
Paolo Sciunnach,
insegnante
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Non
invocherai il Nome di D-o, il tuo D-o, invano, perché D-o non renderà
privo di colpa colui che invocherà il Nome di D-o invano. (Esodo 20,
7). Solitamente si interpreta il comandamento come la proibizione di
pronunciare invano il Nome di D-o, o giurare nel Nome di D-o. Tuttavia
c'è di più: il divieto comprende anche la proibizione di usare il Nome
di D-o per giustificare la propria causa ideologica e religiosa.
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Anna
Foa,
storica
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La
marcia delle Comunità islamiche italiane contro il terrorismo
dell’Isis, che si è tenuta ieri a Milano e che segue l’analoga
iniziativa tenutasi venerdì scorso nelle moschee tedesche, è un passo
importante per isolare e condannare il terrorismo dell’Isis. Un altro
passo importante è il fatto che sia in Italia che in Gran Bretagna, le
organizzazioni islamiche abbiano nei giorni scorsi chiesto senza
tentennamenti la liberazione degli ostaggi in mano ai terroristi.
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In marcia contro l'Isis
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Un
caso storico, una battaglia giudiziaria che potrebbe riaprire la strada
del risarcimento da parte della Germania a centinaia di vittime e
familiari dei deportati italiani del Terzo Reich: sarà forse domani la
Corte costituzionale, pur se composta da solo tredici dei suoi quindici
componenti per via della situazione di stallo che ancora permane in
Parlamento, a ribaltare la situazione. Il neo presidente della Corte
Giuseppe Tesauro, uno dei massimi esperti di diritto comunitario ed
internazionale, in quanto giudice relatore potrebbe - come spiega il
Messaggero - portare a termine l’ultimo grado di una battaglia
giudiziaria passata attraverso cinque gradi di giudizio. I ricorsi per
risarcimento danni hanno avuto uno stop nel febbraio del 2012, quando
la Corte internazionale di giustizia diede torto all'Italia
riaffermando l'immunità della Germania rispetto alla giurisdizione di
altri stati e imponendo di non dare seguito alle numerose sentenze di
risarcimento che avevano ricevuto il via libera della Cassazione.
Secondo la Corte dell'Aja gli orrori commessi dai nazisti sui cittadini
italiani sono sì illegittimi ma devono essere qualificati quali atti
“iure imperii”, commessi dal Terzo Reich nell'esercizio dei poteri
sovrani. (Mattino). C’è anche chi dei risarcimenti non vuole sapere
nulla perché “Il male non si può cancellare così”, come spiega per
esempio al Messaggero Amedeo Tedesco, 70 anni, che ha visto la proprio
famiglia cancellata e commenta “Non voglio i soldi di chi uccise i miei
parenti.”
Si è chiusa con l’immagine molto forte di un flash mob la fiaccolata
contro il terrorismo a cui hanno preso parte ieri sera decine di
associazioni religiose islamiche italiane, per condannare la cultura
dell'odio e i crimini commessi dall’Isis. Donne in bianco sdraiate a
terra, uomini in nero che tengono per il collo prigionieri
inginocchiati, e la bandiera nera che viene bruciata per dire, con i
tanti leader in piazza nonostante i controlli e le minacce di servizi
segreti dei rispettivi paesi d’origine che “Le azioni dell'Is non sono
islamiche e noi li combatteremo ogni giorno fino alla loro sconfitta,
saremo lo scudo democratico contro i criminali che cercano di
mimetizzarsi fra di noi, uccidendo persone innocenti e le minoranze”.
(Repubblica Milano)
La partecipazione massiccia ha visto moltissime donne in piazza, e
nessuna bandiera di partito, nonostante i molti volti noti della
politica milanese che hanno scelto di scendere in piazza. Stefano
Boeri, unico politico a salire sul palco, ha ricordato che “Milano è
una città dove la convivenza è consolidata, la nostra voce deve essere
fortissima contro il fondamentalismo che si presenta come azione
criminale”.
L’iniziativa era partita qualche giorno fa, quando la web radio
Dirittozero aveva lanciato un appello ai musulmani d'Italia per una
manifestazione di condanna netta al terrorismo dell'Isis. Come racconta
oggi il Corriere nelle pagine milanesi, una dopo l'altra sono arrivate
le adesioni da parte delle diverse comunità islamiche di tutto il
Paese.
Berlusconi, parlando ieri alla scuola di formazione politica di Forza
Italia, ha sostenuto che “in questo momento la maggioranza dei
cittadini israeliani sta pensando sia corretto difendersi con la bomba
atomica”. Nonostante abbia anche detto chiaramente di non poter
rivelare chi siano i suoi interlocutori né le sue fonti la notizia è
stata ripresa da alcune testate (Messaggero, Repubblica e Mattino).
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qui pordenone - festival alle ultime battute
Da Grossman a Severgnini
il successo di Pordenonelegge
A
Pordenone, il giorno dopo, c’è la curiosa sensazione di una città che è
sopravvissuta a un assalto in piena regola. Un assalto gioioso, un
assedio entusiasta, di cui essere fieri e contenti. Nei cinque giorni
di Pordenonelegge si è registrato ovunque il tutto esaurito, con un
numero di presenza calcolato intorno alle 130mila. La folla enorme che
ha salutato l’evento di apertura, con David Grossman, avrebbe forse
dovuto far intuire l’entusiasmo con cui quest’anno la manifestazione è
stata accolta e seguita, e il successo della neonata Fondazione, il cui
direttore, Michela Zin, ha spiegato come il pubblico, leggermente
aumentato anch’esso, si sia mostrato “più attento a seguire gli
incontri, che a girovagare godendosi il clima pordenonese”. La
quindicesima edizione del festival ha raccolto anche l’affetto dei
milleduecento “amici di Pordenonelegge”, e si annunciano alcuni ritocchi
al programma, per arricchirlo con altre sezioni parallele, nuovi
progetti culturali. Il direttore artistico, Gian Mario Villalta, ha
commentato, insieme ad Alberto Garlini e Valentina Gasparet che lo
affiancano nella programmazione: “Dovremo senz’altro noi tutti
circondare un tavolo e buttar giù sensazioni, certezze, eventuali
modifiche. Ogni stagione ci offre nuove latitudini da segnare,
indicazioni, suggerimenti. Consci di errori e pregi, aggiustiamo in
corsa”. Leggi
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qui verona
Ricordare il coraggio di Rita
Insieme
al precedente presidente della Comunità ebraica veronese, Carlo Rimini
e al consigliere Roberto israel domenica mattina siamo saliti sul
monte Comun a pochi chilometri da Verona. Era domenica mattina anche
quel 17 settembre del 1944 quando Rita Rosani nata Rosenzweig, giovane
ebrea triestina della brigata Aquila, fu ferita e catturata insieme ad
altri quattro partigiani. Poche ore dopo trovava la morte per mano di
un sottotenente repubblichino.
Bruno Carmi, presidente della Comunità di Verona Leggi
rosh hashanah 5775
Un augurio pop dal Regno Unito
Premessa
doverosa per chi ha più di quindici anni: gli One Direction, che
volenti o nolenti avrete sentito nominare almeno una volta nella vita,
sono un gruppo musicale di ventenni anglo-irlandesi che indossano tanti
accessori, hanno relazioni amorose a iosa ed affascinano donzelle nel
pieno della giovinezza. Uno di loro, forse quello più amato, si chiama
Harry Styles. Ricciolone, occhi azzurri, pelle da bambola di
porcellana, è appena stato inserito dal giornale inglese The Jewish
Chronicle nella lista dei 100 ebrei più influenti del Regno Unito. Ora,
appurato il fatto che Harry sia tutto tranne che ebreo e che il Jewish
Chronicle non voglia essere annoverato come una di quelle testate che
sentono il dovere di cercare radici ebraiche in chiunque sia degno di
nota, come spiegare quanto riportato? Leggi
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Rosh Hashanah 5775
Un anno per la vita ebraica
Inviamo
a tutte le Comunità ebraiche italiane i migliori auguri di Shanà Tovà
da una comunità, Modena e Reggio Emilia, piccola nei numeri ma grande
nella vita ebraica.
Shanà tovà e Gmar Chatimà Tovà
Beniamino Goldstein, rabbino capo di Modena e Reggio Emilia
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Oltremare
- Verso il 5775 |
Ma
dove corrono tutti, in questi giorni? Uno cerca di pedalare
placidamente fino al lavoro alle otto del mattino, e la città è avvolta
in una elettricità nuova, che si traduce fra l’altro in passanti che
attraversano le visibilissime strisce della ciclabile senza guardare,
mentre parlano al telefono o scrivono sms o email camminando di fretta.
E nel fare la jimcana fra i passanti distratti, bisogna anche cercare
di non centrare in pieno i nuovi corridori del mattino, che pullulano
in numeri allarmanti, sudati e con l’aria decisa del comandante che
porta il battaglione verso vittoria sicura.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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