Haim Korsia, Gran rabbino di Francia
|
Scegliamo
di inscrivere il nuovo anno che si apre ora nel segno dell'unione e
della fratellanza. È nostro compito stringere quei legami che ci
uniscono come cittadini, incontrandoci l'uno con l'altro nel rispetto e
nella tolleranza. È compito vostro, nostro di cittadini, far sentire la
nostra voce e scegliere in coscienza, per condividere e non dividere.
Con l'augurio di poter essere un fratello l'uno per l'altro.
|
Anna
Foa,
storica
|
Avevo
da un pezzo questa sensazione ma ora ne sono convinta: il razzismo in
Italia è stato sdoganato. A forza di attaccare il politically correct e
le sue esagerazioni linguistiche si è finito per dare legittimità alle
peggiori dichiarazioni razziste. Nel nuovo giornale di Belpietro si
scriveva ieri: “La polizia spara ai neri perché commettono più reati”.
Abbiamo cominciato con i rom e i sinti, poi abbiamo continuato con gli
immigrati ora siamo arrivati ai neri, la prossima volta li chiameremo
“negri”. A quando noi ebrei? non illudiamoci, ci arriveranno.
|
|
Giordania, c'è chi uccide
per una vignetta sull'Isis
|
Segnali
inquietanti quelli che arrivano dalla Giordania: l’assassinio del
giornalista e scrittore Nahid Hattar, ucciso per aver pubblicato una
vignetta che ironizzava sull’Isis, è il termometro di una situazione
sempre più tesa nel paese. Ad uccidere Hattar davanti a tribunale di
Amman in cui era processato per vilipendio della religione proprio a
causa della vignetta, un ex imam radicale della Capitale, racconta La
Stampa. Il giornalista giordano, noto per essere ateo e per alcune
posizioni controverse (tra cui l’appoggio al dittatore siriano Assad),
aveva già passato due settimane in carcere a causa della condivisione
sui social della vignetta, si era scusato pubblicamente ma sapeva di
essere ancora un bersaglio per gli integralisti. Questi ultimi, scrive
il Corriere, si stanno rafforzando nel Paese: particolarmente forti
sono i Fratelli musulmani ma anche le spinte verso altre organizzazioni
jihadiste si fanno sentire in una Giordania, sottolinea il quotidiano,
in serie difficoltà sul fronte economico. In un Medio Oriente già
segnato dalla crisi siriana e dalla violenza dell’Isis, la stabilità
della Giordania, a due passi da Israele, è un fattore da non
sottovalutare.
Siria, Mosca accusata di crimini di guerra.
“L’azione della Russia in Siria è barbarie, non anti-terrorismo. Invece
di perseguire la pace in Siria, Mosca e Assad fanno la guerra, con 150
attacchi nelle ultime 72 ore”, è quanto afferma l’ambasciatrice Usa
all’Onu Samntha Power, denunciando le violenze russe in Siria. Si parla
infatti di oltre 200 civili uccisi dai bombardamenti di Mosca, utilizzo
di bombe al fosforo e barili incendiari. All’Onu, riporta il Corriere,
sono in molti ad accusare Putin e il suo alleato Assad di compiere
“crimini di guerra” e la flebile tregua sembra sempre più lontana, con
Aleppo in una situazione drammatica.
Nizza, arrestate due due presunte jihadiste.
Due ragazze provenienti dalla località francese di Nizza sono state
arrestate perché sospettate di voler compiere un attentato
terroristico. Le giovani, di età compresa tra 17 e 19, sono state
arrestate a metà settembre e si ritiene siano state in contatto tramite
il servizio di messaggistica criptato Telegram con Rachid Kassim,
jihadista 29enne noto per la sua propaganda a favore dell’Isis (Il
Messaggero).
|
|
Leggi
|
|
|
Qui firenze
Commissione Scuola, primi passi
Molti
i consiglieri Ucei accolti ieri nella sede della Comunità ebraica di
Firenze per la seconda giornata dedicata alle riunioni di apertura del
lavoro delle Commissioni, come previsto dal Consiglio dell’Unione delle
Comunità ebraiche Italiane. Dopo i lavori della Commissione Finanze e
Otto per mille e Supporto alle Comunità, nel pomeriggio si è tenuta la
prima riunione dell’affollata Commissione dedicata a Scuola, Giovani ed
Educazione, alla presenza di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione.
Presente anche il coordinatore generale delle commissioni UCEI Guido
Osimo, che è anche membro attivo della Commissione e ha lasciato
l’apertura e la gestione dei lavori all’Assessore Ucei di riferimento,
Livia Ottolenghi, che ha impostato la riunione molto pragmaticamente,
con una prima fase dedicata alla presentazione dei progetti portati
avanti dalla precedente Commissione e proponendo per il futuro di
suddividersi in tre distinti gruppi di lavoro, divisi per aree
tematiche, dedicati a Scuola, Educazione e Giovani, con ognuno un
proprio coordinatore.
Leggi
|
scomparso l'ex gran rabbino di francia
Rav Joseph Sitruk (1944-2016)
È
scomparso all’età di 71 anni rav Joseph Sitruk, per oltre vent’anni
gran rabbino di Francia. Nato a Tunisi il 16 ottobre del 1944, il rav
ha ricoperto l’incarico dal 1987 al 2008 lasciando una traccia molto
significativa. All’interno del mondo ebraico, ma anche in tutta la
società transalpina.
Rabbino capo di Strasburgo a 26 anni, rabbino capo di Marsiglia a 31,
rav Sitruk arrivò all’incarico più prestigioso poco più che
quarantenne. Un primo settennato, poi un secondo, quindi un terzo.
Profondo cordoglio anche nel rabbinato italiano, con cui il rav coltivò molti rapporti.
“Un uomo di grande sensibilità, che agì sempre con un forte senso di
responsabilità e attenzione alle tematiche del suo tempo. In
particolare verso i giovani che, pienamente ricambiato, amava e sapeva
coinvolgere” si commuove rav Giuseppe Laras, ex presidente
dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia. Sono molti i ricordi e molte le
memorie: incontri, conferenze, una fitta corrispondenza epistolare.
“Tutto l’ebraismo europeo è in lutto” sottolinea rav Laras.
“Un grande studioso, con un’apertura mentale e una umanità fuori dalla
norma” lo ricorda rav Elia Richetti, già presidente Ari, che ebbe un
ruolo attivo nell’Assemblea dei Rabbini d’Europa quando rav Sitruk ne
divenne presidente. “Era aperto alla conoscenza, in profondità. Anche
per quanto concerne temi non strettamente ebraici. L’ho sempre ammirato
molto – sottolinea – anche per il modo in cui ha saputo scherzare sulla
sua malattia. Pur scherzando, rav Sitruk sapeva comunque trasmettere un
messaggio a chi gli stava intorno. Mancherà davvero tanto, agli ebrei
di Francia ma non solo”.
Leggi
|
LA
NOtA DELL'assemblea rabbinica italiana
I
tribunali rabbinici riconosciuti
Il Consiglio dell'Assemblea dei rabbini
d'Italia ha emesso nelle scorse ore la seguente nota:
Il Consiglio dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia ribadisce che, in base
alle delibere precedentemente adottate, in Italia sono riconosciuti i
seguenti Battè din:
Bet Din Roma
Bet Din Milano
Bet Din Centro Nord Italia
Pertanto qualunque atto di altro Bet Din operante in Italia non è
riconosciuto.
Consiglio Ari
|
qui pisa Nissim, l'eroe ritrovato
È
un omaggio carico di significati quello in corso a Pisa, dove a
quarant’anni dalla morte le autorità cittadine, insieme alla Comunità
ebraica, hanno voluto ricordare il contributo straordinario che Giorgio
Nissim (1908-1976) seppe dare nell’ora buia delle persecuzioni
nazifasciste. Una commemorazione davanti a centinaia di studenti, lo
svelamento di una targa apposta sulla casa di famiglia in via Santa
Marta, un concerto di canti ebraici, yiddish e di Memoria in sinagoga
tenuto dal figlio Piero, noto artista.
“Eroe semplice della Resistenza al nazifascismo” il sottotitolo
dell’importante iniziativa tenutasi nella città toscana con la
partecipazione, tra gli altri, del sindaco Marco Filippeschi,
dell’assessore comunale Marilù Chiofalo, del presidente della Comunità
ebraica Maurizio Gabbrielli, del presidente dell’Anpi provinciale Bruno
Possenti e di Alfredo De Girolamo, autore della biografia Giorgio
Nissim. Una vita al servizio del bene (ed. Giuntina) che molta luce ha
riportato sulla figura dell’uomo che, dopo la cattura dei vertici
dell’associazione da parte dei nazisti, si ritrovò da un giorno
all’altro a capo della rete clandestina Delasem (in pagina uno
stralcio). Un compito durissimo, che svolse con senso del dovere ma
anche con la costante paura di fallire. Un eroe normale. Leggi
|
Oltremare
- Frontiera |
Quando
studiavo filosofia al liceo, con un professore che a tutt’oggi devo
ringraziare per la pazienza e limpidezza nelle spiegazioni, una lezione
fu dedicata al senso del confine e della frontiera. Si parlò di Europa
medievale, confini nomadi che camminavano in groppa ai cavalli bianchi
d’Arabia o a quelli tozzi e forti del Nord. Si parlò di America e di
cowboys, e del pensiero americano formato tutto su quel senso di
frontiera mobile, in mano a pochi cavalieri solitari e ai loro revolver
e speroni dentati.
Quella lezione mi è ritornata in mente ieri sera, mentre attraversavo
in bicicletta la mia città che un po’ sa di far west certi giorni, coi
refoli di vento pre-autunnale che arrotolano riccioli di sabbia e
foglie secche in angoli di strade bianche. E adesso poi abbiamo anche
noi una specie di frontiera rotolante, che cambia forma e punti di
rottura lungo la sua spina dorsale a qualche chilometro dal mare: è la
futura metropolitana, che come ogni bravo telavivese ho imparato a
guardare con sospetto, a non prendere in piena considerazione finché
non ci saranno stazioni, sottopassaggi e una mappa – per quanto, poco
più’ che rettilinea.
Daniela Fubini, Tel Aviv
Leggi
|
|
|