Elia Richetti,
rabbino
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A
ben vedere, c’è da domandarsi perché Avraham ci tenesse tanto a non
prendere per suo figlio una moglie cananea e volesse proprio una
parente. Tutto sommato, anche i parenti di Avraham erano idolatri, non
meno dei Cananei!
L’autore dell’Avnè Nézer risponde che una differenza c’era: i Cananei
avevano un sistema di vita eticamente inaccettabile, al punto che varie
volte nel TaNaKh si parla dell’“abominio” dei Cananei.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Triste
spettacolo le colline di Israele in fiamme in questi giorni di siccità
estrema, in Galilea, lungo la costa mediterranea, sulle pendici delle
colline di Gerusalemme. I vigili del fuoco combattono le fiamme, gli
aerei di appoggio bombardano liquido anti fiamme. Israele ha anche
chiesto l'ausilio aereo da altri paesi. Ogni volta che questo accade ci
si chiede se ci sia una mano dolosa, e quando questa viene anche
identificata ci si interroga su quali possano essere gli interessi o le
farneticanti speranze di costoro.
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Ministro iraniano a Roma
Fine embargo un success
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"La
circostanza è storica, perché la fine dell’embargo è un successo per
noi e per il resto del mondo”. Così al Corriere della sera il ministro
iraniano dell’industria Mohammad Reza Nematzadeh, in Italia per
presentare il proprio paese alla Fiera di Roma. Dove, fino a sabato
prossimo, duecento imprese di tutti i settori dialogheranno con
possibili partner e i visitatori della Fiera. Alla domanda sul perché
sia stato scelto il nostro paese per questa vetrina, il ministro
risponde: “Perché i rapporti tra Italia e Iran sono antichi, millenari,
come le loro culture. E poi perché l’Italia è stata presente in Iran
nei momenti più difficili”.
Sostiene ancora il ministro, interrogato su diversi temi: “Noi abbiamo
e vogliamo avere relazioni amichevoli con tutti i Paesi del mondo,
tranne con quelli razzisti e che non rispettano le convenzioni
internazionali”. In questa categoria viene naturalmente inserito
Israele: “Finché non rispetterà il popolo palestinese – afferma il
ministro – noi non avremo relazioni commerciali con Israele”.
Sul Fatto Quotidiano, Furio Colombo svolge una riflessione attorno ai
temi sollevati dalla redazione di Pagine Ebraiche nel corso dell’ultima
edizione del festival milanese Bookcity. In particolare sui veleni
dell’odio in rete e della demenza digitale, cui è stato dedicato il
primo incontro. “Durante le giornate di Bookcity – scrive Colombo – il
giornale ‘Pagine Ebraiche’ ha citato, sull’argomento, un testo di
Umberto Eco: ‘I social network danno diritto di parola a legioni di
imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino,
senza danneggiare la collettività, e venivano subito messi a tacere.
Ora invece hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. È
l’invasione degli imbecilli’. Commenta il giornale: ‘Il problema è che
questa legione di imbecilli ingrossa sempre più le sue file e minaccia
la convivenza nella società reale”. E fa notare che, fra il 2015 e il
2016 (luglio) gli attacchi antisemiti in Rete hanno raggiunto i 2,6
milioni”.
“Se a questi si aggiungono gli attacchi contro i neri, gli immigrati, i
rom e tutta la parte di adesione spontanea e di dementi ‘mi piace’ a
frasi come ‘i barconi vanno affondati subito’ – aggiunge Colombo – si
scopre l’infittirsi di una vera e propria giungla d’odio che aumenta il
pericolo (sia di scontro fisico, sia di guerra) e rende sempre più
difficile la tolleranza, la convivenza, l’accoglienza”.
Giornata di vibrante protesta per le strade del centro per una parte
degli oltre 12mila ambulanti romani, tra cui vari urtisti (storica
categoria legata alla Comunità ebraica), sul piede di guerra a causa
della prossima entrata in vigore della direttiva europea Bolkestein.
“Chiediamo un incontro con il Prefetto affinché solleciti il governo.
Al ministero per lo Sviluppo economico è stato aperto un tavolo con la
categoria, ma ancora non sono arrivate risposte concrete: questa
direttiva va fermata subito” dice a Repubblica una delle portavoce dei
commercianti, Alessia Salmoni, già consigliera del municipio XII e
candidata al Campidoglio alle scorse elezioni con Giachetti. Per
Repubblica, quella di ieri è stata “una giornata da dimenticare sul
fronte della viabilità”.
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evacuate 60mila persone solo a haifa
Israele, incendi in tutto il Paese
Si indaga sulla mano dolosa
Da
almeno tre giorni Israele si trova a fronteggiare vasti incendi in
tutto il Paese, favoriti da venti forti e una siccità prolungata.
Decine di migliaia le persone a cui le autorità hanno ordinato
l'evacuazione. 60mila solo a Haifa, città nel nord del Paese.
Secondo la polizia israeliana, dietro alcuni degli incendi vi sarebbe
una responsabilità dolosa: i fuochi, in alcuni casi, sarebbero stati
appiccati con moventi politici. “Molti dei casi non sono dolosi”, ha
precisato il capo della polizia Roni Alsheich, secondo cui non si può
parlare di un attacco organizzato. “È probabile che vi siano moventi
nazionalisti dietro alcuni incendi – ha affermato – ma non creso che si
tratti di qualcosa di organizzato”. Resta comunque l'emergenza: oltre
all'area di Haifa, tra le zone più colpite quelle intorno a Gerusalemme
e nel centro del Paese, vicino Modiin. Già ieri il premier israeliano
Benjamin Netanyahu ha chiesto aiuto alla comunità internazionale e all'
appello hanno risposto fino a ora Grecia, Croazia, Cipro, Italia e
Turchia. L'appello è per l'invio di aerei per aiutare nello spegnimento
delle fiamme. Nelle scorse ore, Netanyahu ha anche telefonato al
presidente russo Vladimir Putin invocando soccorso per una situazione
oramai critica. La Russia ha promesso di inviare subito due aerei
antincendio.
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jciak
Magicamente Hummus
Gli
avvisi sono comparsi nei supermercati americani lo scorso fine
settimana. Sabra, il produttore di humus più popolare degli Stati
Uniti, ha ritirato la più recente produzione perché sospetta di essere
contaminata. La notizia, che poteva restare confinata nell’ambito della
grande distribuzione, è subito dilagata sui media con il sapore di una
catastrofe. Niente di strano, perché anche nella patria degli hamburger
il sapore speziato della salsa di ceci ha conquistato tutti anche se
pochi sanno da dove viene. Le risposte arrivano, in allegria, da
Hummus! the Movie di Oren Rosenfeld, in programma stasera al Pitigliani
Kolno’a Festival a Roma, che ci mostra gli uomini e le donne per cui il
hummus non è solo cibo ma un’idea capace di affratellare, nel nome del
gusto, popoli altrimenti nemici.
“Tutti amano il hummus”. “È magico”. “È delizioso”. Gli intervistati
non hanno dubbi. Il mix di ceci e spezie da cui scaturisce la
meravigliosa salsa è unico e impareggiabile. Forte di questa certezza,
il documentario ci conduce nell’universo del hummus in un tripudio di
colori e pietanze.
Daniela Gross
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Setirot - L'albero del ghetto |
Sonino,
Luzzatto, Jesurum, Valenzin, e i loro parenti, i mille e mille legami a
volte a noi sconosciuti e di conseguenza quasi “magici”. Naturale la
curiosità, la tentazione malinconica e orgogliosa insieme di andare a
cercare una sorta di «micro genealogia collettiva» tra le pagine de
L’albero del Ghetto di Edoardo Gesuà sive Salvadori (edizioni
Giuntina), repertorio ragionato dello stato civile nella Comunità
ebraica veneziana dall’Unità d’Italia alla Grande Guerra.
Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Aretha Franklin |
Ci
sono voci benedette dal cielo. Si tratta di grande tesoro, ma non è
detto che chi lo possiede sappia farne buon uso. D’altro canto ci sono
artisti che con strumenti più modesti compiono percorsi musicali
profondi e originali attraverso cui riescono a creare la propria
personalità, assolutamente unica. Aretha Franklin ha entrambe le cose.
Nasce nel 1942 a Memphis, il papà è un predicatore battista molto
conosciuto, la mamma è una cantante gospel che lascia marito e figli
ancora piccoli. Aretha dimostra fin da subito un talento davvero unico
e inizia a cantare il gospel giovanissima. Negli anni 60 è ormai
riconosciuta come la regina del soul, i suoi brani sono in cima alle
classifiche e le case discografiche fanno a gara per averla nella
propria scuderia. Nella sua lunga carriera vincerà 21 Grammy Award.
Maria Teresa Milano
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Time out - Progresso come scusa
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II
problema di alcuni ebrei è che hanno scambiato l’ebraismo per la sede
di un partito progressista di sinistra. Applicano regole e valori che
loro ritengono validi a categorie che invece rispondono a principi e
metodi completamente differenti. Il più delle volte banalizzano temi
complessi e in maniera sentimentalista vogliono convincerci delle loro
idee. Elevare la qualità della discussione dovrebbe essere il primo
obiettivo che dovremmo porci, stabilendo per esempio qualche principio
fondamentale del discutere. Le religioni in generale e l’ebraismo nella
sua specificità stabiliscono i limiti e lo spazio delle azioni umane.
Si può discutere di quanto debbano essere estesi questi limiti, ma
pensare che non esistano è banale e fuorviante. .
Daniel Funaro
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Pagine di Far West |
“Scusi,
è qui il West?” è la domanda che mi sono fatto mentre leggevo “Paradise
Sky” di Joe R. Lansdale (Einaudi, traduzione Luca Briasco). Certo, le
avventure di Nat Love sono ambientate negli Stati (quasi appena) Uniti
dell’Ottocento, e da allora sono cambiate molte cose, ma non tutte: la
discriminazione, per esempio, è un fattore che sta sempre di più
giocando un ruolo di prima importanza anche nel nostro mondo,
globalizzato più nei consumi che nei sentimenti. E la violenza, beh,
non è quella che era quotidiana nel Far West dei cowboys e degli
indiani, ma di gente che ne fa uso a parole – e talvolta non soltanto –
è spesso piena la cronaca di oltreoceano, e anche di più vicino.
Valerio Fiandra
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Tra insicurezza e fiducia
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Il
romanziere e giornalista Paul Brulat – filoanarchico amico di Emile
Zola e redattore del quotidiano “Les Droits de l’Homme”, quotidiano
fondato per difendere la causa dell’ufficiale Alfred Dreyfus,
ingiustamente accusato di alto tradimento in quello che fu il caso più
famoso di antisemitismo nazionalista dell’età contemporanea – scrisse
che “Il suffit d’un instant pour faire un héros, mais il faut une vie
entière pour faire un homme de bien (Pensées, Eugène Figuière éd.,
1919).
Non eroe da azioni fugaci e spettacolari ma uomo di bene nella
quotidianità era certamente il nostro padre Avraham, di cui abbiamo
appena letto nella parashat Vayerà che, ancora dolorante dopo il Brit
Milà, non esitò a correre incontro ai tre uomini intravisti in
lontananza mentre sedeva all’ingresso della sua tenda.
Sara Valentina Di Palma
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