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28 Novembre 2017 - 10 Kislev 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Nel Talmùd (Meghillà 9 a), viene ricordato che l’unica parola aramaica presente in tutta la Torà sarebbe “Yegàr Sahadutà” (Bereshìt, 31; 47), che indica il mucchio di pietre innalzato da Giacobbe e Labano dopo la loro riconciliazione: traduzione dunque come azione di compromesso. Questo “mucchio di testimonianza”, che Yaakòv si ostina a definire nella lingua ebraica, chiamandolo “Galèd”, diviene il segno esterno e visibile del patto stipulato tra due parenti estranei e incompatibili nel quale Yaakòv si rappresenta finalmente con i suoi specifici codici linguistici e culturali senza ricorrere più a travestimenti e dissimulazioni della sua identità.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Perché gli ebrei, secondo la barzelletta, amano rispondere a una domanda con un’altra domanda?
Forse per prendere tempo? Forse perché non sanno o non vogliono rispondere? Forse per prendersi gioco dell’altro?
Che cosa mai significa interpretare?
Non è raro sentirsi dire: “Eh, ma voi ebrei avete una marcia in più”. Io non credo che ci sia chi, per motivi genetici, ha una marcia in più. Credo invece nello stimolo che ti dà lo studio, nello spirito critico esercitato attraverso la ricerca e l’interrogazione.
 
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Lo sport che integra
Il tour nelle scuole per insegnare l’integrazione mette a confronto campioni multietnici e bambini di tuta Italia. A raccontare il progetto, avviato da alcuni anni dal Coni e dal ministero del Lavoro, La Stampa di oggi. Il quotidiano spiega che le due istituzioni quattro anni fa “hanno studiato un piano per superare cifre che a tratti mettono paura”: uno su tre dei ragazzi con genitori che arrivano da altri Paesi ripete uno o più anni fin dalle medie. “Non può essere una semplice colpa e neppure una coincidenza, quindi deve essere un errore. La reazione istituzionale si è mossa in sordina nel 2014, oggi coinvolge milioni di alunni e iscritti alle associazioni sportive”. Cuore dell’iniziativa, l’incontro tra i bambini delle elementari e giovani diventati campioni nello sport, che raccontano le proprie esperienze d’integrazione tra difficoltà e sfide vinte. Il quotidiano torinese racconta poi di un’altra iniziativa, Kids United: società dilettantistica che conta il 30% di presenze straniere. Spesso di seconda generazione. Piccoli atleti nati in Italia da genitori stranieri o ragazzini che frequentano le scuole internazionali.
 
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  davar
la missione di netanyahu in kenya
"Africa nel futuro di Israele"
Il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato in queste ore a Nairobi, invitato alla cerimonia che sancisce il secondo mandato del presidente Uhuru Kenyatta alla guida del Kenya (fuori dallo stadio dove si è tenuto il giuramento, centinaia di sostenitori dell’opposizione si sono scontrati con le forze dell’ordine). Una visita che Netanyahu ha descritto come un’occasione per “rafforzare i nostri rapporti con l’Africa attraverso la creazione di legami con paesi con i quali non abbiamo relazioni diplomatiche”. Il Premier, prima di partire per Nairobi, ha dichiarato che il suo auspicio è che al termine del viaggio sarà possibile annunciare l’apertura di una nuova ambasciata israeliana in un Paese africano. Secondo i media israeliani, Netanyahu incontrerà tra gli altri i leader di Tanzania, Uganda, Ruanda, Botswana, Namibia, Etiopia, Nigeria. Si tratta di una missione simile a quella già portata avanti durante un vertice in Liberia all’inizio di quest’anno.

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l'iniziativa di uefa e napoli
"Diamo un calcio al razzismo"
C’è un principio imprescindibile, che non può essere messo in discussione. Lo sport, prima ancora che confronto agonistico, spettacolo ed eventualmente business, deve essere uno spazio di inclusione e trasmissione di valori positivi.
È lo spirito con cui la UEFA, l’organo di governo del calcio europeo, ha lanciato all’inizio di questa stagione “Equal Game”. Una campagna che coinvolge i più importanti calciatori al mondo, da Cristiano Ronaldo a Lionel Messi a Paul Pogba, e che debuttato in queste ore in Italia grazie all’iniziativa del Napoli.
Il Liceo Agnesi di Milano il teatro di un confronto voluto dalla società al vertice della Serie A, con seicento studenti in sala e ottocento collegati attraverso uno streaming visibile su lavagne Lim.
A portare una testimonianza anche il giornalista UCEI Adam Smulevich, che ha raccontato tra le altre la vicenda di Giorgio Ascarelli. E cioè il fondatore e primo presidente del Napoli, rimosso dal fascismo perché ebreo. Era mancato ormai da diversi anni, quando nel 1938 il fascismo promulgò le Leggi Razziste. La rimozione fu così successiva alla morte: ogni luogo a lui dedicato, compreso lo stadio che aveva fatto costruire a proprio spese, dovette cambiare denominazione.
Moderato da Alessandro Cecchi Paone, il confronto ha avuto tra i suoi protagonisti anche Michele Uva, vicepresidente dell’UEFA e direttore generale della Federcalcio; Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori; Kalidou Koulibaly, calciatore del Napoli; Edoardo De Laurentiis, vicepresidente della società partenopea; Nicola Lombardo, direttore della comunicazione del club; Luca Telese, giornalista e scrittore; Tristan Latarche, presidente dell’associazione inglese contro le discriminazioni e il bullismo SportAllies; Giuseppe Vincolo, preside del Liceo Agnesi.


qui torino - la mostra 
Percorsi interrotti, su tela
Una mostra dove il ricordo di una tragica fine lascia spazio ai quadri e ai disegni. Questa è “Percorsi interrotti”, centocinquanta opere che tentano di ricostruire l’attività artistica di Eleonora Levi e di suo figlio Giorgio Tedeschi, entrambi deportati ad Auschwitz e uccisi dai nazisti. I dipinti e i disegni esposti nelle sale dell’Auditorium Vivaldi di Torino appartengono alla famiglia Tedeschi: assieme a Eleonora e a Giorgio, venne deportata anche la giovane moglie di quest’ultimo, Giuliana Fiorentino, unica sopravvissuta. Giuliana Fiorentino Tedeschi pubblicò, un anno prima di Se questo è un uomo, Questo povero corpo (1946), testo dove l’autrice affronta il tema della maternità negata e l’enormità di una tragedia familiare. E sono proprio le sue figlie, in particolare Rossella, ad essersi fatte promotrici di questa mostra curata da Giovanna Galante Garrone con il patrocinio del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale.
A presentare la mostra il Generale Franco Cravarezza, Presidente dell’Associazione Amici della Biblioteca Nazionale. Il suo intervento ha preso il via dal titolo stesso dell’esposizione: “Percorsi interrotti che oggi attraverso l’impegno dei familiari possono proseguire”. A intervenire all’evento anche Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino, che ha ricordato come la tragedia della Shoah abbia messo fine a molti, moltissimi talenti artistici. Di tanti oggi non ci sono ricordi.


Alice Fubini
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la riunione dell'ihra a berna
Il 2018 e la Memoria viva
Si è aperta ieri a Berna la plenaria dell’International Holocaust Remembrance Alliance, preceduta da un convegno internazionale promosso dalla Presidenza svizzera dedicato a una rivisitazione storica della persecuzione e dello sterminio dei disabili per opera del regime nazista.
Nella sezione dell’Academic di eri è stato discusso il programma dell’incontro che si terrà a Roma sotto la Presidenza italiana.
Per commemorare l’ottantesimo anniversario delle Leggi razziali del 1938 la Plenaria di Roma, prevista per la fine di maggio 2018, prevederà una specifica sessione dedicata a una rivisitazione storica della legislazione del 1938 e delle sue conseguenze sulla vita civile e in particolare sulle università.

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pilpul
Social, invidia e paranoia
Una volta ci si incontrava al bar. Ci si conosceva, tutti sapevano più o meno chi fosse credibile e chi no. Se uno la sparava troppo grossa, lo si canzonava, se un altro stava sempre zitto, lo si guardava con diffidenza o talvolta ammirazione. Non che mancassero calunnie e dicerie, anzi. Più piccolo era il contesto, più ci si accaniva sul diverso e sul debole. Nessun piccolo mondo antico, per carità. Ma quelle voci pure ostili rimanevano confinate in piccoli o piccolissimi gruppi.
Oggi, invece, ogni balla o maldicenza ha un potenziale di diffusione infinito. Grazie ai social media, chiunque pensa di conoscere tutto, e quindi rischiamo di sapere sempre meno. Prendiamo alcune delle fake news più diffuse nel nostro paese: Matteo Renzi sarebbe in affari con Vladimir Putin; i profughi vivrebbero a sbafo, con schermi al plasma e migliaia di euro in tasca; il cugino di Laura Boldrini sarebbe stato assunto come posteggiatore al Senato, con tanto stipendio da trenta mila euro al mese; i vaccini farebbero male e servirebbero solo alle compagnie farmaceutiche; svariati politici sarebbero mafiosi, e non mancherebbero foto su foto ad attestarlo.


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie – Strade e Memoria
Le strade e le autostrade non sono solo opere materiali fatte di asfalto, cemento e acciaio, ma sono anche vettori di cultura, arte e storia. Perché, ad esempio, è attraverso le strade che si raggiungono i luoghi della Memoria. Partendo da questa semplice ma rivoluzionaria idea, Anas ha costruito un portale e un app, www.autostradadelmediterraneo.it, nel quale tra le tante vie (leggi itinerari) proposti lungo gli svincoli dell’ex Salerno-Reggio Calabria, oggi rinnovata, c’è anche la Via della storia, attraverso la quale sono fornite le indicazioni e le informazioni per visitare il Museo dello Sbarco di Salerno, il Museo della Memoria e della Pace di Campagna intitolato a Giovanni Palatucci, nei luoghi dove sorgeva il campo di concentramento nel quale furono rinchiusi molti ebrei, e il piccolo Museo di Tarsia, che ricorda l’omonimo campo di concentramento. Un modo intelligente per condurre i visitatori sui sentieri della storia.

Mario Avagliano

I ponti di Alessandra
Lo scorso luglio si è svolta nella sala principale dell’Istituto italiano di cultura a Berlino la premiazione di I ponti di Alessandra, la prima gara di traduzione di letteratura yiddish organizzata dall’associazione “Free Ebrei” in memoria di Alessandra Cambatzu, docente di italiano e latino per tanti anni in Italia e, dal 2010, a Berlino, nonché appassionata cultrice e traduttrice della lingua yiddish, grazie all’intervento di Vincenzo Pinto.
L’iniziativa, che è partita nelle settimane successive al suo decesso (settembre 2016), ha visto coinvolti l’Albert Einstein Gymnasium di Berlino, l’Ufficio Scuola presso l’Ambasciata d’Italia in Germania, i Consiglieri dell’Ambasciata, l’Istituto italiano di cultura a Berlino, la lettrice di italiano Amalia Urbano, gli editori italiani che hanno inviato alcune copie delle loro pubblicazioni yiddish e, infine, tutti gli studenti che hanno partecipato a questa iniziativa.


Emanuele Calò
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