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27 gennaio 2016 - 17 Shevat 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“Si mossero da Refidìm, giunsero nel Sinài, e si accamparono nel deserto…” (Shemòt 19, 2). Il grande commentatore della Torah Rabbi Shlomò Itzhakì, conosciuto come Rashì, dice a proposito di questo verso: “Israele si accampò di fronte al monte come un sol uomo, concorde e in armonia”.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
C'è un nuovo modo per commemorare il Giorno della Memoria: si invita, anzi si celebra, il Presidente di un governo radicalmente e visceralmente antisemita, che usa la minaccia violenta nei confronti di Israele come strumento di acquisizione di consenso politico. Va ricordato che, mentre noi oggi organizziamo o partecipiamo a cerimonie commemorative, in Iran si organizza un concorso di vignette negazioniste, dove, immagino, vincerà la striscia più capace di sbeffeggiare la Shoah.
 
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Il Giorno della Memoria
“In un giorno come questo auspico che si continui a cercare dentro quello che fu definito l’Armadio della vergogna”. Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna sul Corriere della Sera commentando l’impegno italiano per il Giorno della Memoria e per indagare sui crimini nazifascisti del passato. Il presidente UCEI, ricorda il Corriere, prenderà parte, al Quirinale, alla solenne celebrazione (ore 11) alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Al loro fianco il Testimone della Shoah Sami Modiano. E proprio la voce dei Testimoni, sottolinea Gattegna in un’intervista all’Unità, è fondamentale per la trasmissione della Memoria alle giovani generazioni, che reagiscono con “una voglia di sapere e di approfondire che fa ben sperare”, come testimoniano le esperienze dei viaggi della Memoria. Sui nuovi rigurgiti antisemiti e le violenze che hanno colpito l’Europa, il presidente sottolinea come il “terrorismo attacca il mondo ebraico perché simbolo di libertà, di pluralismo” ed “è necessario contrastare il fenomeno con assoluta fermezza, lavorando al contempo anche sugli aspetti culturali, sull’educazione, sulla necessità di imparare a convivere tutti insieme. Che sono poi i valori della Memoria”.

Il coraggio di Toscanini. In memoria del maestro Arturo Toscanini e del suo coraggio nell’esprimersi contro il nazifascismo questa sera all’Auditorium Parco della Musica si terrà un concerto in suo omaggio, promosso dall’UCEI. A dirigerlo Yoel Levi, Principal Director della IPO (Israeli Philarmonic Orchestra) ricorda il Quotidiano Nazionale.

Bartali, il campione Giusto. “Gino Bartali. Il campione e l’eroe” è il titolo del docufilm che andrà in onda questa sera su Rai Due (ore 23.50) dedicato al grande campione toscano e al suo impegno per aiutare gli ebrei durante la persecuzione. “Tra i protagonisti del documentario – ricorda Davide Roberto Papni su La Nazione – c’è il giornalista fiorentino Adam Smulevich (redattore di Moked-Pagine Ebraiche) che partendo dal ghetto di Roma, racconta il percorso per il reperimento delle testimonianze”.
 
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  davar
27 GENNAIO – LA CERIMONIA AL QUIRINALE
“Difendiamo la Memoria viva”
“Auschwitz, con i suoi reticolati, le camere a gas, le baracche, i forni crematori non ci abbandona. Al contrario, ci interpella costantemente, ci costringe ogni volta a tornare sul ciglio dell’abisso e a guardarvi dentro, con gli occhi e la mente pieni di dolore e rivolta morale”.
È quanto affermato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della solenne cerimonia per il Giorno della Memoria svoltasi questa mattina al Quirinale alla presenza delle più alte cariche dello Stato, a partire dal presidente del Senato Pietro Grasso e dalla presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini.
Un discorso carico di significato che ha affrontato senza sconti il tema della responsabilità nelle persecuzioni antiebraiche e nella Shoah, già portato all’attenzione del pubblico dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in apertura di cerimonia.
“Gli orrori compiuti nei lager, ai quali si è arrivati anche a causa di gravissime responsabilità italiane, che ancora oggi spesso si finge di ignorare o si cerca maldestramente di minimizzare, rappresentano la caduta nel baratro della condizione umana e la negazione di ogni diritto fondamentale” aveva infatti affermato il presidente dell’Unione.
“Anche se la persecuzione degli ebrei in Italia non fu, per intensità e vastità, paragonabile a quella realizzata nella Germania nazista, bisogna sapere e ricordare che il tragico percorso delineato dallo storico Raul Hilberg, nel nostro paese si è svolto per intero” ha spiegato Mattarella ripercorrendo l’intero percorso d’infamia: la bollatura come “diversi” degli ebrei, le discriminazioni di carattere scolastico, professionale, economico e politico; l’arresto e la deportazione nei campi di concentramento. Infine la liquidazione, “per usare la terribile espressione dei burocrati nazisti”.
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27 gennaio - il discorso del presidente ucei 
"Perché l'Europa abbia un futuro
impariamo la lezione del passato"

In occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria al Quirinale alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha pronunciato il seguente discorso:

Le porte del Quirinale si aprono di nuovo per questo simbolico appuntamento, che vuole ricordarci il dovere della Memoria e l’importanza e l’attualità del suo messaggio.
Temi di fondamentale importanza che Lei, caro Presidente Mattarella, ha dimostrato di voler custodire e tramandare sin dal giorno del suo insediamento.
Hanno infatti emozionato l’Italia intera le immagini del Suo solenne raccoglimento davanti alle Fosse Ardeatine, teatro di uno dei più efferati crimini compiuti dai nazisti, con la complicità dei fascisti, nel nostro Paese.
Fu quello il Suo primo atto come Capo dello Stato: una scelta che denota quali siano i valori per cui intende battersi e nel solco dei quali sta conducendo la Sua azione politica e di indirizzo a milioni di cittadini.
E sono rimaste impresse nel nostro cuore le parole che Lei pronunciò in ricordo del piccolo Stefano Gaj Taché, che aveva appena due anni quando fu mortalmente raggiunto da colpi di arma da fuoco esplosi da terroristi palestinesi all’uscita del Tempio Maggiore di Roma.
L’attentato avvenne il 9 ottobre del 1982, il giorno più nero per gli ebrei romani dal dopoguerra ad oggi.
E la giovanissima vittima, nel commovente omaggio da Lei fatto in Parlamento, è diventato davvero per tanti “un bambino italiano” da commemorare al pari delle altre vittime del terrorismo.
Il Giorno della Memoria contiene un messaggio di grande attualità, perché in questi anni stiamo assistendo alla banalizzazione del razzismo e del terrorismo.
Lo scopo di questo Giorno è al tempo stesso onorare tutte le vittime della Shoah indipendentemente dalla loro origine e rifiutare qualsiasi teoria di diseguaglianza fra gli uomini che produca forme di sottomissione e schiavitù.
La pacifica convivenza tra popoli e religioni diverse può venire solo se ognuno rinuncia alla pretesa di essere depositario dell’unica verità.
Almeno tra le grandi religioni monoteiste potrebbe prevalere un atteggiamento di moderazione e di tolleranza, in quanto, indipendentemente dal nome che gli viene attribuito, se D-o esiste ed è eterno e onnipotente, non può che essere unico e quindi lo stesso per tutti.
Se D-o è il creatore dell’universo, è anche il creatore del primo uomo e di tutto il genere umano.
Invece fanatismi, integralismi e fondamentalismi religiosi arrivano all’estrema conclusione di invertire questo ordine con la pretesa di trasformarsi da esseri creati in creatori, attribuendo indebitamente alla divinità le proprie idee e le proprie convinzioni.

Renzo Gattegna
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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bruxelles - jarach eletto consigliere dell'ejc
Il messaggio dell'Europa ebraica: Ue agisca contro l'antisemitismo
Combattere l'antisemitismo e garantire la sicurezza degli ebrei europei. È il messaggio che arriva dallo European Jewish Congress riunitosi a Bruxelles per nominare il nuovo direttivo dell'istituzione che rappresenta l'ebraismo europeo. Alla presidenza dell'Ejc è stato confermato il presidente uscente Moshe Kantor mentre a sedere in Consiglio, composto da 16 membri e che rappresenta 49 paesi del Vecchio Continente, vi sarà anche Roberto Jarach, vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Una grande soddisfazione”, ha rimarcato Jarach, sottolineando l'attenzione per i temi della sicurezza emersa nel corso dell'assemblea generale a cui hanno partecipato come delegati dall’Italia, il vice presidente UCEI Giulio Disegni e il Consigliere UCEI ed ex presidente della Comunità ebraica di Milano Cobi Benatoff.  Per il Consigliere speciale dell'Ejc Alessandro Ruben, “L'elezione all'unanimità per la terza volta di Moshe Kantor a presidente dell'Ejc è un importante segnale di unità delle comunità ebraiche europee”.
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italia-iran - silenzi e ambiguità
L'epilogo di una visita infelice
Pagine Ebraiche beffa Rouhani

I giornalisti presenti si sono silenziosamente adattati alle regole del gioco. Solo domande preconfezionate e valutate dal personale dell’ambasciata possono essere rivolte al presidente iraniano Hassan Rouhani, protagonista oggi di una conferenza stampa organizzata al termine della sua missione in Italia.
Ma quando l’incontro volge al termine, una sorpresa. Il giornalista di Pagine Ebraiche Adam Smulevich rivolge a sorpresa la seguente domanda non concordata:
“Presidente, come pensa che possiamo avere fiducia nelle sue parole, nei suoi annunci propagandistici, nel fatto che oggi ‘a Roma splende il sole’, come ha detto poco fa, se il paese sotto la sua presidenza continua ad essere nelle prime posizioni delle classifiche mondiali della negazione dei diritti?”.
Il presidente iraniano alza gli occhi sbalordito e fruga la sala con sguardo indispettito. I guardiani della rivoluzione che lo circondano si tengono pronti a scattare. Qualche attimo di tensione.
Quindi la conferenza volge precipitosamente al termine e Rohani abbandona di scatto la sala senza dare una risposta.

qui milano - la rassegna mensile di israel 
Rav Safran, il Maestro eroe
“Prima della sapienza, dell’intelligenza e di tutte le altre qualità, per essere un Maestro è necessaria una grande fedeltà, la capacità di dedicarsi completamente al proprio popolo. Rav Safran ebbe tutte quelle qualità, ma fu per prima cosa questo, ed è così che vorrei ricordarlo”. Queste le parole dedicate dal rabbino capo di Milano Alfonso Arbib alla figura di Alexandre Safran, rabbino capo prima di Romania e poi di Ginevra, al centro di un convegno organizzato dall’Università degli Studi di Milano, che lo ospita nella sua sala napoleonica, dal Centro di Judaica Goren-Goldstein e dalla Facoltà di Teologia di Lugano. Safran fu uno studioso, una guida spirituale, una figura di punta nel salvataggio degli ebrei rumeni, e un grande cabalista. Hanno ricordato la sua complessa figura insieme a studiosi provenienti da tutta Europa, tra gli altri, il rav Roberto Della Rocca, l’ebraista della Freie Universität Berlin Giulio Busi e il presidente della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano Michele Sarfatti.
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Qui roma - la rassegna mensile di israel
II rabbini del Novecento italiano
Le approfondite ricerche archivistiche si sono amalgamate con le memorie di famiglia trasmesse dai nonni ai nipoti, aprendo lo spazio per il dibattito e rendendo consapevoli della vitale eredità lasciata dal rabbinato italiano del ventesimo secolo. Questo il bilancio dopo presentazione del volume della Rassegna Mensile di Israel – la prestigiosa rivista edita dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – dedicato a rav Vittorio Castiglioni (1840-1911), rav Angelo Sacerdoti (1886-1935) e rav David Prato (1882-1951), tutti accomunati dall’incarico di rabbino capo nella comunità di Roma. Intitolato Rabbini di Roma nel Novecento, il numero della Rassegna – curato da rav Gianfranco Di Segni e Laura Quercioli Mincer – è stato elogiato da pubblico e relatori presenti al Centro Bibliografico UCEI “Tullia Zevi”, per aver portato alla luce un’indagine della quale si sentiva la mancanza.
A prendere la parola dopo i saluti del presidente UCEI Renzo Gattegna e del presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, il giornalista Stefano Caviglia e il professore Mario Toscano moderati da Micaela Procaccia del Ministero dei Beni e delle Attività culturali.
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IL DIRETTORE Di CASA frank ad AMSTERDAM
"Anne, un insegnamento attuale"
Di cosa parliamo quando parliamo di Anne Frank? A chiederselo sono più di un milione di persone che nel 2015 hanno deciso di visitare il rifugio di Amsterdam nel quale ripararono i Frank per sfuggire alle persecuzioni naziste, fino a quando non furono denunciati da ignoti e deportati ai campi di sterminio.
A domandarselo ogni giorno è Ronald Leopold, direttore dal 2011 della Casa di Anne Frank che per il sesto anno consecutivo ha raggiunto il record di visitatori (precisamente un 1.268.095, con un aumento di più di 40mila persone rispetto al 2014), che oggi inaugurerà la mostra “Anne Frank. Una storia attuale”, ospitata dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma alla Casina dei Vallati fino al prossimo 6 marzo.
Indirettamente il ricordo di Anne Frank è ritornato di recente ad animare le pagine dei quotidiani anche per il vivace dibattito sui diritti d’autore del suo diario che ha coinvolto il Fondo di Basilea, detentore del copyright. Il Fondo ha infatti ingaggiato una battaglia legale per prolungare i diritti del diario – scaduti a gennaio, a settant’anni dalla morte della ragazza – facendo persino emergere l’ipotesi che il padre di Anna, Otto, unico sopravvissuto, sia il co-autore del libro. Una tesi rigettata con forza dal direttivo della Casa di Anne Frank di Amsterdam e dallo stesso Ronald Leopold a colloquio con Pagine Ebraiche.
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qui milano - memoria
L'impegno contro l'indifferenza
Una corna di fiori, un tricolore, i gonfaloni dell'Anpi, la cittadinanza riunita nel ricordo. È iniziato con un gesto simbolico carico di commozione il Giorno della Memoria a Milano, dove davanti all'ex albergo Regina, che fu la sede in pieno centro del quartier generale nazista della città, si è tenuta l'annuale cerimonia di commemorazione delle vittime della tragedia nazista, proprio di fronte alla lapide apposta nel 2010 in loro onore. Alla deposizione delle corone nel luogo da cui passò fisicamente la persecuzione antiebraica – con i catturati portati nell'hotel prima di essere trasferiti al carcere di San Vittore e poi al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano per essere deportati nei campi di concentramento – ha preso parte anche il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach. Insieme a lui nel rendere omaggio alle vittime anche l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino, e rappresentanti della Cgil, della Camera del lavoro e della Brigata partigiana cattolica.
Grande commozione anche alla Prefettura di Milano, dove nel corso di una solenne cerimonia diciassette cittadini italiani militari e civili, nipoti o parenti di deportati durate la Shoah hanno ricevuto le Medaglie d'Onore concesse con decreto del Presidente della Repubblica. A raccontarne l'emozione il co-presidente della Comunità ebraica di Milano Raffaele Besso, chiamato a parlare nel corso della cerimonia. A consegnare i riconoscimenti sono stati il prefetto Alessandro Marangoni, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il vicesindaco della Città metropolitana Eugenio Comincini, l'assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Marco Gramelli e il presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Ferruccio De Bortoli.
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qui torino - memoria
Quelle storie salvate dall'oblio
Due i libri presentati in Comunità per il Giorno della Memoria. Il primo costituisce l’ultima porzione di un progetto molto più ampio: si tratta infatti del quarto volume del Libro dei deportati (ed. Mursia, 2015), nato dalla ricerca svolta dal Dipartimento di Storia dell’Università di Torino, diretta da Bruno Mantelli, dottore di ricerca in Storia Contemporanea e Nicola Tranfaglia, professore emerito di Storia dell’Europa e del Giornalismo. Il progetto è inoltre promosso dall’Associazione Nazionale Ex Deportati. Il secondo, Sulla strada per il Reich (ed. Mursia, 2014), opera di Giovanna D’Amico, dottore di ricerca in Studi Storici, fornisce una rappresentazione completa del campo di Fossoli. L’iniziativa è stata realizzata grazie alla collaborazione tra Comunità ebraica di Torino e il Goethe Institut Turin. All’incontro, moderato dal presidente della Comunità Dario Disegni, hanno preso parte, tra gli altri, lo storico e docente Alberto Cavaglion, Giovanni De Luna, docente di storia contemporanea, Roberta Cano, dirigente del Goethe Institut e gli stessi Mantelli e D’Amico.
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QUI FIRENZE - MEMORIA
Nove voci, nove emozioni
Appuntamento, ancora una volta, al Palamandela. E una nuova volta, molte migliaia di ragazzi da tutta la Regione hanno risposto presente. Oltre ottomila infatti gli studenti che hanno partecipato all’incontro con nove Testimoni dell’abominio nazifascista svoltosi quest’oggi a Firenze, iniziativa tra le più significative organizzate in questi giorni dalla Regione Toscana. “Voi che vivete sicuri .Accoglienza e respingimenti ieri e oggi” il tema dell’evento, che ha messo in relazione gli orrori di ieri con l’importanza di opporsi a nuovi episodi di barbarie e a nuove negazioni di diritti nel mondo.
Protagoniste dell’incontro le sorelle fiumane Andra e Tatiana Bucci, che nel pomeriggio riceveranno la cittadinanza onoraria di Firenze in Palazzo Vecchio. E ancora, tra gli altri, Piero Terracina, Vera Jarach Vigevani e Kitty Braun.
“Non arrendetevi, non accettate l’evidenza delle cose, siate sempre curiosi della vostra libertà e utilizzatela per combattere tutto ciò che rappresenta violenza, diseguaglianza e minaccia all’essere umano” il messaggio del sindaco Dario Nardella, salito sul palco assieme al governatore Enrico Rossi.
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QUI VENEZIA - MEMORIA
Ghetto Nuovo, le luci del ricordo
Visita in Ghetto del governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha deposto una corona d’alloro sul memoriale della Shoah in campo di Ghetto Nuovo e ha partecipato all’accensione, da parte del vicerabbino rav Avraham Dayan, di sei lumi in ricordo dei sei milioni di ebrei uccisi. Ad accompagnarlo il presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti e una delegazione di consiglieri, tra cui l’onorevole Alessandra Moretti. Hanno partecipato alla cerimonia anche il presidente della Comunità ebraica Paolo Gnignati insieme al vicepresidente Giuseppe Gesuà sive Salvadori, al consigliere Giuliano Coen e alla consigliera Gaia Ravà.
Ringraziando i presenti intervenuti, Gnignati ha voluto ricordare come il Giorno della Memoria non sia solo il momento per ricordare un’immane tragedia. “Ogni anno – ha affermato – abbiamo una serie di iniziative importanti per commemorare il Giorno della Memoria cercando con difficoltà di interpretare il non interpretabile.
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qui mantova
Il ricordo entra nelle scuole
 
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qui casale
27 gennaio, esperienza condivisa
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pilpul
La kippah e l'Italia
Oggi è la Giornata della Memoria; un’iniziativa italiana propone di indossare la kippah per ricordare e sensibilizzare la società sull'odio antireligioso che ancora permea la realtà europea.
Io ho indossato la mia kippah per tutti e quattro gli anni che ho trascorso al Liceo Alfieri di Torino.
Sono stato il primo ragazzo ebreo a indossare una kippah all’interno scuola. Per la stragrande maggioranza degli studenti, sono stato il primo esemplare di ebreo ortodosso che abbiano mai visto in carne e ossa.
Nonostante i miei compagni e professori siano sempre stati più che rispettosi, nonostante il mio Preside sia uno degli uomini più saggi, aperti e accoglienti che io abbia mai incontrato, un fatto resta vero e doloroso: ho trascorso quattro anni della mia vita ad essere osservato, a volte con innocente curiosità, altre con morbosa attenzione, ogni volta che passeggiavo in corridoio, andavo a prendere un caffè alla macchinetta automatica, camminavo dal laboratorio di chimica alla palestra.


Simone Somekh
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Ticketless - Tornatore e l'amore
La coincidenza di cui questa settimana intendo servirmi riguarda la simultanea scomparsa di Ettore Scola e l’uscita in sala dell’ultimo film di Tornatore, “La corrispondenza”. Ho visto questo film assai deludente la sera dopo aver rivisto in televisione quel sublime capolavoro che è “Una giornata particolare”. A parte l’attualità del tema-omosessualità, quale abisso nel descrivere il sentimento amoroso! E dire che in un tempo non lontano il nostro cinema insegnava al mondo come va raccontato l’amore. La rima cuore-amore-dolore, la più celebrata dai nostri poeti, è adesso banalmente rivisitata dai nostri registi e dai nostri attori (Scola vs Tornitore, ma anche Mastroianni vs Scamarcio, Loren vs Buy).

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Ricordare in silenzio
Anche quest’anno le celebrazioni del Giorno della Memoria si sono moltiplicate, e il coinvolgimento dei numerosi enti e soggetti coinvolti - Istituzioni, scuole, Università, centri di cultura, istituti religiosi, docenti, studenti, intellettuali, artisti, cittadini... - sembra intenso, vasto e, per lo più, sincero. Naturalmente, come sempre accade, soprattutto negli ultimi anni, si ripresentano le consuete perplessità e i soliti dubbi riguardo ai rischi e ai possibili "effetti collaterali" dell'iniziativa, fino al punto di chiedersi se essa conservi un propria utilità e opportunità.

Francesco Lucrezi, storico
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