Paolo Sciunnach,
insegnante
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Lo
straniero che risiede fra voi, lo tratterete come colui che è nato fra
voi; tu l’amerai come te stesso, poiché anche voi foste stranieri nel
paese d’Egitto. Io sono l’Eterno, il vostro D-o. (Levitico 19, 34) Che
bisogno ha la Torah di sottolineare l’amore verso lo straniero, dal
momento che è incluso nel comandamento di amare il prossimo? Leggi
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Anna
Foa,
storica
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Quanto scriveva ieri, con parole pacate, David Bidussa,
è importante. Indica, nella posizione presa dal gruppo estremista di
destra israeliano di Im Tirtzu l’avvio verso una strada che, senza
un’adeguata reazione, può portare verso una società autoritaria.
Additare i maggiori intellettuali del Paese, quelli che hanno diffuso
la conoscenza della società israeliana e della sua cultura in tutto il
mondo, come “talpe” del nemico, traditori sostanzialmente, spinge verso
una crescente limitazione della libertà di espressione e di parola nel
Paese e verso un crescente isolamento di Israele nel mondo. Aiuta,
sostanzialmente, il boycott, che riguarda in misura crescente gli
intellettuali, le Università, cioè tutte quelle forze che in Israele si
battono per la democrazia e per la pace. Sembra che queste due forze
opposte, di destra e di sinistra, si congiungano come opposti
estremismi a alimentare il senso di isolamento e di stato d’assedio in
Israele. Credo che gli intellettuali ebrei di tutto il mondo, in primo
luogo, e poi il popolo ebraico della Diaspora tutto dovrebbero
esprimere a gran voce la loro solidarietà a questi grandi scrittori
attaccati con tanta violenza, prima che questa violenza da verbale si
trasformi in reale, fisica. Prima che i libri, dopo essere messi al
bando nelle scuole, siano bruciati nelle piazze, come già è successo
tante volte ai libri degli ebrei. Prima che qualcuno si armi e usi
pallottole, non parole, come è successo vent’anni fa a Rabin.
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Muro del Pianto,
sì alle donne
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Muro
del Pianto, vincono le donne”. Così titola Repubblica nel dare notizia
del via libera giunto ieri all’istituzione di una zona mista dove
uomini e donne possano pregare insieme. La notizia è così spiegata dal
quotidiano: “La decisione voluta da Netanyahu e approvata con 15 voti a
favore e 5 contrari rappresenta una vittoria della corrente più
progressista e più seguita dell’ebraismo americano, il ‘Reform and
Conservative Judaism’, e soprattutto di un gruppo di donne, le Donne
del Muro, che hanno condotto una battaglia più che ventennale contro la
rigida segregazione imposta dalle autorità del Rabbinato”. Anche la
Stampa parla di “vittoria dell’ebraismo riformato sull’ortodossia
conservatrice”.
Passa invece nell’indifferenza generale l’attacco a colpi d’arma da
fuoco di un ufficiale di polizia palestinese a tre soldati israeliani.
È l’italiano Pietro Scarnera a vincere al Festival internazionale del
fumetto di Angoulême il “Prix Révélation” con il graphic novel Una
stella tranquilla, ritratto sentimentale di Primo Levi, pubblicato in
Francia dalle edizioni Rackham. Recentemente Scarnerà aveva raccontato
a Pagine Ebraiche come il volume, uscito in Italia per Comma 22, fosse
stato anche una scusa per poter dedicare tempo alla sua città. Su
questi temi torna oggi la redattrice UCEI Ada Treves in un pezzo per la
Stampa in cui si ricorda l’importante contributo di inquadramento
dell’opera scritto dalla storica Anna Bravo per il giornale
dell’ebraismo italiano.
Il terrorismo islamico insanguina anche questo fine settimana. Due
incursioni parallele, una in Nigeria e l’altra in Ciad, quasi cento
morti che portano ancora la firma del gruppo fondamentalista Boko
Haram. L’altra notte i jihadisti hanno attaccato il villaggio nigeriano
di Dalori: quattro ore di strage, racconta il Corriere, “freddamente
pianificata ed eseguita”.
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accesso al muro, storico compromesso Kotel, presto aperta un'area
per uomini e donne assieme Uno
storico compromesso. Così la stampa israeliana ed ebraica descrive la
decisione del governo di Israele di creare un’area presso il Kotel, il
Muro Occidentale dell’antico Tempio di Gerusalemme, definita
“egalitaria”. Un'area in cui uomini e donne dei movimenti dell’ebraismo
Conservative e Reform potranno pregare insieme. Il sito sorgerà
nell’area archeologica dove si trova l’Arco di Robinson, a sud della
sezione gestita dal Rabbinato centrale d’Israele in cui vigono le
regole dell’ortodossia, tra cui la divisione tra uomini e donne
(mehitza). La cosiddetta nuova “sezione egalitaria” è il frutto di un
accordo avviato nel 2013 dal presidente dell’Agenzia Ebraica Natan
Sharansky e dall’allora segretario di Gabinetto Avichai Mandelblit con
i rappresentanti del movimento Conservative e Reform, della Western
Wall Heritage Foundation (a cui è affidata la gestione del Muro
Occidentale) e del movimento femminista religioso noto come Women of
the Wall.
“Perché il Kotel è un problema così grande? – ha sottolineato Sharansky
dopo l’approvazione del governo della creazione della nuova area mista
– Perché è il sito religioso e nazionale più importante. Non c’è nessun
luogo al mondo che sia al contempo il più vicino a Dio e al contempo
includa tutta la nostra storia, dal regno di Davide alla guerra dei Sei
giorni”.
“Ben venga la decisione del governo che non intacca la gestione del
luogo così com’è sempre stata, dal 1967 in avanti, ovvero come un Beth
HaKnesseth ortodosso”, spiega rav Pierpaolo Pinhas Punturello a Pagine
Ebraiche. Il rav si dice di per sé favorevole alla creazione di questa
nuova area mista, seppur lontana dalla sua concezione religiosa.
Dall’altra parte, esprime scetticismo rispetto all’impatto che questa
novità potrà avere sul tema del pluralismo religioso in Israele. “Tutto
ciò non avrà un impatto sociale. Credo siano altre le battaglie civili
da portare avanti, in cui peraltro quel mondo conservative avrebbe
interesse ad impegnarsi e in cui potrebbe affiancare una voce
ortodossa”.
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QUI MILANO - LA CERIMONIA AL MEMORIALE "Porte chiuse, porte aperte"
Binario 21 ricorda e accoglie “Porte
chiuse, porte aperte”. Una metafora che racchiude in sé il dolore delle
persecuzioni e la gioia dell’accoglienza, scelta dalla Comunità ebraica
di Milano e dalla Comunità di Sant’Egidio come titolo per l’annuale
cerimonia in ricordo degli ebrei deportati dalla Stazione Centrale il
30 gennaio 1944 e nei mesi successivi, svoltasi alla presenza di
centinaia di cittadini proprio al Memoriale della Shoah di Milano, il
luogo da cui partirono i convogli. Un luogo che, in risposta all’odio a
causa del quale vi passarono tante persone condannate a morire senza
colpa, ha letteralmente aperto le sue porte, ospitando nei mesi scorsi
migliaia di migranti in transito dalla stazione milanese, fornendo loro
un letto e un pasto caldo. “Per noi le porte chiuse sono state
terribili, il contrario dell’amicizia e dell’amore”, le parole della
testimone e presidente dell’Associazione Figli della Shoah Liliana
Segre. “Ma queste stesse porte – ha continuato – hanno accolto
quest’estate persone a cui non è stato chiesto il nome né l’identità. I
loro sorrisi sono stati una pioggia d’oro in un luogo dove era caduta
solo pioggia d’odio e di lacrime”.
La cerimonia – nel corso della quale sono intervenuti tra gli altri il
vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche e vicepresidente
della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach, il
rabbino capo Alfonso Arbib, il presidente della Comunità di Sant’Egidio
di Milano Giorgio Del Zanna, e il direttore del Corriere della sera
Luciano Fontana – è stata inoltre l’occasione per presentare la mostra
di opere degli studenti del Liceo Artistico Statale Caravaggio di
Milano, che hanno lavorato come volontari per l’accoglienza dei
profughi al Memoriale e hanno poi rappresentato questo incontro e le
storie dei migranti in disegni, installazioni, quadri, sculture.
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qui trieste Un nuovo percorso per la Risiera La
strada da fare è ancora lunga, ma i presupposti affinché il percorso
prosegue nella giusta direzione ci sono tutti. Risiera di San Sabba,
unico campo di sterminio attivo in Italia. Da ieri un luogo più
comprensibile in tutto il suo orrore grazie al nuovo allestimento
multimediale, curato da Francesco Fait, che sembra colmare le prime
delle molte lacune didattico-storiografiche che ancora interessano il
sito.
In
esposizioni fotografie e filmati dei diversi periodi della prima metà
del XX secolo, documenti visivi della Risiera e del processo che si
tenne a Trieste nel 1976 per stabilire le responsabilità in merito ai
crimini nazisti negli anni in cui la città giuliana fu capitale
dell’Adriatisches Kuestenland.
“Sul
fronte della divulgazione il passo avanti è considerevole, se non altro
adesso le scuole in visita non saranno abbandonate a se stesse” spiega
Mauro Tabor, consigliere UCEI e della Comunità ebraica triestina, che
ha partecipato all’inaugurazione anche in qualità di membro della
locale commissione dedicata alla Risiera. “L’importante – avverte – è
non accontentarci di questo primo successo ma guardare oltre. Per
capire davvero la Risiera, le sue dinamiche interne ed esterne, i molti
silenzi che avvolsero i destini di chi ne fu vittima, è importante
contestualizzare questa iniziativa nel suo tempo. E quindi aiutare a
comprendere l’odio antisemita che attecchì già nell’Ottocento e
stimolare una riflessione che aiuti i più giovani nel loro presente e
nel loro futuro”.
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QUI FIRENZE Dialogo, il cibo che unisce
Ebrei
e musulmani, cristiani e protestanti. E ancora buddisti, bahai, ma
anche non credenti. Oltre ogni barriera un’occasione conviviale per
discutere insieme, davanti a del buon cibo, dei grandi temi di questi
giorni così come di argomenti più leggeri. Tavoli rigorosamente misti e
più di un centinaio di presenze al pranzo interreligioso e
interculturale organizzato ieri nella sede della Comunità ebraica
fiorentina su impulso di Marco Romoli, presidente dell’associazione Un
tempio per la pace, e dell’ex leader comunitaria Daniela Misul, che
molto in questi anni si è spesa per costruire ponti tra le diverse
realtà territoriali partecipando, tra gli altri, al progetto “Le chiavi
della città”.
A
fare gli onori di casa anche l’attuale presidente Sara Cividalli, il
rabbino capo Joseph Levi e il segretario generale Emanuele Viterbo,
assieme all’assessore comunale all’integrazione Sara Funaro.
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QUI GENOVA - MEMORIA Sport, propaganda e veleni
Il
complesso rapporto fra l’attività agonistica, sia professionistica che
amatoriale, e l’autorità statale colto in una prospettiva meno
approfondita di altre. Lo sport europeo sotto i regimi totalitari
analizzato nella sua relazione con il movimento olimpico, con la storia
del Terzo Reich e del regime fascista, e con un'attenzione particolare
al destino degli atleti la cui carriera fu contrassegnata, spesso
drammaticamente, dall'avvento delle dittature.
A
guidarci in questo percorso è la mostra “Sport, sportivi e Giochi
Olimpici nell’Europa in guerra (1936-1948)”, curata dalla Comunità
ebraica genovese in collaborazione con Mémorial de la Shoah de Paris e
USR Liguria e con il patrocinio e il contributo del Consiglio regionale
Assemblea legislativa della Liguria.
Inaugurata
ieri nel museo ebraico cittadino con un intervento della vicepresidente
Miryam Kraus, la mostra si compone di 27 pannelli e sarà visitabile
fino al prossimo 17 marzo.
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il festival internazionale di angouleme Il fumetto riscopre Primo Levi È il giovane bolognese Pietro Scarnera con il graphic novel Una stella tranquilla. Ritratto sentimentale di Primo Levi
(Comma22, tradotto in Francia da Rakham) a vincere il Prix Révélation
alla 43esima edizione del Festival Internazionale del fumetto di
Angoulême, tornato alla normalità dopo che l’edizione dello scorso anno
era stata tutta dedicata a Charlie Hebdo, a poche settimane
dall’attentato che ne ha decimato la redazione. Emozionato, Scarnera ha
confessato di non essersi ancora ben reso conto dell’importanza del
premio, vinto prima di lui da grandi nomi del fumetto, tra cui Marjane
Satrapi, Christophe Blain e Joann Sfar. La premiazione ha coronato
l’ennesimo successo del Festival, che ogni gennaio dall’inizio degli
anni Settanta raccoglie decine di migliaia di appassionati, oltre a
professionisti e giornalisti da tutto il mondo. Nato sulla tradizione
dell’industria cartaria, di cui la cittadina della Charente è stata
centro nazionale a partire dal XVII secolo, il “sistema Angoulême” si
basa oltre che sul Festival, che attira ogni anno a fine gennaio
centinaia di migliaia di persone, sulla Cité BD, ossia il Centro
Nazionale del Fumetto e dell’Immagine, istituzione che è allo stesso
tempo un luogo di conservazione, ricerca e formazione e comprende un
grande e importante museo e una biblioteca specializzata. Ma davvero
tutto parla di fumetti e graphic novel, a partire dalle tante facciate
che trasformano i muri della città in una sorta di museo all’aria
aperta.
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INFORMAZIONE - INTERNATIONAL EDITION Gorizia, ebraismo e frontiere La
nuova uscita di Pagine Ebraiche International Edition si apre
raccontando una storia di confine: quella dell’incontro, sulla
frontiera tra Italia e Slovenia, fra il presidente della Fondazione
Beni culturali ebraici in Italia Dario Disegni, il sindaco della città
italiana di Gorizia Ettore Romoli e il sindaco della città slovena di
Nova Gorica Matej Arcon. A Valdirose, i tre hanno discusso un progetto
di ripristino e valorizzazione dei luoghi ebraici per restituire loro
l’integrità sottratta alla Gorizia ebraica dalla storia e dalla Guerra
fredda. Al confronto, organizzato dalla redazione giornalistica
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, hanno partecipato anche
il delegato del Consiglio della Comunità ebraica di Trieste Livio
Vasieri e l’architetto Andrea Morpurgo, componente del Consiglio della
Fbcei, docente di urbanistica all’Università di Madrid e autore di un
recente studio sui cimiteri ebraici in Italia.
Inaugurato a Bologna il Memoriale della Shoah “nato dall’impegno
congiunto delle istituzioni per far sì che vi sia una Memoria viva”,
come ha sottolineato Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica
di Bologna che ha promosso il progetto con il supporto, tra gli altri,
dell’UCEI, della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, del Comune,
dell’Ordine degli Architetti e delle Ferrovie dello Stato.
E a spiegare come la capacità di andare oltre il Ghetto caratterizzi
l’intera storia ebraica è il rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout,
in attesa dell’inaugurazione delle iniziative per il cinquecentenario
dell’istituzione del Ghetto.
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Ucei - nuove prospettive professionali
Al lavoro per la cultura ebraica
Nuove
possibilità nell'ambito delle attività organizzate dall'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane. Due le figure professionali aperte per cui
è stato lanciato in queste ore un bando: una figura di coordinatore di attività culturali da inserire nell'area Cultura e Formazione UCEI e una di organizzatore di attività culturali e di eventi per i giovani da inserire nella stessa area.
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Oltremare
- Volare
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È
da quando ho fatto l’aliyah, oltre otto anni, che si parla del fatto
che l’aereoporto di Sde Dov è destinato ad essere chiuso, per via del
valore immenso dei terreni sui quali gli aerei decollano e atterrano.
Sde Dov è di fronte al mare, subito a nord del Namal Tel Aviv, l’area
del porto ristrutturata e pulsante di negozi e turisti. Una striscia
sottile sottile di spiaggia e una strada attaccata alle reti della
pista collegano il Namal con Hof Tzuk, stabilimento piccolo e meno
affollato delle spiagge di Tel Aviv. Ogni anno viene decisa la data in
cui l’aeroporto locale chiuderà, ci si agita tutti molto per il fatto
che da quel giorno in poi gli aerei per Eilat partiranno da Ben Gurion;
e poi puntuale come il chamsin, arriva la smentita e la proroga dei
permessi per altri 12 mesi. Anche per quest’anno, continueremo a
sentire gli aerei che sorvolano le case del nord Tel Aviv.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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La casherut fa spettacolo |
Il
contributo dato dal canale satellitare Gambero Rosso Channel al Giorno
della Memoria è passato attraverso la programmazione di un nuovo
formato – “Kasher”. Una nuova produzione ideata dalla chef Laura
Ravaioli, una trasmissione dedicata alla casherut, alle regole ebraiche
sulla alimentazione. Laura ha scelto questo programma per tornare in tv
dopo una lunga assenza che ha coinciso con la sua scelta di sempre
maggiore attenzione per l’ebraismo.
Non solo ricette, la chef ha ascoltato storie, avvicinato persone,
sentito racconti, osservato mani che cucinavano, impastavano e
friggevano con movimenti rapidi, ripetuti chissà quante volte con gesti
familiari acquisiti nel tempo.
Claudia Sermoneta
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