Giuseppe Momigliano,
rabbino
|
Ribbì
Chaninà, capo dei sacerdoti, diceva “prega per la pace dello Stato,
perché se non fosse per l’autorità che esso esercita, gli uomini si
ingoierebbero vivi” (Avot 3,2)
Il commento Tiferet Israel ( R. Israel Lipschitz) nota che
da questo insegnamento trae origine la consuetudine della preghiera
sinagogale per i sovrani o per le autorità del paese. Questa preghiera,
in passato adottata anche nelle comunità ebraiche in Italia, è poi
venuta meno per ovvi motivi storici e non è più stata reintrodotta, a
differenza di altri paesi dove è tuttora in uso.
|
|
Leggi
|
Davide
Assael,
ricercatore
|
Molti
si chiedono se il 25 aprile abbia ancora senso. È una domanda che si
ripropone ormai da diversi anni. Ma cosa ci insegna oggi il giorno
della Liberazione? Che il fascismo è una categoria metastorica. Anche
se il movimento fascista prima e il partito dopo sono nati in un
preciso momento e nel quadro di precisi eventi, il significato di
questo termine è generale e trascende le circostanze della sua comparsa.
|
|
Leggi
|
 |
5 Aprile, Liliana Segre:
“Scendete in piazza””
|
25 Aprile, Festa della Liberazione.
“Le contestazioni alla Brigata ebraica sono un questione di ignoranza.
La Brigata sfila avendo partecipato alla Liberazione. Fischiarla è
assurdo perché non ha niente a che fare con Israele e con il suo
governo attuale” afferma Liliana Segre in una intervista con Repubblica.
A proposito del 25 Aprile la neo senatrice a vita dice: “Trovo che sia
importante avere tanta gente che manifesta in strada per ricordare
questa data e quello che ha voluto dire per l’Italia e in Europa”.
Mentre sul clima che si respira nel paese osserva: “Penso che si stiano
rivoltando nella tomba tutti coloro che durante il fascismo fecero la
scelta di combattere i totalitarismi. Loro diedero la vita per la
democrazia e combatterono per la libertà, ma quel che sta avvenendo in
Italia, col revisionismo e con il riemergere di movimenti neofascisti,
è molto grave e doloroso”.
Scrive tra gli altri il Corriere a proposito della spaccatura romana,
con la Comunità ebraica che ha deciso di sfilarsi dal corteo dell’Anpi
per l’annunciata infiltrazione di gruppi propal: “Un anno non è bastato
a ricucire lo strappo e, con le analoghe motivazioni del 2017, anche
oggi ci saranno due iniziative separate per celebrare i 73 anni della
Liberazione”.
In evidenza, sui dorsi napoletani dei giornali, la risposta della
Comunità ebraica partenopea alle dichiarazioni del governatore della
Regione Campania Vincenzo De Luca, che lunedì aveva paragonato la
situazione del Pd a quella degli ebrei soggetti alle Leggi antiebraiche
del ’38.
“La privazione dei più elementari diritti civili e della stessa dignità
degli ebrei in seguito alle leggi razziali non può essere utilizzata
come termine di paragone per situazioni che afferiscono ai meccanismi
della politica di qualunque Stato democratico” si legge in una nota
diffusa ieri.
In serata De Luca si è scusato.
Fa discutere l’appello del presidente del Consiglio centrale degli
ebrei tedeschi, Josef Schuster, che di fronte al moltiplicarsi degli
episodi di antisemitismo ha invitato a non indossare la kippah nelle
grandi città. Un invito che non ha fatto il pieno di consensi, tanto
che stasera di fronte alla sinagoga di Charlottenburg, nel cuore di
Berlino, la Comunità ebraica ha organizzato un raduno con lo slogan
‘Berlino porta la kippah’. Sarà, scrive il Corriere, “un banco di prova
della reazione popolare”.
Su questo tema interviene anche Pierluigi Battista in un editoriale:
“Dopo oltre settant’anni – vi si legge – essere ebreo diventa ancora
motivo di paura in Germania. Ma non sono i fantasmi del passato che si
ripresentano identici. Magari l’antisemitismo fosse appannaggio solo di
un branco di teste neonaziste vuote e rasate. Portare una kippah
scatena l’odio di chi, assieme agli ebrei, vuole vedere distrutta
Israele, gli infedeli che osano deturpare e sporcare la ‘terra santa’”.
|
|
Leggi
|
|
|
25
aprile, il messaggio della presidente ucei
"Sfilano
le bandiere della libertà,
fuori chi non le condivide"
La
parola bandiera ha un significato importante, con essenzialità di
colori e di simboli rappresenta e comunica identità, credo, resistenze
armate che furono resistenze culturali che siamo oggi chiamati ad
intraprendere. Le bandiere di oggi, 25 aprile sono quelle dell’Italia,
delle associazioni dei partigiani e combattenti tra cui quelli delle
nostre comunità ebraiche, della Brigata Ebraica e delle forze alleate
che liberarono l’Italia dal nazifascismo. Accadeva 73 anni fa ed è il
tema di questa importante celebrazione cui prendiamo parte con orgoglio
come italiani. Le bandiere di oggi non sono le bandiere delle molte
altre resistenze, rivendicazioni, eccidi, genocidi, questioni sociali e
questioni globali che ogni giorno, nonostante le speranze di pace,
sicurezza e crescita, affollano le nostre giornate e meritano dovuta e
rispettosa attenzione. Ma non oggi. Lasciateci questa giornata libera
da ogni altra meritevole o disdicevole questione, per dedicarci alla
nostra Liberazione. Alla coerenza e alla verità storica e all’identità
nazionale che dobbiamo faticosamente costruirci. La resistenza
all’oblio e la resilienza assieme ai molti giovani chiamati a diventare
cittadini di un’Italia e di una Europa, che assieme alle istituzioni
sono chiamati ad agire per assicurare che quel passato e quella follia
non si ripetano mai più, che giovani tredicenni non trovino la morte
nel campo di battaglia, ma che possano vivere spensierati e maturare le
loro responsabili scelte. È una giornata di impegno e condivisione, nel
segno di valori universali che richiamiamo con la nostra partecipazione
nelle piazze di tutta Italia: diritto di ogni popolo alla libertà, alla
democrazia, al pluralismo di identità e credi.
Come ogni anno, il gonfalone dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane sfila nel grande corteo nazionale di Milano assieme ai
vessilli e alle bandiere delle forze che hanno partecipato attivamente
alla Liberazione. Tra queste, le insegne della Brigata Ebraica, il
corpo formato da oltre cinquemila volontari giunti dall’allora
Palestina mandataria (il futuro Stato di Israele) che si distinse in
quei mesi con molte operazioni strategiche al fianco delle Forze
Alleate.
Noemi Di Segni,
Presidente Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane
Leggi
|
qui milano - il corteo nazionale per il 25 aprile
"Liberazione, giorno di unità"
Sfilano
fianco a fianco in queste ore a Milano i gonfaloni dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane, della Comunità ebraica milanese e della
Brigata Ebraica per ribadire il proprio orgoglio nel partecipare
al corteo nazionale per il 25 aprile. “Non dobbiamo disperdere la
grande eredità di quanti hanno sognato questa Italia libera,
democratica. - ha ricordato nelle scorse ore la senatrice a vita
Liliana Segre, Testimone della Shoah e protagonista di un video
messaggio proiettato in piazza Duomo, al termine del corteo
milanese a cui hanno preso parte, tra gli altri, il vicepresidente UCEI
Giorgio Mortara, il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo
Hasbani e il Consigliere dell'Unione David Menasci - Purtroppo, da
parte mia, c’è anche una amara presa di coscienza, alla luce di quanto
succede oggi, ossia che il sacrificio di tutti quelli che allora fecero
una scelta di campo, difficilissima, sia stato vano. Tutti sembrano
aver dimenticato cosa voleva dire non avere la libertà”. Un monito,
quello di Segre, a riconoscersi nei valori della Resistenza, valori
portati avanti dagli eroi della Brigata Ebraica nonostante quanto
affermino i soliti contestatori: anche quest'anno infatti gruppi di
antagonisti filopalestinesi si sono organizzati per contestare il
passaggio del gonfalone della Brigata. Leggi
|
qui torino - 25 aprile
"Una lezione ancora viva"
Un
unico corteo, fatto di voci, bandiere, gonfaloni e fiaccole, quello che
ha sfilato tra le vie del centro della città di Torino per celebrare
l'anniversario della Liberazione dal nazifascismo. A più di
settant’anni dal 25 aprile 1945 risulta indispensabile chiedersi cosa
rappresenti oggi questa data e se e in che modo il suo significato
possa essere attualizzato tenendo conto delle dinamiche della società
contemporanea, che sempre più spesso vede sfumare molti degli ideali
che hanno portato alla lotta per la libertà e infine alla Liberazione.
L’attualizzazione della storia, questa la riflessione di fondo nata
spontanea dal susseguirsi dei diversi interventi sul palco a fine
manifestazione. A rappresentare l'ebraismo torinese alla fiaccolata, il
presidente della Comunità ebraica Dario Disegni, ma molte sono state le
autorità che hanno sfilato tra cui il governatore del Piemonte Sergio
Chiamparino, il sindaco di Torino Chiara Appendino, il prefetto Renato
Saccone, il neo presidente del Consiglio regionale Nino Boeti, e
l’assessore alla Cultura del Piemonte Antonella Parigi.
Alice Fubini Leggi
|
Ticketless - Impronta di donna
|
In
una bella collana, dedicata a figure femminili fra Otto e Novecento
(diretta da Nadia Verdile, Mari Pacini Fazzi editore) vede la luce un
agile libretto dedicato a Rita Levi Montalcini. Lo ha scritto Marcella
Filippa, già autrice anni fa di un importante libro su Giorgina Arian
Levi e il suo esilio in America Latina. “La piccola signora dalla
volontà indomita e dal portamento di una principessa” rivive in queste
delicate pagine di ricordi personali che si intrecciano con le fasi
principali della vita della grande scienziata torinese insignita del
premio Nobel per la medicina nel 1986.
Alberto Cavaglion
Leggi
|
|
Periscopio - Il tic del rifiuto
|
Trovo
triste, inutile e noioso dovere ripetere cose già dette, e avevo deciso
di non commentare il caso di una nota attrice, dalla doppia
cittadinanza, che ha deciso di non ritirare un certo premio conferitole
da uno dei due stati di cui è cittadina, e che dice di amare, ma di cui
tanto depreca le scelte politiche da non volere avere con esso niente a
che fare. Ma la risonanza del gesto, e il solito modo distorto e
malevolo con cui è stato riportato dai media, mi ha indotto a cambiare
idea. Chiedo scusa ai miei lettori, ma, in fin dei conti, non sono io a
ripetermi, è una certa categoria di intellettuali che ripete, con una
certa frequenza, un tale comportamento.
Francesco Lucrezi, storico
Leggi
|
Riscrivere la Storia della musica
|
Nel
1997 Anita Lasker–Wallfisch, già violoncellista dell’orchestra
femminile di Auschwitz II Birkenau, pubblicò Ihr sollt die Wahrheit
erben. Breslau, Auschwitz, Bergen–Belsen (Weidle Verlag); nel medesimo
anno Frédéric de Foucaud pubblicò il CD Quo Vadis? interamente dedicato
alle opere composte da suo padre Max de Foucaud durante la prigionia
militare presso lo Stalag IA Stablack.
Francesco Lotoro
Leggi
|
La cintura verde
|
Lasciata
Palmachim proseguiamo verso sud, sull’autostrada 6 Itzhak Rabin, tre
corsie che smaltiscono splendidamente il traffico piuttosto intenso, ma
perfettamente fluido, passando attraverso campi coltivati a jojoba (una
pianta oleifera di grande pregio). L’appuntamento con il capo della
Divisione Forestazione del KKL, Itzhak Moshe che ci accompagna è a un
autogrill.
Usciamo dall’autostrada e ci avviamo verso Meitar, un piccolo paese,
lindo e ridente, a 20 chilometri da Be’er Sheva. Il lavoro del KKL
mirava a costituire una cintura verde intorno alla città in modo che
gli abitanti potessero godere di un’atmosfera piacevole e salubre.
Roberto Jona
Leggi
|
Asilo a Sasa
|
Le
ospiti d'onore di quest'anno al Seder di Pesach a Sasa erano Latina
Gavriot e le sue due figlie Michal di 10 anni e Jerusalem di 7. Otto
anni fa sono fuggite dall'Eritrea passando attraverso il Sudan dove suo
marito, padre delle bimbe, è stato assassinato. Hanno sofferto grandi
disagi. Sono giunte in Israele quando Jerusalem era ancora in fasce.
Angelica Edna Calò Livne
Leggi
|
|
|