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15 settembre 2014 - 20 Elul 5774
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
«Prendo a testimone il cielo e la terra che trattasi del non-ebreo o dell'ebreo, sia uomo o donna, sia schiavo o serva, su ognuno, a seconda del suo operato, riposa lo spirito di santità» (Yalkut, su Giudici IV 4).
Sono molte le donne ebree che, anche in epoca femminista, non contestano la divisione dei ruoli maschile-femminile tipica della tradizione ebraica. La divisione di ruoli non implica la presunta superiorità di qualcuno, ma solo la diversità. La differenza non solo ha una sua dignità, ma è un valore da difendere. I ruoli, nel pensiero ebraico tradizionale, sono differenti tra uomo e donna, minorenne e maggiorenne, Cohen, Levi e Israel, schiavo e libero, ebreo e non ebreo.
Perché un Ben Noach (un non ebreo che osserva i “sette precetti universali dei figli di Noè”) ha solo 7 mitzvot e l’ebreo invece ne ha 613?
Per quale motivo la donna è esente da alcune mitzvot legate al tempo specifico e ha invece alcune mitzvot sue proprie?
 
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Anna
Foa,
storica
Sul Corriere di sabato un lucido articolo di Tommaso Piffer ci chiarisce perché Vassilji Grossmann, nonostante sia ora pubblicato senza censura e oggetto nella Russia di Putin di convegni e dibattiti, resti ancora, anzi divenga sempre di più, un autore assai scomodo. “Dopo il crollo dell’ideologia  socialista - ha spiegato recentemente un membro di Memorial - Putin è impegnato nella costruzione di una nuova identità  nazionalista, che passa attraverso la strumentalizzazione della vittoria contro il nazismo per riabilitare il mito di Stalin e della grande guerra patriottica”. Uno scopo che gli scritti del grande autore di Vita e destino non consentono, naturalmente. Ecco un esempio di come la memoria può orientare l’azione politica, di come la ricostruzione della realtà storica può impedire lo sviluppo o la ripresa di pericolose ideologie totalitarie.
 
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Berlino contro l'odio
“La scena di ieri alla Porta di Brandeburgo, è destinata ad entrare nelle fotografie che hanno fatto la storia della Germania come storia dell’umanità. Per il luogo, ma anche per la responsabilità che la politica prende su di sé quando molte voci tacciono.” Così David Bidussa, sul Corriere della Sera, commenta la partecipazione della cancelliera Angela Merkel alla grande manifestazione contro l’antisemitismo che si è tenuta ieri alla Porta di Brandeburgo, organizzata dalla comunità ebraica tedesca. Il rimando, per lo storico sociale delle idee, è a un’altra immagine molto potente, del dicembre 1970, quando, fuori protocollo, Willy Brandt si inginocchiò di fronte al monumento che ricorda il luogo in cui una volta sorgeva il Ghetto di Varsavia. Prendeva su di sé pubblicamente e ufficialmente la responsabilità del passato del suo paese, così come ieri Angela Merkel ha pubblicamente e ufficialmente assunto su di sé, scrive Bidussa, “il compito di rispondere preventivamente ai piccoli o limitati segni di un possibile ritorno dell’antisemitismo nel proprio territorio.” Inoltre la sua presa di posizione è stato anche un atto forte in nome dell’Europa, cosa che “ci dovrebbe dare da pensare su cosa significa oggi assumersi la responsabilità di fare una politica europea.”
 
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  davar
berlino - in migliaia alla porta di brandeburgo
"L'antisemitismo minaccia tutti"
“Mai più odio contro gli ebrei”. Parole risuonate ieri a Berlino, alla Porta di Brandeburgo. Un appello ancora necessario in Europa alla luce di un'estate segnata da episodi di violenza e odio antisemita. A prendere la parola dal palco, la cancellieri Angela Merkel, per dare un segnale alla Germania – teatro di manifestazioni in cui sono risuonati slogan come “Hamas, ebrei al gas” così come all'Europa intera: nel mondo moderno non può e non deve esserci spazio per l'antisemitismo. “L'ebraismo è parte della nostra identità”, ha dichiarato la Merkel dal palco dell'evento berlinese, davanti a migliaia di persone.
In nome della libertà di espressione, di una presunta critica a Israele, in alcuni paesi si è assistito infatti in questi mesi a un preoccupante aumento di episodi antisemiti. Manifestanti scesi in piazza per protestare contro l'operazione militare israeliana a Gaza (iniziata lo scorso luglio e terminata a metà agosto) hanno trasformato in molti casi le strade in palcoscenici di rabbia antisemita e si è arrivati a vedere attacchi contro persone inermi, contro sinagoghe e negozi di ebrei.

“L'antisemitismo è una minaccia per tutti”, ha affermato Merkel, coperta dagli applausi dei presenti. E la Germania, come spiega sulle pagine del Corriere della Sera, lo storico David Bidussa, ha deciso di mettersi in prima fila per ribadirlo ai suoi cittadini, a tutti coloro che vogliono vivere in una democrazia. “Tutti noi, ebrei e non ebrei, dobbiamo rimanere uniti”, l'appello di Ronald Lauder, presidente del Congresso ebraico mondiale, riunitosi in questi giorni proprio a Berlino.
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inFORMAZIONE - INTERNATIONAL EDITION
L'Italia celebra la cultura ebraica
"Abbiamo potuto constatare che l’ebraismo italiano è vivo e ha molto da offrire alla società italiana. Ma soprattutto che la società italiana si attende molto dagli ebrei italiani e dalla cultura ebraica". Così Guido Vitale, coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e direttore di Pagine Ebraiche commenta la quindicesima edizione della Giornata europea della Cultura ebraica che si è svolta domenica 14 settembre, nel suo consueto editoriale pubblicato stamane come ogni settimana sull'edizione internazionale di Pagine Ebraiche. Ed è proprio la Giornata a essere protagonista di questa uscita.

Rossella Tercatin

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qui ferrara - meis
Lampronti, un'identità poliedrica

Cantiere aperto in poche settimane, realizzazione del primo lotto per il mese settembre del 2016. Come annunciato ieri dal sottosegretario Francesca Barracciu, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara vive giorni di grande fermento e intensità. Confermando la propria vocazione a luogo di confronto e produzione culturale ad alti livelli, proseguono intanto gli eventi che – nel suo nome – trattano del tema ebraico in una prospettiva sia locale che nazionale. Come il convegno “Isacco Lampronti (1679-1756). Medico, codificatore ed enciclopedista ferrarese” apertosi questa mattina nelle sale del dipartimento di Economia dell’Università degli Studi della città estense. Nato a Ferrara, Isacco Lampronti si laureò all’Università di Padova ed esercitò l’arte medica e l’insegnamento nella sua città d’origine dove, nel 1718, fu chiamato a far parte dell’accademia rabbinica divenendone, 25 anni dopo, il presidente. Una figura poliedrica di cui resta, tra le altre, una vasta ed erudita enciclopedia talmudica dal titolo Pahad Yishaq. L’evento ha avuto come apripista le riflessioni offerte ieri dal rav Gianfranco Di Segni (“La condizione della donna nel Pahad Yishaq”) in occasione della 15esima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica e vede la collaborazione, insieme al Meis, di Università degli Studi di Bologna, Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo e Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia. Proprio quest’ultima, come annunciato dal suo presidente Dario Disegni, procederà in un secondo momento alla pubblicazione degli atti. “Questa iniziativa, cui siamo onorati di aver dato il patrocinio – ha affermato Disegni – si inserisce a pieno nel lavoro di riscoperta, tutela e valorizzazione del patrimonio ebraico nazionale. Un impegno che la Fondazione assolve con consapevolezza e con grande senso di responsabilità. Con l’auspicio, relativamente al futuro del Meis, che siano possibili nuove sinergie e collaborazioni".

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qui milano - jewish and the city
Moshe e le donne dell'Haggadah
Il ruolo delle donne nell'Haggadah, la leadership del maestro Moshe e la modernità della sua figura, l'Egitto di oggi ovvero le nuove schiavitù. Sono alcuni dei temi toccati negli affollati incontri della domenica milanese, segnata dalla seconda edizione di Jewish and the city, il festival internazionale di cultura ebraica di Milano. Appuntamenti che hanno aperto al pubblico molteplici spunti di riflessione e dato un esempio dell'attualità dei temi legati al mondo ebraico. Non solo conferenze e incontri ma anche laboratori per bambini, musiche e cibi della tradizione ebraica e ancora visite alla  Sinagoga Centrale di Milano. Una proposta eterogenea con un doppio filo conduttore: Pesach e il concetto della libertà da una parte – tema di questa edizione di Jewish and the City (13-16 settembre) – la donna, argomento al centro della quindicesima Giornata Europea della Cultura Ebraica celebrata ieri dall'altra.
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qui milano - jewish and the city
Libertà, cinque voci a confronto
Una domenica densa di stimoli al teatro Franco Parenti di Milano per la seconda edizione Jewish and the City. Nel corso del pomeriggio e della serata il tema del festival, Pesach – il lungo cammino verso la libertà, si è intrecciato armoniosamente con quello della Giornata Europea della Cultura Ebraica, al cui centro quest'anno c'è la figura della donna nell'ebraismo. Da questo felice connubio è nato il dialogo “Condotte e condottiere, libere di essere donne”, un confronto tra cinque donne e i diversi modi in cui affrontano le sfide che essere donna comporta.
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GIORNATA DELLA CULTURA EBRAICA - QUI ROMA
100 anni per l'Oratorio Di Castro
L’interpretazione romana della quindicesima Giornata Europea di Cultura Ebraica, questa volta ha avuto un baricentro leggermente diverso: uscendo dall’antico Ghetto, salutando Largo Argentina, facendo una breve apparizione a Piazza Venezia e percorrendo via Nazionale, un tempo meta prediletta per lo shopping, si arriva da lei, l’altra sinagoga, che sorge nel cuore di una Roma maestosa. Cosa c’è di diverso in questo anno, rispetto agli altri anni, ci si potrebbe chiedere ricalcando le domande del Seder di Pesach. Nel 2014, l’altra sinagoga, l’Oratorio Di Castro o, come lo conoscono i più, il Tempio di via Balbo, compie cento anni. Spegne cento candeline con la consapevolezza di essere da sempre qualcosa di diverso dal fratello del Portico d’Ottavia, il Tempio Maggiore.
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GIORNATA DELLA CULTURA EBRAICA - CASALE
Uno sguardo al femminile

GIORNATA DELLA CULTURA EBRAICA - VERCELLI 
Riscoprendo note antiche

GIORNATA DELLA CULTURA EBRAICA - TRIESTE
L'incontro tra storia e tradizione
qui roma
Al Festival con Morricone
Dopo la Notte della Cabbalà, il Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica di Roma trascorre una domenica tra cibi e libri. A mezzogiorno la chef Laura Ravaioli (che ogni mese delizia i lettori di Pagine Ebraiche con una nuova ricetta) ha incontrato il giornalista del Corriere della Sera Luca Zanini per parlare di sapori e tradizioni della cucina ebraica. Tra la spiegazione di alcune norme della kasheruth e la confessione dei propri peccati di gola (la classica torta di ricotta e visciole) la Ravaioli ha dialogato con il pubblico, tanto da ricevere proprio da una delle spettatrici la vera ricetta della concia (per la cronaca, meglio cucinarla durante l'estate inoltrata). Nel pomeriggio, presentato il libro di Alessandro Fersen "Critica del Teatro Puro" alla Casa del Teatro. Prevista per oggi alle 18 e 30 l'inaugurazione della mostra dedicata allo stesso Fersen e curata da Gian Domenico Ricaldone al Museo Ebraico. Ospite ieri sera nel 'salotto' di Antonio Monda, lo scrittore e giornalista Emanuele Trevi, giunto in extremis al posto del Premio Pulitzer Elizabeth Strout, a casa per motivi di salute. "Mi hanno chiamato per una supplenza davvero difficile" introduce Trevi, discutendo poi di Letteratura Ebraica Americana con Monda. Una tenzone a colpi di Bellow, Singer, Malamud e Roth. "Singer si distingue perché è l'unico nato in Europa, gli altri tre vedono l'ebreo europeo come un fantasma inafferrabile che li opprime". Anche la giornata di oggi non sarà da meno: dentro il Palazzo della Cultura, alle 17 l'incontro Raccontare dall'Isola della rugiada divina. Ebraismo e letteratura italiana, a cura dell'Università di Tor Vergata. Alle 19 e 30 Carmen Llera Moravia presenterà il nuovo libro di Lia Levi Il braccialetto. La serata si concluderà con l'arrivo di Ennio Morricone che con Antonio Monda rivelerà nuovi segreti e curiosità del film cult "C'era una volta in America".
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ROSH HASHANAH 5775
Ferrara - Un anno per la pace
L’anno che sta per iniziare si presenta con connotazioni per noi non facili sia sul piano interno sia su quello internazionale. Questo fatto richiede a tutti, e particolarmente a quanti gestiscono le istituzioni ebraiche, uno sforzo finalizzato a riavvicinare quanti si sono allontanati e a creare un’atmosfera di coesione e di condivisione, con la consapevolezza che ogni ebreo è responsabile nei confronti dei fratelli. A tutti il vivo augurio che l’anno nuovo porti pace, serenità e concordia per tutto Israele.

Luciano Meir Caro, rabbino capo di Ferrara
ROSH HASHANAH 5775
Pisa - Un anno per i progetti
L’avvicinarsi delle feste di inizio anno porta sempre a fare dei bilanci, ma invece è il caso di pensare ai progetti, ai giorni che verranno. L’augurio che rivolgo a chi ci legge è quello di stringerci tutti insieme come una famiglia, con la volontà vera di costruire un disegno comune e forte, perché solo ritrovando l’amore per le nostre Comunità, per le nostre radici e per le persone che le costituiscono potremo rispettare il sommo principio halachico del mantenimento e rafforzamento dell’identità ebraica nel futuro. Shanà Tovà a tutti.


Guido Cava, presidente Comunità ebraica di Pisa
pilpul
 Oltremare - Auguri dall'alto
A New York basta alzare gli occhi e guardare la cima dell’Empire State Building per sapere se è un giorno speciale: rosa per la ricerca sul cancro, rosso bianco e blu per le feste nazionali americane, ma anche arancione per la World Food Bank, oppure del colore scelto da un innamorato sufficentemente ricco da fare la richiesta di colore privato per un anniversario importante. Noi a Tel Aviv siamo arrivati parecchio dopo, e non abbiamo un colossale Empire da colorare a piacimento, ma abbiamo il palazzo della Yirià (Municipio) in pieno centro, su Kikar Rabin.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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