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15 aprile 2018 - 30 Nissan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
Ciò che rende il Tanakh così speciale è la sua totale franchezza quando si parla di umanità. Tutti i suoi eroi - Mosè, Aronne, Isaia, Geremia – hanno conosciuto momenti in cui si sono sentiti come dei falliti, degli "impostori". Hanno avuto i loro momenti di oscura disperazione. Ma hanno continuato ad andare avanti. Si sono rifiutati di essere sconfitti.
 
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Tra un missile e l’altro ho ripreso a leggere «Iliade, il poema della forza» un testo che Simone Weil scrive nel 1937 avvertendo che la guerra si avvicina. La forza è un’illusione, scrive, perché tutti credono di potere quello che vogliono e non vogliono capire che non tutto è in loro potere. Una visione disincantata della guerra. Non so se è vero, o almeno se è sempre stato vero. Ma è utile tenerlo a mente.
 
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I missili Usa contro Assad
Nella notte tra venerdì e sabato è arrivato l’annunciato attacco degli Stati Uniti – a cui hanno partecipato Gran Bretagna e Francia – contro il regime di Assad in Siria. Secondo il Pentagono i missili – oltre 100 – hanno colpito il programma di armi chimiche siriano (La Stampa). Scopo dell’attacco, fare in modo che Assad rinunci al suo arsenale chimico ma, scrive il Corriere raccontando le dinamiche dell’operazione, non è ancora chiaro se il dittatore abbia recepito il messaggio. Forte del sostegno di Russia e Iran, che hanno attaccato Washington dopo il raid, Assad ha ostentato sicurezza, facendosi ritrarre mentre passeggia per il palazzo presidenziale proprio poche ore dopo il raid congiunto guidato dagli Usa (Corriere). La partita ora dovrebbe spostarsi alle Nazioni Unite dove la tensione Russia-Stati Uniti è piuttosto alta: l’ambasciatore russo Vasily Nebenza ha dichiarato: “Questo attacco distrugge il sistema delle relazioni internazionali e rischia di destabilizzare l’area”. Parole a cui ha risposto l’ambasciatrice Usa Nikki Haley: “La Russia maneggia il potere di veto come Assad il sarin. Se la Siria userà ancora le armi chimiche, noi torneremo a colpire. Abbiamo già il colpo in canna”.

Siria, lo scontro tra Israele e Iran. Secondo Guido Olimpio (Corriere), il vero duello in Siria ora è quello tra Israele e Iran. Gerusalemme vuole convincere, spiega Olimpio, Mosca ad abbandonare l’alleato iraniano, che costituisce una minaccia vitale per Israele: “Gli attacchi periodici che Israele ha condotto contro target iraniani sul suolo siriano rispondono a esigenze tattiche e strategiche: devono far capire al Cremlino che nessuno scherza. – scrive Olimpio – Sembra difficile che Mosca possa rinunciare all’asse con Teheran, almeno nel breve, però è consapevole del pericolo. I ripetuti contatti tra lo ‘zar’ e gli israeliani lo sottolineano”. Contatti dovuti anche all’opinione di Gerusalemme rispetto all’efficacia dell’azione americana, scrive Repubblica. Secondo il quotidiano, Israele “è molto perplesso sul tipo di impegno scelto da Donald Trump, con Francia e Gran Bretagna. Un attacco che sembra occasionale, su siti chiaramente svuotati dai siriani, a fronte di un impegno politico di Usa ed Europa che rimane molto vago, così come vago è l’impegno futuro in termini militari nella partita che si continuerà a giocare in Siria”. Una partita che, secondo Fabio Nicolucci (Messaggero), propende a favore della Russia e dei suoi alleati.

L’Italia senza governo e la politica internazionale. L’Italia non è stato tra i paesi coinvolti nell’attacco al regime di Assad, ha spiegato il Primo ministro uscente Gentiloni. “Il raid a Damasco, e l’incubo di uno scontro Usa-Russia, hanno innescato un cambio di marcia nella vicenda del governo. – scrive Repubblica – Il timing è quello che il capo dello Stato aveva annunciato alla fine delle consultazioni: le decisioni fra mercoledì e giovedì (martedì è fissato il dibattito al Senato sull’attacco in Siria). Ma dà il senso di un clima pesante”. Mattarella sta sondando il terreno per la fattibilità di un governo destra-Movimento Cinque Stelle. E da destra arriva l’appello di Berlusconi sulle colonne del Corriere affinché l’Italia si doti di “un governo autorevole per una mediazione tra Stati Uniti, Mosca e Ue”.
 
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  davar
il nuovo tunnel distrutto da israele
Terrorismo, l'odio di Hamas
passa ancora sotto terra

Nel corso del fine settimana, l'esercito israeliano ha individuato e distrutto un tunnel del terrore costruito dall'organizzazione terroristica di Hamas per infiltrarsi in territorio israeliano. “Questo tunnel del terrore mette a rischio la vita di centinaia di famiglie israeliane”, ha sottolineato il portavoce dell'esercito, dando notizia dell'operazione per distruggere il cunicolo sotterraneo, lungo diversi chilometri e costruito nella parte settentrionale di Gaza, vicino a Nahal Oz. Il tunnel si trovava vicino a uno dei luoghi dove Hamas ha organizzato le proteste palestinesi delle scorse settimane, lungo il confine tra Israele e Gaza. L'esercito temeva che l'organizzazione terroristica che controlla la Striscia avrebbe utilizzato il tunnel per compiere attentati terroristici in Israele, usando le proteste di massa al confine come diversive.
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l'indagine swg commissionata dall'ucei
Mondo ebraico e società,
cosa pensa l'opinione pubblica

Riparte l'indagine commissionata all'istituto di ricerca Swg dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sull'orientamento dell'opinione pubblica nei confronti dell'ebraismo italiano e sulla sua percezione del mondo ebraico, dei suoi valori, della sua cultura. All'indagine, già effettuata una prima volta nel 2014, è possibile partecipare rispondendo a un semplice questionario online (
clicca qui per partecipare alla ricerca).
 

la riunione del tribunale rabbinico
Bet Din del Centro Nord Italia,
l'eredità del rav Giuseppe Laras

"In questi mesi ci siamo occupati di diverse questioni e tanti sono gli argomenti e gli spunti di riflessione, dalle cose fatte, alle problematiche in corso sino ai progetti futuri”. Parole di rav David Sciunnach, presidente del Tribunale rabbinico del Centro Nord Italia nel corso della prima riunione dalla scomparsa di rav Giuseppe Laras זצ''ל. Rav Sciunnach, che da Laras ha ereditato la guida del Tribunale rabbinico, ha ricordato come, nonostante l'enorme lutto sofferto dall'ebraismo italiano, i lavori del Bet Din non si siano mai fermati, operando al servizio delle persone, spesso dolenti, e dei bisogni delle piccole comunità del Centro Nord Italia, come pure del Mezzogiorno. La riunione si è tenuta alla presenza di sette membri del Tribunale rabbinico: oltre a Sciunnach, erano presenti rav Elia Richetti, rav Roberto Della Rocca, rav Adolfo Locci, rav Alberto Sermoneta, rav Mino Bahbout  e rav Yishai Hochman (da Israele). Collegati per via telematica, rav Giuseppe Momigliano da Genova, rav Pierpaolo Pinchas Punturello da Gerusalemme, rav Amedeo Spagnoletto da Firenze, rav Alessandro Meloni da Trieste e rav Ariel Finzi da Napoli.
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qui roma
Israele 70, i Maestri a confronto
Si avvicina l'appuntamento con l'anniversario per i 70 anni dalla nascita dello Stato di Israele, che a Roma sarà celebrato mercoledì prossimo con una grande festa al Portico d'Ottavia. L'occasione dell'anniversario, i tanti temi e spunti che solleva, da diverse prospettive, sono stati al centro in queste ore di un approfondimento al Collegio Rabbinico Italiano.
L'incontro è stato moderato e introdotto dal coordinatore del Collegio, rav Gianfranco Di Segni, che ha evidenziato come il numero 70 abbia diverse allusioni. Settanta sono le nazioni del mondo e i giudici del Sinedrio e settanta sono gli anni dell'esilio babilonese dopo la distruzione del Primo Tempio, che hanno poi portato alla ricostituzione dello Stato ebraico e alla ricostruzione del Santuario di Gerusalemme. L'incontro è stato aperto dai saluti della Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che ha ricordato come nella dichiarazione d'indipendenza firmata nel maggio 1948 non fosse presente in maniera esplicita un riferimento al Signore Iddio, bensì solo un vago accenno alla fiducia nella "Rocca di Israele" (tzur Israel), che ognuno poteva intendere a seconda della propria attitudine. A seguire i saluti della Presidente della Comunità Ebraica romana Ruth Dureghello, che ha ribadito l'importanza di celebrare lo Yom haZikkaron per ricordare tutti i caduti a difesa dello Stato ebraico immediatamente prima del Yom haAtzmaut.
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l'iniziativa di jevents ad ostia
"100 alberi nella pineta bruciata,
messaggio ebraico di speranza"

Nato nel 2007 in Israele, il "Good deeds day" - la Giornata delle buone azioni - ha oggi un respiro e un significato internazionale. Il messaggio di questo appuntamento è stato interpretato dall'associazione giovanile ebraica JEvents con un impegno concreto: la piantumazione di 100 alberi nella pineta di Ostia. Un'attività di rimboschimento, sostenuta dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che va a toccare un'area fortemente colpita da un recente incendio e quindi bisognosa di nuove cure e attenzioni. “Con questa iniziativa JEvents ha voluto portare un messaggio di speranza e vicinanza ai cittadini di Ostia, contribuendo a far rinascere un parco vicino a dove è sorta più di 2000 anni fa la prima sinagoga della diaspora.” il commento del presidente dell’associazione Giulio Sestieri.
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qui milano
Il Napoli in visita al Memoriale
“Il calcio difenda i valori”

Certi valori sono irrinunciabili, e vanno difesi giorno dopo giorno”.
Il Napoli indica la strada, in un mondo del calcio spesso distratto sui temi realmente significativi. Alla vigilia di un incontro con l’Atalanta valevole per il campionato primavera, la rappresentativa giovanile della società partenopea si è recata in visita al Memoriale della Shoah di Milano. La squadra al completo, con l’allenatore Loris Beoni e con Nicola Lombardo, direttore della comunicazione del Napoli. Una visita fortemente voluta e pensata insieme al presidente del Memoriale, Roberto Jarach, che già in gennaio aveva aperto le porte a molte società di Serie A e B e ad alcune vecchie glorie del pallone per una risposta condivisa all’oltraggio degli adesivi antisemiti con Anna Frank apparsi in ottobre nella curva della Lazio.
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sorgente di vita
Israele, tensioni al confine
Si apre con un servizio sulle violente manifestazioni al confine tra Israele e la striscia di Gaza, la puntata di Sorgente di Vita in onda domenica 15 aprile. Nella cosiddetta “marcia del ritorno”, fomentata dall’organizzazione terroristica Hamas, che governa la striscia dal 2007, migliaia di palestinesi, molti dei quali armati, hanno tentato di forzare il confine con Israele, provocando la decisa reazione dell’esercito israeliano. 
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pilpul

Un’altra Europa
La piena e “rotonda” vittoria di Viktor Orbán alle elezioni politiche ungheresi dell’8 aprile scorso segna un ulteriore passo nell’identificazione dei tratti costitutivi di un’Europa diversa da quella che l’Unione continua invece a professare pubblicamente come unica possibile. Più che lo scontro tra due opzioni distinte (federalisti contro sovranisti), è semmai l’inarrestabile logoramento della formula delle Comunità continentali ad essere al centro del processo politico che da quasi un decennio ha investito i paesi dell’Est e che ora si preannuncia come esportabile anche in quelli occidentali. Già l’Austria ne ha data manifestazione in tal senso ma nulla vieta di pensare che la stessa Germania potrebbe esserne interessata, prima o poi. Su Orbán si possono nutrire le più accese perplessità ma non si può negare che abbia raccolto un notevole consenso tra i suoi connazionali. Domenica scorsa più del 70% degli aventi diritto (quasi cinque milioni e mezzo su otto milioni di ungheresi) si sono recati alle urne, consegnando al Fidesz, l’Unione civica ungherese, il 48,90% dei consensi (134 seggi dei 199 che compongono il parlamento monocamerale), seguito da Jobbik, Movimento per un’Ungheria migliore (25 seggi) e poi dal Partito socialista (20 seggi).

Claudio Vercelli
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