Museo della Shoah di Roma, valzer di voci e nuove ipotesi

zevi progettoNuove ipotesi sulla collocazione del Museo della Shoah di Roma dopo che il prestigioso e simbolico complesso di Villa Torlonia, per 18 anni residenza di Mussolini e centro nevralgico delle decisioni adottate dal regime fascista, sarebbe stato accantonato in funzione di un diverso progetto da realizzarsi altrove per essere inaugurato per il prossimo 27 gennaio, data in cui ricorre il 70esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Stando a quanto pubblicato dalla stampa quotidiana di stamane sarebbe infatti al vaglio l’idea di portare il museo nei locali un tempo adibiti a mercato ebraico del pesce in via di San Teodoro, a pochi passi dal Circo Massimo. Un mercato oggi riqualificato a beneficio della collettività cittadina (immagine in basso) che, si legge sul sito di Campagna Amica, “vuole ergersi a modello, non solo della campagna romana, ma di tutto il Lazio”. Dell’ipotesi starebbero discutendo il presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone Paserman e l’assessore di Roma Capitale Paolo Masini. I due si incontreranno domani al ritorno di quest’ultimo dall’estero.
mercatoNei mutevoli scenari di queste ore, nel calderone delle tante voci che si levano in un senso e nell’altro, fonti solitamente bene informate nel mondo ebraico romano continuano a ritenere che alla prova dei fatti sarà utilizzata una parte dei locali gestiti da Eur Spa in piazza Marconi e oggi sede di White Gallery, lifestore di lusso originariamente “pensato più come una galleria d’arte moderna che come una tradizionale boutique di moda” a quanto affermano gli ideatori. Di questa ipotesi si era parlato con forza ieri dopo che era stato il presidente di Eur Spa Pierluigi Borghini ad attribuirvi molte possibilità.
Attorno al Museo della Shoah si è intanto aperto un forte dibattito nell’opinione pubblica e sui media. “Roma spreca i soldi del Museo della Shoah”, attacca pesantemente il Fatto Quotidiano in un articolo in cui, a firma Alessandro Ferrucci, si ricorda la spesa di 15 milioni di euro sostenuta dal Comune per l’area di Villa Torlonia e i 21,7 milioni (non recuperabili altrimenti) che la cassa depositi e prestiti è pronta a erogare dopo la deroga al patto di stabilità decisa dal governo Monti. “In silenzio, piano piano, durante agosto, amministratori in vacanza, uffici chiusi, la distrazione impera. È in questo ultimo mese che l’amministrazione capitolina ha pensato (secondo fonti interne al Campidoglio “ha già deciso”) di spostare la sede assegnata per il museo della Shoah”, scrive Ferrucci. Nell’articolo si riportano diverse posizioni: a parlare sono il Testimone della Shoah Piero Terracina, il responsabile del progetto di Villa Torlonia Luca Zevi e il portavoce comunitario. A margine delle loro valutazioni l’articolista conclude con queste parole: “Nel frattempo resta il fattore tempo, e dopo anni e anni di attesa, di polemiche, di promesse, diventa determinante per molti, nonostante i soldi già spesi e altri finanziamenti che andranno persi”.
Da segnalare anche la presa di posizione dell’Associazione dei Costruttori Edili di Roma e Provincia il cui presidente Edoardo Bianchi ha affermato: “Ci auguriamo che non venga abbandonato il progetto di esecuzione del museo a Villa Torlonia. Riteniamo infatti che la realizzazione del museo a Villa Torlonia arricchirebbe la nostra città di un’opera di grande valenza simbolica e di indubbio rilievo architettonico”. L’auspicio è pertanto che l’allestimento all’Eur “sia una soluzione temporanea rispetto ai tempi di realizzazione del Museo, che consenta la celebrazione il 27 gennaio prossimo dell’anniversario di Auschwitz”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(2 settembre 2014)