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30 ottobre 2014 - 6 Cheshvan 5775
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Della promessa divina ad Avrahàm, oltre al possesso della terra di Kenà‘an, fa parte anche la promessa di numerosa discendenza. È forse qui che si manifesta per la prima volta la concezione che il bene che il Signore elargisce non è un bene se non è tramandabile alle generazioni successive; questa attenzione alla continuità è certamente una delle caratteristiche principali dell’Ebraismo.
Ciò che più colpisce, però, è il fatto che tale promessa di discendenza è riportata due volte, in maniera assai diversa: dapprima la promessa divina è “Farò diventare la tua progenie come la rena della terra, sì che se uno potesse contare la rena della terra anche la tua progenie potrebbe essere contata”; successivamente la promessa è “Guarda verso il cielo e conta le stelle, se puoi contarle: ... così sarà la tua progenie”. I Maestri hanno rilevato questa differenza, ed hanno spiegato: “Se lo meriteranno, saranno come le stelle; se non lo meriteranno, saranno come la sabbia”.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Ieri alle Nazioni Unite, come spesso succede, è stata votata una mozione in cui tutti i paesi del mondo hanno votato a favore o si sono astenuti, e due soli paesi hanno votato contro: Israele e gli Stati Uniti. Solo che questa volta la mozione concerneva l'abolizione delle sanzioni relative a Cuba. Dunque il paese ogetto di riprovazione generale erano gli USA, e il paese che ha voluto manifestare solidarietà è stato Israele. Capita che il povero aiuti il ricco. 
 
"Crimini nazisti in Italia,
una sentenza esemplare"
“Italien ist in Guter Verfassung”, l’Italia è in ottima Costituzione. È un titolo forte, ironico e sferzante quello che i giornalisti dell’autorevole settimanale ebraico tedesco Juedische Allgemeine Wochenzeitung hanno assegnato all’editoriale dedicato alla sentenza della Corte Costituzionale, dove si riafferma il diritto delle popolazioni civili vittime delle violenze nazifascite di agire nelle cause civili per il risarcimento del danno contro lo Stato tedesco. Il giornale, notoriamente considerato molto influente e molto ascoltato negli ambienti della Cancelleria berlinese, è presente di diritto, oltre che nelle edicole e nei locali pubblici delle principali città, in tutti gli uffici del governo tedesco, nei centri culturali, nelle biblioteche e nelle scuole statali. Con un gesto significativo la direzione del settimanale pone in forte evidenza l’articolo, che suona come una dura messa in guardia rivolta all’esecutivo tedesco il quale già in passato aveva cercato di resistere a questa impostazione giuridica, ma ne affida anche la stesura a un opinionista ebreo italiano, Guido Vitale, il direttore della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Scrive Vitale, ribadendo punto per punto la linea già tracciata dal Presidente dell’Unione Renzo Gattegna: “Secondo le valutazioni emesse dalla Presidenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si tratta di una sentenza esemplare, di grande valore morale, che rende giustizia alle vittime delle persecuzioni e dei genocidi e ai loro discendenti. Una sentenza che costringe tutti gli Stati a confrontarsi e a rispettare i valori contenuti nella Costituzione che l’Italia repubblicana volle darsi nel 1948 dopo la definitiva disfatta delle dittature fascista e nazista che avevano adottato il razzismo e il sistematico sterminio di intere popolazioni come pratica di conquista e di asservimento”. Gli ebrei italiani, sottolinea ancora Vitale, ritengono che questa sentenza costituisca “un ulteriore passo verso la libertà e l’eguaglianza di tutti gli esseri umani” e per eliminare “qualsiasi ostacolo al corso della Giustizia”.

L’Italia vista attraverso le opere di Primo Levi. In una lunga intervista a Repubblica (Simonetta Fiori) l’editrice e traduttrice statunitense Ann Goldstein – protagonista in questi giorni di incontri tra Torino, Milano e Roma – offre una panoramica sul crescente successo oltreoceano delle opere dell’intellettuale torinese. “Per noi il criterio fondamentale è stato quello di seguire le indicazioni di Levi, anche nel tentativo di restituirne tutta la poliedricità. Vorremmo darne un’immagine più completa – spiega Goldstein – non più schiacciata sul testimone della Shoah”.

Antisemitismo e ingiurie, nuovi indagati alla sbarra nel processo Stormfront II. Tra i 14 imputati figura Mirko Viola, anima italiana del portale dell’odio che nel 2012 fu condannato a 2 anni e otto mesi di carcere. Così Federica Angeli (Repubblica Roma): “Il tenore dei post e dei commenti su Stormofront sono, secondo la magistratura romana, la prova evidente della violenza nei confronti della Comunità ebraica”. Ad essere presi di mira anche il sindaco di Lampedusa Giuseppina Maria Nicolini, lo scrittore Roberto Saviano e la delegata alla Memoria di Roma Capitale Carla Di Veroli.
 
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  davar
qui berlino - LA PAROLA agli ebrei italiani 
"Crimini nazisti, dalla Corte

una sentenza esemplare"
“Italien ist in Guter Verfassung”, l’Italia è in ottima Costituzione. È un titolo forte, ironico e sferzante quello che i giornalisti dell’autorevole settimanale ebraico tedesco Juedische Allgemeine Wochenzeitung hanno assegnato all’editoriale dedicato alla sentenza della Corte Costituzionale, dove si riafferma il diritto delle popolazioni civili vittime delle violenze nazifasciste di agire nelle cause civili per il risarcimento del danno contro lo Stato tedesco. Il giornale, notoriamente considerato molto infliente e molto ascoltato negli ambienti della Cancelleria berlinese, è presente di diritto, oltre che nelle edicole e nei locali pubblici delle principali città, in tutti gli uffici del governo tedesco, nei centri culturali, nelle biblioteche e nelle scuole statali.
Con un gesto significativo la direzione del settimanale pone in forte evidenza l’articolo, che suona come una dura messa in guardia rivolta all’esecutivo tedesco il quale già in passato aveva cercato di resistere a questa impostazione giuridica, ma ne affida anche la stesura a un opinionista ebreo italiano, Guido Vitale, il direttore della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Scrive Vitale, ribadendo punto per punto la linea già tracciata dal Presidente dell’Unione Renzo Gattegna: “Secondo le valutazioni emesse dalla Presidenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si tratta di una sentenza esemplare, di grande valore morale, che rende giustizia alle vittime delle persecuzioni e dei genocidi e ai loro discendenti. Una sentenza che costringe tutti gli Stati a confrontarsi e a rispettare i valori contenuti nella Costituzione che l’Italia repubblicana volle darsi nel 1948 dopo la definitiva disfatta delle dittature fascista e nazista che avevano adottato il razzismo e il sistematico sterminio di intere popolazioni come pratica di conquista e di asservimento”. Gli ebrei italiani, sottolinea ancora Vitale, ritengono che questa sentenza costituisca “un ulteriore passo verso la libertà e l’eguaglianza di tutti gli esseri umani” e per eliminare “qualsiasi ostacolo al corso della Giustizia”.
Nell’intervento si ricorda inoltre come il giudizio della Corte costituzionale riguardi il caso dei 244 civili assassinati dai militari tedeschi il 29 giugno del 1944 nelle località di Civitella in Val di Chiana, Cornia e San Pancrazio. Ma evidentemente, prosegue Vitale, il principio che nega l’immunità degli Stati responsabili di azioni criminali nei confronti delle popolazioni civili “rischia di scatenare numerose altre azioni legali per il risarcimento del danno subito da molti cittadini”.
Va quindi profilandosi un conflitto con il ministero degli Esteri tedesco, che non sembra disponibile a riconoscere i principi della Costituzione italiana, e soprattutto con la Corte internazionale dell’Aja, “che nel 2012 aveva dichiarato su richiesta del governo tedesco l’immunità degli Stati”.
Come che stiano le cose la sentenza della Corte costituzionale, firmata dallo stesso presidente Giuseppe Tesauro, ha il merito – conclude Vitale – di richiamare l’attenzione sul principio che i crimini commessi dalla dittatura fascista e nazista “non devono e non possono mai essere dimenticati e coperti dall’impunità” e che la Giustizia “non deve piegarsi alle esigenze dei governi”.

a.s twitter @asmulevichmoked
qui lucca - comics & jews
Tra fumetto e identità
Comics&Jews, il dossier che ogni anno Pagine Ebraiche dedica al rapporto fra fumetto e cultura ebraica, è stato presentato oggi a Lucca, mentre le strade iniziano a riempirsi dei tanti appassionati che ogni anno accorrono a Lucca Comics and Games, il grande festival internazionale dedicato all’intrattenimento intelligente.

Attorno ai temi del dossier, curato da Ada Treves, un confronto che ha visto protagonisti anche il coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura UCEI Guido Vitale, il responsabile della sezione Comics del festival lucchese Giovanni Russo e il direttore artistico di BilBOlBul Emilio Varrà.
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J-CIAK
Sei ragioni
per vedere "Ghett"
Mettiamola così, non potete perderlo. “Ghett”, il nuovo film di Ronit Elkabetz che sabato sera a Roma inaugura il Pitigliani Kolno’a Festival, va visto. I motivi per cui la visione è consigliata magari sono più dei sei a seguire, ma la sintesi aiuta (e comunque gli elenchi numerati oggi sul web vanno per la maggiore).

Daniela Gross
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israele
Gerusalemme, sale la tensione
Dopo l’agguato al rabbino Yehuda Glick, attivista di destra raggiunto da colpi di arma da fuoco sparati da un terrorista 32enne ucciso questa mattina in un blitz nel quartiere di Abu Tor, torna altissima la tensione tra governo israeliano e leadership palestinese. Il sanguinoso episodo delle scorse ore, avvenuto all’ingresso del centro dedicato all’ex primo ministro Menachem Begin (Gerusalemme Ovest), ha infatti portato alla decisione del governo di chiudere temporaneamente, per motivi di sicurezza, l’accesso alla Spianata delle moschee. “Dietro le violenze a Gerusalemme est c’è una ondata di incitamento da parte di elementi islamici radicali e del presidente dell’Anp Abu Mazen che ha dichiarato che occorre impedire con tutti i mezzi agli ebrei di entrare nel Monte del Tempio”, ha affermato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Un’azione che equivale a una dichiarazione di guerra”, ha replicato Abu Mazen. Questa mattina, sempre a Gerusalemme, si è intanto svolto un vertice (nell’immagine) tra lo stesso Netanyahu, il ministro della Difesa Moshe Ya’alon, il ministro per la Pubblica Sicurezza Yitzhak Aharonovitch, il capo dello Shin Bet Yoram Cohen, il sindaco Nir Barkat e rappresentanti delle forze di difesa e del ministero della Giustizia.
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qui torino - lezione primo leviq
In un'altra lingua
Si terrà oggi pomeriggio a Torino la Sesta Lezione Primo Levi, che il Centro Internazionale di Studi dedicato allo scrittore piemontese ha organizzato sul tema “In un’altra lingua”. Primo Levi, unico tra gli scrittori italiani moderni, sta per essere pubblicato integralmente in inglese. “L’idea è stata di un editor di Norton-Liveright, Robert Weil, assai appassionato di Levi. Ci ha messo più di cinque anni per acquisire tutti i suoi diritti, e poi sono entrata io nel progetto. Quando abbiamo cominciato a leggerne le traduzioni inglesi, ci siamo accorti che non era stato rispettato l’assetto voluto dallo scrittore. Abbiamo deciso di risistemare i libri nella forma originale, rimettendo mano anche alle traduzioni” spiega Ann Goldstein, traduttrice ed editor del New Yorker che terrà oggi la Lezione insieme a Domenico Scarpa.
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premio letterario adei wizo
Parma, il trionfo di Mishani
I libri occupavano ogni centimetro delle pareti alte e ricche di storia della meravigliosa sala Maria Luigia della Biblioteca Platina a Parma, ma anche ogni discorso della cerimonia di consegna del Premio letterario Adei Wizo Adelina Della Pergola, svoltasi ieri pomeriggio. Presente il vincitore di questa quattordicesima edizione del riconoscimento, sostenuto con i fondi della raccolta Otto per Mille dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Dror Mishani, autore del recente romanzo “Un caso di scomparsa” edito in Italia da Guanda, un giallo ambientato in Israele, a Holon. Fra i tre finalisti anche “Quel che resta della vita” (ed. Feltrinelli) di Zeruya Shalev e “Traducendo Hannah” (ed. Giuntina) di Ronaldo Wrobel. La Menzione speciale è andata a “Non temere e non sperare” di Yehoshuah Kenaz.
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QUI TRIESTE - INCONTRO CON L'ADEI
Noa, la musica dell'anima
Pomeriggio “in famiglia” per Noa, organizzato dalla locale sezione dell’Adei presso la sede sociale della Comunità di Trieste, approfittando della sua presenza a Trieste in occasione della sua tournée italiana, il “Love Medicine Tour” giunto, con il concerto di stasera al Rossetti, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, alla sua conclusione. Non una conferenza, perché la cantante e percussionista israeliana, fiera delle proprie origini yemenite, ha preferito sollecitare il pubblico a fare domande. Ecco allora che dalle diverse curiosità di ciascuno si è potuti spaziare, passando in modo rapsodico dai grandi amori della sua vita, la musica fin da bambina e la propria famiglia, con il marito e i tre figli, alle esperienze musicali; dagli incontri con i tantissimi artisti con cui ha lavorato e lavora, alla lunghissima collaborazione con Gil Dor, già suo docente, co-fondatore della Scuola di Jazz e Musica Classica “Rimon” di Tel Aviv. (La foto è di Federico Valente)
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  pilpul
Setirot - Noa
Sere fa, a Milano, durante il concerto di Noa (bellissimo per altro, straordinario – ovviamente a mio modesto giudizio), mi guardavo intorno e notavo la pressoché assoluta assenza degli ebrei della mia città. La lontananza di molti mi era chiara, un legittimo e manifesto (ancorché da me non condiviso) gesto/messaggio politico. La distanza di altri mi era incomprensibile (tutti impegnati proprio quella sera?).
Sia come sia, ho provato grande tristezza. Sì, perché di assimilazione si parla e si sparla sempre e solamente ragionando di regole halachiche, di ghiurìm, di matrimoni misti, di Talmud Torah più o meno aperti e via elencando. Però c'è un'altra assimilazione, quella che porta a dimenticare gioie, dolori, rispetto, contraddizioni, amore per il confronto, valori universali propri da sempre dell'ebraismo. Una assimilazione che trasforma i “social network de noantri” e sempre più anche i nostri rapporti intracomunitari in curve da stadio di calcio. Stiamo perdendo, dal mio punto di vista, importanti pezzi di identità. E ne provo dolore.
 
Stefano Jesurum, giornalista
Time out - Diritti e doveri
La colpa di Yehuda Glick è quella di sostenere che anche agli ebrei spetti il diritto di accedere alla Spianata delle Moschee. Una pretesa assurda perfino per il “moderato” e amico di Barack Obama, Abu Mazen che stamattina ha definito una dichiarazione di guerra la chiusura per motivi di sicurezza dell’area contesa. Lo stesso Abu Mazen che pochi giorni fa aveva definito gli ebrei mandrie di bestiame che dissacrano la santità della Spianata con un linguaggio degno della peggior propaganda nazista. In fondo, qualche lettore si chiederà, a parte il linguaggio orribile utilizzato, perché mai gli ebrei dovrebbero e vorrebbero accedere a un luogo santo per l’Islam, se non per provocare? Chi lo ha pensato si tranquillizzi; anche dalle nostre parti è pieno di intellettuali e professionisti della pace che ritengono che un divieto che nega esclusivamente agli ebrei, in quanto animali impuri, di non accedere in un determinato luogo non sia così scandaloso.

Daniel Funaro
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Periferie - Predappio
Leggo su Moked del 29 ottobre dell’ordinata celebrazione svoltasi a piazza Venezia, a Roma, senza saluti romani, svoltasi il 28 ottobre. Il 26 se ne è svolta una analoga, con molti pellegrini venuti dal Lazio, al Cimitero di S. Cassiano a Predappio, dicono altrettanto ordinata. Non sono andata a quella Messa, ma ho potuto osservare di persona il raduno all’esterno, nello stesso Cimitero e presso la cripta del Duce, dove non sono mancati gli slogan “l’Italia agli italiani” ed i saluti romani, protagonisti anche tanti giovani e giovanissimi, talora studenti che so essere stati appositamente contattati nei giorni precedenti. Le cronache locali oggi lodano la compostezza della Messa, ricordando che “i sacerdoti sono tenuti a ricordare nelle messe in suffragio tutti i defunti, senza alcun giudizio politico”. Altrove riportano tutte le altre iniziative locali di questi giorni, dedicate a celebrare i 70 dalla liberazione di Predappio e di Forlì dal nazifascismo e dalla guerra.

Maura De Bernart, Università di Bologna
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