Livne
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Israele e la Storia |
Lo
scenario attuale lo conosciamo tutti: Israele vuole dare una colpo
(spererebbe definitivo) ad Hamas attraverso azioni militari che per
colpa di Hamas si trasformano in questioni etiche: civili uccisi, anche
se sappiamo, e lo sanno tutti, che sono scudi umani; ritorsioni sui
palestinesi che sparano i razzi da Gaza (e non solo) su Israele; quelli
sparano i razzi, e Israele reagisce; Israele reagisce, ci scappa il
morto di qualche civile e Hamas reagisce, e così avanti all'infinito
(speriamo di no).
Marco Ascoli Marchetti, consigliere UCEI
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