Zakhor, Venezia non dimentica

20170127_120424 (1)Visita in ghetto a Venezia del governatore del Veneto, Luca Zaia questa mattina per la consueta deposizione della corona d’alloro sul memoriale della Shoah in campo di Ghetto Nuovo e l’accensione, da parte di Rav Scialom Bahbout e di alcuni ragazzi, di sei lumi in ricordo delle vittime. Ad accompagnarlo il Vicepresidente del Consiglio Regionale Bruno Pigozzo e una delegazione di consiglieri regionali. Una cerimonia a cui ha partecipato il presidente della Comunità Ebraica, Paolo Gnignati insieme al Vicepresidente Giuseppe Gesuà sive Salvadori, al consigliere Paolo Navarro Dina, alla consigliera Sandra Levis e alla consigliere Gaia Ravà.

“La tradizione ebraica – ha ricordato Rav Bahbout – ha riservato un posto particolare alla memoria: l’ha fissata in uno dei 613 precetti: Zakhor et asher asà lechà Amaleq “Ricorda ciò che ti ha fatto Amaleq”, il popolo che aggredì la retroguardia degli ebrei appena usciti dall’Egitto, dove si trovavano le persone più deboli. Bisogna anche aggiungere che, dopo aver stabilito il dovere di ricordare, il breve testo aggiunge alla fine “Non dimenticare”. In effetti, per poter continuare a vivere, ogni persona deve anche dimenticare i tanti dolori che accompagnano la vita di ognuno. Ci sono però dei dolori che non si devono dimenticare e che lasciano un segno profondo e indelebile nella coscienza e che diventano patrimonio della persona e della collettività. Ogni vittima ha un nome e se ognuno adottasse una delle vittime della Shoah , ricordandone il nome e il cognome e la storia e ne tramandasse il ricordo attraverso la sua famiglia e i suoi discendenti, il ricordo e il monito di ciò che ha rappresentato la Shoah nel centro dell’Europa illuminata non avrà mai fine”.

Dopo L’itzkhor, la lettura del salmo 124 e il Kaddish il presidente Paolo Gnignati ringraziando gli intervenuti, ha voluto ricordare come il Giorno della Memoria non sia solo il momento per ricordare un’immane tragedia, ma per imparare ad ascoltare sempre in primis la nostra coscienza:

“Il convegno di mercoledì a Palazzo Ferro Fini organizzato dal Consiglio regionale del Veneto ha messo in evidenza quanto la presenza ebraica non più importante di altre sia però parte essenziale del tessuto cittadino del Veneto. Noi dobbiamo ricordare il male, ma anche il bene ricordare che la possibilità di fare del bene c’è sempre, anche nel momento più duro, nel momento in cui le leggi razziali aveva messo i molti contro i pochi, i forti contro i deboli c’è stato qualcuno che ha sentito il bisogno di fare un passo indietro e di sottrarsi a questa logica”.

“Un impegno quello della memoria che non deve limitarsi al 27 gennaio:”Ogni anno ci teniamo a sottolineare la vicinanza del popolo veneto alla Comunità Ebraica e siamo qui a ricordare quanto sia importante la memoria. Ricordare che, come ha detto il rabbino, ognuna di queste persone ha un nome. Non dobbiamo mai dimenticare però che oggi esiste anche il problema del negazionismo presentato come una nuova ideologia e rilettura della storia. Pensare che la Shoah non sia mai esistita e che i campi di concentramento siano una finzione cinematografica è assurdo. La verità è che tutto è accaduto e il nostro compito è ricordare a tutti che ciò è stato”.

Nel corso dell’incontro il Vicepresidente Pigozzo, in rappresentanza del presidente Ciambetti, ha voluto portare il suo saluto alla Comunità esprimendo il suo cordoglio per le vittime e ricordando che molte altri gruppi che furono coinvolti nella tragedia: “Oppositori politici, Rom e Sinti, diversamente abili, omosessuali, malati di mente. Oggi nonostante quelle atrocità sembra che la lezione non sia bastata: le stragi e le pulizie etniche su larga scala non si sono arrestate ed è come se la memoria fosse infangata ogni volta che persone qualsiasi vengono perseguitate per la loro fede religiosa, appartenenza etnica. Possiamo rimanere inerti davanti a tutto questo? Celebrare oggi il giorno della memoria ci spinge a stigmatizzare queste palesi contraddizioni”.

Michael Calimani

(27 gennaio 2017)