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1 settembre 2014- 6 Elul 5774
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
In questi giorni incominciamo il difficile cammino della Teshuvah in vista di Rosh HaShanah e Kippur (fino a Oshannah Rabbah). La Teshuvah, secondo il significato più intimo, è un ritorno alla “Fonte di Vita”, alla sorgente divina, alle radici dell’anima ebraica che è parte di D-o; è un ritorno alle fonti della Torah, un pieno ritorno allo studio e all’osservanza della Torah che per l’ebreo costituisce “la scala posta a terra la cui cima raggiunge il cielo”. La Teshuvah è un ritorno a se stessi. Ma da dove cominciare? Insegnano i nostri grandi Maestri, nelle parole riportate da un grande pensatore del novecento: “Observe as much as you are able to, and a little more than you are able to. And this is essential: A little more than you are able to”. Bisogna sempre salire nell’osservanza, altrimenti si torna indietro: “We either ascend or go down”. Un principio fondamentale della Teshuvah è che una Mitzvah trascina un’altra Mitzvah e cosi via: “Mitzvah gorereth mitzvah. He who knows how to begin will also learn how to continue, how to advance” (Heschel).
 
Anna
Foa,
storica
Ieri è stato finalmente rotto l’assedio da parte dei fondamentalisti dell’Is della città irachena di Amerli, dove ventimila persone erano rinchiuse da oltre due mesi, minacciate di sterminio. In condizioni diverse è riuscito quello che non era riuscito, quello che non era nemmeno stato tentato, nei ghetti nazisti, a Srebrenica, in Rwanda: un intervento volto ad impedire un genocidio. È successo come agli armeni del Mussa Dagh, posti in salvo dopo quaranta giorni di assedio. Non c’è voluto molto, da quando gli Stati Uniti hanno mandato i loro aerei ad aiutare i peshmerga curdi contro i fondamentalisti dell’Is. In questo momento donne e bambini, i bambini sono quasi cinquemila, vengono messi in salvo, la popolazione riceve cibo ed acqua. Lo sterminio dei turcomanni di Amerli è stato evitato. I genocidi si possono evitare. I genocidi si devono evitare.
 
ROMA - Si chiude con il grande cinema di Israele il festival "Isola Mondo" che ha portato quest'estate 14 paesi sul palco dell'Isola Tiberina. Domani alle 21.30 la proiezione della pellicola "Magic Man", dei registi Guy Nattiv e Erez Tadmor, in anteprima nazionale dal Pitigliani Kolno'a Festival.
 
Museo della Shoah all'Eur, Paserman era all'oscuro
La notizia dello spostamento del Museo della Shoah da Villa Torlonia all’Eur appare con grande evidenza sui dorsi romani di tutti i principali giornali. Sul Corriere della Sera, dopo l’anticipazione diffusa ieri, Alessandro Capponi dà voce al presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone Paserman, che afferma di essere stato tenuto all’oscuro della delocalizzazione e che si è ieri confrontato a lungo con l’assessore ai lavori pubblici di Roma Capitale Paolo Masini. Nell’articolo anche alcune riflessioni del sopravvissuto Piero Terracina. “La proposta di allestirlo in un’altra sede è partita da me, io pensavo a una struttura provvisoria in attesa di Villa Torlonia. Ma comunque – spiega – mi fa felice il nuovo progetto perché reputo fondamentale, per dare seguito al lavoro di testimonianza fatto negli anni da me e dagli altri sopravvissuti, avere un luogo dedicato, appunto, a tenere viva la memoria”. Terracina dice inoltre di comprendere la contrarietà di Luca Zevi (progettista di Villa Torlonia) ma allo stesso tempo pensa che questa idea “sia un segnale importante dato al Campidoglio”. Il Museo sorgerà al posto di un centro commerciale di lusso in piazzale Marconi. È quanto scrivono Gabriele Isman e Giovanna Vitale, su Repubblica, sottolineando i nodi più spinosi che saranno prossimamente affrontati in sede deliberativa. “Un’operazione ardita, condotta in gran segreto dall’assessore ai lavori pubblici Paolo Masini con alcuni esponenti della comunità ebraica romana – spiegano – che però rischia di trasformarsi in un pasticcio. Perché se è vero che la fretta è dettata dalla necessità di venire incontro ai desideri degli ultimi sopravvissuti, che da anni aspettano di tradurre un sogno in realtà, diverse sarebbero le controindicazioni”. Tra le controindicazioni poste in evidenza da Repubblica il fatto che la gara d’appalto per edificare il Museo della Shoah su via Alessandro Torlonia è ormai arrivata alle battute finali; la spesa di 15 milioni effettuata dal Comune per acquisire l’area accanto alla residenza di Mussolini, a due passi dalle catacombe ebraiche; il fatto che i 21,7 milioni che il governo Monti escluse dal patto di stabilità e la Cassa depositi e prestiti era pronta a erogare a Roma Capitale per far fronte ai costi dell’opera non sarebbero più utilizzabili. “Mandando in fumo – si legge – nove anni di progetti, varianti urbanistiche e tanti soldi”.
 
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  davar
qui roma - PARLA LEONE PASERMAN
"Museo della Shoah, impossibile combattere con i mulini a vento"
L’operazione che dovrebbe portare all’inaugurazione del più importante luogo di riflessione sulla memoria in Italia nel quartiere Eur abbandonando il progetto di Villa Torlonia è stata condotta all’insaputa del presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Leone Paserman. La notizia, diffusa quest’oggi su alcuni quotidiani, viene confermata ai lettori di Pagine Ebraiche 24 dallo stesso Paserman. Le sue prime parole sono di comprensione per lo sconcerto e l’amarezza manifestate da Luca Zevi, responsabile del progetto di Villa Torlonia (foto in alto), che ieri – sul nostro notiziario quotidiano – aveva definito l’operazione inaccettabile “da un punto di vista amministrativo, finanziario e culturale”. Dice Paserman: “Luca ha la mia solidarietà. In considerazione del consenso diffuso in sede istituzionale per questa scelta diventa però difficile fare una battaglia contro i mulini a vento”.

Fino ad oggi il Museo della Shoah era stato concepito in un luogo estremamente significativo per le memorie della Capitale come Villa Torlonia, che per 18 anni (dal 1925 al 1943) fu residenza romana di Benito Mussolini e in cui furono pensati alcuni provvedimenti destinati a colpire i cittadini ebrei, altre identità e chiunque avesse osato ostacolare i piani del regime fascista.
La nuova sede sarà invece, con ogni probabilità, un centro commerciale di lusso in fase di dismissione in piazza Guglielmo Marconi: il White Gallery (foto sopra), primo lifestyle store di Roma “pensato più come una galleria d’arte moderna che come una tradizionale boutique di moda” (dalla pagina Facebook ufficiale). Ad annunciarlo, in una intervista a Repubblica, il presidente di Eur Spa Pierluigi Borghini. 
Ieri, tra le molte telefonate ricevute da Paserman, anche una chiamata dall’assessore ai lavori pubblici di Roma Capitale Paolo Masini, tra i registi dell’operazione Eur. Un contatto preparatorio in funzione di un incontro tra i due che avverrà nella giornata di mercoledì, al ritorno in città dell’assessore. Paserman solleva alcune perplessità, legate in particolare alla strettissima tempistica di realizzazione annunciata (il museo si vorrebbe fosse inaugurato il prossimo 27 gennaio, data del 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz): “Non vedo ancora niente di definitivo – sottolinea – e come noto la burocrazia ha i suoi tempi lunghi. Cinque mesi sono pochissimi e a questi vanno comunque sottratte le settimane necessarie all’allestimento della mostra che pensavamo di organizzare, come ormai tradizione, al Vittoriano. Forse mercoledì alcune cose saranno più chiare. Quella è la mia speranza”. Esiste anche una preoccupazione sul fronte interno perché alla luce dei nuovi scenari, spiega Paserman, “è difficile capire cosa ne sarà del personale in forza alla Fondazione”.
Dopo anni di gestazione il Museo della Shoah progettato dall’architetto Zevi sembrava vicino alla posa della prima pietra. A breve sarebbe stata infatti aggiudicata la gara d’appalto tra le 24 proposte pervenute con il via libera all’inizio dei lavori. L’ultima fase di un percorso complesso iniziato con l’acquisto dell’area da parte di Roma Capitale (15 milioni di euro) e dopo che, sempre dal Campidoglio, ci si era rivolti alla Cassa depositi e prestiti per ottenere un mutuo dal valore di altri 21 milioni. “Cosa succederà di questi soldi? Quali conseguenze avranno le azioni di cui si legge?”, si chiedeva ieri Zevi.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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MELAMED - ISRAELE
Ritorno sui banchi
Nonostante la data sia stata fissata molti mesi fa, in Israele l’ipotesi che non fosse possibile tenere il primo settembre come apertura dell’anno scolastico ha tenuto con il fiato sospeso gli studenti di tutto il paese. I sindaci delle città del sud ancora la settimana scorsa ribadivano che se la tregua non si fosse dimostrata solida le scuole non avrebbero riaperto: troppo alto il rischio per gli studenti, sia negli edifici, possibile obiettivo dei missili, che durante tutta la giornata sin dal primo appuntamento mattutino, quando i ragazzi si ritrovano alla fermata dell’autobus. Il ministro dell’Istruzione, rav Shai Piron, ha spiegato negli scorsi giorni che l’anno scolastico inizia sì come previsto, ma con una modifica al programma: “Le prime due settimane non saranno dedicate alla normale programmazione ma ad attività specifiche volte a ridurre la tensione e a discussioni sugli avvenimenti dell’estate appena trascorsa”. Insegnanti preparati appositamente, programmi speciali, supporto di psicologi ed esperti, questa la reazione dell’apparato scolastico israeliano che durante i prossimi giorni avrà come priorità la serenità degli studenti. “È importante che nelle classi la discussione sia aperta: dove non si discute non c’è libertà – ha aggiunto rav Piron – La libertà d’espressione deve essere di ognuno, ed è fondamentale che nel nostro paese si continui a discutere di tutto”. Nei giorni scorsi in una dichiarazione ufficiale il ministro aveva sottolineato che una delle responsabilità della società israeliana è di essere in grado di integrare e accettare differenze anche forti di opinione, senza considerarle una minaccia.
“Lo Stato di Israele non può esistere se ebrei e arabi non sono capaci di vivere insieme, è parte del nostro codice etico, ed è un ottimo test per la nostra società”. Uno dei temi centrali dei programmi scolastici per l’anno che inizia oggi in Israele è la tolleranza: dalla solidarietà ai valori, all’analisi di come gli slogan possano essere distruttivi per una società, tutto sarà in direzione di una educazione all’apertura e all’ascolto. Èd è ritenuto necessario da tutti gli educatori che venga stimolata anche nei più piccoli una discussione profonda e sincera sui valori, perché i bambini riescano capire l’importanza di costruire una società aperta e sana, in cui loro stessi possano crescere. Oltre all’emozione del primo giorno di scuola, grande è la nostalgia per gli adulti, e sul web sono spuntati ricordi e fotografie che risalgono a un periodo in cui in cui si faceva economia sulle matite, che venivano temperate fino a diventare dei mozziconi inutilizzabili, e libri e quaderni venivano foderati con la carta da pacchi pesante, marrone, per farli durare più a lungo. E in prima i quaderni venivano tagliati a metà, per risparmiare e solo i più bravi, quelli che imparavano a scrivere meglio, ricevevano in premio un quaderno intero.

Ada Treves twitter @atrevesmoked
QUI ancona
Arte, parole, identità
Riscoprire una dimensione alternativa a quella del contingente e del quotidiano, capace di svelare l’incanto del mondo. Questa la sfida di “Passaggi – Le parole dell’umanità attraverso la cultura ebraica”, l’installazione inaugurata ieri che l’artista Andreà Sòcrati propone alla città di Ancona in collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero (sede dell’evento), la locale Comunità ebraica e l’ambasciata israeliana in Italia e nel calendario del Festival Adriatico Mediterraneo.
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QUI roma
Allo stadio Olimpico per la pace
“Nella mia squadra giocano Messi, Inzaghi, Maradona e in porta Buffon”. Non è una improbabile fantasticheria da fantacalcio. Stasera alcune stelle del calcio scenderanno infatti in campo allo stadio Olimpico per giocare la Partita interreligiosa per la Pace voluta da papa Bergoglio con il sostegno di diverse realtà del mondo istituzionale, culturale e sportivo. L'iniziativa è stata salutata con favore dal rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. “In un’ampia fascia geografica dall’Africa al vicino Oriente - afferma rav Di Segni - la religione sta assumendo il ruolo di cemento unificante di movimenti violenti e intolleranti che portano morte e distruzione. La religione deve essere invece strumento di vita e costruzione di una società e di un mondo migliore (…) è una consolazione vedere un evento simbolico, come questa partita, mandare segnali opposti”.
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QUI MILANO
Solidarietà contro l'odio
Grande solidarietà sulla rete, e non solo, a Daniele Nahum, consigliere della Comunità ebraica di Milano e responsabile Cultura del Partito Democratico. Solidarietà dopo le gravi minacce ricevute per aver sottolineato le contraddizioni di chi scende in piazza a favore dei palestinesi e contro Israele ma dimentica di farlo quando si tratta dei massacri delle minoranze in Iraq.
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pilpul
 Oltremare - Nuovo mese
Per fortuna è iniziato Elul. Qualcuno di più integralmente religioso di me direbbe: ma è ovvio. Elul è il mese dell’esame di coscienza, i buoni ebrei si preparano ai dieci “giorni terribili” fra l’inizio dell’anno nuovo e il giudizio universale con la”u” minuscola, quello di Yom Kippur che cade fra i festeggiamenti dell’anno nuovo e il vero nuovo inizio. Quindi è perfettamente logico che sia adesso, con la nuova luna di Elul, che è finita la guerra

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Tea for two - Saluti
Quasi tre anni, mi fu chiesto di tenere una rubrica. Ovviamente mi piegai con piacere a volontà superiori e iniziai a coccolare il mio ego senza alcun pudore.
Di lunedì per giunta, il giorno più deprimente della settimana (anche se la domenica con le sue aspettative svanite non scherza), il giorno nel quale ti svegli ed i capelli sembrano aver subito un trauma e la faccia chiede disperatamente strati su strati che nemmeno uno scavo archeologico. Dopo essermi beata e aver fatto un balletto sul posto, mi trovai di fronte a un grande enigma: con quale argomento avrei dovuto iniziare?


Rachel Silvera
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