Qui Trieste – L’incontro tra storia e tradizione

DSC_0616edTre contributi hanno segnato a Trieste la quindicesima Giornata Europea della Cultura Ebraica: nella palestra della scuola di Via del Monte sono state offerte prospettive diverse per delineare questo tema complesso. Si è iniziato da quella della Torà nell’intervento di Rav Eliezer Shai Di Martino, rabbino capo della locale comunità, che partendo dalle donne significative per la vita di Mosé, ha ricordato la differenza sostanziale tra la leadership formale istituzionale, non necessariamente corrispondente alla realtà dei fatti e quella effettiva, riconosciuta dalle persone, indipendentemente dal ruolo ricoperto, dal genere e dall’età.
Si è passati poi alla vita e all’opera della poetessa triestina Rachel Luzzatto Morpurgo (1790 – 1871), delineate da rav Umberto Piperno, già rabbino capo di Trieste. Donna colta e molto emancipata per l’epoca, aveva studiato materie religiose e secolari per affrontare anche lo Zohar assieme al cugino Samuel David Luzzatto (Shadal) e che pretese di sposare l’uomo che amava rifiutando i pretendenti che la famiglia avrebbe voluto imporle, con un atto allora assolutamente rivoluzionario. A margine del tema, gli accenni all’importanza della poesia nella Torà, declinata sempre al femminile e alla peculiarità di Trieste, sede, tra l’altro, della più antica scuola ebraica d’Europa, hanno creato le premesse per l’esposizione di Tullia Catalan (ricercatrice di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste) sulle donne ebree triestine fra Ottocento e Novecento, protagoniste di un’emancipazione civile e politica in anticipo rispetto all’Italia dell’epoca e al resto dell’Impero Austro-Ungarico di cui la città faceva allora parte.
Nella società ebraica cittadina tale situazione si esprimeva non soltanto in famiglia, di cui la donna è sempre stata perno fondamentale, ma anche nel campo dell’educazione, attraverso un’attività intensa pure nelle materie secolari oltre che in quelle religiose, nelle attività commerciali delle quali si potevano trovare a capo in caso di vedovanza, o all’interno della gestione comunitaria, sia per quanto riguardava i ruoli classici nell’ambito della beneficenza, sia come soggetti titolari di diritto di voto ed elette all’interno della consulta fin dal 1825. Infine anche la politica le trovò attive: sostenitrici della causa irredentista prima, in seguito antifasciste, elette poi in Consiglio Comunale nel secondo dopoguerra. Prima di passare alla visita alla mostra che riapre il Museo Carlo e Vera Wagner e in cui vengono presentate eminenti figure dell’ebraismo triestino nel corso dei decenni, Roberta Colacino ha letto alcune pagine di poesia e prosa tratte dalle opere di alcune tra le tante donne ricordate nel corso della serata: Rachel Luzzatto Morpurgo, Flora Randegger Friedenberg, Ida Finzi (Haydée), Elody Oblath, Alma Morpurgo.

Paola Pini

(La fotografia è di Federico Valente)

(15 settembre 2014)