
Elia Richetti,
rabbino
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Per
la purificazione di chi è stato colpito da “tzarà’ath” la Torah dice
che occorrono alcuni elementi, fra i quali un recipiente di terracotta
e “acqua viva”. I Maestri si sono domandati che significato abbiano
tali elementi.
Sappiamo che la “tzarà’ath” era un’affezione che colpiva chi commetteva
maldicenza, azione quanto mai vile. Anche la terracotta è il più vile
fra i materiali con cui si possono fare recipienti; quindi il
recipiente aveva lo scopo di ricordare lo scarso valore della persona
che si doveva purificare.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
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Si
sta avvicinando il quarantanovesimo anniversario della guerra del
giugno 1967, e già si comincia a meditare su che cosa potrà succedere
in vista del cinquantesimo. Per una coincidenza poetica, ora l'Egitto
ha deciso di cedere all'Arabia Saudita la sovranità sulle isole di
Tiran e Sanapir all'imbocco del Mar Rosso. Le due isolette disabitate
svolgono un importante ruolo strategico come postazione di controllo
della navigazione internazionale verso il Golfo di Aqaba che è anche il
Golfo di Eilat. Nel maggio del 1967 il presidente egiziano Nasser
proclamava la chiusura degli stretti di Tiran alla navigazione verso
Eilat e con questo atto unilaterale creava il casus belli da cui poche
settimane dopo sarebbe nata la fatale Guerra dei sei giorni.
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Mattarella su Schengen:
"No ai muri in Europa"
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Da
Torino, nel corso del forum italo-tedesco, il presidente della
Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un messaggio all’Europa:
“Abbiamo lavorato settant’anni per abbattere i muri, non lasciamo che
rinascano. Tornare indietro da Schengen sarebbe autolesionismo”.
Parole, riportate dal Corriere della Sera, che arrivano proprio nei
giorni in cui Vienna ha dato il via alla costruzione di una barriera
anti-immigrati sul Brennero, ripristinando di fatto una frontiera tra
Italia e Austria. Per Mattarella queste iniziative sono inefficaci,
serve invece “solidarietà tra Paesi europei” in modo che si lavori
insieme per verificare e ricollocare i migranti che hanno diritto
d’asilo e rimpatriare chi non ce l’ha. Intanto sul fronte
dell’accoglienza, il Viminale annuncia che il flusso degli arrivi dalla
Libia, in riferimento al primo trimestre, è aumentato del 55 per cento
rispetto allo stesso periodo nel 2015. Servono, avvisano le autorità,
15mila posti in più. “I vertici della Direzione immigrazione della
polizia ieri sono volati in Grecia – racconta il Corriere – per
pianificare un’azione comune in vista dei flussi di arrivi che
certamente aumenteranno in vista dell’estate”.
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il tavolo ucei per il sud italia
Meridione e Comunità ebraiche,
un cantiere aperto di iniziative
Progetto
Meridione è il nome con cui, nell’ambito dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane, si fa comunemente riferimento alle moltissime
attività volte a sostenere e valorizzare la rinascita delle Comunità
ebraiche del Sud Italia. E di questo si è parlato nella riunione
tenutasi a Roma, che ha portato al Centro Bibliografico i
rappresentanti di Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e della comunità
di San Nicandro per una intensa giornata di lavoro insieme a rav
Roberto Della Rocca e Gadi Piperno – coordinatore del progetto – e rav
Pierpaolo Pinhas Punturello per Shavei Italia, e con il direttore
dell’area Comunicazione e della redazione giornalistica dell’Unione
Guido Vitale. L’ebraismo nel Meridione, è una realtà viva e molto
vivace, che raccoglie singoli e gruppi dalle caratteristiche anche
molto differenti tra loro, unite però dall’obiettivo condiviso di
crescita e dalla fatica quotidiana dovuta all’esiguità numerica e alla
distanza geografica fra i vari nuclei, che rende complessa, oltre che
dispendiosa, l’organizzazione di attività comuni.
Dopo gli interventi dei singoli delegati delle diverse realtà, che
hanno aggiornato i presenti sugli sviluppi seguiti alla riunione del
gruppo di lavoro tenutasi lo scorso anno, nel pomeriggio si è parlato
di tre punti che necessitano una strategia comune e concordata con
l’Unione, ossia i servizi religiosi e cultuali, la partecipazione agli
eventi nazionali assieme all’organizzazione dei futuri appuntamenti del
Progetto Meridione e le relazioni istituzionali e comunicazione.
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Segnalibro - l'opera di Esther Kreitman Singer
I demoni di una scrittrice yiddish
“Un
grande senso della storia, degli eventi. E la capacità di ricostruirli
in poche, pochissime frasi”. Sono questi, per la traduttrice Marina
Morpurgo, gli elementi che più accomunano la scrittura di Esther
Kreitman Singer a quella del fratello minore, Israel Joshua. Molto meno
nota sia di lui e che dell’altro fratello, quell’Isaac Bashevis che nel
1978 ricevette il premio Nobel per la letteratura, Esther Kreitman
Singer non ha meno talento. L’uomo che vendeva diamanti, da oggi in
libreria per Bollati Boringhieri, si distanzia dai libri dei fratelli
innanzitutto per l’ambientazione: la vicenda – intitolata in yiddish
Brilyantn – si svolge nella Anversa dei commercianti e tagliatori di
diamanti, tutti parte della comunità ebraica, e a Londra.
Ada Treves
(nell’immagine i fratelli Singer ritratti insieme da Hazel Karr)
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Qui Roma – La mostra al Museo ebraico
Rav Toaff e Wojtyla, l'abbraccio
e la storia di un’amicizia sincera
È
stata certamente una svolta storica e un momento simbolico di grande
intensità, ma l’abbraccio del rabbino capo emerito di Roma Elio Toaff
con il papa Karol Wojtyla è prima di tutto un gesto che rappresenta una
sincera e lunga amicizia. Così lo definisce Lia Toaff, nipote del rav e
curatrice della mostra “1986-2016. Trentesimo anniversario dallo
storico abbraccio tra Papa Giovanni Paolo II e Rav Elio Toaff”,
inaugurata ieri al Museo ebraico di Roma, ricordando il grande Maestro
a un anno dalla sua scomparsa.
“Quell’abbraccio, come diceva mio nonno, portava il peso di anni di
storia, ma poi ci sono stati gli anni successivi, in cui tutto è
cambiato e il rapporto tra i due si è trasformato in un’amicizia, tanto
che Wojtyla lo ha poi inserito addirittura nel suo testamento, un segno
non da poco”, ha spiegato Toaff. Ed è proprio il sentimento e il legame
personale tra i due che rappresenta uno dei punti più importanti anche
per Poste Italiane, che ha collaborato con la Comunità ebraica della
Capitale alla realizzazione della mostra. “La nostra azienda oggi
rappresenta molte cose, ma è nata prima di tutto per legare le persone
– come avviene inviando una lettera, un dono, un biglietto – e
raccontare le loro emozioni”, ha spiegato la presidente Luisa Todini.
(Immagine dell'Associated Press) Leggi
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qui roma - la mostra al museo ebraico
Il rav e il papa, trent'anni dopo
Il
13 aprile 1986 papa Karol Wojtyla varcava la soglia del Tempio Maggiore
di Roma, accolto da rav Elio Toaff e da una comunità ebraica che,
emozionata, affollava la grande sinagoga capitolina. Una giornata
storica, che ha segnato il dialogo tra ebrei e Chiesa Cattolica, ideale
prosecuzione di quel profondo cambiamento nei rapporti tra le due fedi
impresso dal documento Nostra Aetate promulgato dal Concilio Vaticano
II nel 1965.
Quel giorno di trent'anni fa è ricordato in una mostra inaugurata ieri
pomeriggio al Museo ebraico di Roma, “1986-2016. Trent’anni dallo
storico abbraccio tra Papa Giovanni Paolo II e Rav Toaff”, interessante
percorso tra documenti, fotografie, filmati, lettere, prime pagine di
quotidiani e settimanali, dedicato allo storico momento e idealmente in
ricordo del Rav Toaff, scomparso il 19 aprile dello scorso anno.
“Ricordo bene quel giorno del 1986, aspettavamo in trepidante attesa,
quasi increduli, l'abbraccio, che infine avvenne, e che qui celebriamo.
Da lì in poi, sono stati trent'anni di dialogo, trent'anni di impegno”,
ha detto la Presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello,
introducendo l'iniziativa curata da Lia Toaff, realizzata con documenti
tratti dall'archivio della comunità e dalle carte private della
famiglia Toaff.
Marco Di Porto Leggi
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l'erba dei vicini - il programma di rai tre
Italia e Israele, oggi il confronto
va in onda in prima serata
“Se
siamo più bravi possiamo insegnare. Se sono più bravi, dovremo
imparare”. È il motto del programma in onda in prima serata su Rai Tre
L'erba dei vicini, ideato e condotto da Beppe Severgnini, che mette a
confronto l'Italia con i Paesi del mondo. E questa sera (ore 21.00) a
contendere lo scettro del “più bravo” sarà lo Stato di Israele. Tra i
protagonisti della serata, l'illustre demografo Sergio Della Pergola,
docente all’Università Ebraica di Gerusalemme, che discuterà con
Severgnini della questione israelo-palestinese. Nel corso del
programma, che metterà a confronto Israele e Italia sotto diversi punti
di vista, andranno poi in onda le interviste esclusive a Tzipi Livni,
già ministro degli Esteri e membro della Knesset e allo scrittore e
regista Etgar Keret. Il confronto si gioca, inoltre, sulla laicità. È
più facile la vita di un laico in Italia o in Israele? Ne parlano
l’attrice Lella Costa e il giornalista Gad Lerner, mentre un reportage
realizzato in Israele porta l'attenzione sulle coppie che per sposarsi
civilmente devono celebrare il matrimonio a Cipro, sullo “Shabbus”, il
solo autobus che viaggia il sabato e su un cimitero laico, realizzato
all’interno di un kibbutz.
Sul fronte dell’innovazione, i due Paesi offrono numerosi esempi di
start up. In Israele in primo piano gli allevamenti di cavallette da
usare per l’alimentazione, le stampanti tascabili e uno
zainetto-paracadute. Servizi curati dalla giornalista Rossella
Tercatin, cresciuta nella redazione del portale dell’ebraismo italiano
e di Pagine Ebraiche (realtà all’interno della quale ha svolto il
praticantato ed è diventata giornalista professionista) e curatrice
oggi di alcuni notiziari tematici. Leggi
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qui mantova
Ute Lemper, cantare la Memoria
Dopo
il grande successo avuto la scorsa settimana a New York, quando con il
concerto “Songs for Eternity” tenutosi al Center for Jewish History, ha
riempito la sala e ricevuto recensioni entusiastiche, Ute Lemper si
appresta a esibirsi in Italia, in un doppio appuntamento che si terrà a
Mantova. La cantante e attrice tedesca, accompagnata a New York da
Francesco Lotoro al pianoforte, dal clarinettista David Krakauer, dal
violino di Daniel Hoffman e dalla fisarmonica di Victor Villena, torna,
in una ulteriore occasione costruita e organizzata da Viviana Kasam
(nell'immagine a destra durante un'intervista) e Marilena Citelli
Francese, a proporre con lo stesso titolo il patrimonio musicale cui il
musicista e musicologo Lotoro ha dedicato la sua vita.
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Setirot
- Mentalità |
Milano.
Mi permetto di ricordare a chi plaude alle dichiarazioni anti moschea
della coalizione che appoggia il candidato sindaco Stefano Parisi che
quella stessa “mentalità” ha partorito un progetto di legge regionale
anti macellazione kasher e halal – legge per fortuna bocciata – e non
vede certo di buon occhio pratiche quali la circoncisione. Così, tanto
per dire.
Stefano Jesurum, giornalista
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Time Out - Non bastano i gesti |
Trent’anni
fa lo storico abbraccio tra Giovanni Paolo II e Rav Elio Toaff. Cosa
resta di quell’incontro? Di certo la portata benefica nei rapporti tra
cattolicesimo ed ebraismo, che seppur con difficoltà, sono riusciti a
migliorare le relazioni grazie alla forza di quel gesto. Eppure a
trent’anni di distanza, quell’atto di coraggio non può ridursi solo a
questo, perché in realtà la forza di quell’abbraccio è un segnale che
oggi può continuare ad essere d’insegnamento.
Daniel Funaro
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In ascolto - Norimberga e l'Oggi |
Sta
facendo il giro del mondo e in questo momento è a New York il
documentario “Nuremberg its lesson for today”, restaurato in occasione
del settantesimo anniversario del processo di Norimberga. Non si tratta
solo di un’operazione cinematografica ma di un progetto educativo più
ampio, di cui è ideatrice e produttrice Sandra Schulberg, figlia di
Stuart, autore e regista del film originale prodotto nel 1946 appena
dopo il termine del processo.
Maria Teresa Milano
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Il gioco pulito di Rivera |
Questo
libro è come il suo autore, genuino sino all’ingenuità e pretenzioso
fino allo snobismo. Rivera giocava così, passaggi naturali quanto
spiazzanti e spostamenti sul campo comprensibili solo ai migliori
tattici del “più bel gioco del mondo”. Così era il calcio quando c’era
lui, un calcio adolescente e ‘povero’, straordinario ed elegante, ma
forse sono i miei 62 anni a farmelo scrivere. E qui – invece di
esercitarmi con questo librone di 4 chili (l’ho pesato ) -, dovrei
raccontarvi dei miei 10 anni, all’Assassino di Milano, il ristorante
del Milan dove un giorno, al piccolo Valerio, il grande Rivera (ma
aveva vent’anni) disse “Ciao”.
Valerio Fiandra
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Strategie per Pesach |
Ci
siamo, il momento è arrivato. Prima del Biur Chametz che distrugge
l’ultimo presente in casa alla vigilia della festa, prima della Bedikat
Chametz la sera precedente, a lume di candela, in cui le probabilità
che almeno uno dei figli bruci i capelli all’altro sfiorano il 99%,
prima ancora delle pulizie, che già richiedono una buona dose di
meditazione preventiva.
Sara Valentina Di Palma
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