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6 Giugno 2017 - 12 Sivan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Il nazireato (Bemidbàr, 6; 1-21) è una condizione, un po’ estrema, che un ebreo può imporre a se stesso come conseguenza di un voto per un determinato periodo (minimo di 30 giorni) nel quale il nazireo dovrà evitare ogni contatto con i morti, non potrà tagliarsi i capelli, non dovrà bere il vino, né sostanze alcoliche e derivati dell’uva. Quando però giungerà il termine del periodo fissato il nazireo dovrà offrire un sacrificio, bere il vino e si farà tagliare i capelli che getterà nel fuoco. Come ad evitare che la meritoria violenza inflitta a se stessi, per un certo periodo della vita, possa diventare una comoda abitudine. La protesta contro le istituzioni non deve mai trasformarsi anche essa in un’istituzione. La rivoluzione costituisce un valore fintanto che è accompagnata da purezza e lucidità ma non deve trasformarsi in una professione. Si arriva a un certo punto nel quale è doveroso tagliarsi i capelli altrimenti anche l’essere capelloni diventa un’uniforme.
 

Dario
Calimani,
Università di Venezia
Mi sono sempre chiesto quanto contino nell’ebraismo le intenzioni e quanto le azioni, quanto la teoria e quanto la prassi, quanto le mitzwoth che ci mettono in relazione con Dio e quanto le mitzwoth che ci mettono in relazione con gli uomini. Nessuna risposta che ci si dia, o che ci venga data, risolve il quesito. Tequ.
 
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Golfo, si rompe il patto
Ampio spazio anche sui quotidiani italiani alla crisi interna ai Paesi del Golfo: Bahrein, Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi hanno infatti deciso di interrompere le relazioni diplomatiche con il Qatar. “Doha sostiene il terrorismo”, la motivazione ufficiale dell’azione dei cinque paesi arabi contro il piccolo quanto influente regno guidato dalla famiglia Al-Thani. Oltre al ritiro dei diplomatici, è stata decisa la chiusura di tutte le frontiere aeree e terrestri, isolando di fatto il Qatar, racconta tra gli altri il Corriere. “La grande alleanza araba contro il terrorismo, lanciata due settimane fa da Trump a Riad, perde un pezzo importante”, sottolinea La Stampa, che ricorda come il Qatar sia considerato un pericolo perché troppo vicino all’Iran, per l’influenza della sua rete Al Jazeera e perché da sempre sostenitore del gruppo dei Fratelli Musulmani, realtà politico-religiosa considerata un nemico da Egitto e Arabia Saudita in primis. A Doha, inoltre, ha trovato rifugio dal 2012 il leader del gruppo terroristico di Hamas Khaled Meshaal ma sembra che ad alcuni rappresentanti del movimento sia stato chiesto nelle scorse ore di lasciare il Paese. “Le accuse al Qatar di favorire il terrorismo potrebbero essere rivolte anche all’Arabia Saudita e alle altre monarchie del Golfo. – scrive Alberto Negri sul Sole 24 Ore – Quindi per i sauditi si tratta di trovare un capro espiatorio del terrorismo jihadista per poter contrastare il suo vero rivale nel Golfo, l’Iran”. Sole 24 Ore, Corriere e Repubblica ricordano poi come il Qatar abbia fatto molti investimenti a livello internazionale e in particolare in Italia: nel nostro Paese, dai grattacieli a Milano ai terreni in Costa Smeralda, la famiglia Al Tahani ha un giro di affari da 6 miliardi di euro.
 
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  davar
il progetto presentato al miur  
Nuovi strumenti per conoscere
"Combattiamo i pregiudizi"
Combattere i pregiudizi attraverso la conoscenza. Sul nuovo sito ebraismoinpillole.it che sarà presentato questo pomeriggio al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel corso di una conferenza stampa nove percorsi tematici consentiranno agli studenti liceali, ma anche ai curiosi di tutte le età e agli stessi ebrei che vogliono ripassare, di apprendere gli aspetti fondamentali di religione e cultura ebraiche. Si parte proprio dai pregiudizi odiosi e antisemiti, che vengono menzionati esplicitamente: per smontarli, per contraddirli con la cultura.
Il sito nasce nell’ambito delle iniziative previste dal Protocollo d’Intesa tra il Ministero e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI). A realizzarlo l’Associazione Hans Jonas, con il contributo dell’Unione e della Pincus Foundation di Gerusalemme.
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qui milano - coinvolti ame e rabbinato
Il diritto alla salute e l'identità,

le linee guida di Prenderci cura
Prendersi cura e non solo curare è il principio alla base del manuale “Salute e identità religiose. Per un approccio multiculturale nell’assistenza alla persona” presentato a Milano a Palazzo Pirelli. Il volume – scaricabile gratuitamente dal sito www.prendercicura.it – rappresenta il risultato del ciclo di conferenze Insieme per prenderci cura, progetto interreligioso con al centro la sanità che ha visto coinvolte le diverse religioni, tra cui quella ebraica con il coinvolgimento in particolare dell’Associazione medica ebraica (Ame) in collaborazione con il rabbinato di Milano e la partecipazione di numerosi rabbini da tutta Italia. “Insieme per prenderci per prenderci cura non è uno slogan ma una visione nuova della cura e dell’assistenza, che tiene in considerazione l’individuo nella sua globalità, a partire dalla sua fede, dal suo vissuto, dalle sue convinzioni” ha sottolineato il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara, che all’avvio del progetto era anche presidente dell’Ame.
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l'incontro in sinagoga
Trieste, la visita di Serracchiani

'Voi un punto di riferimento"
“La Comunità ebraica di Trieste ha un ruolo rilevante non solo per la città ma tutta la regione, come punto di riferimento storico, culturale, religioso e come componente incancellabile della nostra identità collettiva”. Lo ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, incontrando i vertici della Comunità ebraica nei locali comunitari e in sinagoga. Un incontro che arriva a dieci anni da una precedente visita dell’allora governatore Riccardo Illy e durante il quale è stato sottolineato il carattere aperto, dinamico e in costante dialogo con le istituzioni della Comunità.
”È importante che la Comunità continui ad avere una scuola ebraica, che tenga alti i livelli della formazione e accompagni lo sviluppo di tutti i bambini che la frequentano. Per la Regione è significativo poter collaborare a migliorare e offrire sempre più servizi e possibilità ai nostri ragazzi e alle loro famiglie” ha sottolineato la Presidente Serracchiani, accolta in sinagoga da una delegazione guidata dal Presidente della Comunità ebraica Alessandro Salonichio e dal rabbino capo Alexander Meloni. Nella delegazione, tra gli altri, anche i Consiglieri Nathan Israel, Davide Belleli e Livio Vasieri.


(Foto di Giovanni Montenero)

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la consegna in campidoglio 
Fondazione Museo della Shoah,

a Venezia il Premio Simpatia
“Una grande gioia per tutti coloro che collaborano e hanno collaborato con la Fondazione. A qualsiasi titolo”.
Non nasconde la soddisfazione Mario Venezia, Presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma, tra i vincitori dell’edizione del 2017 del Premio Simpatia. Ideato dallo studioso della romanità Domenico Pertica e conosciuto ormai come “l’Oscar Capitolino”, il Premio è stato dedicato quest’anno alle vittime del recente terremoto che ha colpito il Centro Italia. Ma non ha mancato di toccare, come di consueto, le diverse facce e le diverse sfide che investono la società italiana. Non ultima quella di una Memoria viva e consapevole.
“La soddisfazione è ancora più significativa se si pensa al livello degli altri premiati di questa edizione. Dalle forze dell’ordine ai protagonisti della difficile ripartenza di Amatrice” sottolinea Venezia, che ha ricevuto il riconoscimento dalle mani di Paola Saluzzi e Pino Strabioli nella Sala della Promoteca del Campidoglio.
“L’incentivo – aggiunge – è a fare ancora meglio, a guarda avanti. Parto dall’esperienza in corso, con la mostra ‘Sport, sportivi e Giochi olimpici nell’Europa in Guerra (1936-1948)’ allestita fino a luglio alla Casina dei Vallati in collaborazione con il Memoriale della Shoah di Parigi. Una collaborazione prestigiosa, preludio a una nuova iniziativa che organizzeremo in futuro in Francia e a una serie di eventi collaterali che presto annunceremo. E poi c’è il 2018, l’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle Leggi Razziste. Saremo protagonisti, con diversi appuntamenti”.


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al via domani il convegno ucei
Lingue e linguaggi ebraici

Gli studiosi a confronto
“Le lingue degli ebrei: problemi e metodi”.
È il titolo di un convegno in due giornate che sarà ospitato mercoledì 7 e giovedì 8 giugno nei locali del Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Pensato nei suoi diversi momenti da un comitato scientifico-organizzativo composto da Raffaella Di Castro, Laura Minervini, Alessandra Veronese e Fabrizio Franceschini, il convegno riprende e approfondisce il tema delle lingue e dei dialetti ebraici proposto in occasione dell’ultima Giornata Europea della Cultura Ebraica e affrontato, sempre al Centro Bibliografico, nel corso dei lavori del convegno “Yafet nelle tende di Shem. L’ebraico in traduzione” dello scorso autunno.
Ad essere esplorati una serie di problemi legati alla definizione e alla ricostruzione delle “giudeolingue”. Qual è il denominatore comune delle varietà ‘giudaiche’? È semplicemente l’uso da parte degli ebrei? Risiede piuttosto nel rapporto fondamentale con l’ebraico, serbatoio lessicale e modello stilistico? E l’ebraico stesso, antico e moderno, in che posizione si colloca? I singoli studiosi coinvolti saranno chiamati a rispondere, a partire dalle loro specifiche competenze.
I lavori si apriranno domani, alle 15.30, con i saluti istituzionali e gli interventi di Cyril Aslanov, Ida Zatelli, Fabrizio Franceschini, Riccardo Contini, Dorota Hartman e Raffaele Esposito.


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pilpul
Dentro o fuori
Liberare Totò Riina o farlo morire in carcere? Usargli la crudeltà da lui riservata alle vittime delle sue stragi, oppure scegliere umanità e regole da cui lo Stato trae la propria legittimità sui cittadini? È ancora un capomafia pericoloso oppure un vecchio criminale ormai dimenticato dai suoi? Osservarlo mentre crepa in carcere sarebbe un godimento, una vendetta o una prova di giustizia? Sembra un caso di scuola, è certamente una vicenda estrema, eppure è da questi episodi che si capisce come una società pensa, evolve o regredisce.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas


Storia di un complotto
Ernesto Sabato scrisse, nell’ambito del suo capolavoro “Sobre héroes y tumbas” una “Relazione sui ciechi” (Informe sobre ciegos) dove spiega che ci sono ciechi e ciechi, dacché taluni sono una mera manovalanza, mentre altri valgono quanto Kierkegaard e Proust e formano una Setta che controlla il mondo.
Per il sommo scrittore argentino, si trattava di una metafora; sennonché, ho scoperto che, così come vi è un rapporto fra Diritto e Letteratura, ve n’è un altro sulle profezie auto realizzantesi o che si auto adempiono (self fulfilling prophecies) ed il suddetto capolavoro.


Emanuele Calò, giurista
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