Il Talmud parla italiano
“Scrigno aperto al mondo”

finazzi Arrivato alla fine di una carriera ai vertici del mondo culturale italiano, il professor Alessandro Finazzi Agrò parla dell’avventura del Progetto Talmud, l’impresa di traduzione integrale del Talmud Babilonese in Italiano, come di un “segno del destino”. Chiamato dal ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca come suo rappresentante all’interno del Consiglio d’amministrazione – composto anche dal rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, che lo presiede, e da Mario Patrono, nominato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, terzo partner dell’iniziativa, e con la direzione di Clelia Piperno – Finazzi Agrò, ricercatore nel campo della biochimica, è stato rettore dell’Università di Tor Vergata dal 1996 al 2008. “Nella scelta di coinvolgermi ha contato sicuramente l’esperienza maturata nell’ambito dell’amministrazione di istituzioni culturali – racconta a Pagine Ebraiche – ma anche il mio grande interesse per la cultura ebraica, culminato tra le altre cose anche nel Centro Romano di Studi sull’Ebraismo nato a Tor Vergata nel 2002, nella convinzione che i romani non potessero ignorare il contributo a tutti i livelli di questa minoranza”. Un interesse che tuttavia risale a molto tempo addietro: “Uno dei miei professori anziani di biochimica quando ero studente universitario alla Sapienza di Roma, Bruno Mondovì, era ebreo e parlava sempre del Talmud, quindi in definitiva sono cinquant’anni che ne sento parlare”.
Una volta entrato nel contesto e venuto a contatto diretto con le complesse pagine del Talmud Babilonese, di cui è uscito il primo volume dedicato al trattato di Rosh haShanah, Finazzi Agrò si è dunque reso conto di quanti spunti l’opera contenga, “in primo luogo di carattere religioso ma in ultima analisi con una valenza universale, grazie alla capacità dei Maestri della tradizione ebraica di toccare ogni ambito del sapere”. Per questo, ai suoi occhi con la traduzione italiana si crea “uno scrigno che si apre al mondo”, riconsegnando a tutta la società una ricchezza che fa parte del suo patrimonio. “L’uscita del primo volume è un fatto irreversibile, poiché si tratta di un’impresa – le sue parole – che non riguarda la Comunità ebraica italiana ma tutta la cultura italiana nel suo insieme, e lo testimonia il fatto che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia voluto essere presente all’inaugurazione del libro”. Una partecipazione che non si verifica spesso e che per il professore costituisce un chiaro segno di riconoscimento per tutti. “Per chi ci ha lavorato, per la tradizione millenaria che rappresenta e per l’Italia intera”.
Finazzi Agrò ha quindi fatto notare come il Talmud, opera poco conosciuta, “apra a chi è estraneo alla cultura ebraica scenari incredibili di capacità interpretativa assente da moltissime culture, uno spirito aperto al dibattito in cui anche il più giovane è incoraggiato a dire la sua”. Uno stimolo a suo modo di vedere fondamentale per l’Italia, dove “il piacere della lettura è negli ultimi anni molto diminuito insieme alla capacità di interpretare un testo”. Poiché avere in mano un’opera in cui si vede che per secoli un testo è stato commentato e ampliato “porta il lettore a porsi delle domande”. Per questo, per Finazzi Agrò la parte più importante da comunicare al grande pubblico, non solo attraverso la diffusione dei volumi in ambito accademico ma anche presentandone i contenuti attraverso mezzi di diffusione a raggio più ampio come la televisione, è “la pedagogia che vi sta dietro, sottolineando come essa non risalga all’Illuminismo di cui l’Europa va fiera ma a un processo avvenuto molti secoli fa”. Nel corso della sua carriera, Finazzi Agrò ha quindi osservato di essersi trovato a confronto con moltissimi progetti di ricerca di varia natura, e che tuttavia in questo caso si tratta di “un progetto culturale di altissimo profilo, uno dei più importanti che mi sia trovato a realizzare”.
“Sono orgoglioso – afferma – perché grazie al software utilizzato questo unicum a livello mondiale potrà suscitare l’interesse di molti altri paesi e costituire un investimento del ministero che pone l’Italia all’avanguardia”. Inoltre, aggiunge, “la pubblicazione apre anche altri scenari interessanti, consentendo una migliore comprensione del mondo ebraico attraverso la quale passa anche la lotta all’antisemitismo”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

da Pagine Ebraiche, aprile 2016

(5 aprile 2016)