#IsraeleDifendeLaPace – Taglit, il viaggio non si ferma

taglitUn viaggio per scoprire Israele, ma anche esplorare il significato di identità ebraica. E’ il Taglit, il programma nato nel 1994 che ogni anno porta nel paese centinaia di gruppi e migliaia di giovani tra i 18 e i 26 anni in arrivo da tutto il mondo. In Israele in questi giorni anche il gruppo italiano. Perché Taglit non si ferma: se ci sono state delle cancellazioni di singoli, tutti i gruppi sono stati confermati. Le visite proseguono, così come prosegue la vita nel paese, a nervi saldi, e con la massima attenzione alla sicurezza.
“Il nostro programma non ha subito variazioni: Galiliea, Haifa, Tzfat, il Mar Morto, Masada, Gerusalemme. Non ci dimentichiamo ciò che sta accadendo, stiamo molto attenti alle misure di sicurezza, e discutiamo ogni sera delle notizie, però da quando siamo qui non ci siamo mai trovati a sentire un allarme, siamo un gruppo molto affiatato e l’atmosfera è molto positiva” spiega Valeria Milano, madrichah (guida) del gruppo insieme a Yehonatan Avrilingi.
I ragazzi provengono da tutto Italia, da Milano a Catania, da Roma a Venezia. “Il primo giorno è stato più difficile, con la consapevolezza di trovarsi in un momento così particolare, poi ci siamo immersi nell’atmosfera del Taglit”.
A raccontare la visita a Haifa è Jonathan Limentani, che sottolinea come “grazie alla curata organizzazione di Taglit, alla competenza dei nostri madrichim e alla piacevole atmosfera che si è creata all’ interno del gruppo”, la sensazione rimane quella bellissima di un viaggio tra amici. “Arrivati a Haifa siamo rimasti subito incantati dai giardini Bahai – racconta – Ma chi sono i Bahai? Molti di noi sono stati più volte in Israele ma nessuno sapeva rispondere a questa domanda perché tra le mete che si visitano in città la più importante è l’università. I Bahai appartengono a una religione che interpreta il monoteismo in chiave moderna e che prende molte componenti dall’ebraismo, dall’islam e dal cristianesimo. Taglit 2014 sembra promettere molto in relazione del tanto che si è già fatto”.
Particolarmente toccato dalla visita a Tzfat si è detto Gianmarco Segrè, che racconta di “una fantastica esperienza immersi nella cultura del posto”, un’occasione per riflettere e tuffarsi nei propri ricordi e sentimenti più profondi.
“Nonostante sia solo il quarto giorno sembra di conoscersi tutti da tanto tempo – sottolineano infine Noemi Ascarelli e Diletta Camerini – Abbiamo dedicato la mattinata a una meravigliosa passeggiata a Banias dove si possono ammirare le meravigliose cascate d’acqua, elemento che in Israele scarseggia e poi alla visita del Monte Bental. E specialmente in questi giorni di tensione in Israele, fa un certo effetto sapere che siamo così vicini alla Siria, osservare i paesaggi di un confine che fino a non molto tempo fa era teatro di guerra. A pranzo abbiamo incontrato soldati che parlano italiano, ragazzi come noi con cui è bello confrontarsi e anche ridere. Se il viaggio prosegue così, nessuno vorrà tornare a casa!”.

(24 luglio 2014)