Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Ytrò
suggerisce a Moshè un sistema di riorganizzazione nell'amministrazione
della giustizia, delegando alcune funzioni a persone selezionate. Solo
le questioni più grandi (gadòl) sarebbero dovute essere regolate da
Moshè, mentre le questioni più piccole (qatàn) sarebbero state trattate
da altri giudici scelti (Shemòt,18; 22). Moshè accoglie umilmente i
suggerimenti del suocero ma introduce una piccola, ma significativa,
modifica.
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Dario
Calimani,
anglista
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Vien
fatto di chiedersi, ultimamente, come mai si parli così poco di Gaza e
dei palestinesi. Sembra quasi che il mondo, e non solo quello
occidentale, si sia accorto che esiste l’ISIS, che non è una semplice
banda di partigiani, ma un mondo di terroristi. E questi terroristi
sono oggi ben più reali e temibili di quanto non si credesse.E forse
sono soltanto la punta dell’iceberg che, ben sommerso, si sta muovendo
tranquillamente nelle nostre acque, sempre più vicino a noi. Dove ‘noi’
non siamo solo tu e io, e non è solo l’ingenuo e politicante Occidente
tutto concentrato sul costo del petrolio e sul valore dell’euro, ma
anche quei paesi arabi, che hanno giocato fino a ieri alle tre
scimmiette. E di fronte a tutto questo non si capisce in quale sicuro
porticciolo si siano rifugiate le barche dei pacifisti.
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Reato di negazionismo
presto sarà legge |
Il
reato di negazionismo sarà presto introdotto anche in Italia. Questo
pomeriggio, infatti, il Senato è chiamato a votare la norma che
sanziona penalmente coloro che negano la Shoah. Una legge condivisa da
tutto l'arco parlamentare e che, dopo anni di discussioni, sembra
diretta verso l'approvazione. Come ricorda il Secolo XIX, il presidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha
fortemente sostenuto il disegno di legge. Nel suo discorso alla Camera
dei Deputati in occasione del Giorno della Memoria, il presidente UCEI
aveva sottolineato il sostegno dell'Unione all'introduzione
nell'ordinamento italiano del reato di negazionismo. “Una legge che non
vuol essere in alcun modo limitativa della libertà di ricerca -
spiegava Gattegna - ma solo impedire che venga sottovalutato l’effetto
perverso e diseducativo di falsità storiche usate come mezzo di
propaganda politica, come strumento per offendere le vittime della
Shoah e, al tempo stesso, per diffamare i discendenti che ne difendono
il ricordo”. Il progetto al vaglio del Senato vede come prima
firmataria Silvana Amati del Pd e secondo Lucio Malan di Forza Italia
e andrà a modificare la legge del 1975 per il contrasto dei
crimini di genocidio. “La norma è sostenuta da tutti i partiti, eccetto
la Lega (i grillini hanno firmato singolarmente) - scrive La Stampa -
Passata al Senato, andrà alla Camera, dove potrebbe essere anche
approvata in commissione deliberante. A quel punto, il negazionismo
sarà un reato punibile, per legge, da 1 a 3 anni”.
Netanyahu, il Congresso Usa e la campagna elettorale. Il primo ministro
Benjamin Netanyahu, nonostante le pressioni, non rinuncia al suo
intervento al Congresso americano previsto per il prossimo 3 marzo
(Avvenire). Una visita che il presidente americano Barack Obama
considera “inappropriata” considerando che cade a due settimane dalle
elezioni israeliane. “Angela Merkel non l'avrebbe mai fatto”, la
battuta da parte di Obama subito dopo l'incontro con la cancelliera
tedesca alla Casa Bianca (Il Messaggero) e in riferimento
all'intervento di Netanyahu al Campidoglio. Il premier israeliano
intanto deve confrontarsi in patria con una nuova campagna diretta ad
evitarne la rielezione. A raccontarlo, Davide Frattini sul Corriere
della Sera: il movimento Victory15, con esperti di marketing e
finanziamenti americani (tra cui quelli del magnate Daniel Abraham),
coinvolge 4500 volontari che girano per Israele con l'obiettivo di
convincere i cittadini a non votare per Netanyahu.
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oggi la discussione al senato
Negazionismo, legge vicina
Senatori
al lavoro per introdurre in Italia una norma per punire i negazionisti
della Memoria. Questo pomeriggio, infatti, il Senato voterà il
provvedimento che modifica la legge del 1975 per il contrasto dei
crimini di genocidio, introducendo il reato di negazionismo. Una
modifica che, dopo lunghi anni di dibattito e confronto in Parlamento e
non solo, sembra, in questa sua ultima versione, diretta ad ottenere il
voto favorevole di quasi tutto l'arco parlamentare. Si tratta, come
spiegava il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Renzo Gattegna nel suo discorso alla Camera lo scorso 27 gennaio, di
“una legge che non vuol essere in alcun modo limitativa della libertà
di ricerca ma solo impedire che venga sottovalutato l’effetto perverso
e diseducativo di falsità storiche usate come mezzo di propaganda
politica, come strumento per offendere le vittime della Shoah e, al
tempo stesso, per diffamare i discendenti che ne difendono il ricordo”.
Non colpire la libertà di opinione ma fungere da barriera contro
coloro che distorcono la verità storica per diffondere i germi
dell'odio e dell'antisemitismo. Ed è questa la formulazione a cui si è
lavorato da tempo e in cui si è impegnata l'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane, in collaborazione con la Comunità ebraica di Roma,
assieme al Parlamento. Il disegno di legge, che vede come primi
firmatari i senatori Silvana Amati del Partito Democratico e Lucio
Malan di Forza Italia, darà attuazione a una norma quadro dell'Unione
Europea del 2008 in cui si individuavano come reati tutti quei
comportamenti che istigano all'odio razziale e alla xenofobia. A quel
provvedimento dell'Ue si sono già adeguate Francia, Germania, Polonia,
Svizzera e Belgio, e, con il voto di oggi, anche l'Italia ne seguirà il
percorso. Una volta passata al Senato, la legge andrà alla Camera, dove
potrebbe essere anche approvata in commissione deliberante. A quel
punto, il negazionismo sarà un reato punibile, per legge, da 1 a 3
anni.
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storia e memoria
Robert Herzstein (1940-2015)
È
stata una vita dedicata a ricostruire il passato, a svelare le scomode
verità, a non dimenticare, quella dello storico americano Robert
Herzstein, morto a 75 anni a Columbia. Dopo aver scritto numerosi libri
che trattavano il periodo della Seconda guerra mondiale e i crimini
perpetrati in Germania (tra le sue pubblicazioni “Adolf Hitler and the
German Trauma”, “The war that Hitler won”, “The nazis”), Herzstein ha
riportato in luce il controverso rapporto dell’ex Segretario generale
delle Nazioni Unite e poi presidente dell’Austria Kurt Waldheim con il
nazismo. Era infatti il 1986 quando, durante il World Jewish Congress –
il Congresso Ebraico Mondiale, Herzstein rivelò le sue ricerche e prove
sull’ambiguo passato del politico Waldheim. “Kurt Waldheim – spiegava
lo storico nel suo libro ‘Waldheim: The missing years’ – non ha
personalmente contribuito o incitato ai crimini di guerra. Ma la non
colpevolezza non deve essere confusa con innocenza, il fatto che abbia
partecipato a una unità che ha commesso crimini di guerra lo rende
incontrovertibilmente complice”.
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Verso Expo |
Ce
la faremo a completare i cantieri? L’Expo di Milano – previsto dal 2006
e programmato per inaugurare il primo di maggio – tiene tutti con il
fiato sospeso. Dopo anni di attese, rallentamenti, indagini, scandali,
rimodulazioni del piano, oramai ci siamo. Gli operai lavorano nel turno
di notte, i magistrati vegliano sull’emergenza immancabilmente
italiana, i politici sperano in una bella figura e in un’opportunità
per Milano e per l’Italia.
Sabato scorso si è tenuto il primo appuntamento per discutere la “Carta
di Milano”, il documento che dovrebbe essere approvato durante Expo e
poi essere adottato dalle Nazioni Unite come punto di riferimento per
gli “Obiettivi post 2015”. Essenza della sfida: nutrire il pianeta, che
è poi lo slogan di Expo.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- Regno Sabaudo |
La
storia italiana è stata “sempre strettamente connessa con quella più
specifica della sua bimillennaria componente ebraica”. Così Pia Jarach
ha scritto nella prefazione al libro di Gianfranco Moscati “Gli ebrei
sotto il Regno Sabaudo. Combattenti – Resistenza – Shoah” (editore
Origrame), dal quale è nata una mostra itinerante che ora giunge a
Roma, dove viene presentata domani 11 febbraio alle ore 17,00 presso la
Camera dei Deputati (Complesso di Vicolo Valdina).
La mostra, che sarà aperta al pubblico dal 12 al 20 febbraio (ore
10-18, con ingresso a Piazza di Campo Marzio 42), illustra attraverso
documenti ed immagini la partecipazione degli ebrei italiani alla vita
nazionale nei 150 anni di regno sabaudo, dalle guerre risorgimentali
fino alle leggi razziste del 1938, all’adesione alle bande partigiane e
alla deportazione nei lager nazisti.
Mario Avagliano
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Memoria condivisa |
Il
10 febbraio del 1947 furono firmati i Trattati di Parigi dopo la fine
della Seconda Guerra Mondiale. L’Europa veniva riconfigurata dopo un
lungo e massacrante conflitto.
Ma in quei giorni tra l’Istria e la Dalmazia, si consumava una
tragedia. Più di diecimila (ancora non c’è chiarezza sui numeri)
italiani furono deportati e uccisi nelle foibe delle regioni carsiche
per ordine del regime comunista jugoslavo. Sulla questione vorrei fare
qualche considerazione.
Ci troviamo davanti ovviamente a una tragedia, ingiustificabile e da
condannare, ma in pochi purtroppo ricordano che poco prima era stato il
regime fascista e nazista a tentare una vera e propria pulizia etnica
della popolazione dalmata e istriana. Ovviamente questo non giustifica
quello che è successo poi, ma questa puntualizzazione ci aiuta a capire
il perché di tanto odio e tanta violenza.
Daniele Regard
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