Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Uno
dei criteri seguiti dai Maestri d’Israele nell’interpretazione dei
racconti della Torah è quello di considerarli come anticipazione di
eventi che si sarebbero poi verificati nella storia del popolo ebraico
“maasè avot siman labanim”.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Ma,
nel mondo di oggi, vale ancora qualcosa la distinzione fra realtà e
finzione? Da come vengono condotte le campagne elettorali
sembrerebbero, ormai, concetti antichi e superati. In vista del
referendum, i social network si sono riempiti di una propaganda a dir
poco offensiva della più minima razionalità umana. Bufale, del tipo
“Renzi guadagna 100 milioni al mese” (sic!), che non hanno nulla da
invidiare ai 350 milioni a settimana che il Regno Unito consegnerebbe
settimanalmente all’UE (copyright Farage) o alle sparate ormai storiche
di Trump. Davvero pensiamo esista qualcuno che creda a scemenze del
genere?
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La voce della Testimone
sulle elezioni in Austria
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“Ampio
spazio sui quotidiani italiani alla missione di Matteo Renzi in Iran.
Il Primo ministro italiano ha incontrato a Teheran il presidente
iraniano Rouhani e la Guida Suprema del paese, l'ayatollah Khamenei. In
gioco, spiega Repubblica, una partita che vale 15 miliardi di euro di
appalti: 36 gli accordi firmati tra Roma e Teheran con la Cassa
Depositi e prestiti italiana che ha aperto una linea di credito da 4,8
miliardi di euro per avviare nuovi appalti in terra iraniana ma
l'obiettivo primario è il petrolio (Repubblica). Secondo le cronache,
l'incontro tra Renzi e Rouhani è durato un'ora e mezza e si è parlato
di Afghanistan, Siria, Iraq, Libia e Yemen. Rouhani ha dichiarato che
“l'Islam non ha niente a che fare con il terrorismo”. L'Iran sì, ha più
volte ricordato Israele, visto che Teheran,tra gli altri, finanzia i
gruppi terroristici di Hamas e di Hezbollah. “È sempre pericoloso
investire su Paesi con un passato come l'Iran – scrive la Stampa - e
con un presente di ostilità feroce nei confronti di uno Stato come
Israele, amico dell'Italia (e di Renzi), ma il presidente del Consiglio
ha deciso di puntare su Paesi (l'Iran, l'Argentina) in fase di
'rinascita'”.
Israeliani, Stretti tra Egitto e Arabia Saudita. Gerusalemme era
informata e ha ricevuto rassicurazioni scritte da Riyad: nulla cambierà
sul Mar Rosso dopo il passaggio di mano tra egiziani e sauditi rispetto
al controllo delle isole di Tiran e Sanafir. Qui infatti sorgono gli
Stretti di Tiran, uniche vie di accesso allo strategico porto
israeliano di Eilat. Il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon,
come ricorda Davide Frattini sul Corriere, ha rassicurato che la
sovranità saudita non intaccherà i viaggi delle navi da e verso Eilat.
Quello che preoccupa il Premier Netanyahu, scrive Frattini, è
l'espansionismo sciita, “più di quei ponti che potrebbero essere
costruiti tra gil isolotti e collegare l'Arabia Saudita all'Egitto
attraverso il Mar Rosso”. Anzi, il giornalista afferma che “in questi
mesi si è rafforzata l'alleanza segreta tra la monarchia sunnita e lo
Stato ebraico” in chiave anti-Iran.
Le accuse dell'Onu. Secondo Robert Piper, inviato Onu per gli Affari
umanitari nei Territori palestinesi, “il drammatico aumento delle
demolizioni di case palestinesi in Cisgiordania” starebbe minando la
possibilità di raggiungere la soluzione dei due Stati per due popoli
tra israeliani e palestinesi. A riferire delle accuse a Israele di
Piper, l'Osservatore Romano. Il quotidiano della Santa Sede riporta
anche la posizione del governo israeliano secondo cui queste pratiche
sono “l'unico metodo efficace per stroncare nuovi attacchi terroristici
e nuove violenze” da parte dei palestinesi.
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israele ricorda la storia di 850mila rifugiati
L'esodo ebraico dai paesi arabi
Un giorno per non dimenticare
Le
cronache odierne parlano di un attacco da parte di Israele contro
Hezbollah, il movimento terroristico che in Siria combatte al fianco
del regime di Assad. Secondo i media – con la conferma da parte siriana
arrivata nelle scorse ore – l'aviazione israeliana ha colpito questa
mattina, nei pressi di Damasco, un nascondiglio di armi destinate a
Hezbollah. L'azione decisa da Gerusalemme – che però non conferma –
arriva dopo le nuove tensioni nel nord dello Stato ebraico, con lo
scontro avuto domenica con terroristi legati all'Isis sulle alture del
Golan.
Oltre
al tema sicurezza nel nord d'Israele, al centro dell'attenzione nel
Paese vi è oggi la celebrazione del Giorno in ricordo dell'esodo
ebraico dai paesi arabi e dall'Iran: un fuga obbligata di circa 850mila
persone, iniziata negli anni Quaranta, che ha progressivamente portato
alla sparizione (o quasi) di antichissime Comunità ebraiche dall'Iraq
all'Algeria. O dalla Siria, come ricorda l'account twitter del
ministero degli Esteri israeliano:
“negli anni Quaranta in Siria vivevano 30mila ebrei. Il governo siriano
adottò poi leggi restrittive contro la minoranza ebraica” e la Comunità
decise di lasciare le proprie case per un futuro migliore nel neonato
Stato d'Israele, negli Stati Uniti, e una più piccola parte, si rifugiò
in Europa. Situazioni simili vissero gli ebrei del Maghreb e di altri
paesi arabi come racconta il dossier a cura
di Daniel Reichel pubblicato sul numero di dicembre del giornale
dell'ebraismo italiano, attualmente in distribuzione. Pagine in cui si
parla dell'esodo forzato che oggi, 30 novembre, viene ufficialmente
commemorato e di cui troppo poco si è parlato in passato. Leggi
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qui roma
Grandi rabbini del Novecento,
l'esempio dei Maestri milanesi
Si
è inaugurato, domenica 27 novembre 2016, presso il Centro Bibliografico
“Tullia Zevi” dell’Ucei, il ciclo di conferenze sui Rabbini italiani
del Novecento, a cura di Raffaella Di Castro e Gianfranco Di Segni,
frutto della collaborazione tra il Centro Bibliografico, il Collegio
Rabbinico Italiano e il Centro di Cultura Ebraica di Roma.
L’iniziativa si pone in continuità con il precedente ciclo di
conferenze, tenutesi anch’esse presso il Centro Bibliografico nel
2011-2012, in memoria dei Rabbini che hanno ricoperto la cattedra di
rabbino capo di Roma nella prima metà del Novecento, Vittorio
Castiglioni, Angelo Sacerdoti e David Prato. Gli atti sono stati
pubblicati in un volume della Rassegna Mensile di Israel (vol. LXXIX,
n.1-3, Gennaio-Dicembre 2013), a cura di Gianfranco Di Segni e Laura
Quercioli Mincer.
Questo primo incontro è stato dedicato alle figure di Alessandro Da
Fano (1847-1935), Gustavo Bonaventura Castelbolognesi (1884-1947), ed
Ermanno Friedenthal (1881-1970) i quali si son succeduti come Rabbini
Capo di Milano, dopo aver ciascuno girato per molte altre città.
La conferenza si è aperta con i saluti di rav Alfonso Arbib, rabbino
capo di Milano e di rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma il
quale ha auspicato che da queste conferenze possa nascere un’ulteriore
pubblicazione.
Rav David Sciunnach ha ricordato la figura di rav Alessandro Da Fano,
genero e allievo di rav David Maroni, rabbino a Milano dal 1892 al
1935, autore di diverse opere, “ma soprattutto Maestro instancabile”.
Intrattenne rapporti cordiali e di stima reciproca con Monsignor Ratti,
il futuro Papa Pio XI a cui diede persino lezioni di ebraico. Leggi
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Ticketless
- Italiani all’estero |
Puntualmente,
ad ogni tornata elettorale, torna la questione degli italiani
all’estero. Peccato però abbandonare il discorso alla burocrazia.
Peccato limitarci a discutere i pasticci delle buste intestate dal
Ministero, ad alimentare il sospetto dei brogli.
“L’Italia fuori d’Italia” è una categoria storiografica di antica
tradizione, cui era stata dedicata pure una sezione della memorabile
Storia d’Italia Einaudi di Roman-Vivanti. Di questa storia, come ovvio,
il sionismo è un capitolo cruciale, ma non solo. Dal più esteso punto
di vista ebraico le pagine sugli ebrei scritte dagli scrittori italiani
all’estero sono spesso più interessanti e ricche di quelle scritte
sugli ebrei da scrittori residenti nel Belpaese. Si pensi a quanto (e
come!) hanno scritto Ungaretti e Pea sugli ebrei di Alessandria di
Egitto, agli ebrei di Salonicco descritti da Alberto Savinio o a quelli
di Casablanca con malignità degna di miglior causa raffigurati da
Edmondo De Amicis.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - La dignità dell'uomo
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Può
una sola persona, con la sola forza della sua autorità morale,
riscattare, almeno in parte, il buon nome di un’istituzione che si sia
ricoperta di vergogna e disonore? È questa la domanda che mi è venuto
spontaneo di porgermi quando, gli scorsi 24 e 25 novembre, ho avuto
l’onore di partecipare a un convegno internazionale di grande interesse
e prestigio, quale il simposio sul tema “Le scienze della vita al
vaglio della bioetica e della medicina legale”, svoltosi presso il
Dipartimento di medicina molecolare e biotecnologie mediche
dell’Università “Federico II” di Napoli.
Francesco Lucrezi, storico
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Salmi e campi di patate
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Durante
la Seconda Guerra Mondiale la musica religiosa conobbe in cattività una
incredibile impennata creativa e prolificità; tralasciando la
produzione sacra nei Campi di prigionia militare – dove non
sussistevano particolari restrizioni in merito – nei Campi di
concentramento e internamento civile i musicisti diedero alta
espressione musicale al sentimento religioso.
Numerosi musicisti ebrei nei Lager stesero in partitura opere destinate
alla Tefillà o a momenti topici del calendario religioso ebraico, in un
periodo storico nel quale la lingua ebraica non era lingua corrente
come lo divenne all’indomani della nascita dello Stato d’Israele.
Francesco Lotoro
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