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Elia Richetti,
rabbino
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Della
promessa divina ad Avrahàm, oltre al possesso della terra di Kenà‘an,
fa parte anche la promessa di numerosa discendenza. È forse qui che si
manifesta per la prima volta la concezione che il bene che il Signore
elargisce non è un bene se non è tramandabile alle generazioni
successive; questa attenzione alla continuità è certamente una delle
caratteristiche principali dell’Ebraismo.
Ciò che più colpisce, però, è il fatto che tale promessa di discendenza
è riportata due volte, in maniera assai diversa: dapprima la promessa
divina è “Farò diventare la tua progenie come la rena della terra, sì
che se uno potesse contare la rena della terra anche la tua progenie
potrebbe essere contata”; successivamente la promessa è “Guarda verso
il cielo e conta le stelle, se puoi contarle: ... così sarà la tua
progenie”. I Maestri hanno rilevato questa differenza, ed hanno
spiegato: “Se lo meriteranno, saranno come le stelle; se non lo
meriteranno, saranno come la sabbia”.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Ieri
alle Nazioni Unite, come spesso succede, è stata votata una mozione in
cui tutti i paesi del mondo hanno votato a favore o si sono astenuti, e
due soli paesi hanno votato contro: Israele e gli Stati Uniti. Solo che
questa volta la mozione concerneva l'abolizione delle sanzioni relative
a Cuba. Dunque il paese ogetto di riprovazione generale erano gli USA,
e il paese che ha voluto manifestare solidarietà è stato Israele.
Capita che il povero aiuti il ricco.
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"Crimini nazisti in Italia,
una sentenza esemplare"
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“Italien
ist in Guter Verfassung”, l’Italia è in ottima Costituzione. È un
titolo forte, ironico e sferzante quello che i giornalisti
dell’autorevole settimanale ebraico tedesco Juedische Allgemeine
Wochenzeitung hanno assegnato all’editoriale dedicato alla sentenza
della Corte Costituzionale, dove si riafferma il diritto delle
popolazioni civili vittime delle violenze nazifascite di agire nelle
cause civili per il risarcimento del danno contro lo Stato tedesco. Il
giornale, notoriamente considerato molto influente e molto ascoltato
negli ambienti della Cancelleria berlinese, è presente di diritto,
oltre che nelle edicole e nei locali pubblici delle principali città,
in tutti gli uffici del governo tedesco, nei centri culturali, nelle
biblioteche e nelle scuole statali. Con un gesto significativo la
direzione del settimanale pone in forte evidenza l’articolo, che suona
come una dura messa in guardia rivolta all’esecutivo tedesco il quale
già in passato aveva cercato di resistere a questa impostazione
giuridica, ma ne affida anche la stesura a un opinionista ebreo
italiano, Guido Vitale, il direttore della redazione giornalistica
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Scrive Vitale, ribadendo
punto per punto la linea già tracciata dal Presidente dell’Unione Renzo
Gattegna: “Secondo le valutazioni emesse dalla Presidenza dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane si tratta di una sentenza esemplare,
di grande valore morale, che rende giustizia alle vittime delle
persecuzioni e dei genocidi e ai loro discendenti. Una sentenza che
costringe tutti gli Stati a confrontarsi e a rispettare i valori
contenuti nella Costituzione che l’Italia repubblicana volle darsi nel
1948 dopo la definitiva disfatta delle dittature fascista e nazista che
avevano adottato il razzismo e il sistematico sterminio di intere
popolazioni come pratica di conquista e di asservimento”. Gli ebrei
italiani, sottolinea ancora Vitale, ritengono che questa sentenza
costituisca “un ulteriore passo verso la libertà e l’eguaglianza di
tutti gli esseri umani” e per eliminare “qualsiasi ostacolo al corso
della Giustizia”.
L’Italia vista attraverso le opere di Primo Levi. In una lunga
intervista a Repubblica (Simonetta Fiori) l’editrice e traduttrice
statunitense Ann Goldstein – protagonista in questi giorni di incontri
tra Torino, Milano e Roma – offre una panoramica sul crescente successo
oltreoceano delle opere dell’intellettuale torinese. “Per noi il
criterio fondamentale è stato quello di seguire le indicazioni di Levi,
anche nel tentativo di restituirne tutta la poliedricità. Vorremmo
darne un’immagine più completa – spiega Goldstein – non più schiacciata
sul testimone della Shoah”.
Antisemitismo e ingiurie, nuovi indagati alla sbarra nel processo
Stormfront II. Tra i 14 imputati figura Mirko Viola, anima italiana del
portale dell’odio che nel 2012 fu condannato a 2 anni e otto mesi di
carcere. Così Federica Angeli (Repubblica Roma): “Il tenore dei post e
dei commenti su Stormofront sono, secondo la magistratura romana, la
prova evidente della violenza nei confronti della Comunità ebraica”. Ad
essere presi di mira anche il sindaco di Lampedusa Giuseppina Maria
Nicolini, lo scrittore Roberto Saviano e la delegata alla Memoria di
Roma Capitale Carla Di Veroli.
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qui berlino - LA PAROLA agli ebrei italiani
"Crimini nazisti, dalla Corte
una sentenza esemplare"
“Italien
ist in Guter Verfassung”, l’Italia è in ottima Costituzione. È un
titolo forte, ironico e sferzante quello che i giornalisti
dell’autorevole settimanale ebraico tedesco Juedische Allgemeine
Wochenzeitung hanno assegnato all’editoriale dedicato alla sentenza
della Corte Costituzionale, dove si riafferma il diritto delle
popolazioni civili vittime delle violenze nazifasciste di agire nelle
cause civili per il risarcimento del danno contro lo Stato tedesco. Il
giornale, notoriamente considerato molto infliente e molto ascoltato
negli ambienti della Cancelleria berlinese, è presente di diritto,
oltre che nelle edicole e nei locali pubblici delle principali città,
in tutti gli uffici del governo tedesco, nei centri culturali, nelle
biblioteche e nelle scuole statali. Con
un gesto significativo la direzione del settimanale pone in forte
evidenza l’articolo, che suona come una dura messa in guardia rivolta
all’esecutivo tedesco il quale già in passato aveva cercato di
resistere a questa impostazione giuridica, ma ne affida anche la
stesura a un opinionista ebreo italiano, Guido Vitale, il direttore
della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane.
Scrive
Vitale, ribadendo punto per punto la linea già tracciata dal Presidente
dell’Unione Renzo Gattegna: “Secondo le valutazioni emesse dalla
Presidenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si tratta di
una sentenza esemplare, di grande valore morale, che rende giustizia
alle vittime delle persecuzioni e dei genocidi e ai loro discendenti.
Una sentenza che costringe tutti gli Stati a confrontarsi e a
rispettare i valori contenuti nella Costituzione che l’Italia
repubblicana volle darsi nel 1948 dopo la definitiva disfatta delle
dittature fascista e nazista che avevano adottato il razzismo e il
sistematico sterminio di intere popolazioni come pratica di conquista e
di asservimento”. Gli ebrei italiani, sottolinea ancora Vitale,
ritengono che questa sentenza costituisca “un ulteriore passo verso la
libertà e l’eguaglianza di tutti gli esseri umani” e per eliminare
“qualsiasi ostacolo al corso della Giustizia”.
Nell’intervento
si ricorda inoltre come il giudizio della Corte costituzionale riguardi
il caso dei 244 civili assassinati dai militari tedeschi il 29 giugno
del 1944 nelle località di Civitella in Val di Chiana, Cornia e San
Pancrazio. Ma evidentemente, prosegue Vitale, il principio che nega
l’immunità degli Stati responsabili di azioni criminali nei confronti
delle popolazioni civili “rischia di scatenare numerose altre azioni
legali per il risarcimento del danno subito da molti cittadini”.
Va
quindi profilandosi un conflitto con il ministero degli Esteri tedesco,
che non sembra disponibile a riconoscere i principi della Costituzione
italiana, e soprattutto con la Corte internazionale dell’Aja, “che nel
2012 aveva dichiarato su richiesta del governo tedesco l’immunità degli
Stati”.
Come che stiano le cose la sentenza della Corte costituzionale, firmata
dallo stesso presidente Giuseppe Tesauro, ha il merito – conclude
Vitale – di richiamare l’attenzione sul principio che i crimini
commessi dalla dittatura fascista e nazista “non devono e non possono
mai essere dimenticati e coperti dall’impunità” e che la Giustizia “non
deve piegarsi alle esigenze dei governi”.
a.s twitter @asmulevichmoked
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israele
Gerusalemme, sale la tensione
Dopo
l’agguato al rabbino Yehuda Glick, attivista di destra raggiunto da
colpi di arma da fuoco sparati da un terrorista 32enne ucciso questa
mattina in un blitz nel quartiere di Abu Tor, torna altissima la
tensione tra governo israeliano e leadership palestinese. Il sanguinoso
episodo delle scorse ore, avvenuto all’ingresso del centro dedicato
all’ex primo ministro Menachem Begin (Gerusalemme Ovest), ha infatti
portato alla decisione del governo di chiudere temporaneamente, per
motivi di sicurezza, l’accesso alla Spianata delle moschee. “Dietro le
violenze a Gerusalemme est c’è una ondata di incitamento da parte di
elementi islamici radicali e del presidente dell’Anp Abu Mazen che ha
dichiarato che occorre impedire con tutti i mezzi agli ebrei di entrare
nel Monte del Tempio”, ha affermato il primo ministro israeliano
Benjamin Netanyahu. “Un’azione che equivale a una dichiarazione di
guerra”, ha replicato Abu Mazen. Questa mattina, sempre a Gerusalemme,
si è intanto svolto un vertice (nell’immagine) tra lo stesso Netanyahu,
il ministro della Difesa Moshe Ya’alon, il ministro per la Pubblica
Sicurezza Yitzhak Aharonovitch, il capo dello Shin Bet Yoram Cohen, il
sindaco Nir Barkat e rappresentanti delle forze di difesa e del
ministero della Giustizia.
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QUI TRIESTE - INCONTRO CON L'ADEI
Noa, la musica dell'anima Pomeriggio
“in famiglia” per Noa, organizzato dalla locale sezione dell’Adei
presso la sede sociale della Comunità di Trieste, approfittando della
sua presenza a Trieste in occasione della sua tournée italiana, il
“Love Medicine Tour” giunto, con il concerto di stasera al Rossetti,
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, alla sua conclusione. Non una
conferenza, perché la cantante e percussionista israeliana, fiera delle
proprie origini yemenite, ha preferito sollecitare il pubblico a fare
domande. Ecco allora che dalle diverse curiosità di ciascuno si è
potuti spaziare, passando in modo rapsodico dai grandi amori della sua
vita, la musica fin da bambina e la propria famiglia, con il marito e i
tre figli, alle esperienze musicali; dagli incontri con i tantissimi
artisti con cui ha lavorato e lavora, alla lunghissima collaborazione
con Gil Dor, già suo docente, co-fondatore della Scuola di Jazz e
Musica Classica “Rimon” di Tel Aviv. (La foto è di Federico Valente)
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Setirot
- Noa |
Sere
fa, a Milano, durante il concerto di Noa (bellissimo per altro,
straordinario – ovviamente a mio modesto giudizio), mi guardavo intorno
e notavo la pressoché assoluta assenza degli ebrei della mia città. La
lontananza di molti mi era chiara, un legittimo e manifesto (ancorché
da me non condiviso) gesto/messaggio politico. La distanza di altri mi
era incomprensibile (tutti impegnati proprio quella sera?).
Sia come sia, ho provato grande tristezza. Sì, perché di assimilazione
si parla e si sparla sempre e solamente ragionando di regole
halachiche, di ghiurìm, di matrimoni misti, di Talmud Torah più o meno
aperti e via elencando. Però c'è un'altra assimilazione, quella che
porta a dimenticare gioie, dolori, rispetto, contraddizioni, amore per
il confronto, valori universali propri da sempre dell'ebraismo. Una
assimilazione che trasforma i “social network de noantri” e sempre più
anche i nostri rapporti intracomunitari in curve da stadio di calcio.
Stiamo perdendo, dal mio punto di vista, importanti pezzi di identità.
E ne provo dolore.
Stefano Jesurum, giornalista
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Time
out - Diritti e doveri |
La
colpa di Yehuda Glick è quella di sostenere che anche agli ebrei spetti
il diritto di accedere alla Spianata delle Moschee. Una pretesa assurda
perfino per il “moderato” e amico di Barack Obama, Abu Mazen che
stamattina ha definito una dichiarazione di guerra la chiusura per
motivi di sicurezza dell’area contesa. Lo stesso Abu Mazen che pochi
giorni fa aveva definito gli ebrei mandrie di bestiame che dissacrano
la santità della Spianata con un linguaggio degno della peggior
propaganda nazista. In fondo, qualche lettore si chiederà, a parte il
linguaggio orribile utilizzato, perché mai gli ebrei dovrebbero e
vorrebbero accedere a un luogo santo per l’Islam, se non per provocare?
Chi lo ha pensato si tranquillizzi; anche dalle nostre parti è pieno di
intellettuali e professionisti della pace che ritengono che un divieto
che nega esclusivamente agli ebrei, in quanto animali impuri, di non
accedere in un determinato luogo non sia così scandaloso.
Daniel Funaro
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Periferie - Predappio
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Leggo
su Moked del 29 ottobre dell’ordinata celebrazione svoltasi a piazza
Venezia, a Roma, senza saluti romani, svoltasi il 28 ottobre. Il 26 se
ne è svolta una analoga, con molti pellegrini venuti dal Lazio, al
Cimitero di S. Cassiano a Predappio, dicono altrettanto ordinata. Non
sono andata a quella Messa, ma ho potuto osservare di persona il raduno
all’esterno, nello stesso Cimitero e presso la cripta del Duce, dove
non sono mancati gli slogan “l’Italia agli italiani” ed i saluti
romani, protagonisti anche tanti giovani e giovanissimi, talora
studenti che so essere stati appositamente contattati nei giorni
precedenti. Le cronache locali oggi lodano la compostezza della Messa,
ricordando che “i sacerdoti sono tenuti a ricordare nelle messe in
suffragio tutti i defunti, senza alcun giudizio politico”. Altrove
riportano tutte le altre iniziative locali di questi giorni, dedicate a
celebrare i 70 dalla liberazione di Predappio e di Forlì dal
nazifascismo e dalla guerra.
Maura De Bernart, Università di Bologna
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