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2 settembre 2014 - 7 Elul 5774
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Nell’ultima parte della Parashah letta sabato scorso si trovano alcune norme relative alla guerra. La Torah elenca quattro categorie di persone che hanno diritto all’esenzione dal servizio militare in occasione di una guerra facoltativa fatta per motivi politici o economici (per la difesa degli abitanti di Eretz Israel la coscrizione è obbligatoria per tutti e senza eccezioni).
 
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Dario
Calimani,
anglista
Un pensiero della sera. La tzedakà, la giustizia sociale, è un bel test. Si pensa che sia un atto che fa bene a chi lo riceve, e invece fa bene soprattutto a sé stessi, perché mette di fronte all’altro, costringe a guardarlo negli occhi, e il più delle volte non ci si riesce, chissà perché? Ci si vergogna sempre un po’, forse perché si è consapevoli di dare troppo poco. O semplicemente perché si dà, e non si ha l’abitudine di farlo. Dopo, ci si sente bene per averlo fatto, come se si fosse dei campioni di sentimento, un titolo guadagnato a poco prezzo. Ed è qui che dovrebbe cadere il sipario sulla nostra supponenza – nel senso (improprio) che si suppongono cose che non sono. Siamo solo tremendamente umani. Il che non è sempre un complimento.
 
TRIESTE - alle 17 alla Biblioteca comunale Quarantotti Gambini di via delle Lodole 7/a penultimo incontro di “Un Mondo di Storie: giro del globo con fiabe e racconti per bambini da 4 a… 99 anni“. L’appuntamento di oggi è curato da Mauro Tabor, assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Trieste e consigliere UCEI. Racconti, letture, attività musicali e ludiche per conoscere una comunità presente in città fin dal XIII secolo.
 
Museo della Shoah, spunta una terza ipotesi
Spunta un’altra ipotesi per la collocazione del Museo della Shoah di Roma. In questi giorni si è parlato della possibilità di spostare il Museo da Villa Torlonia, ex residenza di Mussolini e luogo del progetto originale, all”Eur, nell’edificio della White Gallery di piazza Marconi. Su Repubblica, Gabriele Isman racconta di una terza opzione, di cui starebbero discutendo il presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma, Leone Paserman e l’assessore comunale ai Lavori pubblici Paolo Masini: “i locali dell’ex Mercato ebraico del pesce in via di San Teodoro, a pochi metri dal Circo Massimo, e l’Angelo Mai”. Anche il progetto originale dell’architetto Luca Zevi a Villa Torlonia rimane in piedi, ma, riporta Isman, la soluzione più praticabile sembra quella dell’Eur, per questioni di tempistiche: in questo modo il Museo sarebbe pronto per il 27 gennaio 2015, 70esimo anniversario della liberazione di Auschwitz, e i sopravvissuti alla Shoah, come Piero Terracina, potranno presenziare all’inaugurazione. “La maggior parte di noi è felice per l’ipotesi di poter far partecipare i sopravvissuti della Shoah all’inaugurazione del museo – ha dichiarato il portavoce della Comunità ebraica di Roma – Quindi, se dobbiamo scegliere tra un progetto bellissimo come quello di Zevi, ma senza data fissata, e uno meno bello ma certo nella consegna, preferiamo il secondo”. Parole riportate dal Fatto Quotidiano, che titola: “Roma spreca i soldi del museo della Shoah”. Nell’articolo si riportano le valutazioni dell’architetto Zevi: “È tutto pronto – avvisa il responsabile del progetto di Villa Torlonia – e se assegnano gli appalti, in due anni chiudiamo tutto”. Intanto sulla vicenda si è espresso il presidente dell’Associazione costruttori edili di Roma Edoardo Bianchi, che auspica che l’opzione dell’Eur sia temporanea e che rimanga in piedi il progetto di Villa Torlonia (Corriere della Sera Roma).
 
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  davar
MEMORIA
Museo della Shoah di Roma, valzer di voci e nuove ipotesi

Nuove ipotesi sulla collocazione del Museo della Shoah di Roma dopo che il prestigioso e simbolico complesso di Villa Torlonia, per 18 anni residenza di Mussolini e centro nevralgico delle decisioni adottate dal regime fascista, sarebbe stato accantonato in funzione di un diverso progetto da realizzarsi altrove per essere inaugurato per il prossimo 27 gennaio, data in cui ricorre il 70esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Stando a quanto pubblicato dalla stampa quotidiana di stamane sarebbe infatti al vaglio l'idea di portare il museo nei locali un tempo adibiti a mercato ebraico del pesce in via di San Teodoro, a pochi passi dal Circo Massimo. Un mercato oggi riqualificato a beneficio della collettività cittadina (immagine in basso) che, si legge sul sito di Campagna Amica, “vuole ergersi a modello, non solo della campagna romana, ma di tutto il Lazio”. Dell'ipotesi starebbero discutendo il presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone Paserman e l'assessore di Roma Capitale Paolo Masini. I due si incontreranno domani al ritorno di quest'ultimo dall'estero.

Nei mutevoli scenari di queste ore, nel calderone delle tante voci che si levano in un senso e nell'altro, fonti solitamente bene informate nel mondo ebraico romano continuano a ritenere che alla prova dei fatti sarà utilizzata una parte dei locali gestiti da Eur Spa in piazza Marconi e oggi sede di White Gallery, lifestore di lusso originariamente  “pensato più come una galleria d’arte moderna che come una tradizionale boutique di moda” a quanto affermano gli ideatori. Di questa ipotesi si era parlato con forza ieri dopo che era stato il presidente di Eur Spa Pierluigi Borghini ad attribuirvi molte possibilità.
Attorno al Museo della Shoah si è intanto aperto un forte dibattito nell'opinione pubblica e sui media. “Roma spreca i soldi del Museo della Shoah”, attacca pesantemente il Fatto Quotidiano in un articolo in cui, a firma Alessandro Ferrucci, si ricorda la spesa di 15 milioni di euro sostenuta dal Comune per l'area di Villa Torlonia e i 21,7 milioni (non recuperabili altrimenti) che la cassa depositi e prestiti è pronta a erogare dopo la deroga al patto di stabilità decisa dal governo Monti. “In silenzio, piano piano, durante agosto, amministratori in vacanza, uffici chiusi, la distrazione impera. È in questo ultimo mese che l'amministrazione capitolina ha pensato (secondo fonti interne al Campidoglio "ha già deciso") di spostare la sede assegnata per il museo della Shoah”, scrive Ferrucci. Nell'articolo si riportano diverse posizioni: a parlare sono il Testimone della Shoah Piero Terracina, il responsabile del progetto di Villa Torlonia Luca Zevi e il portavoce comunitario. A margine delle loro valutazioni l'articolista conclude con queste parole: “Nel frattempo resta il fattore tempo, e dopo anni e anni di attesa, di polemiche, di promesse, diventa determinante per molti, nonostante i soldi già spesi e altri finanziamenti che andranno persi”.
Da segnalare anche la presa di posizione dell'Associazione dei Costruttori Edili di Roma e Provincia il cui presidente Edoardo Bianchi ha affermato: “Ci auguriamo che non venga abbandonato il progetto di esecuzione del museo a Villa Torlonia. Riteniamo infatti che la realizzazione del museo a Villa Torlonia arricchirebbe la nostra città di un'opera di grande valenza simbolica e di indubbio rilievo architettonico”. L'auspicio è pertanto che l'allestimento all'Eur “sia una soluzione temporanea rispetto ai tempi di realizzazione del Museo, che consenta la celebrazione il 27 gennaio prossimo dell'anniversario di Auschwitz”.


Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
mostra del cinema di venezia
Il grande ritorno dello yiddish
“La première a Venezia del film di Amos Gitai, Tsili, segna il rientro in grande stile del cinema israeliano. La fine dell’estate inaugura un nuovo inizio; l’inizio del mese ebraico di Elul coincide infatti anche con il consueto fiorire di festival e di eventi culturali. E lo stesso Tsili porta a una rinascita inaspettata: il ritorno del glorioso cinema in lingua yiddish”. Così Guido Vitale, coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche, sull’ultima edizione di Pagine Ebraiche International, il notiziario settimanale della redazione UCEI.
Tsili, tratto dal romanzo di Aharon Appelfeld, Paesaggio con bambina (ed. Guanda), è la storia di una giovane donna che per sfuggire alle deportazioni si nasconde nei boschi di Czernovicz, incominciando la sua lotta per la sopravvivenza. Nel rifugio a cielo aperto avviene l’incontro con Marek, il fuggitivo con il quale inizierà a comunicare in yiddish. Dopo i primi quindici minuti di silenzio, il film è interamente girato in questa lingua, un particolare non trascurabile se si pensa al fatto che ciò non avveniva da più di mezzo secolo. La dichiarazione d’amore e il concreto tentativo di salvare una lingua preziosa, mai stata così in pericolo come in questo momento.
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Israele
Tel Aviv, incendio nel Tempio della comunità degli italiani

Un incendio ha danneggiato nella notte il tempio del minian degli italiani di Tel Aviv, che si trova in rehov Ben Yehuda. “Fortunatamente nessuna persona è rimasta coinvolta - spiega Vito Anav, presidente dell'Irgun Olei Italia, ai nostri lettori – ma la sinagoga è al momento inagibile”.
“Secondo le notizie che ci sono state date è escluso il dolo, la causa dell'incendio è probabilmente un cortocircuito”, afferma Anav. Nella difficoltà, sospiro di sollievo alla notizia che i Sifrei Torah, i libri della Torah, non sono stati toccati dalle fiamme. “I Sefarim sono salvi - conferma Anav – ma l'edificio ha subito alcuni danni. Ci siamo subito attivati per trovare un altro Tempio che possa ospitare il Minian Italkim”. Diverse le realtà che frequentano il tempio dove ieri sera, fino alle 23, alcune persone si erano fermate per studiare. L'incendio, dunque, dovrebbe essersi sviluppato dopo quell'ora.
(Foto di Arik Bendaud)
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moda
H&M sceglie rav Hillel
Dopo lo scivolone di Zara, una maglietta continua a far parlare. Questa volta in maniera sorprendente. H&M ha prodotto una canottiera con una bella domanda esistenziale stampata sopra: “If not now when?”, se non ora quando? Tirando fuori dal cappello niente di meno che un motto di rav Hillel il vecchio (oltre al titolo del celeberrimo romanzo di Primo Levi) .
La frase del Pirkei Avoth ( I.14.) recita: “Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono? E se non ora, quando?”. The Jewish Week non ha saputo resistere ed è andata alla ricerca del capo di abbigliamento nello store di New York, incassando però una sostanziale delusione: “Non abbiamo più la maglietta in negozio ci dispiace, è stato il cult dell’estate ed è completamente esaurita. Ai clienti è piaciuta soprattutto per il suo mistero e fascino nascosto”. Sul sito invece risulta ancora disponibile. Il Tablet ha addirittura definito la massima di rav Hillel come il nuovo YOLO, l’acronimo di You Only Live Once (si vive una volta sola), il mantra di un’intera generazione di viveur. Ma a questo punto il rav impallidirebbe. Tra chi storce il naso e chi si affretta ad aggiungere un indispensabile capo alla propria collezione da fashion victim, una delle domande più impellenti da secoli continua ad aleggiare: “Se non ora, quando?”.


Rachel Silvera
QUI ROMA - gli eventi dell'isola tiberina
Alla scoperta dei "Magic Men"

L’invito dell’ufficio culturale dell’Ambasciata di Israele ad assistere alla proiezione del film israeliano “Magic Men”, di Guy Nattiv e Erez Tadmor, nella cornice della rassegna “Isola del Cinema”, questa sera sull’Isola Tiberina (ore 21.30), colpisce il lettore. Si tratta infatti della prima nazionale di un film che per l'emozionante prova di Makram J. Khoury, l’attore arabo-israeliano che per la prima volta interpreta un sopravvissuto alla Shoah, ha ricevuto un prestigioso riconoscimento dall’Israel Film Academy. L'occasione, inoltre, per salutare l’addetta culturale Ofra Farhi, che sta per terminare la sua missione in Italia: la scelta di una storia che su Hollywood Reporter è stata segnalata come “memorabile vicenda caratterizzata da caratteri forti e da una forte interculturalità” corrisponde perfettamente all'impronta data da Fahri al suo lavoro.

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pilpul
Il ruolo della Mogherini
La nomina di Federica Mogherini ad Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza (PESC) europea riserva all’Italia un ruolo assai prestigioso. Questo risultato è stato possibile grazie alla tenacia del premier Matteo Renzi e all’autorevolezza conquistata dall’Italia negli ultimi tre anni, diciamo dai tempi di Mario Monti passando per Enrico Letta. Qualcuno ha obiettato che sarebbe stato meglio un dicastero economico: chiunque conosca le cose europee sa però che una postazione di quel tipo è incompatibile con la presidenza italiana della BCE, appannaggio di Mario Draghi.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Il memoriale di Berlino
Il genocidio nazista iniziò dai disabili. Furono essi le prime cavie delle tecniche di annientamento, sterilizzazione e eutanasia sviluppate poi dalla Germania di Hitler nella Shoah. “Quelle dei disabili – affermò il Führer – erano vite indegne di essere vissute”. Oggi a Berlino apre il Memoriale dedicato alle vittime del programma T4 del nazismo, che prevedeva l’eliminazione sistematica (l’eutanasia di massa) delle persone affette da problemi congeniti e da malformazioni fisiche e causò la morte di decine di migliaia di innocenti.

Mario Avagliano
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