Lauder: “Europa, basta silenzi
davanti all’odio antisemita”

“Dopo la Seconda guerra mondiale, nessuno voleva essere associato ai nazisti o ai fascisti. Per tutti era una vergogna. Ora invece in Europa assistiamo a una nuova ondata di partiti di estrema destra che ripropongono quel tipo di retorica. Questa Europa comincia ad assomigliare in modo inquietante a quella degli anni Trenta”. È un giudizio molto critico e preoccupato quello che il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder, intervistato dal Portale dell’ebraismo italiano moked.it, riserva all’attuale situazione politica del Vecchio Continente. Tra i protagonisti della Conferenza Internazionale sulla Responsabilità degli Stati, Istituzioni e Individui nella lotta all’Antisemitismo nell’area OSCE”, tenutasi ieri a Roma, al ministero degli Affari Esteri italiano. Una conferenza positiva ma c’è ancora molto da fare, la valutazione del presidente Lauder, impegnato in una serie di incontri istituzionali, da un vertice con il ministro israeliano alla Cooperazione regionale, Tzachi Hanegbi, all’incontro previsto nelle scorse ore con papa Bergoglio.
“Sta facendo molto ma è necessario fare di più: bisogna parlare chiaro contro l’antisemitismo”, le parole di Lauder a moked.it, prima dell’incontro con Bergoglio. “Noi ebrei sappiamo bene cosa comporta il silenzio ed è necessario che la Chiesa continui a far sentire chiaramente la sua voce”, ha affermato il presidente del World Jewish Congress, ritornando poi su tema della situazione europea.”In Germania c’è l’AfD (Alternative für Deutschland), in Grecia Alba Dorata, in Ungheria lo Jobbik, in Austria il Fpo (Partito della libertà), in Francia il Front National. Il quadro è preoccupante. Non tutti questi partiti sono apertamente antisemiti ma all’interno hanno personaggi che lo sono. Il problema che lo sono senza provare vergogna”. La preoccupazione di Lauder è infatti lo sdoganamento di discorsi e retoriche che dopo la Shoah e la Seconda guerra mondiale dovevano rimanere sepolti. “In tutte le nazioni è necessario che vengano approvate leggi che non permettano più manifestazioni antisemite in pubblico”, sottolinea il presidente del World Jewish Congress, realtà internazionale in cui trovano rappresentanza istituzioni appartenenti al mondo ebraico dei diversi paesi, tra cui, per l’Italia, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Servono leggi come quelle presenti in Germania – afferma Lauder – Avevo chiesto ad esempio al Primo ministro svedese di fermare una marcia neonazista nel suo paese (il riferimento è a una manifestazione provocatoriamente organizzata lo scorso Yom Kippur da estremisti svedesi) ma la sua risposta è stata: ‘non posso. La legge non me lo permette’. Cose di questo tipo non possono accadere, servono strumenti legislativi”. E serve alzare la voce. “Come ho detto nel mio discorso alla Farnesina, non si può rimanere in silenzio davanti all’antisemitismo crescente. E sento che lo stesso silenzio è caduto sulle violenze di cui sono vittima i cristiani in Medio Oriente e Africa”.
Il problema poi, ricorda Lauder, non è solo l’antisemitismo classico ma anche quello che si cela dietro a chi si definisce anti-israeliano: realtà soprattutto legate ai movimenti estremisti di sinistra. “Guardate ad esempio Jeremy Corbin in Gran Bretagna o il movimento antifa negli Stati Uniti”. Rispetto agli States, per Lauder la cosiddetta alt-right preoccupa ma non quanto il riemergere dell’estrema destra in Europa. “È una realtà inquietante ma non organizzata, non è un movimento”, afferma il presidente. E parlando di Stati Uniti, inevitabile toccare il tema Donald Trump. Il presidente Usa è un amico di lunga data di Lauder e in merito al suo discorso sul riconoscimento di Gerusalemme capitale d’Israele, spiega: “credo che il Presidente abbia fatto una mossa positiva. Il tempo dirà se le cose cambieranno”. In ogni caso Lauder tiene a sottolineare che, per quanto riguarda la pace, lui è impegnato in prima persona “per il rilancio della soluzione dei due Stati. E il presidente Trump conosce la mia posizione”.

Daniel Reichel