28 febbraio 2018 - 13 Adar 5778

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24 ottobre 2018 - 15 Cheshvan 5779
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Uno degli aspetti forse più sorprendenti nel racconto della akedà – la “legatura di Isacco sull’altare per il sacrificio” – lo troviamo nella conclusione; è noto che nella narrazione dell’evento viene espressa per due volte la condivisione, da parte di Abramo ed Isacco, del percorso verso il luogo destinato al compimento della prova: “Entrambi proseguirono insieme il cammino”, condivisione di fede assoluta nell’Eterno, fino alla disponibilità al supremo sacrificio per adempiere alla Sua volontà. 
 
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Davide
Assael,
ricercatore
In questi giorni, come è anche ovvio che sia, desta molta preoccupazione la situazione finanziaria italiana legata alla manovra presentata dal governo Conte, che poi sarebbe Salvini-Di Maio (o Salvini solo). Hanno, invece, occupato solo le pagine interne dei quotidiani gli indecenti e gravissimi episodi di razzismo esplicito avvenuti in diversi luoghi d'Italia, un Paese dove è ormai possibile dichiarare di non volersi sedere di fianco "ad una negra".
 
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Festival della Scienza,
le giornate di Israele
Si aprirà domani a Genova, con Israele ospite d’onore, una nuova edizione del Festival della Scienza. “In soli 70 anni di storia, trasformando il deserto del Negev e le dune di Tel Aviv nella Start-Up Nation – viene spiegato sul Secolo XIX – Israele è diventato l’avamposto della ricerca, del progresso scientifico e dell’innovazione tecnologica dove lo slancio verso il futuro è inarrestabile”.
In una intervista con La Stampa Zohar Gvirtzman, ricercatore al Geological Survey of Israel e professore alla Hebrew University, dice: “Israele è un miracolo. Solo 100 anni fa era per lo più un deserto con una popolazione di poche centinaia di migliaia di persone, senza agricoltura, strade e grandi città. Oggi prospera con 9 milioni di persone, megalopoli, agricoltura, industrie, scienza e alta tecnologia”.

“Ecco il nemico”, titola Libero. Il nemico è naturalmente Pierre Moscovici, l’eurocommissario francese che ieri ha bocciato la manovra italiana. “La verità è che ci odia. È un problema di psicopatologia delle élite, il suo. I conti pubblici c’entrano e non c’entrano. La realtà è che per lui siamo fascisti. Lui, Moscovici, vede fra noi piccoli Mussolini ovunque. Il sessantunenne Pierre – si legge, in un imbarazzante articolo – crede di avere un conto aperto con noi sin dai tempi in cui suo padre Serge, noto psicologo di famiglia ebraica, prima di espatriare in Francia dalla sua Romania nel secondo Dopoguerra, patì l’angoscia totalitaria”.

“Se entrate sarà un bagno di sangue”. Le minacce rivolte dai membri di CasaPound ai militari della guardia della finanza che stavano per effettuare una ispezione nella sede romana del movimento di estrema destra hanno fatto saltare l’operazione. Un fatto che suscita più di un motivo di inquietudine. “Come ricostruito dall’Espresso nell’inchiesta che ha portato all’avvio dell’indagine per danno erariale, l’occupazione del palazzo che in era fascista ospitava l’ente per l’Istruzione media e superiore va avanti dal 27 dicembre 2003. Quindici anni – scrive Repubblica – in cui nessuno ha mosso un dito”.

Il Messaggero pubblica una foto della visita del ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria al Tempio Maggiore di Roma, assieme al rabbino capo rav Riccardo Di Segni e alla presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello. È stata anche l’occasione, si legge, “per una visita al Museo Ebraico”.

Un pacco bomba destinato a George Soros è stato intercettato da un dipendente nella cassetta postale dell’abitazione newyorkese del filantropo. “George Soros, 88 anni, ebreo di origine ungherese, ha finanziato il partito democratico negli Stati Uniti e organizzazioni della società civile per la difesa dei diritti umani in tutto il mondo, diventando bersaglio di partiti populisti e nazionalisti. Molti attacchi – ricorda Repubblica – hanno assunto toni di carattere antisemita” 
 
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  davar
la presentazione a palazzo madama
Parlamento, la Commissione
per contrastare l'intolleranza

“Negli ultimi anni stiamo assistendo a una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo che pervadono la scena pubblica accompagnandosi sia con atti e manifestazioni di esplicito odio e persecuzione contro singoli e intere comunità sia con una capillare diffusione attraverso vari mezzi di comunicazione e in particolare sul web”. Così l'incipit del disegno di legge n. 362 volto ll'istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e di cui è prima firmataria la senatrice a vita Liliana Segre. Proprio Segre in queste ore presenta la Commissione presso la Sala Nassirya di Palazzo Madama, con la partecipazione delle senatrici e firmatarie del provvedimento Emma Bonino, Elena Cattaneo, Loredana De Petris e la vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Milena Santerini. A moderare Enrico Mentana.
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il Festival di Storia del Novecento a forlì
Anna Foa inaugura 900fest
1938, studiosi a confronto 

Antisemitismo, razzismo e xenofobia, crisi della cittadinanza, cosmopolitismo e comunità. Dall’Italia del 1938 all’Europa del 2018. Per quattro giorni, da oggi al 27 ottobre, Forlì diventa capitale della riflessione e dell’approfondimento attraverso la quinta edizione di 900fest, il Festival di Storia del Novecento dedicato all’ottantesimo anniversario delle Leggi Razziste che si aprirà nel pomeriggio con gli interventi tra gli altri del Presidente emerito del Consiglio di Stato Alessandro Pajno e della storica Anna Foa, Anna Foa, che nel ricordo del padre Vittorio a pochi giorni dal decimo anniversario dalla scomparsa racconterà dell’amnesia collettiva che sembrò colpire gli italiani all’indomani della caduta del regime.
Il 1938 come momento chiave nelle vicende del Novecento italiano ed europeo. Vicende, drammi e lacerazioni che impongono uno sguardo consapevole per tutelare presente e futuro.

(Nell'immagine in alto, la storica Anna Foa illustra al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la prima grande mostra allestita nell’ambito del Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara e dedicata ai primi mille anni di storia ebraica italiana)
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la mostra in triennale
Milano 1938, i nomi e le storie
del mondo ebraico cancellato

“Io sono nata con un nome, Liliana Segre. Oggi ho di nuovo un nome. Ma un tempo mi è stato tolto. E a tanti come me fu tolto. Diventammo un numero. Non eravamo più quelli con un nome: come numero ci chiamavano all'appello, come numero ci mandavano a lavorare, come numero ci davano la zuppa, come numero ci mandavano a morire”. A parlare, la senatrice a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre, in occasione della presentazione della mostra “...ma poi che cos'è un nome?”, inaugurata alla Triennale di Milano e dedicata al censimento degli ebrei nel capoluogo lombardo nel 1938. Un progetto frutto del lavoro congiunto della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, del Dipartimento di Studi Storici dell'Università degli Studi di Milano, della Cittadella degli Archivi milanesi, della Fondazione Memoriale della Shoah che racconta, a 80 anni dalle Leggi razziste, il significato del primo atto razzista e discriminatorio, formale e su scala nazionale, compiuto dal regime fascista nei confronti degli ebrei. Questo è stato infatti il censimento del 22 agosto 1938, come spiegano i curatori della mostra della Triennale Emanuele Edallo (Università degli Studi di Milano), Laura Brazzo e Daniela Scala (Fondazione Cdec), mostra – basata su una ampia ricerca e resa attraverso una monumentale installazione - che fa emergere le identità delle persone censite e quanto accadde loro in seguito all’emanazione delle Leggi del 1938: 10.591 biografie. E, come ha spiegato la senatrice Segre, restituisce loro un nome e permette che quel passato non sia dimenticato. “È un'iniziativa importante della città di ricordare queste storie poco liete”, ha sottolineato invece Giorgio Sacerdoti presidente del Cdec. “In questa esposizione emerge dove si finisce quando alle discriminazioni si risponde con la piccola indifferenza, con la superficialità”, ha proseguito Sacerdoti, intervenuto assieme al presidente di Triennale Stefano Boeri, all'assessore alla Trasformazione digitale e Servizi civici Roberta Cocco, e al prorettore dell’Università statale di Milano, Marilisa D’Amico.
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la risposta del commissario ue Moscovici 
“Prima ridiamo e banalizziamo,
poi ci si risveglia col fascismo”

"L’episodio della scarpa ‘made in Italy’ è grottesco. All’inizio si sorride e si banalizza perché è ridicolo, poi ci si abitua ad una sorda violenza simbolica e un giorno ci si risveglia con il fascismo. Restiamo vigili. La democrazia è un tesoro fragile”.
Il commissario europeo Pierre Moscovici usa poche ma incisive parole per commentare l’iniziativa dell’eurodeputato leghista Angelo Ciocca avvenuta ieri al termine della storica bocciatura della manovra finanziaria e di cui tutto il mondo, in queste ore, sta parlando con preoccupazione.
È un messaggio che Moscovici ha voluto condividere attingendo anche dal vissuto familiare. Il padre Serge, illustre sociologo di origine rumena, fu testimone e scampò alle persecuzioni antiebraiche nell’Europa nazifascista.
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la visita alla sinagoga della capitale
Roma, il ministro Tria al Tempio
Visita al Tempio Maggiore di Roma per il ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria, accolto ieri in sinagoga dal rabbino capo rav Riccardo Di Segni e dalla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. Nell’occasione, riferisce la Comunità, il ministro Tria ha anche visitato il Museo ebraico. 

qui verona
Premio Letterario Adei Wizo,
Grandangolo tra i ragazzi

È l’incontro tra gli studenti del Liceo Scipione Maffei di Verona e Simone Somekh, finalista della sezione Ragazzi con il suo romanzo Grandangolo (ed. Giuntina), ad aprire la 18esima edizione del premio letterario Adei Wizo intitolato alla memoria di Adelina Della Pergola.
Condotto da Laura Wofsi e Andrea Ranzato, alla presenza tra gli altri della presidente nazionale Adei Wizo Ester Silvana Israel, l’incontro con l’autore rappresenta il momento conclusivo di un concorso che ha coinvolto, in questa categoria, circa 200 studenti di 14 istituti superiori distribuiti su tutto il territorio.
Alle 17.30 invece l’appuntamento è nella Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico, per la consegna dei premi.
Le opere finaliste, scelte dalla Giuria selezionatrice presieduta da Maria Mayer Modena e composta unicamente da donne, sono Vite agli angoli (ed. Stampa Alternativa) di Esty G.Hayim e Perle alla luce del giorno (Edizioni e/o) di Savyon Liebrecht. In finale per il Premio Ragazzi, oltre al romanzo di Somekh, anche L’orchestra degli esuli (ed. Rizzoli) di Josh Aronson e Denise George.
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memoria
Cesena, una storia di salvezza
Applausi e commozione alla Casa di Cura San Lorenzino di Cesena, dove con i discendenti della famiglia Lehrer che vi fu accolta durante le persecuzione antiebraiche è stata ripercorsa la vicenda che vide protagonisti i loro genitori e nonni sotto il nazifascismo. In occasione degli 80 anni dall’istituzione della clinica privata è stata inaugurata una targa, affissa all’interno della struttura, ed è stato presentato il libro Accadde a Cesena di Paolo Poponessi che indaga approfonditamente questa storia.
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qui torino - segnalibro
Pregiudizio, pagine per riflettere
L’antisemitismo dei poveri di Guido Fubini, pubblicato per la prima volta da Giuntina nel 1984 e recentemente ristampato dall’editore Zamorani, torna con i suoi contenuti pungenti ad animare il dibattito nelle sale dalla Comunità ebraica di Torino. Un libro che per contenuti e modalità di analisi si rivela un’indispensabile lettura per il nostro tempo. A presentare la nuova edizione gli storici Fabio Levi, Alberto Cavaglion e Marco Brunazzi, accanto a Aldo Zargani, scrittore e a Tullio Levi, presidente del Gruppo di Studi Ebraici.
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l'interrogazione parlamentare
Un premio a chi istiga l'odio
Il “Premio internazionale giornalistico e letterario Marzani”, che quest'anno godeva del patrocinio della Commissione Europea, dell'Università del Sannio e della Camera dei Deputati, del ministero degli Affari Esteri, è stato conferito nel settembre scorso a Benevento – tra gli altri – anche ad Al Manar, emittente televisiva affiliata al gruppo terroristico di Hezbollah e per questo oscurata da Stati Uniti, Francia, Germania, Canada, Olanda e Australia. Visti il patrocini della Camera e del ministero degli Esteri, il senatore Lucio Malan ha presentato nelle scorse ore una interrogazione per chiedere chiarimenti in merito all'accaduto e del perché non sia stato revocato il patrocinio visti i premiati.
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qui roma - la piattaforma ViBiA
Ardeatine, una Memoria digitale
Presentata a Roma, nell’Auditorium della Facoltà di Lettere e Filosofia di Tor Vergata, la piattaforma ViBiA, Virtual Biographical Archive delle vittime delle Fosse Ardeatine. ViBiA è un archivio virtuale delle vittime della strage che accoglie in un ambiente integrato schedatura e digitalizzazione di documenti in gran parte inediti e catalogazione di oggetti/reperti appartenuti alle vittime.
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pilpul
Ticketless - Belesì
Al ragazzino che nel suo Bar Mitzwa si perdeva nella lettura della Parasha il Rabbino, mostrandogli con lo yad, la manina, il punto dove s’era perduto, aggiungeva bonario, con il calore tipico del dialetto: “Belesì”, “Proprio qui”. Così narrano le cronache ottocentesche del ghetto di Asti. Nell’Italia di oggi, che sempre di più assomiglia a una repubblica dei guappi, per una settimana non s’è parlato d’altro che di manine. Saremo prima o poi capaci di trovare delle guide capaci di dirci, con un umile Belesì, il punto da dove ripartire?

Alberto Cavaglion
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Periscopio - L'impolitico
Di grande interesse l’articolo di Paolo Di Paolo, pubblicato su l’Espresso dello scorso 23 settembre, in occasione del centesimo anniversario della pubblicazione di un testo che ha segnato di sé la storia del pensiero europeo, ossia Considerazioni di un impolitico di Thomas Mann. Il contributo ha il merito di mettere in luce i controversi aspetti della personalità del grande scrittore, e in particolare il cambiamento delle sue posizioni in tema di nazionalismo, dominio, violenza, razzismo. Il fatto che all’avvento del nazismo, nel ’33, egli abbia lasciato la Germania, per non farvi mai più ritorno, e le critiche da lui rivolte al regime (comunque alquanto tardive, e rese esplicite solo nel 1936), hanno infatti portato a mettere in ombra le sue idee precedenti, che col nazismo dimostravano un’indubbia sintonia, dal momento che il narratore si mostrava convinto assertore di una intrinseca sacralità e superiorità del popolo Tedesco (solo quando accompagnata alla parola “deutsch”, “Tedesco”, scrisse Mann nel 1918, la parola “Volk”, “popolo” esprime appieno il suo profondo significato e valore) e di una ineludibile missione dominatrice della Germania (uno stato “maschio”, che con le altre nazioni, “femmine”, deve comportarsi in quanto tale).

Francesco Lucrezi, storico
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