
Paolo Sciunnach,
insegnante
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«Prendo
a testimone il cielo e la terra che trattasi del non-ebreo o
dell'ebreo, sia uomo o donna, sia schiavo o serva, su ognuno, a seconda
del suo operato, riposa lo spirito di santità» (Yalkut, su Giudici IV
4).
Sono molte le donne ebree che, anche in epoca femminista, non
contestano la divisione dei ruoli maschile-femminile tipica della
tradizione ebraica. La divisione di ruoli non implica la presunta
superiorità di qualcuno, ma solo la diversità. La differenza non solo
ha una sua dignità, ma è un valore da difendere. I ruoli, nel pensiero
ebraico tradizionale, sono differenti tra uomo e donna, minorenne e
maggiorenne, Cohen, Levi e Israel, schiavo e libero, ebreo e non ebreo.
Perché un Ben Noach (un non ebreo che osserva i “sette precetti
universali dei figli di Noè”) ha solo 7 mitzvot e l’ebreo invece ne ha
613?
Per quale motivo la donna è esente da alcune mitzvot legate al tempo specifico e ha invece alcune mitzvot sue proprie?
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Anna
Foa,
storica
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Sul
Corriere di sabato un lucido articolo di Tommaso Piffer ci chiarisce
perché Vassilji Grossmann, nonostante sia ora pubblicato senza censura
e oggetto nella Russia di Putin di convegni e dibattiti, resti ancora,
anzi divenga sempre di più, un autore assai scomodo. “Dopo il crollo
dell’ideologia socialista - ha spiegato recentemente un membro di
Memorial - Putin è impegnato nella costruzione di una nuova
identità nazionalista, che passa attraverso la
strumentalizzazione della vittoria contro il nazismo per riabilitare il
mito di Stalin e della grande guerra patriottica”. Uno scopo che gli
scritti del grande autore di Vita e destino non consentono,
naturalmente. Ecco un esempio di come la memoria può orientare l’azione
politica, di come la ricostruzione della realtà storica può impedire lo
sviluppo o la ripresa di pericolose ideologie totalitarie.
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Berlino contro l'odio
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“La
scena di ieri alla Porta di Brandeburgo, è destinata ad entrare nelle
fotografie che hanno fatto la storia della Germania come storia
dell’umanità. Per il luogo, ma anche per la responsabilità che la
politica prende su di sé quando molte voci tacciono.” Così David
Bidussa, sul Corriere della Sera, commenta la partecipazione della
cancelliera Angela Merkel alla grande manifestazione contro
l’antisemitismo che si è tenuta ieri alla Porta di Brandeburgo,
organizzata dalla comunità ebraica tedesca. Il rimando, per lo storico
sociale delle idee, è a un’altra immagine molto potente, del dicembre
1970, quando, fuori protocollo, Willy Brandt si inginocchiò di fronte
al monumento che ricorda il luogo in cui una volta sorgeva il Ghetto di
Varsavia. Prendeva su di sé pubblicamente e ufficialmente la
responsabilità del passato del suo paese, così come ieri Angela Merkel
ha pubblicamente e ufficialmente assunto su di sé, scrive Bidussa, “il
compito di rispondere preventivamente ai piccoli o limitati segni di un
possibile ritorno dell’antisemitismo nel proprio territorio.” Inoltre
la sua presa di posizione è stato anche un atto forte in nome
dell’Europa, cosa che “ci dovrebbe dare da pensare su cosa significa
oggi assumersi la responsabilità di fare una politica europea.”
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berlino - in migliaia alla porta di brandeburgo
"L'antisemitismo minaccia tutti"
“Mai
più odio contro gli ebrei”. Parole risuonate ieri a Berlino, alla Porta
di Brandeburgo. Un appello ancora necessario in Europa alla luce di
un'estate segnata da episodi di violenza e odio antisemita. A prendere
la parola dal palco, la cancellieri Angela Merkel, per dare un segnale
alla Germania – teatro di manifestazioni in cui sono risuonati slogan
come “Hamas, ebrei al gas” –
così come all'Europa intera: nel mondo moderno non può e non deve
esserci spazio per l'antisemitismo. “L'ebraismo è parte della nostra
identità”, ha dichiarato la Merkel dal palco dell'evento berlinese,
davanti a migliaia di persone.
In nome della libertà di espressione, di una presunta critica a
Israele, in alcuni paesi si è assistito infatti in questi mesi a un
preoccupante aumento di episodi antisemiti. Manifestanti scesi in
piazza per protestare contro l'operazione militare israeliana a Gaza
(iniziata lo scorso luglio e terminata a metà agosto) hanno trasformato
in molti casi le strade in palcoscenici di rabbia antisemita e si è
arrivati a vedere attacchi contro persone inermi, contro sinagoghe e
negozi di ebrei.
“L'antisemitismo
è una minaccia per tutti”, ha affermato Merkel, coperta dagli applausi
dei presenti. E la Germania, come spiega sulle pagine del Corriere
della Sera, lo storico David Bidussa, ha deciso di mettersi in prima
fila per ribadirlo ai suoi cittadini, a tutti coloro che vogliono
vivere in una democrazia. “Tutti noi, ebrei e non ebrei, dobbiamo
rimanere uniti”, l'appello di Ronald Lauder, presidente del Congresso
ebraico mondiale, riunitosi in questi giorni proprio a Berlino.
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qui ferrara - meis
Lampronti, un'identità poliedrica
Cantiere
aperto in poche settimane, realizzazione del primo lotto per il mese
settembre del 2016. Come annunciato ieri dal sottosegretario Francesca
Barracciu, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di
Ferrara vive giorni di grande fermento e intensità. Confermando la
propria vocazione a luogo di confronto e produzione culturale ad alti
livelli, proseguono intanto gli eventi che – nel suo nome – trattano
del tema ebraico in una prospettiva sia locale che nazionale. Come il
convegno “Isacco Lampronti (1679-1756). Medico, codificatore ed
enciclopedista ferrarese” apertosi questa mattina nelle sale del
dipartimento di Economia dell’Università degli Studi della città
estense. Nato a Ferrara, Isacco Lampronti si laureò all’Università di
Padova ed esercitò l’arte medica e l’insegnamento nella sua città
d’origine dove, nel 1718, fu chiamato a far parte dell’accademia
rabbinica divenendone, 25 anni dopo, il presidente. Una figura
poliedrica di cui resta, tra le altre, una vasta ed erudita
enciclopedia talmudica dal titolo Pahad Yishaq. L’evento ha avuto come
apripista le riflessioni offerte ieri dal rav Gianfranco Di Segni (“La
condizione della donna nel Pahad Yishaq”) in occasione della 15esima
edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica e vede la
collaborazione, insieme al Meis, di Università degli Studi di Bologna,
Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo e Fondazione Beni
Culturali Ebraici in Italia. Proprio quest’ultima, come annunciato dal
suo presidente Dario Disegni, procederà in un secondo momento alla
pubblicazione degli atti. “Questa iniziativa, cui siamo onorati di aver
dato il patrocinio – ha affermato Disegni – si inserisce a pieno nel
lavoro di riscoperta, tutela e valorizzazione del patrimonio ebraico
nazionale. Un impegno che la Fondazione assolve con consapevolezza e
con grande senso di responsabilità. Con l’auspicio, relativamente al
futuro del Meis, che siano possibili nuove sinergie e collaborazioni".
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GIORNATA DELLA CULTURA EBRAICA - QUI ROMA
100 anni per l'Oratorio Di Castro
L’interpretazione
romana della quindicesima Giornata Europea di Cultura Ebraica, questa
volta ha avuto un baricentro leggermente diverso: uscendo dall’antico
Ghetto, salutando Largo Argentina, facendo una breve apparizione a
Piazza Venezia e percorrendo via Nazionale, un tempo meta prediletta
per lo shopping, si arriva da lei, l’altra sinagoga, che sorge nel
cuore di una Roma maestosa. Cosa c’è di diverso in questo anno,
rispetto agli altri anni, ci si potrebbe chiedere ricalcando le domande
del Seder di Pesach. Nel 2014, l’altra sinagoga, l’Oratorio Di Castro
o, come lo conoscono i più, il Tempio di via Balbo, compie cento anni.
Spegne cento candeline con la consapevolezza di essere da sempre
qualcosa di diverso dal fratello del Portico d’Ottavia, il Tempio
Maggiore.
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qui roma Al Festival con Morricone
Dopo
la Notte della Cabbalà, il Festival Internazionale di Letteratura e
Cultura Ebraica di Roma trascorre una domenica tra cibi e libri. A
mezzogiorno la chef Laura Ravaioli (che ogni mese delizia i lettori di
Pagine Ebraiche con una nuova ricetta) ha incontrato il giornalista del
Corriere della Sera Luca Zanini per parlare di sapori e tradizioni
della cucina ebraica. Tra la spiegazione di alcune norme della
kasheruth e la confessione dei propri peccati di gola (la classica
torta di ricotta e visciole) la Ravaioli ha dialogato con il pubblico,
tanto da ricevere proprio da una delle spettatrici la vera ricetta
della concia (per la cronaca, meglio cucinarla durante l'estate
inoltrata). Nel pomeriggio, presentato il libro di Alessandro Fersen
"Critica del Teatro Puro" alla Casa del Teatro. Prevista per oggi alle
18 e 30 l'inaugurazione della mostra dedicata allo stesso Fersen e
curata da Gian Domenico Ricaldone al Museo Ebraico. Ospite ieri sera
nel 'salotto' di Antonio Monda, lo scrittore e giornalista Emanuele
Trevi, giunto in extremis al posto del Premio Pulitzer Elizabeth
Strout, a casa per motivi di salute. "Mi hanno chiamato per una
supplenza davvero difficile" introduce Trevi, discutendo poi di
Letteratura Ebraica Americana con Monda. Una tenzone a colpi di Bellow,
Singer, Malamud e Roth. "Singer si distingue perché è l'unico nato in
Europa, gli altri tre vedono l'ebreo europeo come un fantasma
inafferrabile che li opprime". Anche la giornata di oggi non sarà da
meno: dentro il Palazzo della Cultura, alle 17 l'incontro Raccontare
dall'Isola della rugiada divina. Ebraismo e letteratura italiana, a
cura dell'Università di Tor Vergata. Alle 19 e 30 Carmen Llera Moravia
presenterà il nuovo libro di Lia Levi Il braccialetto. La serata si
concluderà con l'arrivo di Ennio Morricone che con Antonio Monda
rivelerà nuovi segreti e curiosità del film cult "C'era una volta in
America".
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ROSH HASHANAH 5775
Ferrara - Un anno per la pace
L’anno
che sta per iniziare si presenta con connotazioni per noi non facili
sia sul piano interno sia su quello internazionale. Questo fatto
richiede a tutti, e particolarmente a quanti gestiscono le istituzioni
ebraiche, uno sforzo finalizzato a riavvicinare quanti si sono
allontanati e a creare un’atmosfera di coesione e di condivisione, con
la consapevolezza che ogni ebreo è responsabile nei confronti dei
fratelli. A tutti il vivo augurio che l’anno nuovo porti pace, serenità
e concordia per tutto Israele.
Luciano Meir Caro, rabbino capo di Ferrara
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ROSH HASHANAH 5775
Pisa - Un anno per i progetti
L’avvicinarsi
delle feste di inizio anno porta sempre a fare dei bilanci, ma invece è
il caso di pensare ai progetti, ai giorni che verranno. L’augurio che
rivolgo a chi ci legge è quello di stringerci tutti insieme come una
famiglia, con la volontà vera di costruire un disegno comune e forte,
perché solo ritrovando l’amore per le nostre Comunità, per le nostre
radici e per le persone che le costituiscono potremo rispettare il
sommo principio halachico del mantenimento e rafforzamento
dell’identità ebraica nel futuro. Shanà Tovà a tutti.
Guido Cava, presidente Comunità ebraica di Pisa
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Oltremare
- Auguri dall'alto |
A
New York basta alzare gli occhi e guardare la cima dell’Empire State
Building per sapere se è un giorno speciale: rosa per la ricerca sul
cancro, rosso bianco e blu per le feste nazionali americane, ma anche
arancione per la World Food Bank, oppure del colore scelto da un
innamorato sufficentemente ricco da fare la richiesta di colore privato
per un anniversario importante. Noi a Tel Aviv siamo arrivati parecchio
dopo, e non abbiamo un colossale Empire da colorare a piacimento, ma
abbiamo il palazzo della Yirià (Municipio) in pieno centro, su Kikar
Rabin.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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