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 30 Gennaio 2018 - 14 Shevat 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Questa sera gli ebrei di tutto il mondo, festeggiano Tu-Bishvat (15° giorno del mese di Shevat), il Capodanno degli alberi e l'inizio della stagione primaverile in Eretz Israel.
Con un mirabile paradosso anche quegli ebrei che stanno vivendo i giorni più freddi dell'anno, sotto la pioggia e la neve, attraverso il rito del Seder e della piantagione di alberi, si proiettano nella percezione della fine dell'inverno e del risveglio della natura che avviene in questo periodo in un luogo distante ma intimo al contempo. Una sensazione metereologica e corporale, caratterizzata da profumi e sapori, che sembra annullare le distanze spaziali e temporali.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Sulla sua Amaca (Repubblica, 28 gennaio), Michele Serra dice che oggi siamo migliori di ieri perché ieri di Shoah non si parlava, mentre oggi finalmente se ne parla. E un amico mi dice che è giusto parlarne, perché parlarne serve, si rivisita, si apprende, si approfondisce. Io rispondo che sì, se ne deve parlare, ma serve a poco perché alle manifestazioni per la Memoria ci vanno, assieme a chi presenzia per dovere, coloro che la sensibilità democratica e umanitaria ce l’hanno già viva, incardinata nella coscienza. Gli altri, quelli che non ce l’hanno, rimangono distanti dalle manifestazioni e dai discorsi, scrollano le spalle e continuano la loro vita, magari infastiditi per questi riti che si ripetono ogni anno, come se fossero un privilegio degli ebrei, una concessione alla loro caparbia volontà di far ricordare agli altri la loro storia, la loro tragedia.
 
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“L’indifferenza è un virus”
I temi della conferenza sulla lotta all’antisemitismo tenutasi ieri alla Farnesina al centro di vari approfondimenti giornalistici. “Alla conferenza si è parlato del dialogo interreligioso, quello già avviato tra ebrei e cristiani, e anche quello necessario con le comunità musulmane, perché in esso – sottolinea La Stampa – può trovarsi l’antidoto per la lotta all’antisemitismo e alle discriminazioni”. Ai partecipanti alla conferenza, ricevuti in udienza, papa Bergoglio ha inoltre rivolto un breve discorso partendo dal tema della responsabilità e sottolineando che oggi “il nemico contro cui lottare non è soltanto l’odio, in tutte le sue forme ma, ancor più alla radice, l’indifferenza” (Avvenire). “Contro il virus dell’indifferenza” titola L’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede.
Tra gli ospiti del confronto internazionale il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder, che in una intervista a Repubblica dice: “Attenti all’antisemitismo e all’estrema destra. Quello che sta succedendo in Est Europa, Austria, Francia e Germania con l’Afd, adesso potrebbe giungere in Italia”. Tra le tante domande, alcune riguardano Trump. Dice Lauder: “È un patriota vero. Crede che l’America sia la più grande responsabilità della sua vita”. Mentre Netanyahu, per il presidente del WJC, “è uno dei politici più bravi, fa sempre il meglio per Israele e la sua sicurezza”.

Dopo tre giorni di polemiche la Polonia ha deciso di modificare il testo approvato dalla Camera in cui si vieta di associare il paese ai crimini perpetrati dai nazisti. A partire dalla definizione di “lager polacco” associata ai campi di sterminio. Come riferisce tra gli altri Avvenire, a dare l’annuncio è stato il presidente Andrzej Duda.
“La ricerca impossibile di una verità storica sancita da una norma di legge appare inquietante e pericolosa. Eppure – scrive Umberto Gentiloni su Repubblica, a proposito dell’iniziativa precedentemente assunta dal governo di Varsavia – l’anacronismo di un’impostazione costruita su presunte interpretazioni ufficiali del passato torna come ipotesi di riferimento nel tempo delle incertezze e delle paure”.

Reportage del Corriere tra gli italiani dell’Unifil di stanza in Libano, al confine con Israele. L’inquietante presenza degli Hezbollah, i guerriglieri filoiraniani, sullo sfondo. “Non li vedi, non li senti – scrive Guido Olimpio – ma ci sono. Mimetizzati da pastori, mescolati agli abitanti dei villaggi, infiltrati come contadini tra frutteti e colline che precipitano in piccoli canyon”.

Vergognosa iniziativa di un gruppo di tifosi del Padova, che in curva hanno esposto uno stendardo con Se questo è un uomo di Primo Levi e il disegno stilizzato di un uomo con la maglia dei rivali del Vicenza che si mangia un gattino. Non mancheranno le conseguenze penali, scrive il Corriere del Veneto, perché il cartellone è stato sequestrato dalla Digos di Vicenza (che ieri ha inoltrato una segnalazione in Procura).
 
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  davar
il presidente del wjc a pagine ebraiche
Lauder: "Europa, basta silenzi
davanti al veleno antisemita"

"Dopo la Seconda guerra mondiale, nessuno voleva essere associato ai nazisti o ai fascisti. Per tutti era una vergogna. Ora invece in Europa assistiamo a una nuova ondata di partiti di estrema destra che ripropongono quel tipo di retorica. Questa Europa comincia ad assomigliare in modo inquietante a quella degli anni Trenta”. È un giudizio molto critico e preoccupato quello che il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder, intervistato dal Portale dell'ebraismo italiano moked.it, riserva all'attuale situazione politica del Vecchio Continente. Tra i protagonisti della Conferenza Internazionale sulla Responsabilità degli Stati, Istituzioni e Individui nella lotta all’Antisemitismo nell’area OSCE”, tenutasi ieri a Roma, al ministero degli Affari Esteri italiano. Una conferenza positiva ma c'è ancora molto da fare, la valutazione del presidente Lauder, impegnato in una serie di incontri istituzionali, da un vertice con il ministro israeliano alla Cooperazione regionale, Tzachi Hanegbi, all'incontro previsto nelle scorse ore con papa Bergoglio.
“Sta facendo molto ma è necessario fare di più: bisogna parlare chiaro contro l'antisemitismo”, le parole di Lauder a moked.it, prima dell'incontro con Bergoglio. “Noi ebrei sappiamo bene cosa comporta il silenzio ed è necessario che la Chiesa continui a far sentire chiaramente la sua voce”, ha affermato il presidente del World Jewish Congress, ritornando poi su tema della situazione europea.”In Germania c'è l'AfD (Alternative für Deutschland), in Grecia Alba Dorata, in Ungheria lo Jobbik, in Austria il Fpo (Partito della libertà), in Francia il Front National. Il quadro è preoccupante. Non tutti questi partiti sono apertamente antisemiti ma all'interno hanno personaggi che lo sono. Il problema che lo sono senza provare vergogna”.
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conferenza osce - le istituzioni
"Contro l'odio, legislatori europei
adottino provvedimenti comuni"

Quali sono le responsabilità del legislatore e delle autorità nel contrasto all'antisemitismo e quali le strade perseguibili per essere più efficaci in questa battaglia che coinvolge tutti i paesi europei. Sono alcuni dei temi su cui hanno riflettuto i protagonisti del panel “Responsibility: the role of law makers and civil servants” tenutosi a Roma, alla Farnesina, in occasione della Conferenza sul contrasto all'antisemitismo nei Paesi Osce. “Per combattere l'antisemitismo bisogna definirlo. Non puoi contrastarlo senza sapere cos'è”, ha sottolineato Katharina von Schnurbein, Coordinatore speciale della Commissione Ue in merito all'antisemitismo. La rappresentante dell'Unione europea ha sottolineato la necessità che tutti i paesi Ue aderiscano all'invito di Bruxelles a fare propria la definizione sull'antisemitismo dell'Ihra, organizzazione intergovernativa che si occupa di Memoria e che da marzo vedrà alla presidenza l'ambasciatore Sandro de Bernardin. Proprio l'ambasciatore ha ricordato come "sapere in che scala sia diffuso l'antisemitismo è importante, le statistiche sono necessarie ma non bastano. Dobbiamo impegnarci a cancellare ogni goccia di veleno antisemita e responsabilizzare le autorità locali per farlo”.
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conferenza osce - i leader religiosi
"Religioni, educhiamo al rispetto
e contro le forme di radicalismo"

Il dialogo e il costruttivo confronto tra le religioni al centro ieri dell’approfondimento “Responsibility: religion and anti-Semitism” moderato dal direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian.
In apertura di panel un intervento video-registrato del rav Jonathan Sacks, ex rabbino capo d’Inghilterra e del Commonwealth, che ha affermato: “L’antisemitismo non è un problema che riguarda soltanto gli ebrei. È anzi il segnale di pericoli molto gravi che finiscono inevitabilmente per riguardare l’intera società, e con conseguenze devastanti”. Preoccupazione è stata espressa anche per l’odio antiebraico legato oggi alla negazione del diritto dello Stato di Israele ad esistere. “Gran parte dell’antisemitismo – ha affermato il rav – viene oggi da quel mondo”. Tre i punti essenziali su cui riflettere e agire, secondo il presidente della Conferenza dei rabbini europei rav Pinchas Goldschmidt. Far sì che i leader religiosi, di ciascun credo, siano educati al rispetto del valore del pluralismo; un controllo rigoroso delle fonti di finanziamento; l’istituzione di una figura che, all’interno di ciascuna comunità, vigili sul pericolo del radicalismo.
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conferenza osce - il contrasto in rete
Il web, tra opportunità e rischi
Problema da tutti considerato preoccupante, di difficile gestione e ancor più complessa soluzione, la diffusione e l’aumento di razzismo, antisemitismo e xenofobia sulle piattaforme social e più generalmente in rete sono stati il tema del terzo panel della conferenza. Un contesto, quello digitale, in cui la lotta contro l’antisemitismo è di cruciale importanza, e può essere portata avanti solo se esiste una ferma e concreta volontà di cooperazione tra tutti gli attori coinvolti. Come ribadito più volte durante il convegno, poi, va ricordato che anche in questo ambito l’impegno dell’Italia, nell’anno in cui alla presidenza dell’Osce, l’Organizzazione per la Sicurezza e per la Cooperazione Europea, si somma la presidenza italiana della International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), è particolarmente rilevante anche dal punto di vista simbolico, nella ricorrenza dell’ottantesimo anniversario della promulgazione delle Leggi razziste antiebraiche del 1938.
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conferenza osce - l'educazione sportiva
“Lo sport difenda i valori”
La lotta all’odio passa necessariamente dall’educazione, dalla cultura, dalla trasmissione di valori forti attraverso diversi canali. Non ultimo il mondo dello sport, con i suoi campioni chiamati ad assumersi una responsabilità pubblica in tal senso. Questo il tema del panel “Responsibility: the role of educators and sports”, moderato dal giornalista dell’Ansa Stefano Polli.
Tra i protagonisti l’ex podista Shaul Ladany, sopravvissuto alla Shoah e all’attentato palestinese ai Giochi di Monaco del ’72, che appena 24 ore prima aveva marciato per una Memoria consapevole in occasione della Run for Mem bolognese. “È impressionante che, a oltre 70 anni della Shoah, si debba ancora parlare di antisemitismo. Ma è importante essere qua oggi, per studiare insieme strategie e iniziative per contrastarlo” ha sottolineato Ladany. “Lo sport – ha affermato – puà fare molto”.
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L’iniziativa a Ferramonti 
“Leggi del ’38, fine del diritto"
Oltre cinquecento studenti hanno partecipato ieri, nel campo di Ferramonti, a una iniziativa dedicata alle Leggi razziste del 1938 come “epilogo del diritto”.
Nell’occasione l’avvocato Antonio Ordile ha ricordato come tali provvedimenti passarono nel silenzio assenso del mondo della cultura e della società civile, intervento insieme al delegato della Comunità ebraica napoletana Roque Pugliese e ai figli dell’editore Gustav Brunner, internato a Ferramonti, cui è dedicata la biblioteca del campo. Rav Umberto Piperno ha sottolineato come sia necessario ricordare i nomi dei Giusti con riconoscenza, anche attraverso una casa dello studio “che riproduce come esercizio alla libertà lo studio del Talmud avvenuto a Ferramonti tra i fili spinati”.
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qui torino
Esperanto, l'utopia di Zamenhof
È dedicata Ludwik Zamenhof, il creatore dell’esperanto, a 100 anni dalla sua scomparsa, la mostra inaugurata nelle scorse ore locali di Palazzo Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino. Il progetto, realizzato dall’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia, si lega alle iniziative del Giorno della Memoria e per il terzo anno di fila promuove il ricordo di figure fondamentali che hanno segnato la storia della Polonia, tra cui appunto Zamenhof, che diede un enorme contributo alla cultura mondiale. Nel 2017 sempre Palazzo Cisterna ha ospitato la mostra dedicata a “Jan Karski. Una sua missione per l’umanità”, e nel 2016 l’esposizione “A rischio della propria vita”, dedicata ai polacchi che salvarono gli ebrei durante la Shoah.

Alice Fubini 
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qui torino
Giorgio Foà (1933-2018)
Un padre presente, profondamente impegnato nella vita ebraica, sia nella sua Torino sia a Cuneo. L'ebraismo piemontese saluta con commozione Giorgio Foà, scomparso recentemente all'età di 85 anni. Nato nel 1933 a Torino, durante la Seconda guerra mondiale riuscì a salvarsi grazie all'aiuto di una famiglia di Fossano, che diede rifugio a lui e alla sua famiglia. Erediterà dal padre la professione, rappresentante di pompe industriali, e negli anni dimostrerà un grande attaccamento alla Comunità ebraica torinese, di cui a lungo fu parnas del tempio. “Mio padre ci ha insegnato tutta la vita la cultura e la tradizione ebraica. A me e ai miei fratelli Andrea e Valeria - racconta la figlia Mirella Foà Cavaglion, delegata della Comunità di Torino a Cuneo – Ha aiutato anche i miei figli per il bar mitzvah. Li ha seguiti molto così come si è impegnato tanto per la realtà ebraica di Cuneo: negli ultimi vent'anni ha lavorato per reperire fondi per ristruttura il tempio. Ha dato il massimo per dare un futuro a questa piccola comunità”.
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qui roma
Miriam Ascarelli (1935-2018)
Ebraismo romano in lutto per la scomparsa di Miriam Ascarelli Piperno. Nata nel 1935, figlia dell’avvocato Bruno Ascarelli e di Pia Tagliacozzo, aveva avuto la propria infanzia segnata dalle Leggi razziste del ’38 e aveva trovato rifugio in Svizzera nel 1943. A partire dall’immediato dopoguerra è sempre stata attiva in più associazioni, occupandosi diffusamente dell’Organizzazione sanitaria ebraica e dell’Aliyat Ha-Noar (in particolare del villaggio Goldstein a Gerusalemme, centro Luigi Einaudi).
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pilpul
Elezioni
Cari lettori, fino al quattro marzo sarò impegnato nella campagna elettorale per l'elezione alla Camera dei Deputati. Poiché è giusto tutelare l'indipendenza e l'autonomia degli organi di informazione, a maggior ragione di quelli ebraici, ritengo giusto astenermi dalla pubblicazione della mia rubrica fino alla scadenza del voto. 

Tobia Zevi

Storie - Nonantola, bimbi in fuga
La bella pagina di solidarietà di Nonantola, il paese in provincia di Modena che ospitò e salvò settantatré giovanissimi ebrei, tra i sei e i diciassette anni,  che per sottrarsi alle persecuzioni naziste dopo aver perso i genitori nei campi di concentramento, attraverso la Germania e la Slovenia erano arrivati in Italia, è in gran parte conosciuta. Ma la giornalista e saggista Mirella Serri, con la consueta abilità nello scavare nelle vicende storiche, nel suo libro “Bambini in fuga” (Longanesi) aggiunge dei particolari inediti di particolare interesse.

Mario Avagliano
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Sulla Memoria
L’impegno per la Memoria ha seguito, talvolta, un itinerario non certamente lineare. Apprendiamo che “Raul Hilberg, autore di una ricerca pionieristica e fondamentale sullo sterminio degli ebrei in Europa, ha spiegato, in uno dei suoi ultimi scritti, che, quando intraprese il suo lavoro nel 1948, erano molto rari le università o i ricercatori che si dedicassero al tema. Ebbe poi grandi difficoltà nel pubblicare la sua opera, dato che Hannah Arendt non gli facilitò certo il compito: le edizioni della Princeton University Press, che le avevano chiesto di valutare il manoscritto sottoposto da Hilberg, rifiutarono di pubblicare l’opera all’inizio del 1959 “ (Michel Dreyfus, L'antisemitismo a sinistra in Francia. Storia di un paradosso (1830-2016), ed. italiana 2018, editore Vincenzo Pinto, p. 205; vedi anche Gadi Luzzatto Voghera, Antisemitismo a sinistra, Torino, Einaudi, 2007.).

Emanuele Calò
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