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2 aprile 2017 - 6 Nissan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
La procedura dei sacrifici, in assenza del Santuario, è tutta interiore. Mikkem dice il testo: da dentro di voi. Ben impegnativo quello che dobbiamo fare.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
C’è stato un tempo in cui si radevano i prigionieri per i quali era prevista la lenta distruzione del corpo; si radevano come segno indelebile, gli oppositori o i nemici sconfitti, per segnarli alla pubblica opinione. Non sappiamo come sia andata a Bologna e perché Fatima (il nome è di invenzione) sia stata rasata a zero dai genitori. In ogni caso quel gesto rientra in una categoria precisa: rasare a zero qualcuno senza la sua volontà ha sempre espresso la volontà di possedere il corpo (e la mente) degli altri.
 
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Bologna e il velo imposto 'È una violazione di legge'
“Lo Stato italiano non può tollerare alcuna imposizione per motivi religiosi”, così il ministro dell'Interno Marco Minniti sulla vicenda della giovane studentessa di Bologna, rasata a zero dalla madre perché contraria a portare il velo (Corriere della Sera). Secondo le ricostruzioni dei giornali, la ragazza originaria del Bangladesh ha raccontato alle insegnanti quanto successo e la preside ha presentato un esposto ai carabinieri che hanno avvisato i servizi sociali. Questi ultimi hanno sentito la studentessa e la sua famiglia: la ragazzina dice il vero sulla punizione e l'umiliazione subita – il responso dei servizi sociali - mentre la famiglia non convince quando nega dicendo che lei stessa ha chiesto il taglio di capelli alla madre. “Due gli atti nati da tutto questo – spiega il Corriere - la procura ordinaria indaga sui genitori per maltrattamenti, quella dei minori ha firmato un ricorso che il pubblico ministero Silvia Marzocchi ha inviato al tribunale di competenza perché apra un procedimento sul caso e valuti che sta succedendo e che cosa è già successo nella famiglia finita sott'accusa”. Da diversi leader della Comunità islamica italiana, scrive il quotidiano, sono arrivate condanne per l'atteggiamento dei genitori protagonisti di questa delicata vicenda: “la presa di distanza dalla sua famiglia è un segnale molto importante rispetto agli obiettivi che ci siamo prefissati. - spiega Minniti parlando proprio dei vertici di alcune realtà islamiche italiane con cui lo Stato italiano ha firmato un accordo contro il radicalismo - Significa che stiamo andando nella giusta direzione. Quando abbiamo firmato il patto nazionale, abbiamo specificato che chi vuole vivere in Italia deve accettare esplicitamente i valori e i principi dell'ordinamento statale”.

Attentato a Gerusalemme. Tre persone, tra cui un poliziotto, sono state ferite in un attentato terroristico compiuto ieri sera a Gerusalemme da un palestinese di 17 anni. Il giovane ha aggredito con un coltello due passanti nei pressi della Porta di Damasco e “poi è fuggito, cercando di nascondersi in un edificio residenziale. Ma è stato trovato dalla polizia, e nella colluttazione, ha ferito anche un agente, - la ricostruzione pubblicata su Avvenire - mentre un altro poliziotto gli ha sparato, uccidendolo. Le tre persone rimaste ferite - che hanno 18, 30 e 23 anni - non sono gravi e sono state medicate in ospedale”.

Francia, scuole di periferia senza ebrei. È un fenomeno iniziato negli anni '90: da allora sempre più studenti ebrei in Francia hanno iniziato a lasciare gli istituti in periferia perché presi a bersaglio dai razzisti. A raccontare il fenomeno, il libro recentemente pubblicato Oltralpe Réflexions sur l'antisémitisme (editore Odile Jacob), di cui parla oggi sul Corriere della Sera Ernesto Galli Della Loggia. “A partire dalla guerra del Golfo gli studenti ebrei francesi delle scuole medie e dei licei situati in molti quartieri di periferia, o comunque nelle zone con una forte percentuale di popolazione immigrata maghrebina, sono fatti oggetto sistematico di manifestazioni, anche violente, di razzismo antisemita da parte dei loro compagni islamici. - scrive l'editorialista, facendo riferimento alla ricerca francese - Fino al punto, si leggeva addirittura in un rapporto ufficiale tenuto a lungo nascosto e reso pubblico solo nel 2005, che 'oggi come oggi in Francia gli studenti ebrei non possono più di fatto frequentare alcun istituto scolastico pubblico'”. Una situazione che ha portato “separatismo scolastico a base 'residenziale'”, scrive Galli Della Loggia, mettendo in guardia dalle implicazioni di questo fenomeno.
 
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  davar
irua - la grande convention giovanile
"Il pluralismo è la nostra forza.
I giovani ne facciano tesoro"

Si è concluso in queste ore Irua (in ebraico, evento) il grande appuntamento dedicato ai giovani dell’Italia ebraica, organizzato dall’Area Cultura e Formazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con la collaborazione dell’Unione giovani ebrei d’Italia e diverse associazioni ebraiche. Quattro giorni alle porte di Firenze con attività, incontri, riflessioni concentrati sul futuro dell’ebraismo e sul ruolo e le aspettative delle nuove generazioni. “In questi giorni si è respirata una bellissima atmosfera – sottolinea rav Della Rocca, direttore dell’Area Cultura e Formazione – Tutti gli incontri sono stati di altissimo profilo con un’ottima partecipazione dei ragazzi. È stato emozionante celebrare shabbat insieme, con duecento giovani provenienti da tutta Italia, con minaghim diversi, gradi di religiosità differenti ma con valori da condividere: nonostante una diversa adesione alle mitzvot , tutti hanno cantato insieme per shabbat. Si sentiva chiaramente che i valori che condividiamo sono più forti e grandi di ciò che ci divide”. “Non si percepivano le divisioni – conferma rav Jacov Di Segni, scelto come rabbino di riferimento del gruppo e tra i più giovani rabbanim d’Italia – Come ha detto rav Della Rocca, questo appuntamento ha cercato di unire tutti e le teffilot di shabbat lo hanno dimostrato. È stata anche una delle prime volte che in Italia è stato organizzato un Tish con le storie hassidiche raccontate da Miriam Arman”.
Grande la partecipazione di ragazzi provenienti da piccole Comunità ebraiche e da realtà dove queste ultime neanche esistono: giovani provenienti da Trento fino a Sannicandro, passando per Firenze e Roma, si sono ritrovati a condividere momenti di riflessioni, come quello guidato da Daniel Segue, educatore esperto in dinamiche istituzionali, comunicazione interpersonale non violenta e in psicologia positiva, che li ha messi alla prova chiedendoli di immaginare l’ebraismo italiano nel 2025.
 
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irua - la grande convention giovanile
A confronto sull'identità ebraica
Uno dei confronti in assoluto più seguiti della quattro giorni toscana di Irua, la convention dedicata alla gioventù ebraica, è stato quello dedicato a “L'ebraismo di fronte a nuove forme identitarie: problemi e prospettive”. A discuterne, Daniel Funaro, romano, e Simone Mortara, milanese, moderati da Daniel Segre. Un appuntamento organizzato di shabbat, su un argomento molto sentito, tanto che diversi ragazzi hanno dichiarato che avrebbero avuto piacere che durasse di più. Entrambi i protagonisti hanno sottolineato, così come rav Roberto Della Rocca -  direttore dell'Area Cultura e Formazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane -, che il fattore più importante è stato che il confronto si è sempre svolto su toni di reciproco rispetto, nonostante le divergenze di opnioni. Tra i temi centrali toccati, la questione dei matrimoni mistri e dei figli di queste coppie.
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la storia inedita
Gli sci di Primo Levi
Ricordo Primo Levi, insieme a Luciana Nissim e a Vanda Maestro (che non doveva tornare da Auschwitz), ammanettati, nella piazza di Brusson; i fascisti che brandivano moschetti e fiaschi di vino ostentavano i prigionieri come un trofeo di caccia. Non si poté fare nulla per sottrarglieli di mano». Quando assistette di nascosto a questa scena, Paolo Spriano aveva appena compiuto i 18 anni. Il futuro storico del Pci era allora un ragazzino magrissimo e furbo, ed era già, con il nome «Pillo» che avrebbe mantenuto poi sempre, un partigiano combattente: perciò avrebbe voluto fare qualcosa per quei prigionieri.
Magro come lui, anche il ragazzo esposto in manette sulla piazza di un piccolo villaggio della Val d'Ayas aveva tentato di fare il partigiano senza riuscirci, privo com'era di esperienza militare. Levi era salito in montagna subito dopo l'armistizio dell'8 settembre, pure lui sospinto dal desiderio di «fare qualcosa» ma senza sapere cosa né dove, né con chi o come. «Davvero non sapevamo nulla. Dovevamo inventare la Resistenza: fare il partigiano era anche un mestiere da imparare». In questa intervista del 1975 Levi dice «noi» alludendo alle due amiche e agli altri compagni arrestati con lui poco più su, ad Amay, nell'albergo Ristoro sepolto da un metro di neve, nelle prime ore dell'alba. «Pur sprovveduti, magari anche sventati, l'importante rimane che sulle montagne ci siamo andati», aggiunge.

Domenico Scarpa, Il Sole 24 Ore - Domenica, 2 aprile 2017
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sorgente di vita
Cosa significa leggere Primo
“Quando lessi Se questo è un uomo ero una ragazza e ricordo il prima e il dopo della lettura. Perché quella lingua così asciutta e precisa riusciva a rendere l’esperienza nella sua interezza, ti lasciava nudo davanti all’esperienza”: l’attrice Sonia Bergamasco ricorda così il suo primo incontro con l’opera di Primo Levi nella puntata di Sorgente di vita questa sera. L’intervista è stata realizzata  in occasione di una delle tre serate dedicate allo scrittore all’Auditorium del Grattacielo Intesa San Paolo a trent’anni dalla scomparsa. Oltre alla Bergamasco sono Gioele Dix e Fabrizio Gifuni a leggere  ad alta voce alcuni brani delle opere di Levi.
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pilpul

Il califfo detronizzato
Daesh, o Islamic State, in quanto organizzazione militare e movimento terroristico, è il prodotto della confluenza di molteplici elementi. Benché oramai in serie difficoltà sui campi di battaglia siriaco-iracheni, e quindi incapace di garantire continuità al  suo progetto di “califfato”, non è per nulla destinato a scomparire dal proscenio pubblico. Se l’organizzazione dovesse declinare si può stare certi che verrà sostituita da altre sigle, composte da soggetti similari. Uno spazio come quello che occupa, infatti, non rimarrà mai vuoto per troppo tempo. Barbarico nelle condotte, è invece moderno nella conduzione della guerra di guerriglia e nella sua mediatizzazione, la procedura con la quale comunica, inflazionandone e colonizzando il nostro immaginario, la sua identità “militante” e militare. La concezione che presiede al suo agire è quella della guerra civile permanente, una “creazione” occidentale, se vogliamo ragionare in termini di bipolarismo geopolitico.

Claudio Vercelli
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Levi Papers - Distinzioni
Questa volta la correzione (la numero 28) è apportata dal redattore con la solita biro rossa. Non c’è il foglietto inserito, poiché sono solo tre righe. Siamo nel capitolo più importante, dal punto di vista teorico di Se questo è un uomo: “I sommersi e i salvati”. Levi fa una precisazione riguardo ai cosiddetti “politici”, una delle tre categorie rinchiuse nel Lager dove si trova: i criminali, i triangoli verdi; gli ebrei, con la stella ebraica gialla e rossa; i politici, i triangoli rossi. Parla più volte dei “politici” nel corso del libro edizione 1947. Nel capitolo “I fatti dell’estate”, ad esempio, quando trapelano i segni evidenti della prossima sconfitta della Germania: i politici tedeschi in Lager hanno una reazione negativa.

Marco Belpoliti, scrittore
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