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24 novembre 2016 - 23 heshvan 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
A ben vedere, c’è da domandarsi perché Avraham ci tenesse tanto a non prendere per suo figlio una moglie cananea e volesse proprio una parente. Tutto sommato, anche i parenti di Avraham erano idolatri, non meno dei Cananei!
L’autore dell’Avnè Nézer risponde che una differenza c’era: i Cananei avevano un sistema di vita eticamente inaccettabile, al punto che varie volte nel TaNaKh si parla dell’“abominio” dei Cananei.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Triste spettacolo le colline di Israele in fiamme in questi giorni di siccità estrema, in Galilea, lungo la costa mediterranea, sulle pendici delle colline di Gerusalemme. I vigili del fuoco combattono le fiamme, gli aerei di appoggio bombardano liquido anti fiamme. Israele ha anche chiesto l'ausilio aereo da altri paesi. Ogni volta che questo accade ci si chiede se ci sia una mano dolosa, e quando questa viene anche identificata ci si interroga su quali possano essere gli interessi o le farneticanti speranze di costoro.
 
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Ministro iraniano a Roma
Fine embargo un success
"La circostanza è storica, perché la fine dell’embargo è un successo per noi e per il resto del mondo”. Così al Corriere della sera il ministro iraniano dell’industria Mohammad Reza Nematzadeh, in Italia per presentare il proprio paese alla Fiera di Roma. Dove, fino a sabato prossimo, duecento imprese di tutti i settori dialogheranno con possibili partner e i visitatori della Fiera. Alla domanda sul perché sia stato scelto il nostro paese per questa vetrina, il ministro risponde: “Perché i rapporti tra Italia e Iran sono antichi, millenari, come le loro culture. E poi perché l’Italia è stata presente in Iran nei momenti più difficili”.
Sostiene ancora il ministro, interrogato su diversi temi: “Noi abbiamo e vogliamo avere relazioni amichevoli con tutti i Paesi del mondo, tranne con quelli razzisti e che non rispettano le convenzioni internazionali”. In questa categoria viene naturalmente inserito Israele: “Finché non rispetterà il popolo palestinese – afferma il ministro – noi non avremo relazioni commerciali con Israele”.

Sul Fatto Quotidiano, Furio Colombo svolge una riflessione attorno ai temi sollevati dalla redazione di Pagine Ebraiche nel corso dell’ultima edizione del festival milanese Bookcity. In particolare sui veleni dell’odio in rete e della demenza digitale, cui è stato dedicato il primo incontro. “Durante le giornate di Bookcity – scrive Colombo – il giornale ‘Pagine Ebraiche’ ha citato, sull’argomento, un testo di Umberto Eco: ‘I social network danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività, e venivano subito messi a tacere. Ora invece hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli’. Commenta il giornale: ‘Il problema è che questa legione di imbecilli ingrossa sempre più le sue file e minaccia la convivenza nella società reale”. E fa notare che, fra il 2015 e il 2016 (luglio) gli attacchi antisemiti in Rete hanno raggiunto i 2,6 milioni”.
“Se a questi si aggiungono gli attacchi contro i neri, gli immigrati, i rom e tutta la parte di adesione spontanea e di dementi ‘mi piace’ a frasi come ‘i barconi vanno affondati subito’ – aggiunge Colombo – si scopre l’infittirsi di una vera e propria giungla d’odio che aumenta il pericolo (sia di scontro fisico, sia di guerra) e rende sempre più difficile la tolleranza, la convivenza, l’accoglienza”.

Giornata di vibrante protesta per le strade del centro per una parte degli oltre 12mila ambulanti romani, tra cui vari urtisti (storica categoria legata alla Comunità ebraica), sul piede di guerra a causa della prossima entrata in vigore della direttiva europea Bolkestein. “Chiediamo un incontro con il Prefetto affinché solleciti il governo. Al ministero per lo Sviluppo economico è stato aperto un tavolo con la categoria, ma ancora non sono arrivate risposte concrete: questa direttiva va fermata subito” dice a Repubblica una delle portavoce dei commercianti, Alessia Salmoni, già consigliera del municipio XII e candidata al Campidoglio alle scorse elezioni con Giachetti. Per Repubblica, quella di ieri è stata “una giornata da dimenticare sul fronte della viabilità”.
 
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  davar
evacuate 60mila persone solo a haifa
Israele, incendi in tutto il Paese
Si indaga sulla mano dolosa

Da almeno tre giorni Israele si trova a fronteggiare vasti incendi in tutto il Paese, favoriti da venti forti e una siccità prolungata. Decine di migliaia le persone a cui le autorità hanno ordinato l'evacuazione. 60mila solo a Haifa, città nel nord del Paese.
Secondo la polizia israeliana, dietro alcuni degli incendi vi sarebbe una responsabilità dolosa: i fuochi, in alcuni casi, sarebbero stati appiccati con moventi politici. “Molti dei casi non sono dolosi”, ha precisato il capo della polizia Roni Alsheich, secondo cui non si può parlare di un attacco organizzato. “È probabile che vi siano moventi nazionalisti dietro alcuni incendi – ha affermato – ma non creso che si tratti di qualcosa di organizzato”. Resta comunque l'emergenza: oltre all'area di Haifa, tra le zone più colpite quelle intorno a Gerusalemme e nel centro del Paese, vicino Modiin. Già ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto aiuto alla comunità internazionale e all' appello hanno risposto fino a ora Grecia, Croazia, Cipro, Italia e Turchia. L'appello è per l'invio di aerei per aiutare nello spegnimento delle fiamme. Nelle scorse ore, Netanyahu ha anche telefonato al presidente russo Vladimir Putin invocando soccorso per una situazione oramai critica. La Russia ha promesso di inviare subito due aerei antincendio.
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GRANDE INTERESSE PER IL PROGETTO ucei
La cucina italiana nel Mondo
K.it conquista anche Israele

Grande interesse ha suscitato in Israele la presentazione di Kosher Italian Guide, l’app realizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con Federalimentare, Unione delle comunità ebraiche italiane e Fiere di Parma per favorire la diffusione di informazioni e contenuti sull’alimentazione permessa dalla Halakhah, la Legge ebraica.
Occasione del lancio la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, approdata in queste ore anche a Tel Aviv con il sostegno dell’Ambasciata e dell’Ufficio ICE. La sfida della Kosher Italian Guide e del marchio K.it precedentemente ideato dall’UCEI è stata illustrata dall’assessore all’Unione Jacqueline Fellus, che all’Ansa ha ribadito l’importanza imprescindibile nel mercato italiano di uno strumento che faciliti il consumo di prodotti casher e li renda fruibili anche oltre i confini nazionali. Un servizio rivolto quindi a molti potenziali fruitori, e con benefici sia per i consumatori che per le aziende coinvolte.
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l'incontro a milano con georges bensoussan
Francia, tra nuovo antisemitismo
e falsificazione della Memoria

Un progetto di multiculturalismo fallito, il pregiudizio antiebraico troppo a lungo tollerato e la Memoria svuotata del suo significato. Ospite della Comunità ebraica di Milano, lo storico Georges Bensoussan traccia un quadro della situazione che deve fronteggiare oggi la Francia e in particolare la sua realtà ebraica. E l’affresco che ne viene fuori è carico di preoccupazione ma, avverte lo storico parigino di origine marocchina, bisogna affrontare il futuro “senza aver paura”. Davanti a una sala gremita, Bensoussan ha messo in luce alcune dei punti che hanno portato la Francia ad essere uno dei bersagli preferiti dal terrorismo islamista e il suo ebraismo ad essere tra i più minacciati d’Europa. Ad organizzare l’appuntamento, a cui sono intervenuti il direttore della redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale e il direttore dell’area Formazione e Cultura dell’Unione rav Roberto Della Rocca, l’Associazione Figli della Shoah – rappresentata da Daniela Dana Tedeschi – in collaborazione con Kesher.
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QUI ROMA - SANITà
Circoncisioni negli ospedali,
le religioni siglano l'accordo

Praticare la circoncisione rituale per maschi di religione ebraica e musulmana nell’ambito delle strutture sanitarie pubbliche, in regime di attività libero professionale e a un prezzo concordato e accessibile. Questa la sfida lanciata da un protocollo siglato negli scorsi giorni all’interno dell’Azienza Ospedaliera Universitaria Policlinico Umberto I di Roma, che sarà prossimamente presentato alla stampa.
Frutto della collaborazione tra il Policnico stesso, l’Associazione Medica Ebraica e il rabbinato (in particolare nella persona del rav Riccardo Di Segni), il progetto segna un importante punto di svolta nella tutela dei diritti delle minoranze e per una più fattiva collaborazione interreligiosa.
Tra i firmatari per la Comunità ebraica romana, il Presidente della Commissione Politiche Sociali dell’UCEI Guido Coen, il Consigliere dell’Unione Giacomo Moscati, la dottoressa Linda Coen.
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Qui Roma – Segnalibro
Quando il Ghetto insorse
Il racconto dei Testimoni

Dalla capacità di organizzarsi per far fronte alle varie necessità allo sforzo di condurre una vita il più possibile normale. L’importante saggio “La Resistenza del Ghetto di Varsavia” (ed. UniversItalia) di Elena Albertini, presentato ieri nella sede della Fondazione Museo della Shoah di Roma, ha portato all’attenzione del folto pubblico accorso i grandi temi della Resistenza al male per antonomasia del ventesimo secolo. Un confronto denso e stimolante, basato sulle testimonianze raccolte dalla Albertini dalla viva voce di Marek Edelman, Rotem Simha, Berg Mary, Gutman Israel.
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QUI FIRENZE - LA CERIMONIA
Dialogo e incontro tra diversi 
Premiato il rabbino capo

L'impegno per l'incontro e per il dialogo interreligioso sono valsi al rabbino capo di Firenze, Joseph Levi, il conferimento del Premio Galileo 2000. Il riconoscimento fiorentino, giunto alla 17esima edizione, è stato consegnato nelle mani del rav nel corso della tradizionale cerimonia di premiazione che si è svolta ieri sera al Teatro della Pergola. Insieme al rav, ad essere premiate altre figure, istituzioni e associazioni distintesi per il modo in cui hanno affrontato il tema delle migrazioni.
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jciak
Magicamente Hummus
Gli avvisi sono comparsi nei supermercati americani lo scorso fine settimana. Sabra, il produttore di humus più popolare degli Stati Uniti, ha ritirato la più recente produzione perché sospetta di essere contaminata. La notizia, che poteva restare confinata nell’ambito della grande distribuzione, è subito dilagata sui media con il sapore di una catastrofe. Niente di strano, perché anche nella patria degli hamburger il sapore speziato della salsa di ceci ha conquistato tutti anche se pochi sanno da dove viene. Le risposte arrivano, in allegria, da Hummus! the Movie di Oren Rosenfeld, in programma stasera al Pitigliani Kolno’a Festival a Roma, che ci mostra gli uomini e le donne per cui il hummus non è solo cibo ma un’idea capace di affratellare, nel nome del gusto, popoli altrimenti nemici.
“Tutti amano il hummus”. “È magico”. “È delizioso”. Gli intervistati non hanno dubbi. Il mix di ceci e spezie da cui scaturisce la meravigliosa salsa è unico e impareggiabile. Forte di questa certezza, il documentario ci conduce nell’universo del hummus in un tripudio di colori e pietanze.

Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - L'albero del ghetto
Sonino, Luzzatto, Jesurum, Valenzin, e i loro parenti, i mille e mille legami a volte a noi sconosciuti e di conseguenza quasi “magici”. Naturale la curiosità, la tentazione malinconica e orgogliosa insieme di andare a cercare una sorta di «micro genealogia collettiva» tra le pagine de L’albero del Ghetto di Edoardo Gesuà sive Salvadori (edizioni Giuntina), repertorio ragionato dello stato civile nella Comunità ebraica veneziana dall’Unità d’Italia alla Grande Guerra.

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Aretha Franklin
Ci sono voci benedette dal cielo. Si tratta di grande tesoro, ma non è detto che chi lo possiede sappia farne buon uso. D’altro canto ci sono artisti che con strumenti più modesti compiono percorsi musicali profondi e originali attraverso cui riescono a creare la propria personalità, assolutamente unica. Aretha Franklin ha entrambe le cose. Nasce nel 1942 a Memphis, il papà è un predicatore battista molto conosciuto, la mamma è una cantante gospel che lascia marito e figli ancora piccoli. Aretha dimostra fin da subito un talento davvero unico e inizia a cantare il gospel giovanissima. Negli anni 60 è ormai riconosciuta come la regina del soul, i suoi brani sono in cima alle classifiche e le case discografiche fanno a gara per averla nella propria scuderia. Nella sua lunga carriera vincerà 21 Grammy Award.

Maria Teresa Milano
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Time out - Progresso come scusa
II problema di alcuni ebrei è che hanno scambiato l’ebraismo per la sede di un partito progressista di sinistra. Applicano regole e valori che loro ritengono validi a categorie che invece rispondono a principi e metodi completamente differenti. Il più delle volte banalizzano temi complessi e in maniera sentimentalista vogliono convincerci delle loro idee. Elevare la qualità della discussione dovrebbe essere il primo obiettivo che dovremmo porci, stabilendo per esempio qualche principio fondamentale del discutere. Le religioni in generale e l’ebraismo nella sua specificità stabiliscono i limiti e lo spazio delle azioni umane. Si può discutere di quanto debbano essere estesi questi limiti, ma pensare che non esistano è banale e fuorviante. .

Daniel Funaro
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Pagine di Far West
“Scusi, è qui il West?” è la domanda che mi sono fatto mentre leggevo “Paradise Sky” di Joe R. Lansdale (Einaudi, traduzione Luca Briasco). Certo, le avventure di Nat Love sono ambientate negli Stati (quasi appena) Uniti dell’Ottocento, e da allora sono cambiate molte cose, ma non tutte: la discriminazione, per esempio, è un fattore che sta sempre di più giocando un ruolo di prima importanza anche nel nostro mondo, globalizzato più nei consumi che nei sentimenti. E la violenza, beh, non è quella che era quotidiana nel Far West dei cowboys e degli indiani, ma di gente che ne fa uso a parole – e talvolta non soltanto – è spesso piena la cronaca di oltreoceano, e anche di più vicino.

Valerio Fiandra
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Tra insicurezza e fiducia
Il romanziere e giornalista Paul Brulat – filoanarchico amico di Emile Zola e redattore del quotidiano “Les Droits de l’Homme”, quotidiano fondato per difendere la causa dell’ufficiale Alfred Dreyfus, ingiustamente accusato di alto tradimento in quello che fu il caso più famoso di antisemitismo nazionalista dell’età contemporanea – scrisse che “Il suffit d’un instant pour faire un héros, mais il faut une vie entière pour faire un homme de bien (Pensées, Eugène Figuière éd., 1919).
Non eroe da azioni fugaci e spettacolari ma uomo di bene nella quotidianità era certamente il nostro padre Avraham, di cui abbiamo appena letto nella parashat Vayerà che, ancora dolorante dopo il Brit Milà, non esitò a correre incontro ai tre uomini intravisti in lontananza mentre sedeva all’ingresso della sua tenda.


Sara Valentina Di Palma
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