Il Talmud parla italiano
“La cultura, il nostro orizzonte”

piperno “Sono solo una persona che ha avuto l’intuizione giusta al momento giusto”. Clelia Piperno racconta con queste parole come è nata l’idea che ha portato alla realizzazione del progetto di traduzione del Talmud. “Del resto – dice – la scienza dimostra che le idee sono un’intuizione momentanea, mentre il loro sviluppo è ricerca costante e strutturata”.
Gli esordi del Progetto Talmud si intrecciano strettamente con la vicenda personale di Piperno – giurista con una lunga carriera nell’insegnamento del diritto costituzionale alle spalle – e, mentre li ripercorre in una conversazione intima e sincera, mostra tutta la tenacia e determinazione che la animano. Un “amore incondizionato” la lega al progetto, iniziato durante una convalescenza: in quell’occasione, ha avuto tempo e modo di navigare in internet a lungo e di riflettere sul fatto che “se il Signore ti dà una seconda opportunità, non la puoi sprecare”. Così è venuta a conoscenza della colossale opera che rav Adin Steinsaltz stava portando avanti: la traduzione del Talmud Babilonese in ebraico.
Clelia ha così iniziato a muoversi: a fine 2009 ha messo in contatto il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni con l’allora direttore generale del Cnr, Antonio Agostini, entrambi rimasti affascinati dal progetto. Ora, è tutto vero. “Anche se – ricorda la professoressa – nessuno pensava che una persona ‘normale’ come me potesse realizzare tutto questo”.
Grazie al suo carattere difficilmente arrendevole e anche alle sue precedenti esperienze di vita e lavorative – nel 2002 ha fatto parte dell’Unità della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha gestito i fondi per la ricostruzione dei Balcani – non ha perso entusiasmo. Così, anche rav Di Segni, che all’inizio di era mostrato “responsabilmente più cauto”, ha appoggiato il progetto con tutte le sue forze. Fino ad arrivare nel 2011 alla firma dell’intesa e al finanziamento di 5 milioni di euro.
La sua intuizione ha conquistato, fra gli altri, Alessio Gorla, Cinzia Caporale, Anna Nardini, Anselmo Calò, che hanno percepito immediatamente il valore della sfida culturale che si voleva lanciare, così come il presidente del Consiglio di allora, Silvio Berlusconi con il sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta, il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, il presidente del Cnr Luciano Maiani, il presidente UCEI Renzo Gattegna; grande entusiasmo è stato dimostrato anche da coloro che si sono succeduti alla guida del Cnr, a partire dall’attuale presidente Massimo Inguscio, o ancora dal ministro Giannini.
“La mia strategia è stata semplicemente quella di non partire dal presupposto che finanziare il progetto fosse qualcosa di dovuto, come una sorta di riparazione del vulnus consumato con le leggi del ‘38 ai danni della comunità ebraica italiana. Bisognava partire dal presupposto che fosse, al contrario, l’affermazione che la nostra cultura è la nostra identità e che l’ebraismo esiste in sé e, in quanto tale, prescinde da ogni forma di riconoscimento; ha in sé il suo valore”.
Per quanto riguarda invece il mondo ebraico, Piperno afferma di conoscerne la complessità e allo stesso tempo la difficoltà con cui affronta la necessità che ha di “disfarsi dei residui di una mentalità esclusiva e non inclusiva, le difficoltà di abbattere le porte del ghetto che spesso noi stessi costruiamo, attraverso un confronto complesso con un mondo esterno spesso ancora ostile”.
“Dobbiamo capire che non esiste solo il culto della memoria della Shoah – incalza Piperno – ma che abbiamo il dovere di trasmettere le nostre capacità culturali con l’insegnamento: tutto questo è il Talmud”. Un messaggio fondamentale per Piperno è anche il fatto di aver dimostrato, attraverso il team di decine di persone che ogni giorno lavora al progetto, “che di cultura si può mangiare”. La sua vera forza, spiega infatti, sono i figli, e quella generazione di giovani che crede nell’importanza dello studio e non teme la fatica della riflessione. E conclude: “Ciò a cui tengo di più è comunicare che come sono riuscita io in questa impresa, chiunque abbia un’idea può portarla al successo”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

da Pagine Ebraiche, aprile 2016

(5 aprile 2016)