Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Con un amico giornalista ci siamo ritrovati
a parlare di ebraismo e compromesso, sotto lo sguardo di un comune
amico e maestro.
Durante i nostri interventi ci siamo ritrovati ad affermare, dopo gli
anni di definizioni giovanili che ci vedevano sottolineare il nostro
essere rispettivamente “ebreo laico” ed “ebreo religioso” che, alla
soglia dei quarant’anni, ci sentiamo: “Ebreiebasta”.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Definiamo innanzitutto cosa intendiamo per
cultura. In termini generali, per lo più condivisibili, possiamo dar
credito alla voce del Dizionario Treccani per cui cultura è fra l’altro
“l’insieme dei valori, simboli, concezioni, credenze, modelli di
comportamento, e anche delle attività materiali, che caratterizzano il
modo di vita di un gruppo sociale”. In ebraico la si definisce Tarbùt.
E’ opinione comune che la cultura sia un elemento fondamentale del
vivere umano, sia come singoli sia a livello di società. E’ inoltre
noto che nei momenti di crisi il genere umano si rifugia proprio nella
cultura. Non è un caso se nel ghetto di Varsavia i teatri e le sale
musicali e di studio erano sempre affollati.
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Il Giorno della Memoria
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Testimonianze, storie, incontri. I
quotidiani di oggi ricordano con ampi servizi il Giorno della Memoria.
Alle 10.55, al Quirinale si terranno le celebrazioni ufficiali per il
27 gennaio alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella. L’appuntamento, che vedrà intervenire anche la presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, sarà
trasmesso in diretta su Rai1. A Milano, invece, dopo il conferimento
dell’Ambrogino d’Oro al sopravvissuto Venanzio Gibillini e le odierne
celebrazioni – con la testimonianza di Liliana Segre al Teatro
Arcimboldi mentre a Palazzo Reale a parlare saranno proprio Gibillini e
Franco Schoenheit, importante voce della Memoria, oggi intervistato da
Repubblica Milano -, il sindaco Giuseppe Sala ha annunciato che
parteciperà alla catena umana a difesa delle Pietre d’inciampo
organizzata dopo l’imbrattamento della pietra dedicata a Dante Coen
(Corriere della Sera Milano). L’iniziativa partirà da via Plinio, dove
è stata posta la Pietre per arrivare al Memoriale della Shoah di
Milano. Rispetto alle diverse e importanti testimonianze pubblicate
oggi sui quotidiani, da segnalare anche quella delle sorelle Tatiana e
Andra Bucci sul Fatto Quotidiano.
Umberto Aboaf (1921-2017). È scomparso all’età di 95 anni Umberto
Aboaf, uno degli ultimi Testimoni della Shoah ancora in vita. Nato a
Venezia il 5 maggio del 1921, figlio di Achille Aboaf e Rosa Lucia
Mogno, Umberto era stato catturato a Roma nell’aprile del 1944 e quindi
mandato a Fossoli.
Da lì, con il convoglio 15 del 2 agosto, inviato al campo di
Buchenwald. Otto i mesi che Aboaf avrebbe trascorso al suo interno,
lottando quotidianamente per la sopravvivenza.
La fine dell’incubo si sarebbe materializzata nell’aprile del 1945, con
la liberazione del campo. Il ritorno in Italia è invece del settembre
dello stesso anno.
I funerali di Aboaf, che viveva da molti anni a Roma, si svolgeranno
questa mattina alle 11.
Un’altra voce di Memoria ci lascia e rende più poveri. Sia il suo
ricordo di benedizione.
La Memoria e lo sport. Su Gazzetta dello Sport il ritratto del
sopravvissuto alla Shoah e all’attentato di Monaco ’72 Shaul Ladany a
firma di Valerio Piccioni. I sopravvissuti “sono sempre meno –
sottolinea Ladany, che, ricorda Piccioni, è stato l’ospite d’onore
della corsa della Memoria Run for Mem tenutasi a Roma il 22 gennaio
scorso e organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – ed
ecco perché sono qui e continuo a girare”. “Ricordo ogni estremo
dettaglio del campo di concentramento, – racconta il Testimone a
Piccioni – sono situazioni che ti entrano dentro in profondità. I nomi
delle guardie, la puzza, la fame, la pioggia, il freddo, il filo
spinato”.
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la cerimonia con il capo dello stato
Al Quirinale per la Memoria viva
Una
Memoria viva. Una Memoria consapevole. Una Memoria che sappia
raccontare il passato in tutta la sua complessità, senza sconti e senza
autoassoluzioni.
È il messaggi che arriva in queste ore dalla tradizionale cerimonia per
il Giorno della Memoria al Quirinale, la casa di tutti gli italiani,
svoltasi come di consueto alla presenza di numerose scolaresche e delle
più alte cariche dello Stato.
Nelle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in
quelle del ministro Valeria Fedeli e della presidente UCEI Noemi Di
Segni il richiamo all'urgenza di un lavoro sempre più intenso nel mondo
della scuola e della formazione, ricordato oggi anche con la
premiazione delle classi vincitrici del concorso "I giovani ricordano
la Shoah", e all'analisi sempre più approfondita di una stagione di
negazione della libertà e dei più elementari diritti in cui l'Italia,
promulgatrice già nel '38 delle Leggi Razziste, ebbe certamente un
ruolo di primo piano.
Un
lavoro sempre più urgente, un lavoro che segnerà i mesi che porteranno,
nel settembre del prossimo anno, alla realizzazione di numerose
iniziative per gli 80 anni di quell'infamia.
Riflessioni e temi condivisi anche nella relazione del professor Andrea
Riccardi, che ha aperto la commemorazione, e nelle poche ma profonde
parole pronunciate dal Testimone Joseph Varon, uno dei pochi ebrei di
Rodi sopravvissuti alla Shoah. "Studiate, informatevi" il suo monito ai
tanti ragazzi accorsi oggi da tutta Italia sul Colle.
A condurre la cerimonia l'attore Luigi Diberti, mentre la pianista
Monica Ferracuti ha eseguito brani musicali di Felix Mendelssohn tratti
dai "Lieder ohne Worte". Ad essere lette anche le poesie "C'è un paio
di scarpette rosse" di Joyce Lussu e "La notte" di Elie Wiesel, mentre
Vittoria Bublil e Yuri Tagliacozzo hanno letto due lettere dei
rispettivi nonni, entrambi sopravvissuti. Gli studenti Aurora Pedrini e
Giosuè Fulli, presenti al Viaggio della Memoria MIUR-UCEI ad Auschwitz,
hanno raccontato la loro esperienza.
Memoria per il futuro, Memoria per la difesa della democrazia e dei
valori fondamentali. Questo il messaggio che arriva anche dall'appello
che i partecipanti al convegno "Legge e legalità - Le armi della
democrazia" hanno rivolto nelle scorse ore ai capi di Stato che si
riuniranno a Roma in marzo per i 60 anni dalla firma dei Trattati da
cui prese avvio il sogno europeo.
Un appello presentato ieri dalla Presidente UCEI e di cui pubblichiamo oggi il testo.
(Nell'immagine in alto la
premiazione del concorso "I giovani ricordano la Shoah". In centro, un
momento della cerimonia al Quirinale. Nell'immagine in basso, la
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni
assieme al presidente dell'Unione giovani ebrei d'Italia Ariel
Nacamulli, ospiti questa mattina del programma Rai Unomattina per un
approfondimento sul Giorno della Memoria)
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qui Roma - il concerto della memoria
Ferramonti,
le note della dignità
Le
note della vita, le note della dignità, le note della speranza.
Grande emozione nella platea che ha assistito a “Serata colorata”,
concerto organizzato ieri all’Auditorium Parco della Musica di Roma
all’interno delle iniziative pensate da Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Giorno della
Memoria. In scena la musica composta a Ferramonti, campo di
internamento in Calabria in cui furono internati, tra il 1940 e il
1943, oltre 3mila ebrei stranieri e apolidi e in numero ridotto altri
internati stranieri. Un progetto che nasce da un’idea di Raffaele De
Luca, musicista e musicologo, sviluppata da Viviana Kasam e Marilena
Citelli Francese per quello che è diventato ormai un appuntamento fisso
per il Giorno della Memoria. Quarto di una serie di concerti che hanno
portato migliaia di persone in sala, e molte centinaia di migliaia a
casa grazie alle dirette di Rai5, a confronto con i temi del ricordo e
le possibilità offerte dall’arte come veicolo di testimonianza.
Ha sottolineato la presidente UCEI Noemi Di Segni: “Siamo giunti alla
quarta edizione di una serata dedicata alla memoria, con un concerto
che attraverso le note musicali e l’arte ci trasporta, ci commuove, ci
tormenta e ci fa riflettere sul futuro. L’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane promuove questo evento nella convinzione che oggi la
narrazione di quanto vissuto e sopravvissuto nel passato debba
trasformarsi in azione, e andare oltre l’ascolto, affinché si possa
considerare il futuro un sogno da voler vivere".
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qui
roma - la cerimonia con il sindaco raggi
"In
Campidoglio per ricordare
e combattere l'indifferenza"
“Ricordare
è l'antidoto più forte contro l'oblio e l'indifferenza e lo strumento
più importante per tracciare una nuova strada”. Così il sindaco di Roma
Virginia Raggi, intervenendo alla celebrazione del Giorno della Memoria
in Campidoglio davanti a un pubblico di studenti delle scuole romane
che hanno partecipato alle iniziative per il 27 gennaio. Raggi ha poi
salutato i sopravvissuti Sami Modiano e Piero Terracina, le cui
testimonianze hanno emozionato il pubblico. “Ho visto cose che nessuno
dovrebbe vedere. Io ero un ragazzo di 13 anni. - ha ricordato Modiano -
Quando ce l'hai fatta ti chiedi perché, come è possibile uscire vivi
dall'inferno. Allora ti chiudi nel silenzio, cerchi di dimenticare ma
non puoi: questi occhi hanno visto morire, è impossibile da
cancellare”. “Birkenau era la fabbrica della morte, si entrava solo per
morire. Invece il 27 gennaio aprii la porta della baracca – il racconto
di Terracina - e vidi un soldato che non era un tedesco, e mi fece
cenno di rientrare subito. Annunciai ai miei amici che erano arrivati i
sovietici. Non ci fu nessuno che disse una parola. Come si poteva
gioire? Il campo era pieno dei corpi di quelli che non ce l'avevano
fatta. Mi sono trovato a 17 anni solo e disperato. Ebbi la grande
fortuna di aver ritrovato gli amici, i miei cugini che mi protessero e
ho ricominciato a vivere. Ora ci dedichiamo alla testimonianza nei
confronti dei giovani”. All'incontro hanno preso parte anche la
presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello e il
presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia.
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il
sindaco sala incontra i testimoni
"Dalle
pietre fino al Memoriale,
la Memoria è parte di Milano"
Vi
invito a visitare l’ex Albergo Regina, che durante la guerra fu il
quartier generale dei nazisti a Milano, il Memoriale della Shoah, le
pietre d’inciampo. Sono luoghi che rendono viva la Memoria della nostra
città e cercheremo di disseminarne altri”. A parlare il sindaco di
Milano Giuseppe Sala nel corso dell’incontro tenutosi questa mattina a
Palazzo Reale con protagonisti i Testimoni Venenzano Gibillini e Franco
Schoenheit, sopravvissuti ai lager nazisti. Sala si è rivolto al
pubblico per lo più di giovani – tra cui una classe della Scuola
ebraica milanese – invitando ad ascoltare le testimonianze e al
contempo a frequentare i luoghi della Memoria cittadini. Luoghi che, ha
spiegato Sala, devono essere le fondamenta per la costruzione di “una
Milano all’avanguardia, non solo sul fronte economico, didattico e
culturale, ma anche dei diritti”. Il sindaco ha invitato poi a
partecipare alla catena umana organizzata come risposta al recente
vergognoso imbrattamento di una delle Pietre d’inciampo:
da via Plinio, dove si trova la pietra in memoria di Dante Coen, la
manifestazione arriverà simbolicamente fino al Memoriale della Shoah.
Un appuntamento di solidarietà ricordato anche da Roberto Jarach,
vicepresidente del Memoriale, nel corso della cerimonia all’ex Albergo
Regina – per l’occasione, Jarach ha portato i saluti anche dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità ebraica milanese – ,
tenutosi poco prima dell’incontro a Palazzo Reale (quest’ultimo
organizzato tra gli altri dalla Comunità ebraica, dal Centro di
documentazione ebraica contemporanea e da Memoriale).
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qui torino - la cerimonia in comune
"27 gennaio, la domanda da porsi: Cosa avremmo fatto noi allora?"
Il
Giorno della Memoria si è aperto a Torino con le celebrazioni ufficiali
a Palazzo Civico. Molte le persone presenti in Sala Rossa, tra cui
alcuni studenti della Scuola ebraica di Torino. Tra le autorità che
hanno preso parte alle celebrazioni la sindaca Chiara Appendino, Fabio
Versaci, presidente del Consiglio comunale, Nino Boeti, vicepresidente
del Consiglio regionale del Piemonte nonché presidente del Comitato
della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e
dei principi della Costituzione repubblicana, Sergio Chiamparino,
Presidente della Regione Piemonte, il prefetto Renato Saccone e Piero
Fassino, ex sindaco di Torino.
In apertura l’intervento di Franco Segre, in rappresentanza della
Comunità Ebraica di Torino.
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Lavoro
e dignità |
“Gli
ispettori e i sorveglianti dissero al popolo: 'Così comanda il Faraone:
Io non vi do più paglia. Voi stessi ve la procurerete dove potrete
trovarla, perché nulla è diminuito del quantitativo che voi dovrete
produrre'”. Anche se le condizioni sono fortunatamente molto meno
gravose di quelle narrate dalla parashà di Shemot che abbiamo letto
sabato scorso, questa del lavoro raddoppiato a parità di condizioni (e
di stipendio) è una sensazione che noi insegnanti abbiamo provato più
volte negli ultimi anni: una corsa stressante in cui continuamente si è
chiamati a fare qualcosa di più e continuamente si è accusati di non
fare abbastanza. Ci sono insufficienze? È nostro dovere organizzare il
recupero. Ci sono allievi con disturbi specifici dell’apprendimento?
Anna Segre, insegnante
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Silenzio |
Iber
di khurves fun Poyln /Flatert a foygl um, / a groyser shive-foygl, / Er
tsitert mit di fligl frum. / Dolye, mayne dolye.
(Sulle rovine della Polonia, sta volando un uccello, un grosso uccello
di lutto agita pietosamente le ali. Fato, è il mio fato.)
Non è semplice scrivere qualcosa nel Giorno della Memoria, se come
scrisse Theodor W. Adorno “scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto
di barbarie”, allora proprio oggi dovrebbe imporsi soltanto il
silenzio. Eppure l'umanità, e quindi la sua cultura, non si è fermata e
ha continuato a produrre opere artistiche. Così, anche l'ebraismo
fortunatamente, nonostante la sua decimazione, è risorto dalle ceneri,
anche grazie a Israele. Ma niente ci restituirà quello che è andato
perduto, niente farà tornare indietro coloro che come scrisse Paul
Celan adesso hanno soltanto “nelle nubi una tomba”.
Francesco Moises Bassano
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Ricorrenze |
Mia
mamma non ha mai accettato la mimosa l'otto Marzo, in occasione della
festa della donna.
Gliene portavo sempre un mazzolino tornando da scuola, ma con un dolce
sorriso ed un bacio sulla fronte, si rifiutava categoricamente di
prenderlo.
"Ogni giorno è la festa della donna", ripete ogni anno.
David Zebuloni
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Memoria
e responsabilità
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Locke,
il filosofo, era del parere che la memoria costituisse il perno
dell’identità di una persona. Al tempo stesso però si rendeva conto che
esisteva anche un’altra spia che rendeva conto dell’identità, ovvero la
responsabilità giuridica di ognuno verso le proprie azioni.
Ilana Bahbout
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