Giuseppe Momigliano,
rabbino
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La
Torah racconta come il ruolo di leader di Mosè e Aron, venisse
posto sotto accusa nel corso di una drammatica ribellione guidata da
Korach, appartenente alla stessa tribù di Levì, affiancato
da personaggi di varia estrazione, alcuni della tribù di Reuven,
unitamente a duecentocinquanta notabili di diverse tribù. Questa
rivolta è interpretata dai Maestri come esempio tipico di una
contestazione che è ben lungi dall’essere mossa da nobili fini e
pertanto destinata a non realizzare i propri obiettivi. Per quanto
formulata con richiami altisonanti, riferiti ai massimi valori –
Korach rimprovera Mosè e Aron appellandosi alla condizione di
santità di tutto il popolo “ Tutta la comunità, sono tutti santi,
e in mezzo a loro è il Signore, perché vi ergete al di sopra della
congrega del Signore?” .
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Davide
Assael,
ricercatore
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La
politica salviniana sulla questione migranti mi pare si delinii con
sempre maggiore chiarezza. La grande contraddizione, da più parti
indicata, di fare alleanza col gruppo di Visegrad, che ha sempre
rappresentato l’ostacolo più duro ad ogni progetto di ridistribuzione
dei profughi, si sana sviluppando una politica comune di respingimento
europeo.
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Migranti, tensione Italia-Francia
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Tutti
i quotidiani italiani riportano con una certa preoccupazione lo scontro
in corso tra Parigi e Roma legato ai migranti. Il presidente francese
Macron ha definito di “cinica e irresponsabile” la decisione del
governo italiano di negare un porto alla nave Acquarius con 629
migranti. Addirittura “vomitevole”, secondo Gabriel Attal, portavoce di
En Marche, il partito fondato da Macron. Dura la replica del Presidente
del Consiglio Conte: “Non accettiamo lezioni ipocrite da Paesi che
hanno sempre preferito voltare la testa dall’altra parte”. E ora è in
forse il vertice in calendario tra 48 ore tra lo stesso Conte e il
presidente francese. Lo scontro sulla nave Acquarius ha provocato una
chiara divisione con francesi e spagnoli da una parte e Italia, e paesi
come l’Ungheria dall’altra, spiega il Corriere mentre dalla Germania “è
arrivato l’appello all’unità della Cancelliera Angela Merkel, che vedrà
Conte a Berlino lunedì: ‘Sull’immigrazione illegale dobbiamo rispondere
in modo unitario. Questo tema ha il potenziale di danneggiare
l’Europa’. Prova allora a far da paciere il commissario europeo
all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos: ‘Nessuno crede che quanto
accaduto sia solo una responsabilità italiana, maltese o spagnola. E
una responsabilità europea e richiede una risposta europea’”. Sulla
prima del Corriere, Paolo Lepri analizza la situazione e sottolinea la
necessità che tra Francia e Italia ci sia un’alleanza non uno scontro:
“è inutile dire che l’iniziativa del ministro Salvini di negare
l’approdo alla Aquarius è stata un gigantesco sasso gettato in un
Mediterraneo nel quale l’Italia non ha mai ricevuto la solidarietà
necessaria. Quando le muraglie di acqua prodotte da questo tsunami si
ritireranno, non sarà facile ricostruire. Dovremmo però avere le idee
più chiare: questa battaglia non si può vincere da soli. Forse sarebbe
stato troppo ‘buonista’ sperare che Salvini gettasse il suo macigno sul
tavolo del Consiglio europeo invece che nel mare. Ma, qualsiasi siano
gli obiettivi di un’azione, è necessario tessere una strategia delle
alleanze”. E la Francia, spiega Lepri, deve essere fra queste.
Trump-Kim, incontro nella storia. L’altro argomento di giornata è
ovviamente lo storico vertice tra il presidente Usa Donald Trump e il
dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Un incontro conclusosi con la firma
di un documento che prevede, tra le altre cose, il ripristino delle
relazioni tra Washington e Pyongyang, l’impegno a garantire la pace
nella regione, la denuclearizzazione della penisola coreana. I vari
punti sono spiegati da Paolo Mastrolilli su La Stampa in cui si spiega
anche che “lo storico vertice tra il presidente americano e quello
nordcoreano è stato un successo per almeno tre motivi: primo, perché è
avvenuto; secondo, perché allontana la prospettiva di una guerra;
terzo, perché avvia un processo che potrebbe servire non solo a
garantire il futuro della penisola, ma anche a fornire un modello per
altre situazioni di crisi, come quella iraniana”. Rispetto a questo
ultimo punto, parole simili sono arrivate da Israele: “Sono certo che
gli Stati Uniti e il presidente Trump, determinati a raggiungere un
accordo, ne controlleranno anche l’attuazione e questo sarà un buon
esempio per altre nazioni e altri popoli”, ha affermato il ministro
della Difesa israeliano Avigdor Lieberman.
Germania, come si combatte l’antisemitismo. Ampia intervista su
Repubblica al Responsabile per la lotta all’antisemitismo in Germania,
l’ambasciatore Felix Klein. “Il governo ha riconosciuto che, nonostante
i molteplici sforzi di combattere l’antisemitismo, è necessario
prevedere un ruolo del genere. – spiega Klein parlando dell’importanza
del suo incarico – Ma io interpreto il mio compito anche così: i
politici e i cittadini non devono sentirsi sollevati dal compito di
combattere in modo deciso l’antisemitismo. Sarebbe fatale.
L’antisemitismo è ancora presente nella nostra società e tutti siamo
chiamati a fare qualcosa per combatterlo, non solo i politici”.
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netanyahu sul vertice trump-kim jung-un
"Politica Usa sviluppo importante
per il mondo e per Israele"
A
ventiquattro ore dalla storica stretta di mano tra il Presidente Usa
Donald Trump e il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, proseguono le
riflessioni e analisi in tutto il mondo sull'effetto di questo vertice.
A giudicare positivamente l'incontro, anche il Primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu che ha parlato di “passo importante nello
sforzo di liberare la penisola coreana dalle armi nucleari”. Netanyahu
ha poi parlato di un'altra minaccia nucleare, quella iraniana, che
costituisce un pericolo imminente per la sicurezza israeliana: “Il
presidente Trump ha preso una posizione forte contro gli sforzi
dell'Iran di armarsi di armi nucleari e contro la sua aggressione in
Medio Oriente. - ha sottolineato Netanyahu - Ciò sta già colpendo
l'economia iraniana”. “La politica del presidente Trump è uno sviluppo
importante per Israele, la regione e il mondo intero", la conclusione
del Premier Netanyahu. Lo stesso Trump, nella conferenza stampa con Kim
aveva citato l'Iran: “Penso che l'Iran sia un paese diverso oggi
rispetto a tre o quattro mesi fa ... Non credo che in questo momento
siano così fiduciosi - e parole del presidente americano - Ma spero
che, al momento opportuno, dopo che queste sanzioni saranno entrate in
vigore, torneranno a negoziare un vero e proprio accordo". Leggi
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Il riconoscimento a Gianni Zarfati
"Sicurezza nell'Italia ebraica,
un modello valido per tutti" Pubblica
benemerenza dell'amministrazione della pubblica sicurezza a Gianni
Zarfati, una vita al servizio delle Comunità ebraiche italiane. A
consegnare il prestigioso riconoscimento, presso la Sala Europa
dell'Ufficio Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia del
Ministero dell'Interno, il Capo della Polizia Franco Gabrielli.
Nell'assolvere i compiti affidati, è stato sottolineato, "Zarfati ha
sempre ispirato la sua azione allo spirito di cooperazione con i
referenti delle istituzioni e, tra queste, con le forze di polizia, di
cui rappresenta un interlocutore privilegiato". La sua opera di
mediazione nel corso degli anni, è stato poi spiegato, "si è dimostrata
preziosa nell'ottica della pianificazione e gestione dei servizi di
sicurezza in occasione di eventi pubblici, promossi dalla Comunità
ebraica o comunque a questa correlati". Leggi
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i quattro nuovi sottosegretari agli esteri
I nuovi volti della Farnesina
e quelle posizioni su Israele
Sono
45 i nuovi viceministri e sottosegretari che vanno a completare la
squadra del nuovo governo italiano, guidato dal Presidente del
Consiglio Giuseppe Conte. Sul fronte della diplomazia, l'attuale
ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, sarà affiancato da quattro
sottosegretari: i deputati Emanuela Claudia Del Re, Manlio Di Stefano,
Guglielmo Picchi e il senatore Ricardo Antonio Merlo. Del Re, docente
di Diplomazie multiple all’Università di Roma Tre e di Sociologia dei
fenomeni politici del Medio Oriente all’università telematica Cusano,
era stata indicata dal Movimento Cinque Stelle, nel corso della
campagna elettorale, per guidare la Farnesina. Fa parte del consiglio
redazionale della rivista Limes e in passato si è occupata anche di
Israele: online si trova ad esempio un suo paper dedicato al movimento
religioso musulmano Ahmadiyya e alla sua presenza a Haifa, citata come
città esempio di convivenza tra culture e religioni. In quota Cinque
Stelle è anche il sottosegretario Di Stefano, ingegnere informatico
noto per aver espresso in passato posizioni controverse su Israele. Leggi
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la summer school a siena
Terrorismo e diritti, il seminario
con esperti italiani e israeliani
Un
seminario internazionale dedicato all’approfondimento sul tema del
terrorismo e dei diritti umani con docenti italiani e israeliani. A
organizzarlo, dal 20 al 31 luglio, l’Università di Siena in
collaborazione con tre università israeliane, l’Università Ebraica di
Gerusalemme, la Bar Ilan e l’Università Ben Gurion. Questa Summer
School, finanziata dall’Unione europea, intende esaminare il fenomeno
del terrorismo e la sua ricaduta sulla tutela dei diritti umani sia in
prospettiva teorica che operativa attraverso il contributo di studiosi
ed operatori, dei settori pubblico e privato. Le domande di ammissione,
da presentare entro il 15 giugno, sono reperibili sulla piattaforma
della segreteria online dell’Università. Leggi
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Ticketless - Viale dei Tigli
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Mi
piacciono gli alberi veri, non quelli genealogici: il salice sulle rive
del Po di Alberto Cantoni, i cipressi toscani di Angiolo Orvieto e
Sabatino Lopez, gli alberi del giardino bassaniano e dei quadri di
Carlo Levi, l’ippocastano di Primo Levi in corso Re Umberto. Mi
dispiace che ci si dimentichi il tiglio, il profumo del tiglio. Può
darsi che la sua fortuna letteraria sia stata penalizzata dal fatto che
il Viale dei Tigli, in quanto percorso di accesso alla “casa dei vivi”,
sia, più dell’acero (una scoperta recente), un luogo della memoria
dolente, del lutto. A Biella è così (e così anche, salvo errore, ad
Acqui).
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Kennedy
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Combattuto,
nella scelta dell'argomento da commentare nella mia nota settimanale,
tra l'insediamento del nuovo governo italiano (che, a mio avviso, non
va tanto giudicato dalle persone dei suoi membri, né dai contenuti del
cd. 'contratto' a esso collegato, quanto dagli umori profondi che
esprime, dai sentimenti e le pulsioni prevalenti tra gli elettori che
rappresenta, dalla direzione dell'impetuoso vento che sembra gonfiarne
le vele) e l'ennesima recrudescenza delle attività ricreative dei
terroristi di Gaza (col puntuale contorno dei nauseabondi commenti
della stampa internazionale di fronte alle reazioni difensive da esse
generate), ho deciso infine di dire due parole in occasione del
cinquantesimo anniversario (caduto ieri, 5 giugno) dell'assassinio di
una delle più grandi anime del secolo scorso, Robert Kennedy, la cui
drammatica fine ha segnato senza dubbio - insieme a quella del suo
fratello elettivo di tante battaglie, Martin Luther King, ucciso due
mesi prima, il 4 aprile del 1968 - la brusca fine di un sogno, di
un'epoca, di un'utopia che aveva scaldato, in tutto il mondo, milioni
di cuori.
Francesco Lucrezi, storico
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Rêve de France
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Alcuni mesi fa mi recai presso un archivio aperto in un ex Campo di concentramento.
La realtà superò l'immaginazione: mancava ogni indicizzazione
elettronica dell’archivio, la ricerca si svolgeva ancora manualmente su
schede di catalogazione ingiallite scritte a macchina dattilografica
negli anni '70 del secolo scorso.
L’archivio conteneva oltre cento opere scritte in quel Campo durante la
Seconda Guerra Mondiale, opere che nessuno si era mai preso la briga di
consultare; inoltre quaderni originali zeppi di musica, materiale
cartaceo e fotografico di orchestre piccole, medie e grandi che si
esibirono in quel Campo.
Francesco Lotoro
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