Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Sono
un appassionato di case reali e da piccolo ero così folle da conoscere
i legami familiari e dinastici di molti casati europei. Per questo
motivo la decisione del duca di Edimburgo di ritirarsi a vita privata,
mentre sua moglie, la sovrana Elisabetta II continuerà a rispettare i
propri impegni di Stato, non mi ha colto di sorpresa. Il duca di
Edimburgo ha dimostrato sempre di saper scegliere i passi della propria
vita: nasce in Grecia, a Corfù, nipote del re di Grecia e di Danimarca,
di religione greco ortodossa.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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Forse
il nome non dice nulla ai non esperti: Valmadonna Trust Library. A
molti non suggerirà molto neppure il nome di Jack V. Lunzer. Eppure per
la storia del patrimonio librario e archivistico ebraico europeo (e
moltissimo anche italiano) si tratta di nomi straordinari. Lunzer è
stato un collezionista di ogni tipo di documentazione sul passato
ebraico nel vecchio continente e la sua fondazione – che trae il nome
da un paese in provincia di Alessandria dove l’appassionato
commerciante originario di Anversa aveva preso dimora – aveva nel tempo
raccolto la più straordinaria collezione privata di testi ebraici, in
particolare provenienti dalla Penisola, vera culla della tipografia
ebraica in età moderna.
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Il vaggio tra le religioni
del presidente Trump
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Un
possibile cambio di rotta dell’amministrazione Trump sul fronte
internazionale. Così i quotidiani definiscono il significato del
viaggio a tre tappe di fine maggio del presidente americano in Arabia
Saudita, Israele e territori palestinesi e in Vaticano. “Il suo primo
viaggio – scrive Federico Rampini su Repubblica – renderà omaggio alle
tre religioni monoteiste e abramitiche. Con un messaggio che
contraddice tutto quello che sapevamo finora: un’orgogliosa
riaffermazione della leadership americana; la volontà di guidare il
mondo arabo verso l’unità contro gli estremisti”. Un progetto che
impegnerà Trump su diversi orizzonti: saldare il fronte contro l’Iran e
il terrorismo internazionale, cercare di rilanciare il processo di pace
tra israeliani e palestinesi e ricucire le relazioni con Bergoglio dopo
i duri scontri avuti in campagna elettorale. Il viaggio è stato inoltre
annunciato dopo un importante vittoria politica per il presidente Usa,
l’affossamento alla Camera della riforma sanitaria voluta da Obama:
restano, sottolinea il Corriere, tra i repubblicani ampie zone di
dissenso che torneranno in gioco quando la legge voluta da Trump andrà
in Senato.
Francia, appello alla democrazia. Oggi ultimo giorno di campagna
elettorale in Francia, dove domenica si sfidano al ballottaggio per
l’Eliseo il fondatore del movimento «En Marche», Emmanuel Macron, e la
leader del Front National, Marine Le Pen. Il primo è in testa nei
sondaggi con oltre il 60% delle intenzioni di voto contro il 40% della
sfidante, che, intervistata da Aldo Cazzullo sul Corriere, afferma di
non avere più legami con il padre e di non aver mai covato sentimenti
antisemiti o xenofobi: “Io non ho mai giudicato in tutta la mia vita
una persona per il nome che porta, perla religione che professa, per il
colore della sua pelle. E le ricordo che En Marche, il nome del partito
di Macron, era uno slogan di Vichy. Il candidato oscuro è l’altro”, il
tentativo di difesa della Le Pen. Eppure era stata proprio la leader
del Front National poche settimane fa a negare le responsabilità
storiche del governo collaborazionista e antisemita di Vichy. Non è
quindi un caso se il Gran rabbino di Francia Haim Korsia abbia firmato
assieme al pastore François Clavairoly e il rappresentante della
Comunità islamica Anouar Kbibech (Cfcm), una lettera perché i francesi
scelgano Macron e facciano “trionfare la Francia generosa, tollerante e
aperta al mondo” (Corriere).
Il caos sul dossier Frontex. La Marina italiana difende le ong
dall’accusa di collaborare, anche indirettamente, con i trafficanti di
esseri umani e scafisti, come invece sosteneva un primo dossier di
Frontex, che ora smorza le accuse (Avvenire). Le ong si difendono e
sostengono che la realtà sia ben diversa, come racconta il Corriere
della Sera, mentre il Csm vuole procedere con un’indagine sulla
questione. Intanto vergognoso il gesto di esponenti di estremisti di
destra di Forza Nuova che hanno attaccato la sede romana dell’Oim,
agenzia Onu peri migranti (Avvenire e Fatto Quotidiano).
Arezzo, no della Comunità ebraica a “piazza Viva Maria”. Il consigliere
leghista del Comune di Arezzo Egiziano Andreani ha proposto di
intitolare al ricordo “di ‘Viva Maria’, l’insurrezione antifrancese e
restauratrice del 1799 ricordata dalla Comunità ebraica come una ferita
della storia, funestata da pogrom e antisemitismo”, una piazza della
città toscana, racconta Repubblica Firenze. “Si apre una ferita
democratica che era stata chiusa. Non solo verso gli ebrei – afferma al
quotidiano il presidente della Comunità ebraica di Firenze Dario
Bedarida, ricordando come la piazza era già stata intitolata una volta
a quel tragico episodio storico per poi cambiare nome – L’insurrezione
che prese il nome di ‘Viva Maria’ è per noi una pagina tragica”. Il
provvedimento verrà votato lunedì dalla maggioranza di centrodestra.
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qui genova - la rara pellicola riscoperta
Ebraismo e società, due mondi
nello sguardo di Gramsci
A
lungo gli studiosi di Gramsci hanno parlato di Due mondi del regista
Ewald André Dupont. Il film era al centro di un appassionante carteggio
tra lo stesso Gramsci, la cognata Tania Schucht, e Piero Sraffa.
Attraverso questa pellicola, poi sparita per decenni dagli schermi, i
tre portarono su carta la propria visione del rapporto tra il mondo
ebraico e la società circostante, dell'antisemitismo e
dell'integrazione. Riflessioni acute, anche dure come quelle
gramsciane, nate da un film che ieri a Genova è tornato ad essere
proiettato al pubblico, grazie al critico cinematografico Flavio
Tuliozi che lo ha riscoperto. A Palazzo Ducale infatti, grazie
all'impegno del Centro culturale Primo Levi in collaborazione con la
Fondazione Gramsci, i Due mondi è stato raccontato dallo stesso
Tuliozi, assieme agli storici Alberto Cavaglion, Luca Borzani e Ermanno
Taviani, e proiettato - nella versione italiana adattata da Giacomo
Debenedetti - davanti al folto pubblico raccoltosi nella sala del
Munizioniere.
“Nel
film, che racconta di un amore impossibile tra un tenente austriaco e
una ragazza ebrea polacca – ricordava in apertura dell'evento lo
storico Alberto Cavaglion – Tania rivede se stessa, la sua giovinezza
e, scossa, scrive le sue impressioni a
Gramsci e Sraffa, parlando dell'impossibilità del dialogo fra la realtà ebraica e il resto della società”. Leggi
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l'ugei con il ministro minniti
Giovani e religioni, l’incontro
“Difendiamo insieme la pace"
“Il
futuro non sia prigioniero del passato. Giovani ebrei, musulmani e
cristiani, pionieri di una nuova umanità”. Lo ha dichiarato il ministro
degli Interni Marco Minniti accogliendo al Viminale una delegazione
composta da rappresentanti di Unione Giovani Ebrei d’Italia,
Confederazione Confederazione Islamica Italiana e Comunità di
Sant’Egidio.
”Quello di oggi è un incontro importante. Giovani ebrei, musulmani e
cristiani insieme, per ribadire il ruolo fondamentale del dialogo e
promuovere i valori di pace e tolleranza, condivisi dalle tre religioni
monoteiste. Con l’auspicio che il messaggio partito oggi dal Viminale,
possa raggiungere il resto del mondo” sottolinea Ruben Spizzichino,
vicepresidente Ugei. Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro
vicepresidente dell’Unione, Filippo Tedeschi. “Siamo felici di
accogliere l’invito a discutere con i giovani della Confederazione
Islamica Italiana nell’ambito del loro raduno nazionale. L’incontro col
ministro Minniti delle nostre delegazioni – riflette – è una tappa
importante per il cammino verso un dialogo interreligioso e
interculturale sempre più serio anche a livello giovanile”. Leggi
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l'iniziativa del ministero dei beni culturali
Meis, domenica a porte aperte
Domenica 7 maggio, ingresso gratuito al Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, in Via Piangipane 81, a Ferrara.
Il Meis aderisce, infatti, a #DomenicalMuseo, l'iniziativa promossa
dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
che prevede, ogni prima domenica del mese, la possibilità di visitare
gratuitamente i musei, le gallerie, le aree archeologiche, i parchi e i
giardini monumentali dello Stato.
Ad attendere il pubblico al Meis è il nuovo allestimento “Lo
Spazio delle Domande” che, tra sale interne e giardino, racconta
l’ebraismo attraverso i video-ritratti di sette ebrei ferraresi, gli
oggetti sacri, le immagini e le musiche del matrimonio, la
ricostruzione di un tipico quartiere ebraico, da animare con bellissimi
burattini artigianali, e le spezie contemplate dalla kasherut, per
scoprire alcuni principi fondamentali dell’alimentazione ebraica.
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a cinquant'anni dalla scomparsa
Rav Bruno Polacco, ricordo vivo
Appartenente
alla generazione cresciuta dopo la prima guerra mondiale, Rav Bruno
Polacco (1917-1967) fu un personaggio importante nel panorama culturale
ebraico italiano del Novecento. Schivo e riservato, dotato di
un’eccezionale umanità, che lo fece sempre amare da parte dei suoi
correligionari, nelle tre comunità ove rivestì la carica di
vice-rabbino o di rabbino capo, Venezia, Ferrara e Livorno, egli
coltivò, con severo impegno scientifico, oltre agli studi biblici e
talmudici, anche quelli storico-filologici, con l’intento di ampliare
le nostre conoscenze della storia degli ebrei d’Italia, accumulando una
larga messe di saggi e ricerche, che la sua modestia volle spesso
lasciare inediti.
(Nell'immagine, rav Polacco durante la cerimonia di inaugurazione della sinagoga di Livorno, nel 1962) Leggi
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Qui Venezia - segnalibro
Archivi, patrimonio ebraico
Presentati
nella sala Montefiore del Centro comunitario i volumi “L’albero del
Ghetto di Edoardo Gesuà sive Salvadori, realizzato con il contributo
dell’associazione Savio Benefator, e "I libri del ghetto. Catalogo dei
libri ebraici della Comunità Ebraica di Venezia (secc. XVII-XX)" a cura
di Chiara Camarda. A introdurre l’evento Enrico Levis, consigliere
della Comunità con delega alla cultura alla presenza degli autori e dei
due moderatori Shaul Bassi e Marcella Ansaldi.
Due libri apparentemente slegati l’uno dall’altro, ma che, all’apparir
del vero condividono il luogo in cui essi sono stati concepiti: la
Biblioteca Archivio Renato Maestro.
Da una parte un catalogo di testi in ebraico risultato del progetto
biennale di catalogazione dei libri ebraici antichi della Biblioteca
finanziato dalla Rothschild Foundation Europe, dall’altra un libro di
ricerca, quello di Salvadori, che mette a disposizione del pubblico
ampie parti dell’archivio contemporaneo: una sorprendente carrellata di
personaggi illustri e sconosciuti, un intreccio di storie familiari, di
nascite, matrimoni, conversioni e abiure che hanno caratterizzato
l'esistenza degli ebrei veneziani a partire dall'apertura delle porte
del Ghetto da parte delle truppe napoleoniche. Leggi
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QUI ROMA - SEGNALIBRo
Ventidue secoli sul Tevere
“La
divulgazione è un terreno sul quale si gioca una partita
importantissima, e risponde a un’esigenza sincera proveniente dalla
società non ebraica. E per fortuna ci sono alcuni ebrei che la prendono
sul serio e decidono, a loro modo, di mettersi in gioco”.
Gadi Luzzatto Voghera presenta così, nella sua prefazione, l’importante
lavoro che Giulia Mafai ha voluto dedicare agli ebrei romani,
mettendoci molto del suo vissuto personale: Ebrei sul Tevere. Storia,
storie e storielle (ed. Gangheri) Un percorso di conoscenza storica e
antropologica che ha affascinato il pubblico che ha partecipato alla
presentazione dell’opera presso la sala mostre e convegni della casa
editrice in via Giulia.
Con
l’autrice, celebre scenografa e costumista di cui sono note le
collaborazioni con alcuni dei più grandi registi del Novecento,
l’assessore alla Cultura della Comunità ebraica romana Giorgia Calò,
che ha aperto l’incontro con un saluto, e i giornalisti Carlo Alberto
Bucci, Stefano Caviglia e Fabio Isman, il critico Marco Bussagli e lo
storico dell’arte Paolo Coen, moderati dal direttore del dipartimento
Beni e Attività Culturali della Comunità Claudio Procaccia. Leggi
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Se non soffri non sei un profugo |
Nel
dibattito politico in Italia capita spesso che a furia di sentir
ripetere argomentazioni illogiche la gente si abitui e le consideri
sensate. Già sembra essere comunemente accettata l’idea che di fronte
all’alternativa tra salvare una persona che sta annegando o lasciarla
annegare possa esistere una terza via (anche se finora non ho trovato
nessuno che mi abbia saputo spiegare quale sia). Nelle ultime settimane
mi è capitato più volte di leggere e sentire il tormentone su immigrati
e profughi che nei centri di accoglienza giocano a calcio. Come se
questo bastasse di per sé a dimostrare che non provengono da situazioni
di pericolo; come se chi ha visto e subito qualcosa di orribile
perdesse di colpo la capacità di praticare qualunque sport. Per
dimostrare che le cose non stanno così basterebbe ricordare
l’esilarante partita di calcio che Primo Levi descrive nella Tregua.
Anna Segre, insegnante
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Salvini e i migranti
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Stupisce
come Matteo Salvini nel suo “reportage” sul Cara di Minneo, pubblicato
su Libero, operi una distinzione tra i ventuno migranti di origine
irachena e siriana ospiti del centro, “veri richiedenti asilo” che “uno
stato civile e cristiano avrebbe dovuto andare a prendere direttamente
per salvarli con un aereo”, rispetto al resto dei tremila ospiti di
origine africana. Una distinzione, o meglio una “mitizzazione” tutta
italiana dei migranti mesopotamici, che altrove, in Germania, i
rispettivi della Lega, come il movimento Pegida o Alternative fur
Deutschland, certo non fanno.
Francesco Moises Bassano
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Diario del soldato - Odio e bugie |
Quando
il manifesto in memoria di Ariel Sharon venne brutalmente strappato
dalle mura del Ghetto di Roma, i delinquenti di turno si giustificarono
dicendo che il defunto in questione rappresentava il peggior volto di
Israele e, pertanto, non meritava un riconoscimento simile tra le vie
della Capitale. Il prestigioso titolo di eroe di guerra comportò la
squalifica immediata del valoroso Primo ministro e il messaggio arrivò
forte e chiaro alle comunità ebraiche d’Italia: “niente più omaggi per
il leader sanguinario, niente più manifesti per chi incita la guerra”.
L’atto di antisemitismo, travestito ad arte da eroico pacifismo, venne
presto liquidato e della triste faccenda non se n’è parlò più.
David Zebuloni
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Orientarsi |
Distinzione
e propensione verso azioni e scopi specifici e condivisi è quello che
la Torah suggerisce di perseguire. Due coordinate che danno
orientamento alla nostra esistenza.
Ilana Bahbout
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