28 febbraio 2018 - 13 Adar 5778

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13 Giugno 2018 - 30 Sivan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
La Torah racconta come il ruolo di leader di Mosè e Aron, venisse posto sotto accusa nel corso di una drammatica ribellione guidata da Korach, appartenente alla stessa tribù di Levì, affiancato da personaggi di varia estrazione, alcuni della tribù di Reuven, unitamente a duecentocinquanta notabili di diverse tribù. Questa rivolta è interpretata dai Maestri come esempio tipico di una contestazione che è ben lungi dall’essere mossa da nobili fini e pertanto destinata a non realizzare i propri obiettivi. Per quanto formulata con richiami altisonanti, riferiti ai massimi valori – Korach rimprovera Mosè e Aron appellandosi alla condizione di santità di tutto il popolo “ Tutta la comunità, sono tutti santi, e in mezzo a loro è il Signore, perché vi ergete al di sopra della congrega del Signore?” . 
 
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Davide
Assael,
ricercatore
La politica salviniana sulla questione migranti mi pare si delinii con sempre maggiore chiarezza. La grande contraddizione, da più parti indicata, di fare alleanza col gruppo di Visegrad, che ha sempre rappresentato l’ostacolo più duro ad ogni progetto di ridistribuzione dei profughi, si sana sviluppando una politica comune di respingimento europeo.
 
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Migranti, tensione Italia-Francia
Tutti i quotidiani italiani riportano con una certa preoccupazione lo scontro in corso tra Parigi e Roma legato ai migranti. Il presidente francese Macron ha definito di “cinica e irresponsabile” la decisione del governo italiano di negare un porto alla nave Acquarius con 629 migranti. Addirittura “vomitevole”, secondo Gabriel Attal, portavoce di En Marche, il partito fondato da Macron. Dura la replica del Presidente del Consiglio Conte: “Non accettiamo lezioni ipocrite da Paesi che hanno sempre preferito voltare la testa dall’altra parte”. E ora è in forse il vertice in calendario tra 48 ore tra lo stesso Conte e il presidente francese. Lo scontro sulla nave Acquarius ha provocato una chiara divisione con francesi e spagnoli da una parte e Italia, e paesi come l’Ungheria dall’altra, spiega il Corriere mentre dalla Germania “è arrivato l’appello all’unità della Cancelliera Angela Merkel, che vedrà Conte a Berlino lunedì: ‘Sull’immigrazione illegale dobbiamo rispondere in modo unitario. Questo tema ha il potenziale di danneggiare l’Europa’. Prova allora a far da paciere il commissario europeo all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos: ‘Nessuno crede che quanto accaduto sia solo una responsabilità italiana, maltese o spagnola. E una responsabilità europea e richiede una risposta europea’”. Sulla prima del Corriere, Paolo Lepri analizza la situazione e sottolinea la necessità che tra Francia e Italia ci sia un’alleanza non uno scontro: “è inutile dire che l’iniziativa del ministro Salvini di negare l’approdo alla Aquarius è stata un gigantesco sasso gettato in un Mediterraneo nel quale l’Italia non ha mai ricevuto la solidarietà necessaria. Quando le muraglie di acqua prodotte da questo tsunami si ritireranno, non sarà facile ricostruire. Dovremmo però avere le idee più chiare: questa battaglia non si può vincere da soli. Forse sarebbe stato troppo ‘buonista’ sperare che Salvini gettasse il suo macigno sul tavolo del Consiglio europeo invece che nel mare. Ma, qualsiasi siano gli obiettivi di un’azione, è necessario tessere una strategia delle alleanze”. E la Francia, spiega Lepri, deve essere fra queste.

Trump-Kim, incontro nella storia. L’altro argomento di giornata è ovviamente lo storico vertice tra il presidente Usa Donald Trump e il dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Un incontro conclusosi con la firma di un documento che prevede, tra le altre cose, il ripristino delle relazioni tra Washington e Pyongyang, l’impegno a garantire la pace nella regione, la denuclearizzazione della penisola coreana. I vari punti sono spiegati da Paolo Mastrolilli su La Stampa in cui si spiega anche che “lo storico vertice tra il presidente americano e quello nordcoreano è stato un successo per almeno tre motivi: primo, perché è avvenuto; secondo, perché allontana la prospettiva di una guerra; terzo, perché avvia un processo che potrebbe servire non solo a garantire il futuro della penisola, ma anche a fornire un modello per altre situazioni di crisi, come quella iraniana”. Rispetto a questo ultimo punto, parole simili sono arrivate da Israele: “Sono certo che gli Stati Uniti e il presidente Trump, determinati a raggiungere un accordo, ne controlleranno anche l’attuazione e questo sarà un buon esempio per altre nazioni e altri popoli”, ha affermato il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman.

Germania, come si combatte l’antisemitismo. Ampia intervista su Repubblica al Responsabile per la lotta all’antisemitismo in Germania, l’ambasciatore Felix Klein. “Il governo ha riconosciuto che, nonostante i molteplici sforzi di combattere l’antisemitismo, è necessario prevedere un ruolo del genere. – spiega Klein parlando dell’importanza del suo incarico – Ma io interpreto il mio compito anche così: i politici e i cittadini non devono sentirsi sollevati dal compito di combattere in modo deciso l’antisemitismo. Sarebbe fatale. L’antisemitismo è ancora presente nella nostra società e tutti siamo chiamati a fare qualcosa per combatterlo, non solo i politici”.
 
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  davar
netanyahu sul vertice trump-kim jung-un
"Politica Usa sviluppo importante
per il mondo e per Israele"

A ventiquattro ore dalla storica stretta di mano tra il Presidente Usa Donald Trump e il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, proseguono le riflessioni e analisi in tutto il mondo sull'effetto di questo vertice. A giudicare positivamente l'incontro, anche il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha parlato di “passo importante nello sforzo di liberare la penisola coreana dalle armi nucleari”. Netanyahu ha poi parlato di un'altra minaccia nucleare, quella iraniana, che costituisce un pericolo imminente per la sicurezza israeliana: “Il presidente Trump ha preso una posizione forte contro gli sforzi dell'Iran di armarsi di armi nucleari e contro la sua aggressione in Medio Oriente. - ha sottolineato Netanyahu - Ciò sta già colpendo l'economia iraniana”. “La politica del presidente Trump è uno sviluppo importante per Israele, la regione e il mondo intero", la conclusione del Premier Netanyahu. Lo stesso Trump, nella conferenza stampa con Kim aveva citato l'Iran: “Penso che l'Iran sia un paese diverso oggi rispetto a tre o quattro mesi fa ... Non credo che in questo momento siano così fiduciosi - e parole del presidente americano - Ma spero che, al momento opportuno, dopo che queste sanzioni saranno entrate in vigore, torneranno a negoziare un vero e proprio accordo".
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Il riconoscimento a Gianni Zarfati
"Sicurezza nell'Italia ebraica,
un modello valido per tutti"

Pubblica benemerenza dell'amministrazione della pubblica sicurezza a Gianni Zarfati, una vita al servizio delle Comunità ebraiche italiane. A consegnare il prestigioso riconoscimento, presso la Sala Europa dell'Ufficio Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia del Ministero dell'Interno, il Capo della Polizia Franco Gabrielli.
Nell'assolvere i compiti affidati, è stato sottolineato, "Zarfati ha sempre ispirato la sua azione allo spirito di cooperazione con i referenti delle istituzioni e, tra queste, con le forze di polizia, di cui rappresenta un interlocutore privilegiato". La sua opera di mediazione nel corso degli anni, è stato poi spiegato, "si è dimostrata preziosa nell'ottica della pianificazione e gestione dei servizi di sicurezza in occasione di eventi pubblici, promossi dalla Comunità ebraica o comunque a questa correlati".
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i quattro nuovi sottosegretari agli esteri
I nuovi volti della Farnesina
e quelle posizioni su Israele

Sono 45 i nuovi viceministri e sottosegretari che vanno a completare la squadra del nuovo governo italiano, guidato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sul fronte della diplomazia, l'attuale ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, sarà affiancato da quattro sottosegretari: i deputati Emanuela Claudia Del Re, Manlio Di Stefano, Guglielmo Picchi e il senatore Ricardo Antonio Merlo. Del Re, docente di Diplomazie multiple all’Università di Roma Tre e di Sociologia dei fenomeni politici del Medio Oriente all’università telematica Cusano, era stata indicata dal Movimento Cinque Stelle, nel corso della campagna elettorale, per guidare la Farnesina. Fa parte del consiglio redazionale della rivista Limes e in passato si è occupata anche di Israele: online si trova ad esempio un suo paper dedicato al movimento religioso musulmano Ahmadiyya e alla sua presenza a Haifa, citata come città esempio di convivenza tra culture e religioni. In quota Cinque Stelle è anche il sottosegretario Di Stefano, ingegnere informatico noto per aver espresso in passato posizioni controverse su Israele.
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la summer school a siena 
Terrorismo e diritti, il seminario
con esperti italiani e israeliani

Un seminario internazionale dedicato all’approfondimento sul tema del terrorismo e dei diritti umani con docenti italiani e israeliani. A organizzarlo, dal 20 al 31 luglio, l’Università di Siena in collaborazione con tre università israeliane, l’Università Ebraica di Gerusalemme, la Bar Ilan e l’Università Ben Gurion. Questa Summer School, finanziata dall’Unione europea, intende esaminare il fenomeno del terrorismo e la sua ricaduta sulla tutela dei diritti umani sia in prospettiva teorica che operativa attraverso il contributo di studiosi ed operatori, dei settori pubblico e privato. Le domande di ammissione, da presentare entro il 15 giugno, sono reperibili sulla piattaforma della segreteria online dell’Università.
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pilpul
Ticketless - Viale dei Tigli
Mi piacciono gli alberi veri, non quelli genealogici: il salice sulle rive del Po di Alberto Cantoni, i cipressi toscani di Angiolo Orvieto e Sabatino Lopez, gli alberi del giardino bassaniano e dei quadri di Carlo Levi, l’ippocastano di Primo Levi in corso Re Umberto. Mi dispiace che ci si dimentichi il tiglio, il profumo del tiglio. Può darsi che la sua fortuna letteraria sia stata penalizzata dal fatto che il Viale dei Tigli, in quanto percorso di accesso alla “casa dei vivi”, sia, più dell’acero (una scoperta recente), un luogo della memoria dolente, del lutto. A Biella è così (e così anche, salvo errore, ad Acqui).

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Kennedy
Combattuto, nella scelta dell'argomento da commentare nella mia nota settimanale, tra l'insediamento del nuovo governo italiano (che, a mio avviso, non va tanto giudicato dalle persone dei suoi membri, né dai contenuti del cd. 'contratto' a esso collegato, quanto dagli umori profondi che esprime, dai sentimenti e le pulsioni prevalenti tra gli elettori che rappresenta, dalla direzione dell'impetuoso vento che sembra gonfiarne le vele) e l'ennesima recrudescenza delle attività ricreative dei terroristi di Gaza (col puntuale contorno dei nauseabondi commenti della stampa internazionale di fronte alle reazioni difensive da esse generate), ho deciso infine di dire due parole in occasione del cinquantesimo anniversario (caduto ieri, 5 giugno) dell'assassinio di una delle più grandi anime del secolo scorso, Robert Kennedy, la cui drammatica fine ha segnato senza dubbio - insieme a quella del suo fratello elettivo di tante battaglie, Martin Luther King, ucciso due mesi prima, il 4 aprile del 1968 - la brusca fine di un sogno, di un'epoca, di un'utopia che aveva scaldato, in tutto il mondo, milioni di cuori.

Francesco Lucrezi, storico
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Rêve de France
Alcuni mesi fa mi recai presso un archivio aperto in un ex Campo di concentramento.
La realtà superò l'immaginazione: mancava ogni indicizzazione elettronica dell’archivio, la ricerca si svolgeva ancora manualmente su schede di catalogazione ingiallite scritte a macchina dattilografica negli anni '70 del secolo scorso.
L’archivio conteneva oltre cento opere scritte in quel Campo durante la Seconda Guerra Mondiale, opere che nessuno si era mai preso la briga di consultare; inoltre quaderni originali zeppi di musica, materiale cartaceo e fotografico di orchestre piccole, medie e grandi che si esibirono in quel Campo.


Francesco Lotoro
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