Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Lamentarsi
senza un giustificato motivo è spesso un passatempo per chi, annoiato
da una vita in cui le cose si ottengono troppo facilmente, cerca nuove
emozioni e nuovi desideri.
Nel capitolo 11 del libro di Bemidbàr, le lagnanze gratuite di alcuni
riottosi sono associate al rifiuto della manna e al desiderio di “carne
che si mangiava in Egitto”. Quando si è depressi per guardare al futuro
ci si rifugia in un passato mitizzato che forse non è neppure mai
esistito. Se in Egitto non ricevevamo neppure la paglia per i mattoni
figuriamoci se ci davano carne e pesce! In effetti il testo dice che è
“….il desiderio stesso che desiderano” (Bemidbàr,11; 4).
Se la fedeltà al passato è orientata verso il futuro, la nostalgia del
passato deriva, viceversa, da una mancata comprensione del passato e
del presente.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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I
fratelli Rosselli, Nello e Carlo, figli di Joe e di Amalia Pincherle.
Una famiglia di tradizione liberale, quindi ‘non ortodossi e non
osservanti’, precisano le biografie. È noto, infatti, che nel 1924
Nello partecipa al Congresso giovanile ebraico di Livorno e afferma la
sua posizione laica e contraria al sionismo (biografie cursorie online
parlano di ‘sionismo integralista’, ma è un refuso dovuto all’ignoranza
di coloro che condensano il pensiero di Nello). Ne hanno parlato di
recente su queste pagine sia Giorgio Berruto che Anna Foa.
Personalmente penso che già nel ’24 il sionismo avesse tutti i motivi e
i diritti storici di esistere e di essere un ideale da perseguire. Ma
il punto non è questo. Il punto è invece che esiste un certo tipo di
cultura che, parlando dei fratelli Rosselli, riesce a passare sotto
silenzio la loro ebraicità e qualsiasi rapporto fra quella e il loro
impegno politico. Lo fa, ad esempio, Eugenio Scalfari (Repubblica, 9
giugno 2017). Ma non è il solo in queste settimane.
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Fascisti in Consiglio
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Nonostante,
come ha ricordato la Presidente della Camera Laura Boldrini, la
Costituzione vieti la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del
partito fascista, nel mantovano – nel piccolo Comune di
Sermide-Felonica, 7500 abitanti – la lista Fasci del lavoro, ispirata
alla Repubblica sociale di Salò, è riuscita a entrare in Consiglio
comunale. A riguardo è stata chiesta un’interrogazione parlamentare e
la commissione elettorale che ha ammesso la lista è stata revocata ma
secondo il prefetto di Mantova, “i risultati non sono in discussione”
(Il Messaggero). Un caso che preoccupa così come segnali inquietanti
arrivano da Lucca: nel comune toscano, dove Pd (37,5 per cento) e
centrodestra (35 per cento) si contenderanno la vittoria al
ballottaggio il prossimo 25 giugno, rischia di essere il partito di
estrema destra CasaPound a fare da ago della bilancia grazie al
candidato sindaco Fabio Barsanti che ha preso l’8 per cento delle
preferenze, più del candidato del Movimento 5 Stelle (Giornale). Il
populismo di estrema destra dunque continua ad essere un pericolo e lo
ricorda anche Giuliano Amato, intervistato da Aldo Cazzullo sul
Corriere, facendo un quadro della situazione politica contemporanea:
“il popolo indistinto sollecitato dalla democrazia diretta tenderà a
riconoscersi in una figura, l’uomo forte, che fa valere le sue ragioni
contro tutte gli altri – spiega Amato– Questa è la negazione della
democrazia; altro che democrazia illiberale. Oggi vince Macron, ma non
è ancora stato sconfitto Orbán, il leader ungherese che il 28 gennaio
2017 ha detto: ‘Si apre una nuova era in Europa. Il popolo vuole
società democratiche, non società aperte’”.
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qui
milano - domani la presentazione
Odio
in rete e complottismi,
la
denuncia del Rapporto Cdec
Da
operazioni editoriali che rilanciano senza pudore volumi alla base
dell’antisemitismo moderno a politici che parlano di presunti complotti
di lobby ebraiche e poteri forti, fino al riemergere di movimenti
neofascisti. Sono alcuni degli inquietanti fenomeni catalogati e
analizzati nel nuovo Rapporto annuale sull’antisemitismo in Italia che
verrà presentato domani nella prestigiosa Sala Alessi (ore 11.00) di
Palazzo Marino a Milano. Il report, realizzato dalla Fondazione Centro
di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano, sarà
presentato dalla sociologa Betti Guetta, responsabile dell’Osservatorio
antisemitismo, e registra le manifestazioni antisemite legate alla
realtà italiana. A partecipare all’iniziativa, che ha ricevuto il
sostegno del Comune di Milano e del sindaco Giuseppe Sala, il
Presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé, la Presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) Noemi Di Segni, il
Presidente della Fondazione CDEC Giorgio Sacerdoti, la Consigliera
comunale Diana De Marchi.
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un
nuovo mandato per il presidente uscente
Comunità
ebraica di Bologna,
Daniele
De Paz resta al timone
Ancora
un mandato alla guida della Comunità ebraica bolognese per Daniele De
Paz.
Architetto, studi alla Bezalel di Gerusalemme, De Paz ha ottenuto
l’incarico nel corso della prima seduta del nuovo Consiglio
costituitosi in seguito alle recenti elezioni comunitarie (per il
presidente uscente, nell’urna, il più alto numero di preferenze).
Oltre alla presidenza, De Paz ha avuto le deleghe a Relazioni Esterne,
Memoria, Cultura e Museo ebraico. Al suo fianco, nel ruolo di
vicepresidente con delega a Iscritti e Cultura, Ines Marach. Completano
l’organico consiliare Rodolfo Sachs (Bilancio), Sherry Bloomfield
(Giovani e Istruzione), David Pardo (Ospitalità), Elena Marri (Ricerca
e Bandi), Gabriele Mordekhai (Rapporti Sociali).
Nell’occasione Deborah Romano è stata nominata all’unanimità neo
presidente della Consulta.
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l'iniziativa
parte dagli stati uniti
Portico
d'Ottavia, il tour virtuale
con
la testimonianza del Moretto
Pacifico
Di Consiglio, il “Moretto”, continua a far parlare di sé. Dopo l’uscita
in gennaio di Duello nel ghetto,
il libro di Maurizio Molinari e Amedeo Osti Guerrazzi pubblicato da
Rizzoli che ha descritto nei dettagli le iniziative assunte da questo
coraggio ebreo romano che, sotto il nazifascismo, ebbe l’ardire di
ribellarsi al regime e di sfidare a viso aperto i propri nemici,
sfuggendo anche più volte dalla detenzione, è la volta di un
riconoscimento internazionale di questa storia.
Detour, azienda americana specializzata in audioguide, ha infatti
scelto la vicenda del Moretto per illustrare uno degli otto itinerari
tematici sviluppati da un team di esperti a Roma.
Sarà il Moretto stesso a guidare i turisti nell’area del Vecchio
Ghetto, grazie a un’applicazione già disponibile sul sito e sviluppata
attraverso alcune tecnologie d’avanguardia.
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l'incontro
al meis
"Sotto
al talled con mio padre"
La
Ferrara di Paola Bassani
Ci
sono pagine di diario, fotografie e musiche che, alla prova del tempo,
non solo non sbiadiscono, ma acquistano una grana più compatta, un
significato più pieno, un’armonia più matura. Innanzitutto per chi li
tira fuori dal proprio cassetto, come ha fatto Paola Bassani ieri
pomeriggio, al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah –
MEIS, nell’incontro “Memoria e musica di una maggiorità religiosa
ferrarese”. Nel corso di questo nuovo appuntamento del ciclo “Gallery
Talks/Garden Talks”, la storica dell’arte figlia di Giorgio Bassani e
Valeria Sinigallia ha recuperato un frammento ben preciso del suo
passato, ovvero quando, a 12 anni, festeggiò il Bat Mitzvah presso la
Comunità ebraica di Ferrara. Una giornata di festa già evocata dalla
Bassani in “Se avessi una piccola casa mia. Giorgio Bassani, il
racconto di una figlia” (a cura di Massimo Raffaeli e pubblicato da La
nave di Teseo) e che al MEIS è rivissuta grazie agli spartiti eseguiti
in quell’occasione, nel settembre 1958, e ora esposti nell’allestimento
“Lo Spazio delle Domande”, e grazie soprattutto all’intensa
interpretazione di quelle melodie da parte di Enrico Fink (voce e
flauto) e Alfonso Santimone (pianoforte elettrico).
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Gli
ebrei del futuro
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Chissà
se tra mille anni gli ebrei di Roma saranno dove sono stati negli
ultimi ventuno secoli. La storia ebraica ci insegna a essere prudenti,
sciagure e migrazioni sono sempre dietro l’angolo. Immaginiamo comunque
che vi sia un lungo futuro per la nostra comunità, la più antica della
Diaspora. Questi ebrei del futuro, che magari si muoveranno con
l’astronave e per rispettare lo Shabbat dovranno possedere uno
smaterializzatore con il timer, un giorno potrebbero scegliere di
guardarsi indietro.
Sapranno distinguere tra ebrei romani e tripolini? Riusciranno a notare
differenze tra due culture che oggi ci paiono così diverse, sebbene
proficuamente integrate? Ci pensavo nei giorni scorsi – probabilmente
influenzato dagli eventi che celebrano il cinquantesimo anniversario
dall’arrivo degli ebrei dalla Libia, nonché dalla lettura dirompente de
“Da animali a dei”, storia dell’umanità scritta dall’israeliano Yuval
Harari.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas Leggi
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A
Caporetto abbiamo vinto? |
A
un secolo dalla storica disfatta italiana della Grande Guerra, una
provocatoria antologia di voci e di immagini a cura di Stefano Lucchini
rilegge un momento clou della nostra storia. A Caporetto abbiamo vinto
(Rizzoli) ricostruisce la pagina nera del 24 ottobre 1917, quando le
truppe austro-tedesche sfondarono il fronte italiano e nel giro di
pochi giorni dilagarono in Friuli e in parte del Veneto.
Da allora, la parola Caporetto in Italia è sinonimo di disastro, di
ritirata catastrofica, ed è legata al nome di Luigi Cadorna, il
comandante supremo del nostro esercito. Questo libro ricostruisce le
origini, le conseguenze, la memoria di quella sconfitta attraverso un
indovinato montaggio di testimonianze dirette di soldati, giornalisti,
politici, scrittori, storici e interessanti fotografie, cartoline,
manifesti dell’epoca.
Mario Avagliano
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Il
caleidoscopio della vergona
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Il
25 febbraio 1994 il medico Baruch Goldstein aprì il fuoco sui fedeli
che pregavano in una moschea ad Hebron, compiendo un massacro. L’allora
Primo Ministro di Israele Yitzhak Rabin dichiarò di “vergognarsi per la
disgrazia imposta al Paese da un assassino degenerato.” La storia,
naturalmente, è assai più lunga e meriterebbe ben altro sviluppo.
A noi interessa la dichiarazione di Rabin, laddove dice di vergognarsi
per una strage di cui non portava alcuna responsabilità. Perché
vergognarsi, allora? Può il lettore vergognarsi delle azioni altrui,
quando non ne sia minimamente coinvolto?
Emanuele Calò, giurista
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