Qui Casale – Uno sguardo al femminile

Inaugurazione mostra donneÈ stata la musica a inaugurare la Giornata Europa della Cultura Ebraica della Comunità di Casale Monferrato, iniziata come è ormai tradizione appena dopo il tramonto di sabato 13 settembre. Un concerto divenuto ricco di significati per tanti motivi, a cominciare dalla dedica alla signora Tamara Acik, membro attivissimo della Comunità scomparsa proprio pochi giorni prima. Tamara aveva una storia singolare alle spalle, tradita dal suo accento russo e da una età che nessuno conosceva, ma sopratutto amava moltissimo la musica ed era sempre presente ai tanti concerti organizzati nella sinagoga. Come spiega Elio Carmi, vicepresidente della Comunità: “È riuscita persino ad andarsene in uno dei pochissimi giorni dell’anno in cui è possibile sentire musica a un funerale ed è stata accompagnata dal suono del shofar”.

Le sarebbe piaciuto questo concerto, ricco di spunti di storia e di tradizioni, tenuto dall’Ensemble Yiddish Mame che vede in prima linea Alberto Milazzo, anche se l’attore e cantante di fronte all’Aron di Casale si pone il problema se sia legittimo che lui racconti barzellette ebraiche essendo siciliano. Ma lo giustifica dicendo che “avere una mamma siciliana però è come avere una Yiddish Mame”. Lo spettacolo ha diversi livelli di lettura, dove cabaret Yiddish, con le classiche storielle, è funzionale al racconto di una storia musicale: quella dei tanti ebrei che migrano nel Nuovo Mondo portando la loro musica e la loro capacità di raccontare. Il cabaret della repubblica di Weimar, le canzoni popolari russe, i canti yiddish si mischiano con la cultura musicale presente in America e nasce un genere immortale: il musical. E così accompagnato dal poliedrico Mauro Occhionero alle percussioni e dal pianoforte di Eleonora Zullio, Milazzo intona canzoni immortali tutte accomunate dall’ascendenza ebraica: “Cabaret” di Kander e Ebb, “Maria” di Bernstein, “Hello Dolly” di Herman “Summertime” dei fratelli Gershwin e persino “Mary Poppins” opera di Robert e Richard Sherman.

Il concerto è stato l’ultimo di una fortunata rassegna dal titolo Il suono e il Segno diretta da Giulio Castagnoli che ha calamitato gli appassionati di musica ebraica per sette appuntamenti, ma è andato sold out, anche perchè, altra coincidenza, è stato inserito nel programma della Notte Rosa che ha animato Casale sotto il segno del vino. Per l’occasione aperti anche i due musei del complesso di vicolo Salomone Olper con centinaia di visitatori fino all’una di notte.

Domenica 14 alle ore 11,00 in Sala Carmi, la “giornata” è proseguita con una mostra capace di esplorare l’altro filone che ha caratterizzato la stagione culturale casalese e cioè l’iterazione dell’ebraismo con la società italiana. Anche in questo caso con uno sguardo tutto femminile, si è aperta infatti Esposizione Fotografica “Donne ebree dell’Italia Unita” – Una storia per immagini, in collaborazione con la Fondazione CDEC. Il centro di documentazione ebraica contemporanea. Ventidue scatti che fanno parte di una collezione enorme di oltre 40.000 immagini che documentano le rappresentanti della vita politica e civile, ma anche persone comuni, insegnanti e madri soprattutto. Le loro storie, raccontate accanto a ciascuna foto parlano di quello straordinario percorso che dall’uscita del ghetto ha portato gli ebrei all’integrazione, per poi ripiombare nella segregazione delle leggi razziali.

Per l’occasione la Comunità ha ospitato il nuovo assessore alla Cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi, accanto a lei un parterre di autorità tutto al femminile (ad eccezione del presidente della comunità Giorgio Ottolenghi e del vicepresidente Elio Carmi): il sindaco di Casale Titti Palazzetti, l’Assessore Comunale Daria Carmi, l’Onorevole Cristina Bargero e Claudia De Benedetti in rappresentanza dell’UCEI. Tutte hanno ricordato l’importanza storica e sociale delle comunità casalese in generale e il ruolo fondamentale delle donne nell’ebraismo. Un auspicio anche a lavorare per far conoscere sempre di più gli straordinari tesori custoditi i vicolo Salomone Olper.

Alle 16 nel cortile delle Cortile Api la giornata si è conclusa con una presentazione letteraria. Annie Sacerdoti  ha commentato “L’ebrea errante“di Edgarda Ferri, Edito da le Scie-Mondadori. In un periodo molto fecondo di romanzi storici, ricchi di complotti e colpi di scena la storia di Gracia Mendes, nata in Portogallo nel 1510, ebrea di nascita e fede ha un pregio in più: quello di essere reale.

Sposata con un ricco mercante, convertita forzatamente a causa delle persecuzioni spagnole portò a lungo il nome cristiano di Beatrice de Luna. La prima fuga nel 1528 quando, per evitare il matrimonio forzato della figlia, si trasferì nelle Fiandre e iniziò ad aiutare gli ebrei perseguitati dall’inquisizione portoghese. Andò poi a vivere a Venezia e infine a Ferrara, dove dichiarò apertamente la propria fede e prese il nome di Grazia Nasi, continuando ad assistere gli ebrei perseguitati.

Per tutta la giornata a partire dal mattino, la comunità ha ospitato il mercatino di libri ebraici sul tema delle donne e di prodotti kasher (immancabili i Krumiri Rossi di Portinaro, dolce tipico di Casale Monferrato ) in collaborazione con la Libreria Il Labirinto.

Alberto Angelino

(15 settembre 2014)