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30 novembre 2016 - 29 Cheshvan 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Uno dei criteri seguiti dai Maestri d’Israele nell’interpretazione dei racconti della Torah è quello di considerarli come anticipazione di eventi che si sarebbero poi verificati nella storia del popolo ebraico “maasè avot siman labanim”.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Ma, nel mondo di oggi, vale ancora qualcosa la distinzione fra realtà e finzione? Da come vengono condotte le campagne elettorali sembrerebbero, ormai, concetti antichi e superati. In vista del referendum, i social network si sono riempiti di una propaganda a dir poco offensiva della più minima razionalità umana. Bufale, del tipo “Renzi guadagna 100 milioni al mese” (sic!), che non hanno nulla da invidiare ai 350 milioni a settimana che il Regno Unito consegnerebbe settimanalmente all’UE (copyright Farage) o alle sparate ormai storiche di Trump. Davvero pensiamo esista qualcuno che creda a scemenze del genere?
 
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La voce della Testimone
sulle elezioni in Austria
“Ampio spazio sui quotidiani italiani alla missione di Matteo Renzi in Iran. Il Primo ministro italiano ha incontrato a Teheran il presidente iraniano Rouhani e la Guida Suprema del paese, l'ayatollah Khamenei. In gioco, spiega Repubblica, una partita che vale 15 miliardi di euro di appalti: 36 gli accordi firmati tra Roma e Teheran con la Cassa Depositi e prestiti italiana che ha aperto una linea di credito da 4,8 miliardi di euro per avviare nuovi appalti in terra iraniana ma l'obiettivo primario è il petrolio (Repubblica). Secondo le cronache, l'incontro tra Renzi e Rouhani è durato un'ora e mezza e si è parlato di Afghanistan, Siria, Iraq, Libia e Yemen. Rouhani ha dichiarato che “l'Islam non ha niente a che fare con il terrorismo”. L'Iran sì, ha più volte ricordato Israele, visto che Teheran,tra gli altri, finanzia i gruppi terroristici di Hamas e di Hezbollah. “È sempre pericoloso investire su Paesi con un passato come l'Iran – scrive la Stampa - e con un presente di ostilità feroce nei confronti di uno Stato come Israele, amico dell'Italia (e di Renzi), ma il presidente del Consiglio ha deciso di puntare su Paesi (l'Iran, l'Argentina) in fase di 'rinascita'”.

Israeliani, Stretti tra Egitto e Arabia Saudita. Gerusalemme era informata e ha ricevuto rassicurazioni scritte da Riyad: nulla cambierà sul Mar Rosso dopo il passaggio di mano tra egiziani e sauditi rispetto al controllo delle isole di Tiran e Sanafir. Qui infatti sorgono gli Stretti di Tiran, uniche vie di accesso allo strategico porto israeliano di Eilat. Il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon, come ricorda Davide Frattini sul Corriere, ha rassicurato che la sovranità saudita non intaccherà i viaggi delle navi da e verso Eilat. Quello che preoccupa il Premier Netanyahu, scrive Frattini, è l'espansionismo sciita, “più di quei ponti che potrebbero essere costruiti tra gil isolotti e collegare l'Arabia Saudita all'Egitto attraverso il Mar Rosso”. Anzi, il giornalista afferma che “in questi mesi si è rafforzata l'alleanza segreta tra la monarchia sunnita e lo Stato ebraico” in chiave anti-Iran.

Le accuse dell'Onu. Secondo Robert Piper, inviato Onu per gli Affari umanitari nei Territori palestinesi, “il drammatico aumento delle demolizioni di case palestinesi in Cisgiordania” starebbe minando la possibilità di raggiungere la soluzione dei due Stati per due popoli tra israeliani e palestinesi. A riferire delle accuse a Israele di Piper, l'Osservatore Romano. Il quotidiano della Santa Sede riporta anche la posizione del governo israeliano secondo cui queste pratiche sono “l'unico metodo efficace per stroncare nuovi attacchi terroristici e nuove violenze” da parte dei palestinesi.
 
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  davar
israele ricorda la storia di 850mila rifugiati
L'esodo ebraico dai paesi arabi
Un giorno per non dimenticare

Le cronache odierne parlano di un attacco da parte di Israele contro Hezbollah, il movimento terroristico che in Siria combatte al fianco del regime di Assad. Secondo i media – con la conferma da parte siriana arrivata nelle scorse ore – l'aviazione israeliana ha colpito questa mattina, nei pressi di Damasco, un nascondiglio di armi destinate a Hezbollah. L'azione decisa da Gerusalemme – che però non conferma – arriva dopo le nuove tensioni nel nord dello Stato ebraico, con lo scontro avuto domenica con terroristi legati all'Isis sulle alture del Golan.
Oltre al tema sicurezza nel nord d'Israele, al centro dell'attenzione nel Paese vi è oggi la celebrazione del Giorno in ricordo dell'esodo ebraico dai paesi arabi e dall'Iran: un fuga obbligata di circa 850mila persone, iniziata negli anni Quaranta, che ha progressivamente portato alla sparizione (o quasi) di antichissime Comunità ebraiche dall'Iraq all'Algeria. O dalla Siria, come ricorda l'account twitter del ministero degli Esteri israeliano
: “negli anni Quaranta in Siria vivevano 30mila ebrei. Il governo siriano adottò poi leggi restrittive contro la minoranza ebraica” e la Comunità decise di lasciare le proprie case per un futuro migliore nel neonato Stato d'Israele, negli Stati Uniti, e una più piccola parte, si rifugiò in Europa. Situazioni simili vissero gli ebrei del Maghreb e di altri paesi arabi come racconta il dossier a cura di Daniel Reichel pubblicato sul numero di dicembre del giornale dell'ebraismo italiano, attualmente in distribuzione. Pagine in cui si parla dell'esodo forzato che oggi, 30 novembre, viene ufficialmente commemorato e di cui troppo poco si è parlato in passato.
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qui roma
Grandi rabbini del Novecento,
l'esempio dei Maestri milanesi 

Si è inaugurato, domenica 27 novembre 2016, presso il Centro Bibliografico “Tullia Zevi” dell’Ucei, il ciclo di conferenze sui Rabbini italiani del Novecento, a cura di Raffaella Di Castro e Gianfranco Di Segni, frutto della collaborazione tra il Centro Bibliografico, il Collegio Rabbinico Italiano e il Centro di Cultura Ebraica di Roma.
L’iniziativa si pone in continuità con il precedente ciclo di conferenze, tenutesi anch’esse presso il Centro Bibliografico nel 2011-2012, in memoria dei Rabbini che hanno ricoperto la cattedra di rabbino capo di Roma nella prima metà del Novecento, Vittorio Castiglioni, Angelo Sacerdoti e David Prato. Gli atti sono stati pubblicati in un volume della Rassegna Mensile di Israel (vol. LXXIX, n.1-3, Gennaio-Dicembre 2013), a cura di Gianfranco Di Segni e Laura Quercioli Mincer.
Questo primo incontro è stato dedicato alle figure di Alessandro Da Fano (1847-1935), Gustavo Bonaventura Castelbolognesi (1884-1947), ed Ermanno Friedenthal (1881-1970) i quali si son succeduti come Rabbini Capo di Milano, dopo aver ciascuno girato per molte altre città.
La conferenza si è aperta con i saluti di rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano e di rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma il quale ha auspicato che da queste conferenze possa nascere un’ulteriore pubblicazione.
Rav David Sciunnach ha ricordato la figura di rav Alessandro Da Fano, genero e allievo di rav David Maroni, rabbino a Milano dal 1892 al 1935, autore di diverse opere, “ma soprattutto Maestro instancabile”. Intrattenne rapporti cordiali e di stima reciproca con Monsignor Ratti, il futuro Papa Pio XI a cui diede persino lezioni di ebraico.
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qui torino - la mostra 
Ha Keillah e i disegni d'autore
Ha Keillah in mostra. Si è inaugurata ieri sera nei locali della Comunità Ebraica di Torino l’esposizione dedicata ai disegni di Stefano Levi Della Torre, collaboratore del periodico ebraico da cinque anni, per cui realizza per ogni numero un’opera iconografica di argomento biblico. Ad illustrare il percorso espositivo lo stesso autore, assieme ad Anna Segre, direttore responsabile di Ha Keillah, e David Terracini, curatore della parte iconografica del periodico.

Alice Fubini
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qui trieste
In difesa della Memoria
La Memoria della Shoah non può e non deve essere strumentalizzata. Lo hanno rivendicato con forza ieri le persone scese in piazza Unità d'Italia a Trieste per contestare la scelta di un gruppo di filopalestinesi di riunirsi presso la targa in memoria delle leggi razziste del 1938 per promuovere i propri slogan (la manifestazione, si legge nel volantino, era stata denominata “Diamo luce alla pace: giornata mondiale di solidarietà con il popolo palestinese”). Un chiaro tentativo, quello di questi ultimi, di fare un parallelismo vergognoso quanto impossibile tra le infami leggi del 1938 – che Mussolini annunciò proprio da piazza Unità il 18 settembre settantotto anni fa - e la situazione attuale dei palestinesi (ieri ricorreva l'anniversario del voto alle Nazioni Unite che sancì la ripartizione della Palestina mandataria in due Stati, decisione che portò alla nascita d'Israele.
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pilpul
Ticketless - Italiani all’estero
Puntualmente, ad ogni tornata elettorale, torna la questione degli italiani all’estero. Peccato però abbandonare il discorso alla burocrazia. Peccato limitarci a discutere i pasticci delle buste intestate dal Ministero, ad alimentare il sospetto dei brogli.
“L’Italia fuori d’Italia” è una categoria storiografica di antica tradizione, cui era stata dedicata pure una sezione della memorabile Storia d’Italia Einaudi di Roman-Vivanti. Di questa storia, come ovvio, il sionismo è un capitolo cruciale, ma non solo. Dal più esteso punto di vista ebraico le pagine sugli ebrei scritte dagli scrittori italiani all’estero sono spesso più interessanti e ricche di quelle scritte sugli ebrei da scrittori residenti nel Belpaese. Si pensi a quanto (e come!) hanno scritto Ungaretti e Pea sugli ebrei di Alessandria di Egitto, agli ebrei di Salonicco descritti da Alberto Savinio o a quelli di Casablanca con malignità degna di miglior causa raffigurati da Edmondo De Amicis
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Alberto Cavaglion
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Periscopio - La dignità dell'uomo
Può una sola persona, con la sola forza della sua autorità morale, riscattare, almeno in parte, il buon nome di un’istituzione che si sia ricoperta di vergogna e disonore? È questa la domanda che mi è venuto spontaneo di porgermi quando, gli scorsi 24 e 25 novembre, ho avuto l’onore di partecipare a un convegno internazionale di grande interesse e prestigio, quale il simposio sul tema “Le scienze della vita al vaglio della bioetica e della medicina legale”, svoltosi presso il Dipartimento di medicina molecolare e biotecnologie mediche dell’Università “Federico II” di Napoli.

Francesco Lucrezi, storico
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Salmi e campi di patate
Durante la Seconda Guerra Mondiale la musica religiosa conobbe in cattività una incredibile impennata creativa e prolificità; tralasciando la produzione sacra nei Campi di prigionia militare – dove non sussistevano particolari restrizioni in merito – nei Campi di concentramento e internamento civile i musicisti diedero alta espressione musicale al sentimento religioso.
Numerosi musicisti ebrei nei Lager stesero in partitura opere destinate alla Tefillà o a momenti topici del calendario religioso ebraico, in un periodo storico nel quale la lingua ebraica non era lingua corrente come lo divenne all’indomani della nascita dello Stato d’Israele
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Francesco Lotoro
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