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5 maggio 2017 - 9 Iyar 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Sono un appassionato di case reali e da piccolo ero così folle da conoscere i legami familiari e dinastici di molti casati europei. Per questo motivo la decisione del duca di Edimburgo di ritirarsi a vita privata, mentre sua moglie, la sovrana Elisabetta II continuerà a rispettare i propri impegni di Stato, non mi ha colto di sorpresa. Il duca di Edimburgo ha dimostrato sempre di saper scegliere i passi della propria vita: nasce in Grecia, a Corfù, nipote del re di Grecia e di Danimarca, di religione greco ortodossa.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Forse il nome non dice nulla ai non esperti: Valmadonna Trust Library. A molti non suggerirà molto neppure il nome di Jack V. Lunzer. Eppure per la storia del patrimonio librario e archivistico ebraico europeo (e moltissimo anche italiano) si tratta di nomi straordinari. Lunzer è stato un collezionista di ogni tipo di documentazione sul passato ebraico nel vecchio continente e la sua fondazione – che trae il nome da un paese in provincia di Alessandria dove l’appassionato commerciante originario di Anversa aveva preso dimora – aveva nel tempo raccolto la più straordinaria collezione privata di testi ebraici, in particolare provenienti dalla Penisola, vera culla della tipografia ebraica in età moderna.
 
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Il vaggio tra le religioni
del presidente Trump
Un possibile cambio di rotta dell’amministrazione Trump sul fronte internazionale. Così i quotidiani definiscono il significato del viaggio a tre tappe di fine maggio del presidente americano in Arabia Saudita, Israele e territori palestinesi e in Vaticano. “Il suo primo viaggio – scrive Federico Rampini su Repubblica – renderà omaggio alle tre religioni monoteiste e abramitiche. Con un messaggio che contraddice tutto quello che sapevamo finora: un’orgogliosa riaffermazione della leadership americana; la volontà di guidare il mondo arabo verso l’unità contro gli estremisti”. Un progetto che impegnerà Trump su diversi orizzonti: saldare il fronte contro l’Iran e il terrorismo internazionale, cercare di rilanciare il processo di pace tra israeliani e palestinesi e ricucire le relazioni con Bergoglio dopo i duri scontri avuti in campagna elettorale. Il viaggio è stato inoltre annunciato dopo un importante vittoria politica per il presidente Usa, l’affossamento alla Camera della riforma sanitaria voluta da Obama: restano, sottolinea il Corriere, tra i repubblicani ampie zone di dissenso che torneranno in gioco quando la legge voluta da Trump andrà in Senato.

Francia, appello alla democrazia. Oggi ultimo giorno di campagna elettorale in Francia, dove domenica si sfidano al ballottaggio per l’Eliseo il fondatore del movimento «En Marche», Emmanuel Macron, e la leader del Front National, Marine Le Pen. Il primo è in testa nei sondaggi con oltre il 60% delle intenzioni di voto contro il 40% della sfidante, che, intervistata da Aldo Cazzullo sul Corriere, afferma di non avere più legami con il padre e di non aver mai covato sentimenti antisemiti o xenofobi: “Io non ho mai giudicato in tutta la mia vita una persona per il nome che porta, perla religione che professa, per il colore della sua pelle. E le ricordo che En Marche, il nome del partito di Macron, era uno slogan di Vichy. Il candidato oscuro è l’altro”, il tentativo di difesa della Le Pen. Eppure era stata proprio la leader del Front National poche settimane fa a negare le responsabilità storiche del governo collaborazionista e antisemita di Vichy. Non è quindi un caso se il Gran rabbino di Francia Haim Korsia abbia firmato assieme al pastore François Clavairoly e il rappresentante della Comunità islamica Anouar Kbibech (Cfcm), una lettera perché i francesi scelgano Macron e facciano “trionfare la Francia generosa, tollerante e aperta al mondo” (Corriere).

Il caos sul dossier Frontex. La Marina italiana difende le ong dall’accusa di collaborare, anche indirettamente, con i trafficanti di esseri umani e scafisti, come invece sosteneva un primo dossier di Frontex, che ora smorza le accuse (Avvenire). Le ong si difendono e sostengono che la realtà sia ben diversa, come racconta il Corriere della Sera, mentre il Csm vuole procedere con un’indagine sulla questione. Intanto vergognoso il gesto di esponenti di estremisti di destra di Forza Nuova che hanno attaccato la sede romana dell’Oim, agenzia Onu peri migranti (Avvenire e Fatto Quotidiano).

Arezzo, no della Comunità ebraica a “piazza Viva Maria”. Il consigliere leghista del Comune di Arezzo Egiziano Andreani ha proposto di intitolare al ricordo “di ‘Viva Maria’, l’insurrezione antifrancese e restauratrice del 1799 ricordata dalla Comunità ebraica come una ferita della storia, funestata da pogrom e antisemitismo”, una piazza della città toscana, racconta Repubblica Firenze. “Si apre una ferita democratica che era stata chiusa. Non solo verso gli ebrei – afferma al quotidiano il presidente della Comunità ebraica di Firenze Dario Bedarida, ricordando come la piazza era già stata intitolata una volta a quel tragico episodio storico per poi cambiare nome – L’insurrezione che prese il nome di ‘Viva Maria’ è per noi una pagina tragica”. Il provvedimento verrà votato lunedì dalla maggioranza di centrodestra.
 
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  davar
qui genova - la rara pellicola riscoperta 
Ebraismo e società, due mondi
nello sguardo di Gramsci

A lungo gli studiosi di Gramsci hanno parlato di Due mondi del regista Ewald André Dupont. Il film era al centro di un appassionante carteggio tra lo stesso Gramsci, la cognata Tania Schucht, e Piero Sraffa. Attraverso questa pellicola, poi sparita per decenni dagli schermi, i tre portarono su carta la propria visione del rapporto tra il mondo ebraico e la società circostante, dell'antisemitismo e dell'integrazione. Riflessioni acute, anche dure come quelle gramsciane, nate da un film che ieri a Genova è tornato ad essere proiettato al pubblico, grazie al critico cinematografico Flavio Tuliozi che lo ha riscoperto. A Palazzo Ducale infatti, grazie all'impegno del Centro culturale Primo Levi in collaborazione con la Fondazione Gramsci, i Due mondi è stato raccontato dallo stesso Tuliozi, assieme agli storici Alberto Cavaglion, Luca Borzani e Ermanno Taviani, e proiettato - nella versione italiana adattata da Giacomo Debenedetti - davanti al folto pubblico raccoltosi nella sala del Munizioniere.
“Nel film, che racconta di un amore impossibile tra un tenente austriaco e una ragazza ebrea polacca – ricordava in apertura dell'evento lo storico Alberto Cavaglion – Tania rivede se stessa, la sua giovinezza e, scossa, scrive le sue impressioni a
Gramsci e Sraffa, parlando dell'impossibilità del dialogo fra la realtà ebraica e il resto della società”.
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l'ugei con il ministro minniti 
Giovani e religioni, l’incontro
“Difendiamo insieme la pace"

“Il futuro non sia prigioniero del passato. Giovani ebrei, musulmani e cristiani, pionieri di una nuova umanità”. Lo ha dichiarato il ministro degli Interni Marco Minniti accogliendo al Viminale una delegazione composta da rappresentanti di Unione Giovani Ebrei d’Italia, Confederazione Confederazione Islamica Italiana e Comunità di Sant’Egidio.
”Quello di oggi è un incontro importante. Giovani ebrei, musulmani e cristiani insieme, per ribadire il ruolo fondamentale del dialogo e promuovere i valori di pace e tolleranza, condivisi dalle tre religioni monoteiste. Con l’auspicio che il messaggio partito oggi dal Viminale, possa raggiungere il resto del mondo” sottolinea Ruben Spizzichino, vicepresidente Ugei. Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro vicepresidente dell’Unione, Filippo Tedeschi. “Siamo felici di accogliere l’invito a discutere con i giovani della Confederazione Islamica Italiana nell’ambito del loro raduno nazionale. L’incontro col ministro Minniti delle nostre delegazioni – riflette – è una tappa importante per il cammino verso un dialogo interreligioso e interculturale sempre più serio anche a livello giovanile”.
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l'iniziativa del ministero dei beni culturali
Meis, domenica a porte aperte
Domenica 7 maggio, ingresso gratuito al Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, in Via Piangipane 81, a Ferrara.
Il Meis aderisce, infatti, a #DomenicalMuseo, l'iniziativa promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che prevede, ogni prima domenica del mese, la possibilità di visitare gratuitamente i musei, le gallerie, le aree archeologiche, i parchi e i giardini monumentali dello Stato.
Ad attendere il pubblico al Meis è il nuovo allestimento “Lo Spazio delle Domande” che, tra sale interne e giardino, racconta l’ebraismo attraverso i video-ritratti di sette ebrei ferraresi, gli oggetti sacri, le immagini e le musiche del matrimonio, la ricostruzione di un tipico quartiere ebraico, da animare con bellissimi burattini artigianali, e le spezie contemplate dalla kasherut, per scoprire alcuni principi fondamentali dell’alimentazione ebraica.

a cinquant'anni dalla scomparsa
Rav Bruno Polacco, ricordo vivo
Appartenente alla generazione cresciuta dopo la prima guerra mondiale, Rav Bruno Polacco (1917-1967) fu un personaggio importante nel panorama culturale ebraico italiano del Novecento. Schivo e riservato, dotato di un’eccezionale umanità, che lo fece sempre amare da parte dei suoi correligionari, nelle tre comunità ove rivestì la carica di vice-rabbino o di rabbino capo, Venezia, Ferrara e Livorno, egli coltivò, con severo impegno scientifico, oltre agli studi biblici e talmudici, anche quelli storico-filologici, con l’intento di ampliare le nostre conoscenze della storia degli ebrei d’Italia, accumulando una larga messe di saggi e ricerche, che la sua modestia volle spesso lasciare inediti.

(Nell'immagine, rav Polacco durante la cerimonia di inaugurazione della sinagoga di Livorno, nel 1962)
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qui roma - la cerimonia al verano
Il 5 maggio e la fine dell’orrore
I giovani ascoltano il Testimone 

Il 5 maggio del 1945 si chiudeva definitivamente l’orrore dei lager nazisti. Porte aperte a Mauthausen, via i nazisti e dentro le forze alleate, i pochi sopravvissuti finalmente liberi. Una data fondamentale del Novecento europeo, onorata a Roma con una cerimonia che ha segnato un ulteriore passaggio nel lavoro di trasmissione di queste memorie alle nuove generazioni.
Una rappresentanza delle classi del liceo ebraico ha infatti accompagnato il Testimone Piero Terracina davanti al Muro del deportato, al cimitero del Verano. Aned e Comunità ebraica insieme, a poche ore da quello che per molti sopravvissuti è stato e continua ad essere un giorno da festeggiare. Presenti per la Comunità ebraica, tra gli altri, la presidente Ruth Dureghello e il vicepresidente Ruben Della Rocca. Per l’Aned, il presidente della sezione romana Maurizio Ascoli, il vicepresidente nazionale Aldo Pavia e la ricercatrice Grazia Di Veroli.
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Qui Venezia - segnalibro 
Archivi, patrimonio ebraico
Presentati nella sala Montefiore del Centro comunitario i volumi “L’albero del Ghetto di Edoardo Gesuà sive Salvadori, realizzato con il contributo dell’associazione Savio Benefator, e "I libri del ghetto. Catalogo dei libri ebraici della Comunità Ebraica di Venezia (secc. XVII-XX)" a cura di Chiara Camarda. A introdurre l’evento Enrico Levis, consigliere della Comunità con delega alla cultura alla presenza degli autori e dei due moderatori Shaul Bassi e Marcella Ansaldi.
Due libri apparentemente slegati l’uno dall’altro, ma che, all’apparir del vero condividono il luogo in cui essi sono stati concepiti: la Biblioteca Archivio Renato Maestro.
Da una parte un catalogo di testi in ebraico risultato del progetto biennale di catalogazione dei libri ebraici antichi della Biblioteca finanziato dalla Rothschild Foundation Europe, dall’altra un libro di ricerca, quello di Salvadori, che mette a disposizione del pubblico ampie parti dell’archivio contemporaneo: una sorprendente carrellata di personaggi illustri e sconosciuti, un intreccio di storie familiari, di nascite, matrimoni, conversioni e abiure che hanno caratterizzato l'esistenza degli ebrei veneziani a partire dall'apertura delle porte del Ghetto da parte delle truppe napoleoniche.
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QUI ROMA - SEGNALIBRo
Ventidue secoli sul Tevere
“La divulgazione è un terreno sul quale si gioca una partita importantissima, e risponde a un’esigenza sincera proveniente dalla società non ebraica. E per fortuna ci sono alcuni ebrei che la prendono sul serio e decidono, a loro modo, di mettersi in gioco”.
Gadi Luzzatto Voghera presenta così, nella sua prefazione, l’importante lavoro che Giulia Mafai ha voluto dedicare agli ebrei romani, mettendoci molto del suo vissuto personale: Ebrei sul Tevere. Storia, storie e storielle (ed. Gangheri) Un percorso di conoscenza storica e antropologica che ha affascinato il pubblico che ha partecipato alla presentazione dell’opera presso la sala mostre e convegni della casa editrice in via Giulia.
Con l’autrice, celebre scenografa e costumista di cui sono note le collaborazioni con alcuni dei più grandi registi del Novecento, l’assessore alla Cultura della Comunità ebraica romana Giorgia Calò, che ha aperto l’incontro con un saluto, e i giornalisti Carlo Alberto Bucci, Stefano Caviglia e Fabio Isman, il critico Marco Bussagli e lo storico dell’arte Paolo Coen, moderati dal direttore del dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità Claudio Procaccia.
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qui roma - centro bibliografico ucei
Frankl, uno psicologo nei lager
Neurologo, psichiatra e filosofo di fama, Viktor Emil Frankl (1905-1997) visse sulla sua pelle l’orrore dei lager nazisti, restandone segnato e con lui il suo impegno professionale. Sfogliare le pagine del volume L’uomo in cerca di senso. Uno psicologo nei lager e altri scritti inediti (ed. FrancoAngeli) è quindi un esercizio utile per addentrarsi nelle dinamiche del Male da una prospettiva peculiare. Sarà proprio l’opera dell’eminente studioso austriaco il punto di partenza di una riflessione a più voci in programma questa domenica alle 17.30 al Centro Bibliografico UCEI.
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pilpul
Se non soffri non sei un profugo
Nel dibattito politico in Italia capita spesso che a furia di sentir ripetere argomentazioni illogiche la gente si abitui e le consideri sensate. Già sembra essere comunemente accettata l’idea che di fronte all’alternativa tra salvare una persona che sta annegando o lasciarla annegare possa esistere una terza via (anche se finora non ho trovato nessuno che mi abbia saputo spiegare quale sia). Nelle ultime settimane mi è capitato più volte di leggere e sentire il tormentone su immigrati e profughi che nei centri di accoglienza giocano a calcio. Come se questo bastasse di per sé a dimostrare che non provengono da situazioni di pericolo; come se chi ha visto e subito qualcosa di orribile perdesse di colpo la capacità di praticare qualunque sport. Per dimostrare che le cose non stanno così basterebbe ricordare l’esilarante partita di calcio che Primo Levi descrive nella Tregua

Anna Segre, insegnante
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Salvini e i migranti
Stupisce come Matteo Salvini nel suo “reportage” sul Cara di Minneo, pubblicato su Libero, operi una distinzione tra i ventuno migranti di origine irachena e siriana ospiti del centro, “veri richiedenti asilo” che “uno stato civile e cristiano avrebbe dovuto andare a prendere direttamente per salvarli con un aereo”, rispetto al resto dei tremila ospiti di origine africana. Una distinzione, o meglio una “mitizzazione” tutta italiana dei migranti mesopotamici, che altrove, in Germania, i rispettivi della Lega, come il movimento Pegida o Alternative fur Deutschland, certo non fanno.

Francesco Moises Bassano
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Diario del soldato - Odio e bugie
Quando il manifesto in memoria di Ariel Sharon venne brutalmente strappato dalle mura del Ghetto di Roma, i delinquenti di turno si giustificarono dicendo che il defunto in questione rappresentava il peggior volto di Israele e, pertanto, non meritava un riconoscimento simile tra le vie della Capitale. Il prestigioso titolo di eroe di guerra comportò la squalifica immediata del valoroso Primo ministro e il messaggio arrivò forte e chiaro alle comunità ebraiche d’Italia: “niente più omaggi per il leader sanguinario, niente più manifesti per chi incita la guerra”. L’atto di antisemitismo, travestito ad arte da eroico pacifismo, venne presto liquidato e della triste faccenda non se n’è parlò più.

David Zebuloni
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Orientarsi
Distinzione e propensione verso azioni e scopi specifici e condivisi è quello che la Torah suggerisce di perseguire. Due coordinate che danno orientamento alla nostra esistenza. 


Ilana Bahbout
 


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