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25 Febbraio 2015 - 6 Adar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“E tu ordinerai ai figli d’Israele…” (Shemòt 27, 20). Il Gaòn di Vilna si domanda per quale motivo la Torah ometta la solita prefazione per introdurre questa mitzvah: “Disse il Signore a Moshè…”. Questa omissione non ha nulla a che fare con la mitzvah stessa, perché questa mitzvah è scritta nella Parashah di Emòr (Vaikrà 24,1) e lì la prefazione è usata.
 
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David
Assael,
ricercatore
Sembra finalmente svelarsi la strategia europea per risolvere i grandi problemi che la attanagliano: mettere tutto nel freezer in attesa di tempi migliori! Si era cominciato con l’involuzione democratica dell’Ungheria di Viktor Orban. Mettere il premier ungherese nell’angolo e imporgli una retromarcia? Non sia mai che qualcuno si arrabbi; qualche rimprovero e mettere tutto in freezer, ne riparleremo più avanti. Si è, poi, proseguito con i conti greci: problemi? Mettere in freezer.
 
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Barbarie Isis
Sarebbero almeno 150 le persone rapite in Siria dall’Isis. Si tratta di cristiani di denominazione assira che si trovavano nel nordest del paese. Tra i rapiti, riporta Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera, ci sono anche donne e bambini e secondo uno dei famigliari dei sequestrati i miliziani del movimento terroristico del Califfato hanno iniziato ad uccidere alcuni ostaggi. “L’azione – spiega Cremonesi – avviene in un momento di intensificazione degli scontri tra i curdi e Isis” e il rapimento sarebbe finalizzato allo scambio di ostaggi con le forze curde. “Ma l’evento rilevante degli ultimi mesi è che adesso accanto ai curdi combattono volontari cristiani, – riporta il giornalista – in particolare fedeli della chiesa assira, che stanno costituendo milizie proprie”.

La sentenza Usa e il voto italiano sullo Stato palestinese. Dopo la storica condanna di un tribunale di New York in cui si riconosce la responsabilità della dirigenza palestinese – dell’Autorità nazionale palestinese e dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, nello specifico – per diversi attentati terroristici compiuti in Israele tra il 2002 e il 2004, Fiamma Nirenstein sul Giornale torna sulla decisione del Parlamento italiano di calendarizzare per il prossimo venerdì il voto sul riconoscimento della Palestina. “Un gesto sconsiderato contro Israele e il processo di pace, una pura prova di fanatismo senza basi in un momento difficile per gli ebrei di tutto il mondo e per la lotta contro il terrore”, scrive Nirenstein.
 
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  davar
nuove frizioni tra israele e stati uniti
"Bibi, intervento inopportuno"

Distruttivo. Così il consigliere americano per la Sicurezza Nazionale Susan Rice (nell'immagine) ha definito l'imminente intervento al Congresso americano di Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele. Ultimo tassello della polemica che sta lacerando i rapporti tra il governo di Gerusalemme e la Casa Bianca, la dura critica di Rice arriva a una settimana dall'atteso quanto controverso discorso che Netanyahu terrà in Campidoglio il prossimo 3 marzo sulla questione iraniana. La presenza del primo ministro israeliano al Congresso, dichiara il consigliere alla sicurezza del presidente Barack Obama, “ha introdotto un livello di partigianeria che non è soltanto inopportuno, ma anche distruttivo della costruzione dei rapporti". Parole aspre, rilasciate dalla Rice nel corso di un'intervista al canale televisivo americano Pbs, che costituiscono la presa di posizione pubblica più dura di Washington nei confronti di Netanyahu e della sua decisione di accettare l'invito del portavoce della Camera degli Stati Uniti, il repubblicano John Boehner, a parlare al Congresso a poche settimane dalle elezioni in Israele (fissate per il 17 marzo).
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IL DIBATTITO SULLA CERTIFICAZIONE
Marchio casher per la marijuana, la parola ai rabbini italiani

La marijuana utilizzata per fini curativi potrebbe ricevere il marchio casher dell’Orthodox Union’s kosher certification agency di New York, l’organo della rabbanut che controlla e stabilisce quali prodotti siano concessi secondo la legge ebraica. Mentre la notizia diventa virale negli Stati Uniti, tra la rabbanut italiana si apre un dibattito, che coinvolge inevitabilmente non solo le regole della casherut, ma anche le implicazioni etiche.
A dare la sua opinione il rabbino capo di Roma, medico nonché vice presidente del Comitato nazionale di bioetica, Riccardo Di Segni: “Sul piano scientifico, se usato nei limiti del farmaco, l’utilizzo della marijuana è consentito, sul piano voluttuario è invece tutto da discutere. Di certo qualunque cosa dia dipendenza è da escludere. Anni fa il tabagismo era largamente tollerato, ora non più. Sul vino l’ebraismo ci fornisce delle regole ben precise che ne indicano l’uso moderato: se 3000 anni fa fossero esistite sigarette o droghe leggere avremmo molto probabilmente un codice d’uso anche su queste. Per quanto riguarda la marijuana, infine, bisogna considerare che essa porta dietro di sé una cultura, è un simbolo. Un simbolo che poco si sposa con i valori dell’ebraismo”. 
Entra poi nello specifico il coordinatore del Collegio Rabbinico italiano e biologo del Cnr rav Gianfranco Di Segni: “Se consideriamo l’assunzione di marijuana per fini terapeutici, la bioetica risponde positivamente. Per l’ebraismo è permesso infatti prendere medicine che allevino la sofferenza, il dolore è considerato alla stregua di una malattia e quindi deve essere curato. Sono permesse, in casi estremi, le terapie anti-dolore anche quando esse possono direttamente o indirettamente accorciare la vita del paziente (come nel caso della morfina). In materia di casherut, l’assunzione della droga leggera in quanto farmaco per endovena non pone problemi. Diverso è il caso se la medicina viene ingerita per via orale e se ne sente il sapore. In questo caso c’è la necessità di una certificazione della rabbanut. Se il sapore non si percepisce e non ci sono prodotti alternativi certificati, si può essere facilitanti”. Conclude poi: “Quando parliamo di marijuana fumata per puro diletto invece la risposta è negativa. Per l’ebraismo è assolutamente vietato fare azioni che potrebbero compromettere la salute e questo vale anche per sigarette e alcolici. In definitiva a guidare la scelta è il benessere inteso come rispetto per il proprio corpo”.
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TALENT SHOW
Manuel, il sogno continua
Ha esordito cantando in albanese, come omaggio al paese che lo sta ospitando offrendogli una possibilità artistica unica. Da Roma a Tirana, 29 anni, Manuel Moscati è uno dei protagonisti del talent show X Factor, giunto alla quarta edizione sull’altra sponda dell’Adriatico. Un’avventura che in tanti, nella Comunità ebraica romana, seguono con attenzione e vivo interesse. A loro, agli amici d’infanzia, a chi lo ha visto crescere, ai suoi nuovi fan italiani e albanesi, va infatti il pensiero di Manuel a poche ore dalla fine della prima puntata, che lo ha visto sul palco con la canzone “Refuzoj”, storia di un amore finito (e senza più ritorno) che nel 2012 aveva trionfato al ‘Kenga Magika’, una sorta di Festival di Sanremo locale. “Sono frastornato” dice raccogliendo le emozioni di una prova, accolta con favore dalla giuria, che proietta Manuel verso la seconda puntata del talent show.
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QUI ROMA - ELEZIONI
Comunità, al voto il 14 giugno
Si svolgeranno domenica 14 giugno le elezioni di rinnovo del Consiglio della Comunità ebraica di Roma. A stabilirlo i consiglieri in carica nel corso di una riunione svoltasi nella giornata di ieri.
QUI ROMA - BEAUTIFUL ISRAEL 
Le regole dell'alimentazione
Quale l’alimentazione più adeguata per un giovane? Tra quale gamma di prodotti scegliere? Sono alcune delle domande che hanno animato l’incontro ‘Dimmi cosa mangi, ti dirò…’ organizzato dall’Italian Council for a Beautiful Israel all’interno della scuola Renzo Levi di Roma. Ospite degli studenti del Liceo delle Scienze Umane il dottor Massimo Finzi, medico e co-fondatore dell’associazione ecologista istituta due anni fa nel solco della sfida lanciata da Beautiful Israel nel 1968 e poi estesa, gradualmente, anche in altri paesi.
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pilpul
Ticketless - Campo dei Fiori
Massimo Bucciantini, uno dei nostri maggiori storici della scienza, ha scritto la biografia di un monumento (“Campo dei Fiori. Storia di un monumento maledetto”, Einaudi). Leggo il volume mentre sullo schermo scorrono le immagini dello scempio degli hooligans olandesi sotto la statua di Giordano Bruno, abituata da un secolo abbondante a ben altri spettacoli. Il libro di Bucciantini si apre con la pubblica sottoscrizione per la costruzione del monumento, le manifestazioni di piazza degli studenti in memoria del filosofo nolano di fine Ottocento e si chiude con la festa del partito radicale dopo l’approvazione della legge Fortuna sul divorzio (1970).

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Lo Stato
In occasione di una tavola rotonda sul tema “Laicità e libertà di culto in Italia e Israele”, organizzata dal Progetto Kesher, svoltasi lunedì scorso nei locali della Comunità Ebraica di Milano – alla quale ringrazio molto per essere stato invitato -, ho avuto modo di tornare sul delicato tema – già affrontato su Pagine Ebraiche 24 dello scorso 26 novembre e sul mensile cartaceo di gennaio – della proposta di legge, presentata dal governo israeliano uscente, riguardo alla definizione del carattere ebraico dello Stato d’Israele: una norma voluta dal premier uscente e da parte della maggioranza di governo, ma contrastata, per diverse ragioni, da altre forze, in ragione, soprattutto, di quella che è stata ritenuta una non chiara definizione dei diritti delle minoranze e della costituzione democratica dello Stato.

Francesco Lucrezi, storico
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Humans of Israel - Evan
“Suono come artista di strada tutte le mattine in una piazza centrale della città vecchia di Gerusalemme; sento questo luogo parte di me ogni volta che ci entro e suono la mia musica… Vedere negli occhi le persone che ci passano fa percepire a tutti una sensazione di sacralità che non si può provare in altri ambiti. È l’unico posto fonte di sentimenti per tutti gli umani, in maniera assoluta, dunque approfitto anche io di questo privilegio e ritaglio la mia parte di questo piccolo universo”.

Jonathan Misrachi

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