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16 settembre 2014 - 21 Elul 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
In una società mediatica e planetaria ognuno ha l'impressione, per non dire l'illusione, di essere contemporaneamente in rapporto con l'umanità tutta intera. Ma il "tutti in relazione con tutti..." significa spesso "anonimato" , essere soli e persi. Nel corso della cerimonia delle benedizioni e maledizioni prevista nel capitolo 27 di Devarìm, che abbiamo letto shabàt scorso, il popolo intero è cosa visibile a tutti. I membri della società si vedono gli uni con gli altri.
 
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Dario
Calimani,
anglista
Far conoscere la nostra cultura è un dovere, specie in tempi di antisemitismo. E ha sempre un certo fascino esporla. Ma farlo perché l'antisemitismo incalza ti lascia il gusto amaro delle cose fatte per dovere, perché richiesto dalle circostanze. Per compensare, andrò a lezione di Ghemaràh dal mio Rav. Torah fine a sé stessa.
 
Trenta paesi contro l'Isis
“Pronti a tutto per sconfiggere lo Stato Islamico”. Dal summit di ieri a Parigi è emerso l'impegno di trenta paesi del mondo, tra cui dieci arabi, a combattere la minaccia definita “globale” dello Stato islamico. Ma questo impegno, come spiega il Corriere della Sera,  è stato inteso da ogni paese in modo diverso: “se gli Stati Uniti hanno già cominciato a bombardare l'Isis e la Francia si appresta a farlo, la Gran Bretagna non ha ancora deciso se mandare i propri aerei, e la Germania arma i peshmerga curdi con missili anticarro”. “Bisogna fare presto”, afferma il capo della Farnesina Federica Mogherini che ribadisce l'impegno italiano nel fornire supporto umanitario e militare ma esclude per il momento un intervento diretto in Iraq. 
 
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  davar
resistenza ebraica (1944 - 2014) 
Settant'anni con la Brigata
“Settanta anni fa io c'ero e combattevo al loro fianco. Da queste terre, lottando contro i comuni nemici della libertà e sotto le insegne con la stella di Davide, fu lanciato un grido inequivocabile di autodeterminazione. Qua e nel solco di quei valori è nato lo Stato di Israele. È bene che se lo ricordino tutti, anche chi fa finta di dimenticarsene”.
Ivano Cardinali è di San Giovanni Valdarno, ha 85 anni ed è un ex partigiano. Nel 1944, appena 15enne, fu tra quanti si resero protagonisti dello sfondamento della Linea Gotica e della conquista di alcune località strategiche nella lotta di liberazione dal giogo nazifascista. Un impegno che vide in prima fila i volontari della Brigata Ebraica, giunti in oltre 5mila unità dalla'allora Palestina mandataria, il futuro Stato di Israele. Ivano c'era e questa mattina, nel corso dell'annuale cerimonia di commemorazione dei caduti nel cimitero militare di Piangipane (Ravenna), ha voluto ricordare il sacrificio del sangue che molti profusero in quelle giornate che cambiarono il corso della storia.
Partecipata dalle massime istituzioni civili e militari del territorio, la cerimonia ha visto gli interventi, tra gli altri, del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, dell'ambasciatore d'Israele a Roma Naor Gilon e del rabbino capo di Ferrara rav Luciano Caro. Presenti anche i consiglieri UCEI David Menasci ed Eileen Cartoon (con quest'ultima che ha letto i nomi dei caduti), il presidente della Comunità ebraica di Verona Bruno Carmi e il consigliere della Comunità di Bologna Ines Miriam Marach. A Piangipane inoltre una delegazione istituzionale arrivata dalla Repubblica di San Marino e guidata da Patrizia De Luca, responsabile del locale centro di ricerca sull'emigrazione, e dal presidente del Keren Kayemeth sanmarinese Bruno Mussoni.
"Onorare i combattenti della Brigata Ebraica – ha affermato il presidente UCEI – significa rendere giustizia al coraggio di quei valorosi e difendere, contro ogni attacco e contro ogni mistificazione, la memoria di chi versò, spesso senza alcun legame con questo paese, il proprio sangue per la libertà nostra e di tutto il mondo”. Per poi aggiungere: “Che i loro nomi, e i nomi di tutti coloro che lottarono per spezzare le catene della dittatura, possano scopirsi nei nostri cuori e nelle nostre menti. Ebrei e cristiani, musulmani e protestanti, induisti e atei: come ci insegna questo cimitero, impregnato delle memorie di così tanti popoli e culture. Un monito che sia di auspicio per la costruzione di un futuro di autentica pace e fratellanza per l'umanità intera”.
Il bisogno di comprendere il ventaglio di scelte che furono possibili, l'esigenza sempre più avvertita di fare chiarezza. Oggi come ieri. È il concetto espresso dall'ambasciatore Gilon. “Quella – ha spiegato – fu un'epoca di scelte. Ci fu chi scelse di combattere per la libertà del mondo democratico come i volontari della Brigata Ebraica e chi, come il Gran Muftì di Gerusalemme, volle invece allearsi con Hitler. È bene che queste cose siano note perché ancora oggi molti cercano di riscrivere la storia. Quanto la necessità che vi presento sia attuale è l'estate appena trascorsa a ricordarcelo quando accuse insensate verso lo Stato di Israele, costretto a una guerra di autodifesa contro nemici senza scrupoli, hanno chiaramente mostrato il problema”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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resistenza ebraica (1944 - 2014)  
Gattegna, "Onorare la Brigata
che lottò per la nostra libertà"

In occasione dell’annuale commemorazione per i caduti della Brigata Ebraica a Piangipane il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:

“Illustri autorità, cari amici
è un onore essere tra voi con la consapevolezza dell’alto valore simbolico di questo appuntamento.
Settanta anni: tanto è passato da quando un corpo di volontari giunto dall’allora Palestina mandataria – il futuro Stato di Israele – iniziò ad operare sul territorio italiano contribuendo in modo significativo, in particolare in questa regione, alla liberazione del paese da una dittatura spietata e sanguinaria.
Gli oltre 5mila volontari agli ordini del brigadiere canadese Ernest Frank Benjamin, affiancati al gruppo di combattimento Friuli, furono infatti protagonisti dello sfondamento della Linea Gotica e si distinsero nella operazioni militari che furono condotte nel Centro Italia e che portarono alla conquista di postazioni strategiche.
Un contributo fu inoltre specificamente rivolto ad alleviare le sofferenze delle popolazioni civili e ad avvicinare il ritorno alla normalità di un paese devastato dalla guerra e dalle privazioni.
A Roma fu un soldato della Brigata a rompere i sigilli del Tempio Maggiore restituendo a tutta la città non solo un luogo di culto ma piena dignità e speranza nel futuro.
Una pagina di storia d’Italia che è importante ricordare e diffondere quanto più possibile nell’opinione pubblica.
Onorare i combattenti della Brigata Ebraica significa infatti rendere giustizia al coraggio di quei valorosi e difendere, contro ogni attacco e contro ogni mistificazione, la memoria di chi versò – spesso senza alcun legame con questo paese  – il proprio sangue per la libertà nostra e di tutto il mondo.
Nell’annunciare la nascita della Brigata Ebraica al Parlamento il primo ministro inglese Winston Churchill disse: “So benissimo che c’è già un gran numero di ebrei nelle nostre forze armate e in quelle americane. Ma mi è sembrato opportuno che una unità formata esclusivamente da soldati di questo popolo, che così indescrivibili tormenti ha dovuto patire per colpa dei nazisti, fosse presente come formazione a sé stante fra tutte le forze che si sono riunite per sconfiggere il nemico”. Parole che trovo molto significative e che bene inquadrano la peculiarità di questa formazione.
Nella mente degli ebrei, e in particolare degli ebrei italiani, la storia e le valorose imprese della Brigata Ebraica rappresentano infatti un alto motivo di orgoglio.
Nel 1944 la popolazione ebraica europea pativa ormai da anni una situazione tragica, drammatica, insostenibile; anche gli ebrei italiani furono vittime di inaudite violenze e di deportazioni nei campi di sterminio.
Per la prima volta ebrei ebbero la possibilità di affrontare militaremente l’esercito degli assassini del proprio popolo e ne distrussero il falso mito guerriero.
Crudeli e spietate contro civili inermi, le famigerate SS – spesso dopo i primi scontri sanguinosi – fuggirono e tentarono solo di mettersi in salvo.
Oggi qui siamo venuti per recitare le nostre preghiere e rendere omaggio a chi, proveniente dai quattro angoli del mondo, donò la propria giovane vita per salvare l’Europa e l’umanità intera dalla tirannide.
Che i loro nomi, e i nomi di tutti coloro che lottarono per spezzare le catene della dittatura, possano scolpirsi nei nostri cuori e nelle nostre menti.
Ebrei e cristiani, musulmani e protestanti, buddisti e atei: come ci insegna questo cimitero, impregnato delle memorie di così tanti popoli e culture.
Un monito che sia di auspicio per la costruzione di un futuro di autentica pace e fratellanza per l’umanità intera".
 

Lotta al pregiudizio
Nasce l'Antenna antisemitismo
“Un'iniziativa finalizzata a rendere vane le minacce di chi ancora oggi propugna odio e discriminazione. Un impegno concreto a beneficio della collettività in un momento in cui antichi pregiudizi mai del tutto sradicati tornano a manifestarsi in modo sempre più inquietante nelle nostre società progredite e democratiche”. Così il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna nell'annunciare la nascita del progetto sperimentale 'Antenna antisemitismo' promosso dall'UCEI insieme alla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC di Milano.
Destinatari del progetto le vittime o i testimoni di episodi di antisemitismo in Italia, che potranno entrare in contatto con l'Osservatorio Antisemitismo della Fondazione CDEC telefonando al numero 0233103840 oppure compilando il modulo disponibile sul sito.
Le segnalazioni verranno verificate, conservate e utilizzate per approfondire la conoscenza del pregiudizio e dell'ostilità antiebraica. I dati dei mittenti non saranno divulgati a terzi.
 

qui milano - Fondazione federica sharon biazzi
Alla guida per aiutare il prossimo
Alle volte per fare del bene, per cambiare ed alleggerire la giornata di qualcuno, basta un passaggio. Questo quello che dal 2000 si propone l'associazione, ONLUS dal 2002, Federica Sharon Biazzi fondata da Rosanna Bauer con Joyce Anter della Comunità ebraica di Milano. Un gruppo di volontari che si occupa di fornire un servizio di trasporto gratuito per persone con disabilità o che necessitano aiuto per essere accompagnate dal medico, a cicli di chemioterapia o anche ad assistere alle conferenze, come ad esempio il Festival Jewish & the City, di cui sono partner e che si concluderà stasera (con collegamenti  domenica 14 dall'evento "Ritrovarsi nel deserto" presso la Società Umanitaria, all'evento "Condotte e condottiere, libere di essere donne" presso il Teatro Franco Parenti e dall'evento "Haggadah: l'identità ebraica in un'immagine" presso le Gallerie d'Italia, all'evento "Visite guidate" presso la Sinagoga di via Guastalla e martedì 16 dall'evento "Dialoghi sullo Straniero" presso la Sinagoga di via Guastalla, all'evento "Ascolta Chagall" presso Palazzo Reale). La trentina di volontari che formano il gruppo si occupano anche di consegnare pasti kosher in ospedale o a casa di chi ne ha bisogno. A bordo delle quattro macchine, delle quali una presenta il logo UCEI ed è stata acquistata grazie ai finanziamenti dell'otto per mille, la ONLUS a quattro ruote Federica Sharon Biazzi, fa raggiungere a chiunque si trovi in difficoltà la propria meta. Perché è nelle piccole/grandi azioni che si rammenda il mondo.


qui milano - bensoussan a jewish and the city
La ferita del Mediterraneo
La Sala Napoleonica del settecentesco Palazzo Greppi si è rivelata troppo piccola per il pubblico accorso questa mattina a Milano alla lectio magistralis di Georges Bensoussan, storico, studioso della Shoah, e responsabile editoriale del Memoriale della Shoah di Parigi. Nella giornata conclusiva della seconda edizione del festival internazionale di cultura ebraica Jewish and the City. È stato così uno dei più importanti studiosi di storia e pensiero ebraico contemporaneo a inaugurare il ciclo di incontri dedicato al tema della narrazione e della memoria ospitato dall’Università degli Studi di Milano. E la narrazione storica, che include anche grandi mistificazioni e miti difficili da sradicare, è stata al centro dell’intervento di Bensoussan, che per l’occasione è stato introdotto da Mino Chamla,  studioso e docente di filosofia presso la scuola ebraica di Milano. All'incontro, moderato da Guido Vitale, coordinatore dei dipartimenti Cultura e Informazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e direttore di Pagine Ebraiche, è intervenuto Germano Maifreda, docente di Storia economica e sociale dell’era moderna all’Università di Milano. Bensoussan è stato inoltre ospite ieri della Comunità ebraica di Trieste.


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qui tel aviv
Ventimila applausi a Lady Gaga 
“Ani Ohevet Otchem!”, vi amo, ha gridato Lady Gaga al pubblico dell’unica tappa israeliana del suo artRAVE Tour, tenutasi sabato sera a Tel Aviv di fronte a 20mila fan entusiasti. E il pubblico, composto da 20mila persone, ha risposto con un applauso scrosciante – di quelli che a Gaga, al secolo Stefani Germanotta, piacciono molto, tanto che uno dei suoi successi  più celebri è intitolato proprio “Applause”.

Simone Somekh
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Qui Milano - Jewish and the city
Una maratona per la libertà
Daria Bignardi, rav Riccardo Di Segni,  Piergaetano Marchetti, Andrea Molesini, Orietta Ombrosi,  Marco Ottolenghi, Silvano Petrosino, monsignor Pierangelo Sequeri,  rav Alberto Somekh. Nove autorevoli voci per raccontare la libertà e le sue diverse accezioni all'interno della Torah. Una maratona oratoria - accompagnata dal violino di Marco Valabrega e moderata dal giornalista Stefano Jesurum- che ha richiamato l'attenzione dei milanesi, arrivati ieri numerosi alla Fondazione del Corriere della Sera. Una curiosità e desiderio di conoscere la tradizione ebraica che testimonia l'importanza e il successo di Jewish and the city, il Festival internazionale di cultura ebraica di Milano, di cui la maratona oratoria ha rappresentato uno degli appuntamenti di punta. Ma tanti altri sono stati ieri gli incontri proposti e a cui ha fatto seguito una grande partecipazione di pubblico.
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qui roma - festival di cultura ebraica  Discutere di canoni letterari
Continuano gli appuntamenti romani del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica: ieri pomeriggio incontro a cura del Cerse (Centro Romano di Studi sull'Ebraismo) dell'Università Tor Vergata con i professori Rino Caputo, Simona Foa, Andrea Minuz, Franco Salvatori, Filippo La Porta e lo scrittore Alessandro Piperno, moderato dalla professoressa di Storia Moderna Marina Formica. "Raccontare dall'Isola della rugiada divina", questo il titolo della tavola rotonda interrogata su un'unica grande domanda: esiste un canone della letteratura italiana ebraica?
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rosh hashanah 5775 - qui padova
Un anno per migliorare
Non è facile formulare un augurio, quando ronzano ancora nelle orecchie i fischi dei missili e gli scoppi di una guerra che ha obbligato i nostri fratelli a correre nei rifugi più volte al giorno; non è facile, quando siamo stati così vicini ad una deflagrazione mondiale, se si sommano i tanti focolai del Medio Oriente più vasto, dell’Europa dell’Est, del Nord e Centro Africa, e altri ancora; quando migliaia di persone muoiono inseguendo la semplice speranza di una vita dignitosa; quando centinaia di migliaia hanno perduto la sicurezza di un lavoro; quando corruzione e malaffare inondano le pagine dei giornali; quando latita la cultura, soppiantata da comunicazioni collettive; quando riaffiora con veemenza l’antisemitismo; e quando, gli Ebrei stessi, sono incapaci di andare d’accordo

Davide Romanin Jacur,
presidente della Comunità ebraica di Padova
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rosh hashanah 5775 - qui bologna
Un anno per la Comunità
Il principio con cui ci auguriamo di impostare il lavoro del nuovo anno sta nella parola חי, vita. Oggi più che mai c'è bisogno di riappropriarsi dei nostri luoghi, di ricordare la nostra storia e rincontrarci per condividere e vivere assieme momenti istituzionali e sociali del nostro calendario.

Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna

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pilpul
Cosa insegna Jewish and the city
Da domenica scorsa mi trovo a Milano per Jewish and the City, una manifestazione di altissimo livello. Tra spettacoli e dibattiti, incontri e conferenze, ció che colpisce é la partecipazione ininterrotta di migliaia e migliaia di milanesi. Una curiosità travolgente e tutto sommato sorprendente, analoga a quella riservata ad altre iniziative culturali ebraiche: Giornata della Cultura, Festival della Letteratura, del Cinema, della cultura israeliana nelle sue diverse espressioni, e chi più ne ha più ne metta.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Una giornata con Primo
La memoria è uno strumento molto strano, è come il mare, può restituire dei brandelli, dei rottami magari, a distanza di anni”. Teatro Rossini di Pesaro, 5 maggio 1986. Primo Levi incontra studenti e insegnanti di alcune scuole superiori della città marchigiana. Un interrogatorio preparato da mesi. E uno dei suoi ultimi incontri pubblici.

Mario Avagliano
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