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Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Qualsiasi
oggetto, idea, parola, sentimento, azione è, indipendentemente dalla
sua natura, suscettibile di trasformarsi in idolo. L’idolo non è
semplicemente il dio degli altri popoli, tanto più che l’emblema
dell’idolatria, il vitello d’oro, è stato costruito dagli stessi ebrei.
L’idolo non è semplicemente un’immagine, un pezzo di marmo o di legno a
cui ci si prostra. I Maestri del Talmùd ritengono che si è molto
più esposti al rischio idolatrico se si è raffinati e istruiti
(Sanhedrin, 102 a). Potrebbe essere letto in quest’ottica
l’episodio narrato in Vaykrà, 10; 1-3 , della morte dei due figli
di Aròn, Nadav e Avihù, dovuta all’aver acceso un “fuoco straniero”,
ovvero un fuoco aggiuntivo rispetto a quello prescritto. I due rampolli
della più nobile famiglia ebraica, evidentemente sopraffatti dal
privilegio di un'innata familiarità con la sacralità, per un
eccesso di zelo che diventa esso stesso idolatrico, finiranno
loro stessi consumati dal fuoco. A tal punto l’idolatria è concepita
nella tradizione ebraica come una relazione alterata, un modo di
rapportarsi non autentico, che molti Saggi ci mettono in guardia dal
rischio di trasformare in idoli la stessa Torà, le stesse mitzwot e
persino la stessa premura anti-idolatrica.
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Dario
Calimani,
anglista
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“La storia non è sempre una passeggiata lungo il viale della memoria”, ha detto Simon Schama al Teatro La Fenice.
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Lefebvriani in Vaticano, Bergoglio apre al dialogo
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Nel
fine settimana Bergoglio ha incontrato monsignor Fellay, il superiore
generale e diretto successore di Lefebvre alla guida della controversa
Fraternità San Pio X. Lo ha confermato ieri la Santa Sede dopo che si
erano sparse voci contradditorie sull’incontro. Questo incontro, scrive
Repubblica, rappresenta un “ulteriore passo” verso il riconoscimento
canonico della Fraternità “nella forma di una prelatura costituita ad
hoc sul modello di quella dell’Opus Dei, dopo anni di dissidio
profondo”.
“Che il dialogo fosse a buon punto lo si era inteso dalla lunga
intervista concessa da Fellay lo scorso mese di marzo al sito della
Fraternità. In diversi passaggi, il superiore si era mostrato ottimista
circa l’esito positivo della vicenda” ricorda il Foglio.
Su Repubblica un ritratto di Jurgen Mossack, il “re” dei Panama Papers
che stanno facendo tremare il mondo. Come viene spiegato, il padre è
stato un ex SS che come tanti altri criminali nazisti sognava “una vita
più tranquilla nell’America Latina”. Tra i vari incarichi, Mossack
senior è stato caporal maggiore negli squadroni della morte che furono
responsabili di alcuni dei prigioni crimini. Anche se, si legge
nell’articolo, al momento sarebbe “complicato avere dettagli”.
È partito ieri il provvedimento del Comune di Milano (in “autotutela”)
che revoca l’assegnazione dell’area del Palasharp per la costruzione di
una nuova moschea. Il Coordinamento delle associazioni islamiche (Caim)
era il primo classificato, ma Palazzo Marino ha scoperto una
difformità: il presidente di una delle associazioni aveva una vecchia
condanna penale. L’area dovrebbe passare al secondo soggetto in
graduatoria, l’Istituto di viale Jenner (Corriere Milano).
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OGGI LA CERIMONIA ALL'ACCADEMIA DEI LINCEI Talmud, nuove pagine di vita
In
consegna direttamente nelle mani del presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, il primo volume della traduzione integrale del Talmud
Babilonese in italiano a cura della casa editrice Giuntina si fa
simbolo della restituzione alla società di un'opera che costituisce una
parte fondamentale del suo patrimonio culturale. A segnare questo
ritorno, dopo la sopravvivenza del testo a secoli di roghi e censure,
una cerimonia all'Accademia dei Lincei a Roma, in programma questo
pomeriggio alle 16.30 alla presenza del ministro dell'Istruzione
Stefania Giannini e del rav Adin Steinstaltz, che ha curato la
traduzione e il commento del Talmud in ebraico, francese, russo e
spagnolo. Rav Steinstaltz stesso fa parte del Comitato d'Onore del
Progetto di traduzione del Talmud Babilonese, nato da una
collaborazione tra lo Stato e l'ebraismo italiano che ha messo in moto
diversi soggetti attivi tra Consiglio di Amministrazione, Comitato
scientifico e circa 50 studiosi, traduttori, redattori e curatori. Il
progetto è partito grazie alla firma, il 21 gennaio 2011, di un
protocollo di intesa fra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il
ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca, il Centro
Nazionale delle Ricerche e l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Sempre il rav Di Segni inaugurerà alle 18.30, presso il Centro
Bibliografico Tullia Zevi, una nuova edizione del Master in Cultura
Ebraica e Comunicazione promosso dall'UCEI con una lezione sul Talmud
"tra universale e particolare".
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il talmud in italiano - rav RICCARDO DI SEGNI "Senza, non siamo niente" Inizia
con la scelta di un trattato “che fosse di buon auspicio” l’avventura
della pubblicazione della traduzione italiana integrale del Talmud
Babilonese, di cui esce il primo volume dedicato al trattato di Rosh
haShahah. E al concretizzarsi di questa prima tappa di un lungo
percorso, di buoni auspici il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni
(nell'immagine) ne esprime molti. Tutto è iniziato con “una
conversazione che sembrava occasionale, ma dietro c’era già un progetto
più grande", tanto che in breve tempo si è trasformata in un
finanziamento dallo Stato e in un libro pronto alla distribuzione. Un
processo che porta il rav Di Segni a fare alcune considerazioni, in
primo luogo sulle novità che esso comporta. Innanzitutto si tratta
della prima traduzione italiana completa del Talmud, “fruibile a
diversi livelli, da quello più elementare di chi vi si approccia la
prima volta a con l’aiuto di un maestro, a chi è già esperto e ha ora
uno strumento in più”. Inoltre, il progetto “è frutto del suo tempo, e
infatti si lavora completamente in digitale”. Ma anche in generale
“questo lavoro di squadra tra le sue varie anime” costituisce qualcosa
di inedito. Leggi
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IL TALMUD in ITALIANO - renzo gattegna Una sfida dal valore universale
L’impegno
per la traduzione del Talmud, autentico pilastro etico-valoriale
dell’ebraismo, nasce dallo sforzo e da una sensibilità comune a diversi
soggetti: le istituzioni ebraiche, certamente, a partire dall’Unione
delle Comunità e dal Collegio Rabbinico, e al fianco le massime
istituzioni nazionali coinvolte in questa sfida attraverso Presidenza
del Consiglio, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca, Consiglio Nazionale della Ricerche.
È questo il segno più evidente di un lavoro che è finalizzato alla
diffusione di norme e principi che non sono appannaggio di una singola
comunità, ma hanno invece un valore e una dimensione universale. Il
progetto parla all’intera collettività italiana, che si vuole
raggiungere con un’operazione che è al tempo stesso imponente come mole
e ambiziosa negli obiettivi. Il tutto nella convinzione che il Talmud,
i contenuti che esso svela, la metodologia del suo studio e della sua
comprensione, costituiscano una fonte di arricchimento e un patrimonio
irrinunciabile per tutti.
Il Talmud è infatti emblema di cultura, e proprio attraverso la cultura
si vuole costruire un nuovo ponte per l’incontro. Ed è inoltre simbolo,
per il suo metodo di studio, improntato alla massima libertà di
pensiero, di un tipo di approccio che è importante riconoscere e
assicurare nella trasmissione della conoscenza. Il Talmud è quindi
cultura, conoscenza, libertà. Tre valori fondamentali da custodire
nella nostra Europa di oggi, minacciata da nuovi terribili nemici che
fanno della negazione degli stessi la ragione della loro esistenza e
delle loro orribili azioni.
Renzo Gattegna,
presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Leggi
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IL TALMUD in ITALIANO - giuliano amato Saggezza a disposizione di tutti L’approdo
del Progetto Talmud, vale a dire della prima traduzione in italiano del
testo fondamentale dell’ebraismo, è un evento di primaria importanza
per la nostra cultura, che non deve restare confinato, però, fra gli
addetti ai lavori. Certo, saranno per primi gli specialisti di cultura
religiosa che potranno usufruire, per i loro studi, di una traduzione
curata da personale altamente specializzato sotto l’egida del Cnr e
confrontabile per ciò stesso con il testo originale e con le già
esistenti traduzioni in tedesco e in inglese. Ma l’impegno dedicato in
questi anni al lavoro e lo stesso finanziamento pubblico che lo ha
sostenuto non sarebbero giustificati, se questa pur meritoria finalità
fosse l’unica ad essere perseguita. Il testo di cui finalmente
disporremo dovrà essere utilizzato per contrastare quell’analfabetismo
in materia religiosa, che per secoli è servito ad alimentare l’ostilità
fra i fedeli di religioni diverse e che, ancora oggi, viene utilizzato
al medesimo fine. Ce lo ha meritoriamente ricordato e, quel che più
conta, documentato Alberto Melloni, che nel 2014 ha curato il (primo)
Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia (edito da Il Mulino),
nel quale una trentina di studiosi hanno messo a fuoco quanto poco si
sappia della propria religione e ancor meno di quella degli altri.
Giuliano Amato Leggi
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il ricordo del grande rabbino e maestro Un anno senza il rav Toaff,
l'Italia ebraica si mobilita Il
primo anno dalla scomparsa. Ma anche il trentesimo anniversario dallo
storico abbraccio con Wojtyla all’ingresso del Tempio Maggiore di Roma.
Numerose le iniziative con cui l’Italia ebraica si accinge a ricordare
il rav Elio Toaff, indimenticabile Maestro e uomo del dialogo.
Giovedì mattina, a partire dalle 11, la Comunità ebraica livornese
ospiterà un limmud. Un’occasione di studio, impegno e commemorazione
nel nome del rav Toaff che vedrà protagonisti molti rabbini, gran parte
dei quali suoi allievi, in arrivo da tutto il paese.
Accolti dal presidente della Comunità ebraica Vittorio Mosseri e dal
rabbino capo Yair Didi, interverranno tra gli altri il presidente
dell’Assemblea rabbinica italiana Giuseppe Momigliano, il rabbino capo
di Roma Riccardo Di Segni, il rabbino capo di Napoli Umberto Piperno,
il rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout, il rabbino capo di Bologna
Alberto Sermoneta, il rabbino capo di Modena Beniamino Goldstein. E
ancora il rav Benedetto Carucci Viterbi, preside delle scuole ebraiche
della Capitale e il professor Gabriel Levi.
Nel nome del rav anche una mostra che si inaugurerà mercoledì 13 aprile
nelle sale del museo ebraico di Roma, curata dalla nipote Lia e frutto
della collaborazione tra Comunità e Poste italiane. Leggi
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Due lingue, il vuoto che le separa
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Al
mondo si parlano molte lingue, tuttavia si possono distinguere due modi
fondamentali di discorso, diametralmente opposti: quello scientifico e
quello poetico. Un modo per definire le differenze fra i due è dire che
la scienza prende in considerazione una miriade di fenomeni e assegna
loro un nome, mentre la poesia considera un fenomeno e gli dà molti
nomi. Il linguaggio scientifico è preciso e ben definito, mentre quello
poetico è aperto e sconfinato. Si può discutere dello stesso argomento
nelle due lingue, ma le discussioni che si svilupperanno saranno molto
diverse. Ad esempio, un uomo che voglia elogiare la bellezza degli
occhi della sua amata non dirà che misurano un pollice e che il loro
colore è 1523 della scala Angstrom. Piuttosto userà espressioni come “i
tuoi occhi sono come colombi”. Certamente una descrizione meno precisa,
ma che suscita un grande piacere in chi la ascolta. Dall’altra parte,
guai a chi usi espressioni poetiche per riparare scarpe o costruire un
ponte: le scarpe non verranno riparate e il ponte non sarà tale. Nella
vita di tutti i giorni, i due linguaggi si intrecciano.
Rav Adin Steinsaltz
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Carnivori e vegetariani
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Carnivori contro vegetariani. Poi, quando volete, cominciamo a parlare seriamente di animali, diritti, salute e ambiente.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas i
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