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24 luglio 2014 - 26 Tamuz 5774
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Caratteristica principale di questo brano è una lunga elencazione di luoghi nei quali il popolo ebraico si è spostato nei quarant’anni di peregrinazione nel deserto. Tanta minuzia, che sembra essere molto maggiore di quanto necessario, necessita qualche approfondimento.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Certo un doloroso danno collaterale del conflitto fra Israele e il regime di Hamas a Gaza sono le numerose perdite umane, in particolare quell'aliquota di civili e di minorenni non combattenti. Ma ancora più gravi sono i danni creati alla società civile dalla quotidiana informazione mediatica e da molti animatori del dibattito politico e filosofico. In questi giorni in Italia i grandi canali comunicazione – stampa e televisione – hanno dimostrato limiti gravi di conoscenza del territorio e dei suoi attori, e hanno fornito immagini e spiegazioni assai poco bilanciate, anche se non in misura così estrema come già altre volte in passato.
 
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“Israele è costretta
a difendersi”
Il percorso che potrebbe portare a un cessate il fuoco, la sospensione dei voli verso l’aeroporto di Ben Gurion da parte di molte compagnie straniere, l’annuncio delle Nazioni Unite di voler aprire un’inchiesta su presunti “crimini di guerra” compiuti a Gaza da Israele (ma non da Hamas). Sono queste le principali notizie raccontate dai giornali in riferimento alla crisi che prosegue (tra gli altri Corriere, Repubblica, la Stampa, sul Giornale un’analisi di Fiamma Nirenstein).
Tra l’altro, si racconta come il gruppo terrorista consideri la sospensione dei voli verso Israele una vittoria. L’aeroporto continua però a operare regolarmente e nella notte l’autorità aeronautica statunitense ha annunciato il termine dell’interdizione che aveva costretto le linee americane a rinunciare alle rotte, che potranno ora essere ripristinate (tra l’altro il Messaggero illustra le forti misure di sicurezza prese dallo scalo israeliano e anche dai voli El Al).
A spiegare come Israele si trovi costretta a combattere per la propria difesa, raccontando la terribile minaccia dei tunnel che hanno consentito l’infiltrazione di terroristi, e dei razzi che continuano a raggiungere il paese è l’ambasciatore di Israele a Roma Naor Gilon intervistato dal Giornale.
 
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#IsraeleDifendeLaPace Domande e risposte
Domande chiare e risposte chiare e autorevoli, punto per punto, ai complessi problemi della crisi mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora. L'impegno di fare chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it il lancio di una nuova area informativa dedicata dalla redazione a notizie, schede, dichiarazioni  sugli ultimi sviluppi relativi all'operazione delle forze di sicurezza israeliane nella Striscia di Gaza. Tutti i cittadini che ritengono di poter aggiungere un contributo positivo per arricchire il notiziario possono mettersi in contatto scrivendo a desk@ucei.it.
 
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  davar
#IsraeleDifendeLaPace
Peres passa il testimone
Una notte relativamente calma in Israele quella appena passata. Nessun razzo lanciato da Gaza fino alla mattina. Poi le sirene hanno ricominciato a suonare, in particolare nella zona centrale del paese, e cinque missili sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. A distanza di diciassette giorni dall'inizio dell'operazione israeliana Margine Protettivo a Gaza, la calma reale non sembra ancora all'orizzonte. Voci di tregue imminenti si rincorrono ormai da giorni ma rimangono appunto voci. In questa situazione difficile si conclude oggi la presidenza di Shimon Peres, (nell'immagine mentre abbraccia i familiari di un soldato caduto) uno degli ultimi grandi padri dello Stato ebraico, che lascerà l'incarico a favore di Reuven Rivlin, eletto lo scorso 10 giugno.
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#IsraeleDifendeLaPace
Tante voci in prima linea
Si assomigliano tutte le lettere che vengono dal fronte. Da una guerra all’altra, da un secolo all’altro, da un territorio all’altro fin da quando esiste una corrispondenza di guerra. Cartoline e lettere una volta, mail e whatsapp oggi. Un misto di paura, entusiasmo, propaganda che nasconde, ma non nega, l’umanità di chi le scrive. Allora, togliendo tutto gli orpelli, cosa emerge? Il pensiero per la famiglia, che questa volta condivide il rischio con chi sta al fronte a causa dei razzi che possono cadere ovunque. O la preoccupazione per i propri figli, specie se sei una “riservista” di 23 anni, perché in questo paese anche se sei così giovane puoi fregiarti di questo titolo. O, ancora, la consapevolezza che la popolazione civile questa volta è davvero stanca, riconoscendo contemporaneamente lo sforzo dei volontari che sostengono chi sta in prima linea.

Paola Pini
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#IsraeleDifendeLaPace
Taglit, il viaggio non si ferma
Un viaggio per scoprire Israele, ma anche esplorare il significato di identità ebraica. E’ il Taglit, il programma nato nel 1994 che ogni anno porta nel paese centinaia di gruppi e migliaia di giovani tra i 18 e i 26 anni in arrivo da tutto il mondo. In Israele in questi giorni anche il gruppo italiano. Perché Taglit non si ferma: se ci sono state delle cancellazioni di singoli, tutti i gruppi sono stati confermati. Le visite proseguono, così come prosegue la vita nel paese, a nervi saldi, e con la massima attenzione alla sicurezza. A raccontare l’esperienza, gli stessi partecipanti, in arrivo da tutta Italia, da Milano a Catania, da Roma a Venezia.
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J-Ciak
A Gerusalemme vince il cinema
Strano, per un festival. Se n’è parlato come forse mai prima e alla fine premi e premiati sono scivolati via sottotono. Non poteva però essere altrimenti per questo Jerusalem Film Festival, accompagnato fin dall’inaugurazione dall’incalzare del conflitto. Eppure, malgrado qualche defezione, gli allarmi che hanno contrappuntato alcune proiezioni e molti cambi in corsa (uno per tutti, la cancellazione del film d’apertura “Dancing Arabs” di Eran Riklis che avrà così la sua prima internazionale all’imminente Festival di Locarno), il programma è andato avanti. Nella migliore tradizione d’Israele, dove la vita coraggiosamente procede anche nei lutti peggiori. E nel segno del cinema, inteso nel senso più alto del termine, ha spiegato il direttore Noa Regev: in nome della prevalenza del pensiero e della riflessione contro la violenza che insanguina questi giorni.

Daniela Gross
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qui trieste - redazione aperta
Talmud, una pagina insieme
Una pagina di Talmud da studiare  insieme. E poi una riflessione sulla necessità di non tacere di fronte alle situazioni sgradevoli e una disamina delle strategie migliori per combattere ignoranza e cattiva informazione i temi al centro dell’incontro con il rav Roberto Della Rocca, direttore del dipartimento Educazione e cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con la redazione di Pagine Ebraiche, nel corso del laboratorio di Redazione aperta a Trieste (presente all'incontro anche il rabbino capo della Comunità Eliezer Di Martino).
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QUI GERUSALEMME
Il significato della Teshuvah
Due settimane di studio intenso sul significato della Teshuvah e sulle norme dello Shofar. Con un pensiero rivolto a Eyal, Gilad, Naftali, i tre studenti israeliani rapiti e assassinati nel Gush Etzion. Grande successo per la Yeshivah estiva organizzata dal Collegio Rabbinico con la partecipazione di studenti da Roma, Torino e Brindisi. ”Memorabili le sette ore di corso giornaliere, le tefilloth intense per la sicurezza di Israele e la forza di un minian di 17enni legati da vera amicizia nello studio della Torah di fronte al Kotel in rappresentanza del passato e del futuro dell’ebraismo italiano", spiega il rav Umberto Piperno.
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#IsraeleDifendeLaPace - qui roma
Le ragioni del conflitto
Sala gremita, relatori autorevoli, il cuore rivolto a Israele. Una ricchezza di contributi che ha mostrato il volto di una Comunità preoccupata ma allo stesso tempo solidale e vicina. “Per stare insieme e per capire”, questo il titolo della serata svoltasi al Tempio Beth El di via Padova grazie all’impegno congiunto di Keren Kayemeth LeIsrael, Comunità ebraica e Ambasciata d’Israele a Roma. Tante le domande, tanti i punti critici del conflitto con i terroristi di Hamas che sono stati affrontati nel corso dell’evento. Con la partecipazione, tra gli altri, dell’ambasciatore Naor Gilon (già ospite del Consiglio UCEI dello scorso 13 luglio) e di Atai Shelach, colonnello riservista delle Israeli Defense Forces.

(Nell'immagine l'ambasciatore Gilon)
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#IsraeleDifendeLaPace - qUI NAPOLI
"Dal sindaco non una parola
sui missili lanciati da Hamas"

“Lei dichiara di volere la pace, di volere due Stati per due popoli e poi dichiara che Israele deve interrompere le azioni militari difensive nella Striscia di Gaza. Lei non chiede nel contempo che venga definitivamente interrotta la pioggia di missili che ricadono sulle città israeliane. Lei si è distinto nel non aver detto mai una parola su questo stillicidio di lancio di micidiali missili che si protrae da anni”. È quanto si legge in una lettera aperta inviata dalla Comunità ebraica di Napoli al sindaco della città partenopea Luigi De Magistris, non nuovo a posizioni parziali sul Medio Oriente e a parole di aperta pregiudizialità nei confronti di Israele.
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#IsraeleDifendeLaPace - qUI BOLZANO
Passo indietro del sindaco:
"Mai chiesto il boicottaggio"

“Non ho mai detto nulla di simile. Mi sono state messe in bocca parole, tramite un sito internet locale, che non ho mai detto. L’unica cosa a cui ho acconsentito è stata la richiesta di esporre la bandiera per la pace dalle finestre del mio ufficio”.
È quanto afferma il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli a seguito dell’intervento del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e del presidente della Comunità ebraica di Merano Elisabetta Rossi Innerhofer che, in una nota congiunta, avevano manifestato rammarico per l’iniziativa dello stesso Spagnolli di invitare il governo italiano e tutti i governi europei “alla sospensione dei rapporti di cooperazione militare con Israele”.
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QUI FIRENZE
Emergenza profughi dall'Africa,
la Comunità ebraica apre le porte

Porte aperte alla solidarietà. Con l’arrivo di decine di profughi africani a Firenze, l’appello è arrivato dall’assessore comunale al welfare, alla casa e alle pari opportunità Sara Funaro: serve una mano, ciascuno si sforzi di dare un contributo. La prima a rispondere positivamente è stata la Comunità ebraica, che ha subito messo a disposizione un appartamento. Un intervento che ha simbologie e significati profondi.
 “La nostra Comunità è felice di poter contribuire al progetto di accoglienza del Comune di Firenze. Accogliere un nucleo familiare proveniente dall’Africa, da un paese in guerra – afferma la presidente Sara Cividalli – è stato un imperativo morale anche con il pensiero di onorare chi ha aiutato le nostre famiglie durante la dittatura nazifascista. L’auspicio è che in un tempo non troppo lontano regni la pace e non ci siano più profughi e morti in guerra”.

#IsraeleDifendeLaPace - domande e risposte
TRASPORTI / C'è allarme?
Mercoledì il ministro dei Trasporti israeliano Yisrael Katz ha annunciato l’apertura dell’aeroporto di Ovda, in alternativa a quello internazionale di Tel Aviv, autorizzando così le linee aeree internazionali a scegliere quale scalo utilizzare. La paura che un missile lanciato da Hamas possa mettere in pericolo i tanti voli di linea che usano ogni giorno l’aeroporto Ben-Gurion aveva spinto diverse compagnie aeree - in primis quelle americane - a rinunciare ai voli in arrivo e in partenza da Israele. Una misura temporanea, sicuramente condizionata dall’abbattimento del volo abbattuto in Ucraina, che ha fermato gli aerei di diverse compagnie.
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pilpul
Setirot - Dobbiamo farcela
È faticoso, difficile, doloroso quando la disperazione e la speranza si alternano spasmodicamente nel tuo cuore e nella tua testa. È faticoso, difficile, doloroso cercare di rimanere in quello che Amos Oz chiama “il giusto mezzo” che non è ambiguità ma disposizione al compromesso. La sofferenza dei popoli soffoca, annichilisce. Soprattutto se uno di quei due popoli è il mio. Cerco forza nella consapevolezza di come il sionismo, quando nel 1948 accettava il principio di spartizione, portasse in sé il convincimento che il movimento nazionale palestinese fosse un’immagine speculare del pensiero sionista e che si trattasse quindi, come ricorda Shlomo Avineri, di un conflitto tra due movimenti nazionali. E nel confronto tra due movimenti nazionali il compromesso è possibile. Ci sono riusciti nel 1948, ci sono riusciti nella pace con l’Egitto, ci sono riusciti a Oslo. Dobbiamo farcela ancora.

Stefano Jesurum, giornalista

In attesa
Mentre rimaniamo in attesa di assistere a come si svilupperà la guerra con Hamas nei prossimi giorni, in un settore del tutto diverso, quello dell’aviazione civile, Israele ha subito martedì e mercoledì il blocco dei voli da parte delle compagnie americane ed europee.

Sergio Minerbi, diplomatico
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Time out - I voli mancati
Ora ci mancava anche il boicottaggio di Stato americano ed europeo a far sentire Israele più isolata. Paesi che non hanno smesso di far volare i propri aerei neanche nelle zone più pericolose del mondo, in momenti in cui c'era davvero da preoccuparsi, oggi mettono in dubbio la capacità di difendere l'aeroporto di Ben Gurion da parte d'Israele. Scelta legittima, seppur chiaramente politica. Un solo dubbio però rimane a chi legge le notizie. Come mai quei paesi così tiepidi a riconoscere le ragioni d'Israele e il pericolo costante di vivere sotto i missili, ora iniziano a preoccuparsi?

Daniel Funaro
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