Festival della Scienza,
le giornate di Israele

Si aprirà domani a Genova, con Israele ospite d’onore, una nuova edizione del Festival della Scienza. “In soli 70 anni di storia, trasformando il deserto del Negev e le dune di Tel Aviv nella Start-Up Nation – viene spiegato sul Secolo XIX – Israele è diventato l’avamposto della ricerca, del progresso scientifico e dell’innovazione tecnologica dove lo slancio verso il futuro è inarrestabile”.
In una intervista con La Stampa Zohar Gvirtzman, ricercatore al Geological Survey of Israel e professore alla Hebrew University, dice: “Israele è un miracolo. Solo 100 anni fa era per lo più un deserto con una popolazione di poche centinaia di migliaia di persone, senza agricoltura, strade e grandi città. Oggi prospera con 9 milioni di persone, megalopoli, agricoltura, industrie, scienza e alta tecnologia”.

“Ecco il nemico”, titola Libero. Il nemico è naturalmente Pierre Moscovici, l’eurocommissario francese che ieri ha bocciato la manovra italiana. “La verità è che ci odia. È un problema di psicopatologia delle élite, il suo. I conti pubblici c’entrano e non c’entrano. La realtà è che per lui siamo fascisti. Lui, Moscovici, vede fra noi piccoli Mussolini ovunque. Il sessantunenne Pierre – si legge, in un imbarazzante articolo – crede di avere un conto aperto con noi sin dai tempi in cui suo padre Serge, noto psicologo di famiglia ebraica, prima di espatriare in Francia dalla sua Romania nel secondo Dopoguerra, patì l’angoscia totalitaria”.

“Se entrate sarà un bagno di sangue”. Le minacce rivolte dai membri di CasaPound ai militari della guardia della finanza che stavano per effettuare una ispezione nella sede romana del movimento di estrema destra hanno fatto saltare l’operazione. Un fatto che suscita più di un motivo di inquietudine. “Come ricostruito dall’Espresso nell’inchiesta che ha portato all’avvio dell’indagine per danno erariale, l’occupazione del palazzo che in era fascista ospitava l’ente per l’Istruzione media e superiore va avanti dal 27 dicembre 2003. Quindici anni – scrive Repubblica – in cui nessuno ha mosso un dito”.

Il Messaggero pubblica una foto della visita del ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria al Tempio Maggiore di Roma, assieme al rabbino capo rav Riccardo Di Segni e alla presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello. È stata anche l’occasione, si legge, “per una visita al Museo Ebraico”.

Un pacco bomba destinato a George Soros è stato intercettato da un dipendente nella cassetta postale dell’abitazione newyorkese del filantropo. “George Soros, 88 anni, ebreo di origine ungherese, ha finanziato il partito democratico negli Stati Uniti e organizzazioni della società civile per la difesa dei diritti umani in tutto il mondo, diventando bersaglio di partiti populisti e nazionalisti. Molti attacchi – ricorda Repubblica – hanno assunto toni di carattere antisemita”.

Il comitato per i diritti umani dell’Onu, presieduto dall’israeliano Yuval Shani, ha condannato la Francia per aver violato “i diritti umani” di due donne islamiche multate perché portavano il velo islamico integrale. “Il problema sono gli uomini: i padri, i mariti, i fratelli. I bandi, le leggi, dovrebbero colpire loro. Non le ragazze che restano prese in mezzo. A loro bisogna dare la forza di rifiutare obblighi inaccettabili” dice Fania Oz-Salzberger al Corriere.

“Ci siamo convinti di essere innocenti. Abbiamo dimenticato o non abbiamo mai voluto sapere che se la razzia del ghetto di Roma fu opera dei tedeschi, a prendere gli ebrei veneziani casa per casa furono fascisti italiani. Oppure ci raccontiamo la favoletta consolatoria del Duce buon padre di famiglia, amante focoso, statista lungimirante che fino al 1938 le aveva azzeccate tutte”. Così Aldo Cazzullo, sul Corriere, a proposito della scarsa consapevolezza italiana dei crimini del fascismo. A proposito di Leggi razziste: su Repubblica si celebra Franco Modigliani, “italiano d’America ancora in cattedra”, che lasciò il paese per via dell’entrata in vigore dei provvedimenti antiebraici. Il grande economista, vincitore nel 1985 del Nobel, avrebbe oggi 100 anni.

La Stampa pubblica un estratto della relazione che Fabio Levi, docente di Storia contemporanea all’Università di Torino e direttore del Centro Internazionale di Studi Primo Levi, terrà nel pomeriggio in occasione della “Decima Lezione” dedicata al grande scrittore e Testimone. “Sentiva le proprie responsabilità di uomo adulto, messo di fronte ad altri uomini e donne più giovani di lui” spiega lo studioso. “E – aggiunge – aiutava i ragazzi a dialogare con se stessi”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(24 ottobre 2018)