Giuseppe Momigliano,
rabbino
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La
scorsa settimana è stata apposta in una strada del centro di Genova –
via Carlo Barabino al numero 26 – una Pietra d’inciampo in ricordo di
Ercole Deangelis , nel luogo in cui venne catturato da militari
fascisti, il 2 ottobre 1944. Ercole Deangelis era nato a Casale
Monferrato il 16 febbraio del 1882; a seguito dell’arresto venne
deportato a Flossenburg, morì in luogo ignoto il 18 aprile del 1945.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Mi
ha stupito la scarsa copertura mediatica della notizia di un governo di
unità nazionale fra le varie anime palestinesi, sostenuto dall’azione
diplomatica della Russia. Tantissimi i passi da fare ancora, ma la
pressione che sta subendo Hamas nella Striscia di Gaza è davvero
notevole e non lascia molte alternative. Così come l’estenuante
immobilismo di Abu Mazen non potrà reggere per sempre. Si apre, forse,
qualche spiraglio per una ripresa delle trattative con Israele?
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Milano, la reazione
allo sfregio della pietra
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“Saremo
i custodi delle pietre d’inciampo”. Il comitato Abruzzi Piccinni, noto
a Milano per la sua lotta contro i graffiti, adotta il sampietrino in
via Plinio 20 posto in memoria di Dante Coen e sfregiato nelle scorse
ore da ignoti. Ieri in poche ore, riporta il Corriere Milano, si sono
registrate anche molte adesioni all’iniziativa partita dal Municipio 3:
sabato pomeriggio una catena umana da via Plinio arriverà al Memoriale
della Shoah.
“Qual è oggi la presenza della Shoah sulla scena europea? Quali
caratteristiche assume l’odio verso gli ebrei e secondo quali modalità
si trasforma in gesti di morte?”
Sono le domande da cui parte Ernesto Galli Della Loggia per sviluppare
un’ampia riflessione, pubblicata dalla Rivista di Politica e oggi
proposta anche dal Corriere. Riflessione che costituisce un ampliamento
di alcuni temi che lo stesso editorialista aveva sollevato in occasione
di un convegno organizzato lo scorso anno per il Giorno della Memoria
dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri.
Uno studio realizzato dall’Institute for Jewish policy research di
Londra mette in luce la crescita dell’emigrazione ebraica dall’Italia
verso Israele. In particolare per ragioni di opportunità economiche. A
parlarne in breve è Avvenire, che scrive: “Se la tendenza fosse
confermata, tra il 2016 e il 2021 l’Italia perderebbe il 7 per cento
della popolazione di origine ebraica”.
Analizzando le ultime parole di Trump e Netanyahu, Repubblica parla di
“rivoluzione” nei rapporti tra Usa e Israele. Di ieri l’annuncio del
governo israeliano della costruzione di 2500 nuovi alloggi negli
insediamenti. Secondo Repubblica, “è già significativo che all’annuncio
dato da Netanyahu non sia seguita alcuna presa di posizione della Casa
Bianca”. E questo basterebbe, si legge ancora, “per spingere l’estrema
destra israeliana a parlare dell’ascesa di Donald Trump come l’inizio
di una nuova era”.
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il convegno ucei del 26 gennaio a roma
Memoria, legge e legalità,
le armi della democrazia
“Legge
e legalità – le armi della democrazia. Dalla memoria della Shoah ad una
integrazione dei diritti dell’uomo nell’Unione Europea”.
Questo il tema che sarà affrontato nel corso del convegno in programma
domani mattina a partire dalle 10 presso l’Istituto della Enciclopedia
Italiana, organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel
quadro delle iniziative per il Giorno della Memoria promosse dal
Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah
della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ad aprire il convegno gli interventi del direttore dell'Istituto
Massimo Bray e della presidente UCEI Noemi Di Segni, cui faranno
seguite la parole dell'ospite d'onore: Shaul Ladany, già testimonial
della Run Fur Mem (nell'immagine a destra in un momento prima della
corsa). A seguire, moderati dal giornalista parlamentare Giorgio
Giovannetti, interverranno il consigliere parlamentare Valerio Di
Porto, la vicepresidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, la
docente di diritto pubblico comparato Carmela Decaro, la professoressa
di diritti costituzionale Luisa Azzena, il pensatore e studioso Haim
Baharier.
Voci molto qualificate, per inquadrare da diverse prospettive un tema di stringente attualità.
L’iniziativa si concluderà con un appello ai capi di Stato in vista
della cerimonia per la celebrazione del 60esimo anniversario dalla
firma dei Trattati di Roma che si terrà il prossimo 25 marzo nella
Capitale. L’appello sarà consegnato nelle mani del sottosegretario agli
Affari Europei Sandro Gozi. Leggi
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Il convegno dell’EJC a Bruxelles
Sicurezza, voci dalle Comunità
Antisemitismo
e terrorismo. Questi i temi di cui si è discusso a Bruxelles in
occasione di una conferenza internazionale promossa dallo European
Jewish Congress alla presenza di numerosi leader e rappresentanti
ebraici d’Europa. A rappresentare l’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane il Consigliere Giacomo Moscati (per l’Italia anche uno dei due
presidenti della Comunità ebraica di Milano, Milo Hasbani, e Daniel
Citone del board del Benè Berith Europa).
Ad aprire la conferenza, con alcune riflessioni, il presidente dell’EJC
Moshe Kantor e il vicepresidente esecutivo Raya Kalenova.
Durante la prima sessione presentata da Ariel Muzicant, attuale
vicepresidente del Congresso, si sono prospettati i problemi della
sicurezza di un milione e mezzo di ebrei in Europa. Muzicant ha
mostrato in particolare le criticità per ciò che concerne la sicurezza
di alcune Comunità e soprattutto i programmi e le soluzioni da adottare
in caso di crisi.
La sessione successiva, presentata dal vicepresidente Richard Verber, è
stata dedicata alla Brexit, al suo impatto sugli ebrei in Gran Bretagna
e in Europa. Leggi
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qui bologna
Il racconto del Testimone:
"Ecco come mi sono salvato"
Nell’ambito
delle iniziative per il Giorno della Memoria, la Comunità ebraica di
Bologna è riuscita a coinvolgere questa mattina oltre 800 studenti dei
licei Galvani, Minghetti, Fermi, Righi, Copernico, Sabin, Laura Bassi e
Arcangeli che, nell’aula magna Santa Lucia, hanno ascoltato la
testimonianza del sopravvissuto ferrarese alla Shoah Franco Schönheit.
Un’iniziativa organizzata dalla vicepresidente della Comunità ebraica,
Deborah Romano Menasci, e che ha visto sul palco il presidente Daniele
De Paz, il rabbino capo Alberto Sermoneta, il sindaco Virginio Merola e
il prorettore per la ricerca Antonio Rotolo.
“Siamo stati deportati nei campi in tre, mio padre, mia madre e io, e
in tre siamo tornati: forse l’unica famiglia al mondo ad avere avuto
questa fortuna” ha ricordato Schönheit nella sua emozionante
testimonianza ai ragazzi. Leggi
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Ticketless
- Frottole e Memoria
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Il
Ticketless di mercoledì scorso ha suscitato reazioni numerose e
inaspettate. La metafora della Nottola è piaciuta. Insegnanti, che
difendono la Legge dai detrattori, hanno apprezzato e mi hanno
descritto nelle loro mail il volo delle Nottole nelle aule di Modena,
di Reggio Emilia, di Verona, di Orbassano, di Riva del Garda, quasi
fossero ritornate le lucciole di pasoliniana memoria. Questi docenti
rispettano la Legge dello Stato che istituisce il Giorno della Memoria,
senza troppi rumori, senza organizzare mostre o faraonici viaggi,
contenti di fronte alla “speranza” che il 27 gennaio possa essere
salvato dalla perfidia della celebrazione retorica. Una cara amica mi
ha ricordato che chi volesse vedere la Nottola della Sapienza dovrà
semplicemente cercare un Euro coniato dalla tanto criticata Grecia.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Oltre la ritualità
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Come
ogni anno, la ricorrenza del Giorno della Memoria impone non soltanto
di rapportarci con la tremenda realtà di ciò che è stato (con i
connessi doveri di rendere testimonianza alle vittime, di tenere fermo
il giudizio morale sui colpevoli, di onorare coloro che lottarono
contro la tirannia, di elaborare, custodire e trasmettere un
insegnamento per le future generazioni), ma anche con la diversa,
problematica realtà dei nostri giorni (che solleva molteplici domande
sulla stessa funzione della Memoria, sulla sua utilità, i suoi aspetti
controversi, i sempre incombenti rischi di banalizzazione,
ritualizzazione, svuotamento e inquinamento di significato). E, come
già da molto tempo, la triste situazione del presente induce, ancora
una volta, a chiedersi in che misura sia possibile, giusto, ammissibile
collegare o tenere distinte le vittime di ieri da quelle - effettive o
potenziali - di oggi, o di domani.
Francesco Lucrezi, storico
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Bolero |
La
Death Railway è stato il più grande Campo di concentramento e prigionia
di guerra (tecnicamente, il più vasto Campo di lavoro coatto) della
Seconda Guerra Mondiale e probabilmente dell’intera Storia della
Guerra.
L’obiettivo dell’esercito giapponese era costruire una linea
ferroviaria che, partendo dalla periferia di Bangkok e attraversando
giungla, montagne e ponti ferroviari di Thailandia e Birmania sfociasse
nell’India coloniale britannica.
I Campi sorti lungo la Death Railway non avevano un profilo autonomo ma
erano funzionali alla costruzione di una linea ferrata che avrebbe come
un trapano forato il diaframma geografico che ancora mancava all’impero
giapponese per dilagare nel continente asiatico.
Francesco Lotoro
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