Tel Aviv – Ventimila applausi a Lady Gaga

lady-gaga-tel-aviv-“Ani Ohevet Otchem!”, vi amo, ha gridato Lady Gaga al pubblico dell’unica tappa israeliana del suo artRAVE Tour, tenutasi sabato sera a Tel Aviv di fronte a 20mila fan entusiasti. E il pubblico, composto da 20mila persone, ha risposto con un applauso scrosciante – di quelli che a Gaga, al secolo Stefani Germanotta, piacciono molto, tanto che uno dei suoi successi più celebri è intitolato proprio “Applause”.
Sembra un matrimonio riuscito quello tra Tel Aviv, la città israeliana che non si ferma mai, dove le feste in spiaggia proseguono fino all’alba e da cui numerosi designer di moda traggono ispirazione per le loro collezioni, la città della street art e dello stille Bauhaus, e Lady Gaga, l’artista che fin dal debutto con “Just Dance” si è fatta notare per l’ossessione per la creatività e per una produzione artistica così esplicita che le storiche esibizioni-scandalo di Madonna fanno sorridere al confronto. Un matrimonio culminato con un concerto esplosivo, esagerato e trasgressivo.
Sono passate poche settimane da quando la guerra tra Israele e Gaza ha provocato l’annullamento di diversi concerti pop: complici le questioni di sicurezza e la propaganda BDS, Neil Young, Backstreet Boys e Lana Del Rey hanno rinunciato alle loro performance israeliane programmate per l’estate. Ora che la raffica di razzi provenienti da Gaza è cessata e la situazione sembra essersi stabilizzata, sono diverse le star internazionali intenzionate e riaffacciarsi timidamente sulla scena culturale israeliana.
L’arrivo di Lady Gaga (e del suo entourage di 140 persone) ha mandato in tilt i media locali, a partire dalla tratta Dubai-Tel Aviv, che solo il jet privato di una diva del suo calibro può permettersi di percorrere. Gaga è atterrata a Tel Aviv indossando un lungo abito bianco e oro by Roberto Cavalli, un ovvio tributo alla tradizionale doppietta “latte e miele”. Accolta da fan urlanti al Ritz-Carlton Hotel di Herzlyiah, non si è fatta desiderare né fisicamente – concedendo autografi e “selfie” – né virtualmente, condividendo su Instagram diverse immagini della sua seconda visita in Israele.
Poi, alle 21:30, un paio d’ore dopo la fine dello shabbat, il grande, coloratissimo rave di Mother Monster è cominciato. E se la presenza di Gaga non fosse bastata, sul palco è salito a sorpresa anche Tony Bennett, con cui l’artista ha cantato “I Can’t Give You Anything But Love”, singolo estratto dall’album di duetti in uscita il 23 settembre. Tra le hit con cui Gaga si esibita, affiancata dal suo instancabile corpo di ballo, vi sono le recenti “MANiCURE” e “Do What U Want”, oltre alle ormai storiche “Bad Romance” e “Paparazzi”. Impossibile contare tutti i cambi d’abito effettuati nel corso della serata, uno dei quali è stato eseguito sul palco, davanti allo sguardo esterrefatto dei (pochi) non preparati alla nonchalance della signorina Germanotta.
“Ho recensito diversi concerti, ma questo è sicuramente il migliore”, ha scritto su Twitter la giornalista Lahav Harkov, corrispondente dalla Knesset, il parlamento israeliano, per il quotidiano Jerusalem Post. Tutti gli entusiasti presenti hanno commentato il concerto con l’hashtag #artRAVETelAviv, dedicando numerosi tweet in particolare agli stravaganti e discinti costumi di scena, simbolo di una totale espressione d’identità, che Gaga da sempre promuove con la sua musica, anche a costo di apparire volgare.
Tel Aviv, conosciuta per essere una città aperta e liberale, ha accolto Lady Gaga a braccia aperte. I presenti non hanno partecipato al concerto solo come spettatori, ma anche come parte dello spettacolo stesso, indossando abiti ispirati ai folli video musicali dell’artista statunitense.
L’ArtRAVE israeliano è stato ben più di un semplice concerto: è stata l’occasione di dimenticare per qualche ora gli orrori di un’estate trascorsa nei rifugi antimissile e di rifarsi per tutti gli altri concerti annullati. Uno schiaffo in faccia al movimento BDS, che tenta di convincere gli artisti a boicottare Israele: a partire dal video in cui Gaga diceva “Shalom”, assicurando ai fan israeliani che sarebbe venuta nonostante la guerra e le polemiche.
Lo spettacolo di Gaga era così stupefacente, che ha “quasi compensato di tutte quelle cancellazioni”, ha scritto Debra Kamin sul Times of Israel.
Terminato il concerto, i più festaioli si sono spostati alla discoteca Clara, dove è stato organizzato un maestoso after-party dedicato a Lady Gaga: perché una volta che Gaga ha aperto le danze, queste proseguono anche mentre lei sta già volando verso il prossimo palco, il prossimo pubblico, il prossimo applauso.

Simone Somekh

(16 settembre 2014)