Rêve de France

lotoroAlcuni mesi fa mi recai presso un archivio aperto in un ex Campo di concentramento.
La realtà superò l’immaginazione: mancava ogni indicizzazione elettronica dell’archivio, la ricerca si svolgeva ancora manualmente su schede di catalogazione ingiallite scritte a macchina dattilografica negli anni ’70 del secolo scorso.
L’archivio conteneva oltre cento opere scritte in quel Campo durante la Seconda Guerra Mondiale, opere che nessuno si era mai preso la briga di consultare; inoltre quaderni originali zeppi di musica, materiale cartaceo e fotografico di orchestre piccole, medie e grandi che si esibirono in quel Campo.
Negli ultimi anni la ricerca musicale concentrazionaria sta dando innumerevoli e inattesi risultati grazie a un positivo approccio e l’esercizio di una virtù che consente di spalancare aprire archivi, scaffali e musei; l’umiltà e la condivisione dei risultati tra i pochi, accreditati ricercatori della materia.
Presso lo Stalag IIIA Luckenwalde il direttore d’orchestra e compositore francese Maurice Soret, già direttore dell’orchestra della Radio PTT–Nord, scrisse la Sinfonia Rêve de France; nel 1941 la Sinfonia fu eseguita per la prima volta presso il succitato Stalag.
Dopo la Guerra, Soret assunse nuovamente l’incarico di direttore dell’orchestra radiofonica di Lille; morì nel 1961 e della Sinfonia Rêve de France non rimase più traccia.
Risalire ai suoi parenti è stata un’impresa molto complessa e laboriosa ma dopo 12 anni, grazie all’aiuto di Dominique Losay, rintracciai in un paese dei Pirenei francesi la sua unica figlia, Frédérique Andrée Soret.
Tuttavia, una brutta notizia mi attendeva a casa di Frédérique; la partitura di Soret era andata smarrita e la figlia non aveva la più pallida idea di dove fosse.
dischi Pyral della Sinfonia di SoretQuando tutto sembrava perduto, Frédérique invero rammentò di aver conservato 2 dischi Pyral (nella foto), simili ai vecchi 78 giri; nelle quattro facciate era conservata la registrazione della Sinfonia Rêve de France che Maurice Soret realizzò dopo la Guerra per la Radiodiffusion Française.
È vero, la partitura originale è andata perduta ma, dopo un paziente lavoro di masterizzazione, pulitura di rumori o incrostazioni e sound engineering, si potrà ricavare la partitura cartacea dall’audio: difficile ma non impossibile.
È noto che le fonti della letteratura musicale prodotta in cattività non sono soltanto cartacee ma altresì ambientali, videografiche e fonografiche; riguardo a queste ultime due categorie, occorre tener conto dello stato di conservazione dei supporti.
Date le premesse, non è importante come un’opera scritta in cattività torni a vivere: purché viva, perché è tutto ciò che ci rimane dell’Autore e del suo ingegno.

Francesco Lotoro