David
Sciunnach,
rabbino
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“Si
mossero da Refidìm, giunsero nel Sinài, e si accamparono nel deserto…”
(Shemòt 19, 2). Il grande commentatore della Torah Rabbi Shlomò
Itzhakì, conosciuto come Rashì, dice a proposito di questo verso:
“Israele si accampò di fronte al monte come un sol uomo, concorde e in
armonia”.
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Davide
Assael,
ricercatore
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C'è
un nuovo modo per commemorare il Giorno della Memoria: si invita, anzi
si celebra, il Presidente di un governo radicalmente e visceralmente
antisemita, che usa la minaccia violenta nei confronti di Israele come
strumento di acquisizione di consenso politico. Va ricordato che,
mentre noi oggi organizziamo o partecipiamo a cerimonie commemorative,
in Iran si organizza un concorso di vignette negazioniste, dove,
immagino, vincerà la striscia più capace di sbeffeggiare la Shoah.
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Il Giorno della Memoria
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“In
un giorno come questo auspico che si continui a cercare dentro quello
che fu definito l’Armadio della vergogna”. Così il presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna sul
Corriere della Sera commentando l’impegno italiano per il Giorno della
Memoria e per indagare sui crimini nazifascisti del passato. Il
presidente UCEI, ricorda il Corriere, prenderà parte, al Quirinale,
alla solenne celebrazione (ore 11) alla presenza del capo dello Stato,
Sergio Mattarella. Al loro fianco il Testimone della Shoah Sami
Modiano. E proprio la voce dei Testimoni, sottolinea Gattegna in
un’intervista all’Unità, è fondamentale per la trasmissione della
Memoria alle giovani generazioni, che reagiscono con “una voglia di
sapere e di approfondire che fa ben sperare”, come testimoniano le
esperienze dei viaggi della Memoria. Sui nuovi rigurgiti antisemiti e
le violenze che hanno colpito l’Europa, il presidente sottolinea come
il “terrorismo attacca il mondo ebraico perché simbolo di libertà, di
pluralismo” ed “è necessario contrastare il fenomeno con assoluta
fermezza, lavorando al contempo anche sugli aspetti culturali,
sull’educazione, sulla necessità di imparare a convivere tutti insieme.
Che sono poi i valori della Memoria”.
Il coraggio di Toscanini. In memoria del maestro Arturo Toscanini e del
suo coraggio nell’esprimersi contro il nazifascismo questa sera
all’Auditorium Parco della Musica si terrà un concerto in suo omaggio,
promosso dall’UCEI. A dirigerlo Yoel Levi, Principal Director della IPO
(Israeli Philarmonic Orchestra) ricorda il Quotidiano Nazionale.
Bartali, il campione Giusto. “Gino Bartali. Il campione e l’eroe” è il
titolo del docufilm che andrà in onda questa sera su Rai Due (ore
23.50) dedicato al grande campione toscano e al suo impegno per aiutare
gli ebrei durante la persecuzione. “Tra i protagonisti del documentario
– ricorda Davide Roberto Papni su La Nazione – c’è il giornalista
fiorentino Adam Smulevich (redattore di Moked-Pagine Ebraiche) che
partendo dal ghetto di Roma, racconta il percorso per il reperimento
delle testimonianze”.
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27 GENNAIO – LA CERIMONIA AL QUIRINALE
“Difendiamo la Memoria viva”
“Auschwitz,
con i suoi reticolati, le camere a gas, le baracche, i forni crematori
non ci abbandona. Al contrario, ci interpella costantemente, ci
costringe ogni volta a tornare sul ciglio dell’abisso e a guardarvi
dentro, con gli occhi e la mente pieni di dolore e rivolta morale”.
È quanto affermato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in
occasione della solenne cerimonia per il Giorno della Memoria svoltasi
questa mattina al Quirinale alla presenza delle più alte cariche dello
Stato, a partire dal presidente del Senato Pietro Grasso e dalla
presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini.
Un discorso carico di significato che ha affrontato senza sconti il
tema della responsabilità nelle persecuzioni antiebraiche e nella
Shoah, già portato all’attenzione del pubblico dal presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in apertura
di cerimonia.
“Gli orrori compiuti nei lager, ai quali si è arrivati anche a causa di
gravissime responsabilità italiane, che ancora oggi spesso si finge di
ignorare o si cerca maldestramente di minimizzare, rappresentano la
caduta nel baratro della condizione umana e la negazione di ogni
diritto fondamentale” aveva infatti affermato il presidente dell’Unione.
“Anche se la persecuzione degli ebrei in Italia non fu, per intensità e
vastità, paragonabile a quella realizzata nella Germania nazista,
bisogna sapere e ricordare che il tragico percorso delineato dallo
storico Raul Hilberg, nel nostro paese si è svolto per intero” ha
spiegato Mattarella ripercorrendo l’intero percorso d’infamia: la
bollatura come “diversi” degli ebrei, le discriminazioni di carattere
scolastico, professionale, economico e politico; l’arresto e la
deportazione nei campi di concentramento. Infine la liquidazione, “per
usare la terribile espressione dei burocrati nazisti”.
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27 gennaio - il discorso del presidente ucei
"Perché l'Europa abbia un futuro
impariamo la lezione del passato"
In
occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria al Quirinale alla
presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella il
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna
ha pronunciato il seguente discorso:
Le porte del Quirinale si aprono di nuovo per questo simbolico
appuntamento, che vuole ricordarci il dovere della Memoria e
l’importanza e l’attualità del suo messaggio.
Temi di fondamentale importanza che Lei, caro Presidente Mattarella, ha
dimostrato di voler custodire e tramandare sin dal giorno del suo
insediamento.
Hanno infatti emozionato l’Italia intera le immagini del Suo solenne
raccoglimento davanti alle Fosse Ardeatine, teatro di uno dei più
efferati crimini compiuti dai nazisti, con la complicità dei fascisti,
nel nostro Paese.
Fu quello il Suo primo atto come Capo dello Stato: una scelta che
denota quali siano i valori per cui intende battersi e nel solco dei
quali sta conducendo la Sua azione politica e di indirizzo a milioni di
cittadini.
E sono rimaste impresse nel nostro cuore le parole che Lei pronunciò in
ricordo del piccolo Stefano Gaj Taché, che aveva appena due anni quando
fu mortalmente raggiunto da colpi di arma da fuoco esplosi da
terroristi palestinesi all’uscita del Tempio Maggiore di Roma.
L’attentato avvenne il 9 ottobre del 1982, il giorno più nero per gli ebrei romani dal dopoguerra ad oggi.
E la giovanissima vittima, nel commovente omaggio da Lei fatto in
Parlamento, è diventato davvero per tanti “un bambino italiano” da
commemorare al pari delle altre vittime del terrorismo.
Il Giorno della Memoria contiene un messaggio di grande attualità,
perché in questi anni stiamo assistendo alla banalizzazione del
razzismo e del terrorismo.
Lo scopo di questo Giorno è al tempo stesso onorare tutte le vittime
della Shoah indipendentemente dalla loro origine e rifiutare qualsiasi
teoria di diseguaglianza fra gli uomini che produca forme di
sottomissione e schiavitù.
La pacifica convivenza tra popoli e religioni diverse può venire solo
se ognuno rinuncia alla pretesa di essere depositario dell’unica verità.
Almeno tra le grandi religioni monoteiste potrebbe prevalere un
atteggiamento di moderazione e di tolleranza, in quanto,
indipendentemente dal nome che gli viene attribuito, se D-o esiste ed è
eterno e onnipotente, non può che essere unico e quindi lo stesso per
tutti.
Se D-o è il creatore dell’universo, è anche il creatore del primo uomo e di tutto il genere umano.
Invece fanatismi, integralismi e fondamentalismi religiosi arrivano
all’estrema conclusione di invertire questo ordine con la pretesa di
trasformarsi da esseri creati in creatori, attribuendo indebitamente
alla divinità le proprie idee e le proprie convinzioni.
Renzo Gattegna
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Leggi
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italia-iran - silenzi e ambiguità
L'epilogo di una visita infelice
Pagine Ebraiche beffa Rouhani
I
giornalisti presenti si sono silenziosamente adattati alle regole del
gioco. Solo domande preconfezionate e valutate dal personale
dell’ambasciata possono essere rivolte al presidente iraniano Hassan
Rouhani, protagonista oggi di una conferenza stampa organizzata al
termine della sua missione in Italia.
Ma quando l’incontro volge al termine, una sorpresa. Il giornalista di
Pagine Ebraiche Adam Smulevich rivolge a sorpresa la seguente domanda
non concordata:
“Presidente, come pensa che possiamo avere fiducia nelle sue parole,
nei suoi annunci propagandistici, nel fatto che oggi ‘a Roma splende il
sole’, come ha detto poco fa, se il paese sotto la sua presidenza
continua ad essere nelle prime posizioni delle classifiche mondiali
della negazione dei diritti?”.
Il presidente iraniano alza gli occhi sbalordito e fruga la sala con
sguardo indispettito. I guardiani della rivoluzione che lo circondano
si tengono pronti a scattare. Qualche attimo di tensione.
Quindi la conferenza volge precipitosamente al termine e Rohani abbandona di scatto la sala senza dare una risposta.
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qui milano - la rassegna mensile di israel
Rav Safran, il Maestro eroe “Prima
della sapienza, dell’intelligenza e di tutte le altre qualità, per
essere un Maestro è necessaria una grande fedeltà, la capacità di
dedicarsi completamente al proprio popolo. Rav Safran ebbe tutte quelle
qualità, ma fu per prima cosa questo, ed è così che vorrei ricordarlo”.
Queste le parole dedicate dal rabbino capo di Milano Alfonso Arbib alla
figura di Alexandre Safran, rabbino capo prima di Romania e poi di
Ginevra, al centro di un convegno organizzato dall’Università degli
Studi di Milano, che lo ospita nella sua sala napoleonica, dal Centro
di Judaica Goren-Goldstein e dalla Facoltà di Teologia di Lugano.
Safran fu uno studioso, una guida spirituale, una figura di punta nel
salvataggio degli ebrei rumeni, e un grande cabalista. Hanno ricordato
la sua complessa figura insieme a studiosi provenienti da tutta Europa,
tra gli altri, il rav Roberto Della Rocca, l’ebraista della Freie
Universität Berlin Giulio Busi e il presidente della Fondazione Centro
di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano Michele Sarfatti. Leggi
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IL DIRETTORE Di CASA frank ad AMSTERDAM
"Anne, un insegnamento attuale"
Di
cosa parliamo quando parliamo di Anne Frank? A chiederselo sono più di
un milione di persone che nel 2015 hanno deciso di visitare il rifugio
di Amsterdam nel quale ripararono i Frank per sfuggire alle
persecuzioni naziste, fino a quando non furono denunciati da ignoti e
deportati ai campi di sterminio.
A domandarselo ogni giorno è Ronald Leopold, direttore dal 2011 della
Casa di Anne Frank che per il sesto anno consecutivo ha raggiunto il
record di visitatori (precisamente un 1.268.095, con un aumento di più
di 40mila persone rispetto al 2014), che oggi inaugurerà la mostra
“Anne Frank. Una storia attuale”, ospitata dalla Fondazione Museo della
Shoah di Roma alla Casina dei Vallati fino al prossimo 6 marzo.
Indirettamente il ricordo di Anne Frank è ritornato di recente ad
animare le pagine dei quotidiani anche per il vivace dibattito sui
diritti d’autore del suo diario che ha coinvolto il Fondo di Basilea,
detentore del copyright. Il Fondo ha infatti ingaggiato una battaglia
legale per prolungare i diritti del diario – scaduti a gennaio, a
settant’anni dalla morte della ragazza – facendo persino emergere
l’ipotesi che il padre di Anna, Otto, unico sopravvissuto, sia il
co-autore del libro. Una tesi rigettata con forza dal direttivo della
Casa di Anne Frank di Amsterdam e dallo stesso Ronald Leopold a
colloquio con Pagine Ebraiche. Leggi
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qui milano - memoria
L'impegno contro l'indifferenza
Una
corna di fiori, un tricolore, i gonfaloni dell'Anpi, la cittadinanza
riunita nel ricordo. È iniziato con un gesto simbolico carico di
commozione il Giorno della Memoria a Milano, dove davanti all'ex
albergo Regina, che fu la sede in pieno centro del quartier generale
nazista della città, si è tenuta l'annuale cerimonia di commemorazione
delle vittime della tragedia nazista, proprio di fronte alla lapide
apposta nel 2010 in loro onore. Alla deposizione delle corone nel luogo
da cui passò fisicamente la persecuzione antiebraica – con i catturati
portati nell'hotel prima di essere trasferiti al carcere di San Vittore
e poi al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano per essere
deportati nei campi di concentramento – ha preso parte anche il
vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e
vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Roberto
Jarach. Insieme a lui nel rendere omaggio alle vittime anche
l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano Pierfrancesco
Majorino, e rappresentanti della Cgil, della Camera del lavoro e della
Brigata partigiana cattolica.
Grande commozione anche alla Prefettura di Milano, dove nel corso di
una solenne cerimonia diciassette cittadini italiani militari e civili,
nipoti o parenti di deportati durate la Shoah hanno ricevuto le
Medaglie d'Onore concesse con decreto del Presidente della Repubblica.
A raccontarne l'emozione il co-presidente della Comunità ebraica di
Milano Raffaele Besso, chiamato a parlare nel corso della cerimonia. A
consegnare i riconoscimenti sono stati il prefetto Alessandro
Marangoni, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il
vicesindaco della Città metropolitana Eugenio Comincini, l'assessore
alla Sicurezza del Comune di Milano Marco Gramelli e il presidente
della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Ferruccio De Bortoli. Leggi
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qui torino - memoria
Quelle storie salvate dall'oblio
Due
i libri presentati in Comunità per il Giorno della Memoria. Il primo
costituisce l’ultima porzione di un progetto molto più ampio: si tratta
infatti del quarto volume del Libro dei deportati (ed. Mursia, 2015),
nato dalla ricerca svolta dal Dipartimento di Storia dell’Università di
Torino, diretta da Bruno Mantelli, dottore di ricerca in Storia
Contemporanea e Nicola Tranfaglia, professore emerito di Storia
dell’Europa e del Giornalismo. Il progetto è inoltre promosso
dall’Associazione Nazionale Ex Deportati. Il secondo, Sulla strada per
il Reich (ed. Mursia, 2014), opera di Giovanna D’Amico, dottore di
ricerca in Studi Storici, fornisce una rappresentazione completa del
campo di Fossoli. L’iniziativa è stata realizzata grazie alla
collaborazione tra Comunità ebraica di Torino e il Goethe Institut
Turin. All’incontro, moderato dal presidente della Comunità Dario
Disegni, hanno preso parte, tra gli altri, lo storico e docente Alberto
Cavaglion, Giovanni De Luna, docente di storia contemporanea, Roberta
Cano, dirigente del Goethe Institut e gli stessi Mantelli e D’Amico. Leggi
QUI FIRENZE - MEMORIA
Nove voci, nove emozioni
Appuntamento,
ancora una volta, al Palamandela. E una nuova volta, molte migliaia di
ragazzi da tutta la Regione hanno risposto presente. Oltre ottomila
infatti gli studenti che hanno partecipato all’incontro con nove
Testimoni dell’abominio nazifascista svoltosi quest’oggi a Firenze,
iniziativa tra le più significative organizzate in questi giorni dalla
Regione Toscana. “Voi che vivete sicuri .Accoglienza e respingimenti
ieri e oggi” il tema dell’evento, che ha messo in relazione gli orrori
di ieri con l’importanza di opporsi a nuovi episodi di barbarie e a
nuove negazioni di diritti nel mondo. Protagoniste dell’incontro
le sorelle fiumane Andra e Tatiana Bucci, che nel pomeriggio
riceveranno la cittadinanza onoraria di Firenze in Palazzo Vecchio. E
ancora, tra gli altri, Piero Terracina, Vera Jarach Vigevani e Kitty
Braun. “Non arrendetevi, non accettate l’evidenza delle cose,
siate sempre curiosi della vostra libertà e utilizzatela per combattere
tutto ciò che rappresenta violenza, diseguaglianza e minaccia
all’essere umano” il messaggio del sindaco Dario Nardella, salito sul
palco assieme al governatore Enrico Rossi. Leggi
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La kippah e l'Italia
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Oggi
è la Giornata della Memoria; un’iniziativa italiana propone di
indossare la kippah per ricordare e sensibilizzare la società sull'odio
antireligioso che ancora permea la realtà europea.
Io ho indossato la mia kippah per tutti e quattro gli anni che ho trascorso al Liceo Alfieri di Torino.
Sono stato il primo ragazzo ebreo a indossare una kippah all’interno
scuola. Per la stragrande maggioranza degli studenti, sono stato il
primo esemplare di ebreo ortodosso che abbiano mai visto in carne e
ossa.
Nonostante i miei compagni e professori siano sempre stati più che
rispettosi, nonostante il mio Preside sia uno degli uomini più saggi,
aperti e accoglienti che io abbia mai incontrato, un fatto resta vero e
doloroso: ho trascorso quattro anni della mia vita ad essere osservato,
a volte con innocente curiosità, altre con morbosa attenzione, ogni
volta che passeggiavo in corridoio, andavo a prendere un caffè alla
macchinetta automatica, camminavo dal laboratorio di chimica alla
palestra.
Simone Somekh
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Ticketless - Tornatore e l'amore
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La
coincidenza di cui questa settimana intendo servirmi riguarda la
simultanea scomparsa di Ettore Scola e l’uscita in sala dell’ultimo
film di Tornatore, “La corrispondenza”. Ho visto questo film assai
deludente la sera dopo aver rivisto in televisione quel sublime
capolavoro che è “Una giornata particolare”. A parte l’attualità del
tema-omosessualità, quale abisso nel descrivere il sentimento amoroso!
E dire che in un tempo non lontano il nostro cinema insegnava al mondo
come va raccontato l’amore. La rima cuore-amore-dolore, la più
celebrata dai nostri poeti, è adesso banalmente rivisitata dai nostri
registi e dai nostri attori (Scola vs Tornitore, ma anche Mastroianni
vs Scamarcio, Loren vs Buy).
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Ricordare in silenzio |
Anche
quest’anno le celebrazioni del Giorno della Memoria si sono
moltiplicate, e il coinvolgimento dei numerosi enti e soggetti
coinvolti - Istituzioni, scuole, Università, centri di cultura,
istituti religiosi, docenti, studenti, intellettuali, artisti,
cittadini... - sembra intenso, vasto e, per lo più, sincero.
Naturalmente, come sempre accade, soprattutto negli ultimi anni, si
ripresentano le consuete perplessità e i soliti dubbi riguardo ai
rischi e ai possibili "effetti collaterali" dell'iniziativa, fino al
punto di chiedersi se essa conservi un propria utilità e opportunità.
Francesco Lucrezi, storico
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