29 Maggio 2017 - 4 Sivan 5777

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  29 Maggio 2017 - 4 Sivan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Rabbi Joshua ben Levi disse: Grande è la pace, perché la pace è per la terra quello che il lievito è per l'impasto. Se il Santo, che sia benedetto, non avesse dato la pace al mondo, esso sarebbe popolato dalla spada e da moltitudini di bestie. Rabban Simeon ben Gamaliel disse: Il mondo poggia su tre cose: Sulla giustizia, sulla verità, sulla pace. Disse Rabbi Monah: Queste tre sono la stessa identica cosa.
 
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Anna
Foa,
storica
Amos Oz ha ricevuto un premio dall'Avraham Geiger College, seminario rabbinico aggregato all'Università di Potsdam e intitolato al padre dell'ebraismo riformato Abraham Geiger, conferito annualmente alle personalità "che hanno reso eccezionali servizi al pluralismo, all'apertura, alla tolleranza e alla libertà del pensiero ebraico".
 
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Nei luoghi dei Sei giorni
Tutto durò appena sei giorni. Una guerra breve, un lampo, eppure in un tempo così breve molte cose che sembravano eterne morirono: il nazionalismo arabo, innanzitutto, sconfitto e archiviato”, scrive Domenico Quirico nel suo reportage su La Stampa dedicato alla Guerra dei Sei giorni del 1967. Da Nord a Sud, il giornalista racconta come sono cambiati i confini dello Stato d’Israele dopo quella vittoria contro il fronte arabo che voleva distruggerlo e quale eredità è rimasta a cinquant’anni dal conflitto.

Gerusalemme. II primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha voluto celebrare il 50enario della riunificazione di Gerusalemme con una riunione del suo governo all’interno del tunnel del Kotel (Muro del Pianto). “Rafforzeremo” Gerusalemme, ha promesso Netanyahu, citando diversi progetti di sviluppo fra cui una funicolare per portare turisti e fedeli al muro del Pianto, il luogo più santo dell’ebraismo. Su Repubblica, lo scrittore israeliano Assaf Gravron critica la scelta del governo di riunirsi e farsi fotografare nel tunnel. “Quelle foto sono il tentativo di mostrare che Gerusalemme è una città unita. – l’opinione dello scrittore- Ma contrastano con la realtà: la realtà è che Gerusalemme non è una città, sono due. Ci sono differenti sistemi burocratici, diversi sistemi di istruzione e di trasporto e ci vivono persone diverse: ebrei solitamente benestanti a Ovest, arabi solitamente poveri a Est. Due mondi opposti, due stili di vita opposti”.

Trump e il ritorno negli Usa. Dopo il vertice del G7 a Taormina, il presidente Usa Donald Trump è tornato negli Stati Uniti e deve confrontarsi con quello che i giornali chiamano il “Russiagate”, i rapporti poco chiari tra uomini del suo entourage e la Russia. Il presidente è pronto a reclutare i migliori avvocati e gli specialisti in pubbliche relazioni per difendersi, scrive il Corriere, che parla di un consiglio di guerra permanente, una “war room”, istituita alla Casa Bianca per studiare il caso. Gli ultimi sviluppi chiamano in causa Jared Kushner, il genero-consigliere del presidente. L’Fbi sta indagando su almeno un incontro avvenuto nel dicembre scorso tra Kushner e Sergei Kislyak, ambasciatore russo a Washington. In quella occasione i due avrebbero concordato di aprire “un canale di comunicazione diretto e riservato” tra la futura amministrazione americana e il Cremlino.

Ospedale israelitico. Proseguono gli accertamenti giudiziari legati alla precedente gestione dell’Ospedale israelitico di Roma, quando alla guida dell’ente c’era l’ex direttore Antonio Mastropasqua, arrestato nel 2015 per truffa. Sotto la sua gestione, riporta oggi il Corriere Roma, tra il 2006 e il 2011 era stata presentata alla Regione Lazio una richiesta di rimborsi da 42 milioni di euro per operazioni odontoiatriche in realtà mai erogate. Ad accertarlo, una sentenza della seconda sezione civile del Tribunale di Roma, che ha respinto la richiesta che il Corriere descrive come “uno dei vecchi azzardi” dell’ex manager Mastropasqua “che però ora rischia di aggravare la sua posizione”.
 
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  davar
la festa dedicata a gerusalemme
Gli eventi per Yom Yerushalaim
“Un successo, ed è solo l’inizio”

Il bilancio non può che essere positivo: relatori illustri, incontri di altissimo livello. Uno stimolo ad approfondire la realtà di Gerusalemme, ben oltre il conflitto”.
È soddisfatta Raffaella Di Castro, responsabile delle attività culturali del Centro Bibliografico UCEI e tra le principali animatrici degli eventi legati a Yom Yerushalaim, i festeggiamenti per Gerusalemme nel cinquantenario della riunificazione.
Ieri, al Centro Ebraico Il Pitigliani, un’intera giornata di approfondimento ha portato all’attenzione di tanti una Gerusalemme meno conosciuta. Quella che si afferma nel campo delle nuove tecnologie e dell’accademia, che guarda a un futuro di possibilità mettendo in dialogo mondi e realtà diverse. Una giornata densa, iniziata di buon mattino e conclusasi in serata con la proiezione di un documentario inedito con protagonista David Ben Gurion – “Ben Gurion, Epylogue”. Il lascito alle nuove generazioni di un grande uomo, che ha fatto la storia di Israele e che ancora oggi sembra indicare la strada da seguire.
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la chiusura deL FESTIVAL CULTURALE GORIZIANO
"èStoria, entusiasmo e curiosità per capire passato e presente"
“Avere assicurato al Festival continuità, ha consentito di raggiungere un risultato di eccellenza: ne nasce un senso di orgoglio per aver avuto a fianco un gruppo di persone dedite alla costruzione del Festival e per la partecipazione della città di Gorizia, che in èStoria si riconosce con entusiasmo e curiosità”. Così il direttore del Festival èStoria Adriano Ossola ha commentato la conferma del grande successo della rassegna dedicata alla riflessione politico-storiografica e conclusasi ieri a Gorizia. Un programma, quello di quest’anno, che ha voluto riflettere sull’identità italiana, un tema importante quanto attuale in un'Europa sempre più divisa e in cui l'orgoglio per le proprie radici culturali si confonde in falsi miti nazionalistici. Quattro le giornate in cui la città di Gorizia è stata animata da circa centocinquanta eventi tra convegni, presentazioni, dialoghi, spettacoli, mostre, proiezioni di film e altre iniziative. Duecento o​​spiti, tra storici, giornalisti, studiosi, autori, artisti e testimoni che contribuiranno ad animare gli incontri della manifestazione.
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Èstoria - l'analisi del conflitto del 1967
Sei giorni, una grande vittoria
ma con un prezzo da pagare

Da dodici anni Israele addestrava meticolosamente il suo esercito allo scontro. Come disse un generale egiziano, “mentre loro si preparavano alla guerra, noi facevamo parate militari”. Solo in mezzo ai nemici, in sei giorni l'esercito israeliano spazzo via l'aviazione e resistenza egiziana a sud, mise in fuga i giordani a Gerusalemme, prese il controllo della West Bank e conquistò le alture del Golan. Una vittoria gloriosa che cambierà la storia ma a un prezzo che Israele continua a pagare, come spiegavano ieri Ahron Bregman, ex ufficiale di artiglieria delle forze di difesa israeliane e docente del dipartimento di Studi Militari del King’s College di Londra, e lo scrittore e regista Simon Dunstan, esperto di tecnologia militare. I due esperti erano infatti protagonisti dell'ultima giornata di èStoria, il Festival goriziano dedicato all'approfondimento storico, di anno in anno sempre più punto di riferimento culturale per comprendere i legami tra passato e presente. A dimostrarlo, proprio l'incontro tra Bergman e Dunstan in cui, a cinquant'anni dal conflitto, il pubblico ha avuto l'opportunità di avere un quadro chiaro della Guerra dei Sei giorni e delle sue conseguenze.
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il tributo israeliano al calciatore
Da Gerusalemme all’Olimpico
“Il nostro omaggio a Totti”

Son venuti fino da Israele per l’ultimo omaggio al Capitano. In curva, all’Olimpico, c’erano anche loro. I ragazzi del Roma Club Gerusalemme, guidati da Fabio Sonnino e Samuele Giannetti. Un appuntamento immancabile, per questo club che ha fatto dell’attaccamento ai colori giallorossi e di innumerevoli progetti per il dialogo un motivo di vanto. Anche al fianco e nel nome di Francesco Totti, la grande bandiera che alla soglia dei 41 anni ieri ha detto addio al calcio giocato.
Il ritiro del 10 romanista ha fatto parlare anche la stampa israeliana. Tra gli altri, il quotidiano Yediot Ahronot ha oggi titolato: “Accidenti a te, tempo!”.
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qui roma 
Israelitico, nuove collaborazioni "Più servizi, la nostra strada"
“La nuova stagione dell'Ospedale Israelitico passa anche per importanti accordi che mirano a dare ancora più servizi ai cittadini. Con la convenzione firmata assieme alla Casa di cura Assunzione di Maria Santissima ci apriamo a ulteriori modi di fare sanità e ricerca nel Lazio e portiamo i nostri medici su un nuovo territorio della Capitale. Un modello di ospedale che vuole investire sul futuro della salute degli italiani deve guardare a progetti che pongano al centro efficienza e integrazione: noi stiamo percorrendo questa strada".
Così il Presidente del cda dell'Ospedale Israelitico di Roma, Bruno Sed, in occasione della firma di una convenzione tra l'Ospedale stesso e la Casa di cura Assunzione di Maria Santissima. Un accordo che dà il via a una collaborazione che vedrà l'Israelitico svolgere attività di consulenza e prestazioni mediche in tutte le specialità autorizzate all'interno degli spazi di Via Nomentana. Il centro di ricerca EBRI - European Brain Research Institute - fondato da Rita Levi Montalcini, è parte integrante di questa intesa di collaborazione: presso la Casa di cura sarà attivato un laboratorio dedicato alla diagnosi delle patologie neurodegenerative.
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il cordoglio dell'italia ebraica
Giuliano Orvieto (1931-2017)
Profonda commozione in tutta l’Italia ebraica per la scomparsa, avvenuta nelle scorse ore in Israele, di Giuliano Orvieto.
Romano, 85 anni, Orvieto fu uno dei principali protagonisti della rinascita della Comunità ebraica capitolina dopo l’orrore della Shoah e la difficile ripartenza dell’immediato dopoguerra. Attivo anche all’interno del Consiglio comunitario, Orvieto scrisse pagine indimenticabili in questa prospettiva dando vita al circolo giovanile Kadima (“Avanti”), che fu per molti anni un punto di riferimento per la gioventù romana e non solo.
Successivamente trasferitosi in Israele, Orvieto ha continuato a mantenere un legame forte con le proprie origini italiane occupandosi tra le varie attività della tutela dei beni custoditi al museo d’arte ebraica italiana Umberto Nahon di Gerusalemme.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
La Storia e le sfide di oggi 
Sono tanti i festival culturali che come da tradizione segnano la primavera italiana. Dopo il Salone del Libro di Torino questa settimana è la volta di èStoria di Gorizia, come si racconta nell'odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition. Tra i temi approfonditi nel corso della rassegna anche il cinquantesimo anniversario della Guerra dei Sei Giorni.
In un tempo che segna un periodo storico complesso, con un'Europa in crisi di identità, è importante ricordare il concetto di responsabilità, anche partendo dall'esempio di coloro che in situazioni di grave pericolo seppero mettere a repentaglio la propria incolumità per difendere l'Altro. Così l'organizzazione Gariwo, che nata a Milano e seguendo l'esempio del Giardino dei Giusti di Yad Vashem, ha proposto una Carta dele Responsabilità che è stata firmata anche dal primo ministro Paolo Gentiloni. Un richiamo alla responsabilità delle religioni nel contrastare ogni forma di odio e violenza è contenuto anche nel messaggio di auguri per il Ramadan che la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Noemi Di Segni ha voluto rivolgere ai fedeli  musulmani in Italia.
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pilpul
Oltremare - Taxi libero
Uno dei primi impatti del viaggiatore in arrivo in Israele con la israeliana immagine di ordine è il delirio collettivo che si propone all'uscita dell'aeroporto quando, dopo lunghe ore di volo, l'ignaro nuovo arrivato scopre che per prendere un taxi deve mettersi in fila con dozzine di altri scampati alla pressante sicurezza del Ben Gurion, e trovare il modo di salire su una macchina bianca con la stessa modalità con la quale si sale su di una ovovia: il salto in lungo. Di norma, famiglie con numeri impossibili di figli e altrettanto improbabili di bagagli occupano disordinatamente quello che sarebbe un marciapiede abbastanza largo, se mai avessimo avuto la ventura di vederlo. La fila bascula e dondola, con passaggi in avanti stile tiro in porta da metà campo da parte di pezzi di famiglie lasciati inopinatamente indietro. Ad un certo punto un tizio che non veste nessuna particolare divisa mette in mano al prossimo fortunato viaggiatore un pezzo di carta che nessuno ha mai saputo decifrare, contenente numeri all’apparenza senza alcun ordine o senso. Con il trofeo in mano è finalmente possibile abbandonare la riva e affidarsi al Caronte di turno, che di solito parla lingue oscure – spesso plurali, ma comunque incomprensibili.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Analisi scorretta - Inquietudini
Donald Trump è andato in Arabia Saudita e ha firmato un contratto per la fornitura di armi per 110 miliardi di dollari (forse diventeranno 350 MLD in 10 anni). Poi è volato a Tel Aviv e Netanyahu non ha mosso un ciglio per l’affare concluso tra americani e sauditi, quasi che i 110 miliardi di armamenti al più ricco Paese arabo non fosse un problema.
Che tra israeliani e sauditi esista un’alleanza di fatto, se non altro per aver nell’Iran il nemico comune, si sa da tempo. Le leggi della geopolitica sono queste: il nemico del mio nemico è mio amico.
Un’alleanza strategica aperta tra Israele e Arabia Saudita tuttavia appare impossibile. L’opinione pubblica di tutto il mondo arabo non potrebbe accettarla, almeno fino a quando il processo di pace coi palestinesi langue e non sembra ci siano segnali che esso possa riprendere in maniera seria e concreta. Inoltre il re saudita si considera il custode dei luoghi santi musulmani di Gerusalemme e fino che anche questa questione non troverà una soluzione, i rapporti tra Israele e sauditi sono destinati a rimanere sotto traccia.


Anselmo Calò 
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