Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Uno
degli aspetti forse più sorprendenti nel racconto della akedà – la
“legatura di Isacco sull’altare per il sacrificio” – lo troviamo nella
conclusione; è noto che nella narrazione dell’evento viene espressa per
due volte la condivisione, da parte di Abramo ed Isacco, del percorso
verso il luogo destinato al compimento della prova: “Entrambi
proseguirono insieme il cammino”, condivisione di fede assoluta
nell’Eterno, fino alla disponibilità al supremo sacrificio per
adempiere alla Sua volontà.
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Davide
Assael,
ricercatore
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In
questi giorni, come è anche ovvio che sia, desta molta preoccupazione
la situazione finanziaria italiana legata alla manovra presentata dal
governo Conte, che poi sarebbe Salvini-Di Maio (o Salvini solo). Hanno,
invece, occupato solo le pagine interne dei quotidiani gli indecenti e
gravissimi episodi di razzismo esplicito avvenuti in diversi luoghi
d'Italia, un Paese dove è ormai possibile dichiarare di non volersi
sedere di fianco "ad una negra".
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Festival della Scienza,
le giornate di Israele
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Si
aprirà domani a Genova, con Israele ospite d’onore, una nuova edizione
del Festival della Scienza. “In soli 70 anni di storia, trasformando il
deserto del Negev e le dune di Tel Aviv nella Start-Up Nation – viene
spiegato sul Secolo XIX – Israele è diventato l’avamposto della
ricerca, del progresso scientifico e dell’innovazione tecnologica dove
lo slancio verso il futuro è inarrestabile”.
In una intervista con La Stampa Zohar Gvirtzman, ricercatore al
Geological Survey of Israel e professore alla Hebrew University, dice:
“Israele è un miracolo. Solo 100 anni fa era per lo più un deserto con
una popolazione di poche centinaia di migliaia di persone, senza
agricoltura, strade e grandi città. Oggi prospera con 9 milioni di
persone, megalopoli, agricoltura, industrie, scienza e alta tecnologia”.
“Ecco il nemico”, titola Libero. Il nemico è naturalmente Pierre
Moscovici, l’eurocommissario francese che ieri ha bocciato la manovra
italiana. “La verità è che ci odia. È un problema di psicopatologia
delle élite, il suo. I conti pubblici c’entrano e non c’entrano. La
realtà è che per lui siamo fascisti. Lui, Moscovici, vede fra noi
piccoli Mussolini ovunque. Il sessantunenne Pierre – si legge, in un
imbarazzante articolo – crede di avere un conto aperto con noi sin dai
tempi in cui suo padre Serge, noto psicologo di famiglia ebraica, prima
di espatriare in Francia dalla sua Romania nel secondo Dopoguerra, patì
l’angoscia totalitaria”.
“Se entrate sarà un bagno di sangue”. Le minacce rivolte dai membri di
CasaPound ai militari della guardia della finanza che stavano per
effettuare una ispezione nella sede romana del movimento di estrema
destra hanno fatto saltare l’operazione. Un fatto che suscita più di un
motivo di inquietudine. “Come ricostruito dall’Espresso nell’inchiesta
che ha portato all’avvio dell’indagine per danno erariale,
l’occupazione del palazzo che in era fascista ospitava l’ente per
l’Istruzione media e superiore va avanti dal 27 dicembre 2003. Quindici
anni – scrive Repubblica – in cui nessuno ha mosso un dito”.
Il Messaggero pubblica una foto della visita del ministro dell’Economia
e delle Finanze Giovanni Tria al Tempio Maggiore di Roma, assieme al
rabbino capo rav Riccardo Di Segni e alla presidente della Comunità
ebraica Ruth Dureghello. È stata anche l’occasione, si legge, “per una
visita al Museo Ebraico”.
Un pacco bomba destinato a George Soros è stato intercettato da un
dipendente nella cassetta postale dell’abitazione newyorkese del
filantropo. “George Soros, 88 anni, ebreo di origine ungherese, ha
finanziato il partito democratico negli Stati Uniti e organizzazioni
della società civile per la difesa dei diritti umani in tutto il mondo,
diventando bersaglio di partiti populisti e nazionalisti. Molti
attacchi – ricorda Repubblica – hanno assunto toni di carattere
antisemita”
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il Festival di Storia del Novecento a forlì
Anna Foa inaugura 900fest
1938, studiosi a confronto
Antisemitismo,
razzismo e xenofobia, crisi della cittadinanza, cosmopolitismo e
comunità. Dall’Italia del 1938 all’Europa del 2018. Per quattro giorni,
da oggi al 27 ottobre, Forlì diventa capitale della riflessione e
dell’approfondimento attraverso la quinta edizione di 900fest, il
Festival di Storia del Novecento dedicato all’ottantesimo anniversario
delle Leggi Razziste che si aprirà nel pomeriggio con gli interventi
tra gli altri del Presidente emerito del Consiglio di Stato Alessandro
Pajno e della storica Anna Foa, Anna Foa, che nel ricordo del padre
Vittorio a pochi giorni dal decimo anniversario dalla scomparsa
racconterà dell’amnesia collettiva che sembrò colpire gli italiani
all’indomani della caduta del regime.
Il 1938 come momento chiave nelle vicende del Novecento italiano ed
europeo. Vicende, drammi e lacerazioni che impongono uno sguardo
consapevole per tutelare presente e futuro.
(Nell'immagine in alto, la storica Anna Foa illustra al Presidente
della Repubblica Sergio Mattarella la prima grande mostra allestita
nell’ambito del Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah di
Ferrara e dedicata ai primi mille anni di storia ebraica italiana) Leggi
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la mostra in triennale
Milano 1938, i nomi e le storie
del mondo ebraico cancellato
“Io
sono nata con un nome, Liliana Segre. Oggi ho di nuovo un nome. Ma un
tempo mi è stato tolto. E a tanti come me fu tolto. Diventammo un
numero. Non eravamo più quelli con un nome: come numero ci chiamavano
all'appello, come numero ci mandavano a lavorare, come numero ci davano
la zuppa, come numero ci mandavano a morire”. A parlare, la senatrice a
vita e Testimone della Shoah Liliana Segre, in occasione della
presentazione della mostra “...ma poi che cos'è un nome?”, inaugurata
alla Triennale di Milano e dedicata al censimento degli ebrei nel
capoluogo lombardo nel 1938. Un progetto frutto del lavoro congiunto
della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, del
Dipartimento di Studi Storici dell'Università degli Studi di Milano,
della Cittadella degli Archivi milanesi, della Fondazione Memoriale
della Shoah che racconta, a 80 anni dalle Leggi razziste, il
significato del primo atto razzista e discriminatorio, formale e su
scala nazionale, compiuto dal regime fascista nei confronti degli
ebrei. Questo è stato infatti il censimento del 22 agosto 1938, come
spiegano i curatori della mostra della Triennale Emanuele Edallo
(Università degli Studi di Milano), Laura Brazzo e Daniela Scala
(Fondazione Cdec), mostra – basata su una ampia ricerca e resa
attraverso una monumentale installazione - che fa emergere le identità
delle persone censite e quanto accadde loro in seguito all’emanazione
delle Leggi del 1938: 10.591 biografie. E, come ha spiegato la
senatrice Segre, restituisce loro un nome e permette che quel passato
non sia dimenticato. “È un'iniziativa importante della città di
ricordare queste storie poco liete”, ha sottolineato invece Giorgio
Sacerdoti presidente del Cdec. “In questa esposizione emerge dove si
finisce quando alle discriminazioni si risponde con la piccola
indifferenza, con la superficialità”, ha proseguito Sacerdoti,
intervenuto assieme al presidente di Triennale Stefano Boeri,
all'assessore alla Trasformazione digitale e Servizi civici Roberta
Cocco, e al prorettore dell’Università statale di Milano, Marilisa
D’Amico. Leggi
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la visita alla sinagoga della capitale
Roma, il ministro Tria al Tempio
Visita
al Tempio Maggiore di Roma per il ministro dell’Economia e delle
Finanze Giovanni Tria, accolto ieri in sinagoga dal rabbino capo rav
Riccardo Di Segni e dalla presidente della Comunità ebraica romana Ruth
Dureghello. Nell’occasione, riferisce la Comunità, il ministro Tria ha
anche visitato il Museo ebraico.
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qui verona
Premio Letterario Adei Wizo,
Grandangolo tra i ragazzi
È
l’incontro tra gli studenti del Liceo Scipione Maffei di Verona e
Simone Somekh, finalista della sezione Ragazzi con il suo romanzo
Grandangolo (ed. Giuntina), ad aprire la 18esima edizione del premio
letterario Adei Wizo intitolato alla memoria di Adelina Della Pergola.
Condotto da Laura Wofsi e Andrea Ranzato, alla presenza tra gli altri
della presidente nazionale Adei Wizo Ester Silvana Israel, l’incontro
con l’autore rappresenta il momento conclusivo di un concorso che ha
coinvolto, in questa categoria, circa 200 studenti di 14 istituti
superiori distribuiti su tutto il territorio.
Alle 17.30 invece l’appuntamento è nella Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico, per la consegna dei premi.
Le opere finaliste, scelte dalla Giuria selezionatrice presieduta da
Maria Mayer Modena e composta unicamente da donne, sono Vite agli
angoli (ed. Stampa Alternativa) di Esty G.Hayim e Perle alla luce del
giorno (Edizioni e/o) di Savyon Liebrecht. In finale per il Premio
Ragazzi, oltre al romanzo di Somekh, anche L’orchestra degli esuli (ed.
Rizzoli) di Josh Aronson e Denise George. Leggi
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l'interrogazione parlamentare
Un premio a chi istiga l'odio
Il
“Premio internazionale giornalistico e letterario Marzani”, che
quest'anno godeva del patrocinio della Commissione Europea,
dell'Università del Sannio e della Camera dei Deputati, del ministero
degli Affari Esteri, è stato conferito nel settembre scorso a Benevento
– tra gli altri – anche ad Al Manar, emittente televisiva affiliata al
gruppo terroristico di Hezbollah e per questo oscurata da Stati Uniti,
Francia, Germania, Canada, Olanda e Australia. Visti il patrocini della
Camera e del ministero degli Esteri, il senatore Lucio Malan ha
presentato nelle scorse ore una interrogazione per chiedere chiarimenti
in merito all'accaduto e del perché non sia stato revocato il
patrocinio visti i premiati. Leggi
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Ticketless - Belesì
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Al
ragazzino che nel suo Bar Mitzwa si perdeva nella lettura della Parasha
il Rabbino, mostrandogli con lo yad, la manina, il punto dove s’era
perduto, aggiungeva bonario, con il calore tipico del dialetto:
“Belesì”, “Proprio qui”. Così narrano le cronache ottocentesche del
ghetto di Asti. Nell’Italia di oggi, che sempre di più assomiglia a una
repubblica dei guappi, per una settimana non s’è parlato d’altro che di
manine. Saremo prima o poi capaci di trovare delle guide capaci di
dirci, con un umile Belesì, il punto da dove ripartire?
Alberto Cavaglion
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Periscopio - L'impolitico
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Di
grande interesse l’articolo di Paolo Di Paolo, pubblicato su l’Espresso
dello scorso 23 settembre, in occasione del centesimo anniversario
della pubblicazione di un testo che ha segnato di sé la storia del
pensiero europeo, ossia Considerazioni di un impolitico di Thomas Mann.
Il contributo ha il merito di mettere in luce i controversi aspetti
della personalità del grande scrittore, e in particolare il cambiamento
delle sue posizioni in tema di nazionalismo, dominio, violenza,
razzismo. Il fatto che all’avvento del nazismo, nel ’33, egli abbia
lasciato la Germania, per non farvi mai più ritorno, e le critiche da
lui rivolte al regime (comunque alquanto tardive, e rese esplicite solo
nel 1936), hanno infatti portato a mettere in ombra le sue idee
precedenti, che col nazismo dimostravano un’indubbia sintonia, dal
momento che il narratore si mostrava convinto assertore di una
intrinseca sacralità e superiorità del popolo Tedesco (solo quando
accompagnata alla parola “deutsch”, “Tedesco”, scrisse Mann nel 1918,
la parola “Volk”, “popolo” esprime appieno il suo profondo significato
e valore) e di una ineludibile missione dominatrice della Germania (uno
stato “maschio”, che con le altre nazioni, “femmine”, deve comportarsi
in quanto tale).
Francesco Lucrezi, storico
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