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8 Novembre 2018 - 30 Cheshvan 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Alberto Moshe Somekh,
rabbino
Quando la Torah ci comanda “Rimprovera il tuo prossimo, affinché non porti su di lui il peccato” (Wayqrà 19,17), significa non fargli sentire come se il peccato fosse parte integrante della sua personalità. Il rimprovero deve essere condotto in modo tale da portare il peccatore a pensare che la trasgressione è estranea al suo carattere e che non può essere oggetto del suo desiderio. Solo così egli si sentirà sospinto sulla via della riparazione e della Teshuvah.
 
Giorgio Berruto
Le parole con cui a Trieste, nel centesimo anniversario dalla fine della Grande guerra, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato i circa 400 caduti ebrei italiani durante il conflitto, sono giunte contemporaneamente alla chiusura della mostra “1915-1918 Ebrei per l’Italia” a cura del Centro di documentazione ebraica contemporanea (CDEC) di Milano. Curiosando per l’occasione tra gli scaffali della libreria di famiglia, ho scovato un volume che non avevo mai notato prima.
 
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Il vertice di Vienna
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha annunciato mercoledì che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu verrà a Vienna a fine mese per partecipare ad una conferenza incentrata sulla lotta contro l’antisemitismo. L’incontro del 20 e 21 novembre riunirà rappresentanti dei paesi membri dell’UE e di Israele, nonché di organizzazioni ebraiche americane ed europee. L’ultima volta che un primo ministro israeliano ha visitato l’Austria, riportano i quotidiani israeliani, è stato più di 21 anni fa. “Dobbiamo sempre ricordare la nostra responsabilità storica e fare tutto ciò che è in nostro potere per combattere ogni forma di antisemitismo”, il messaggio affidato ai social del cancelliere austriaco. Della situazione in Austria parla il deputato Martin Engelberg, vicino a Kurz e membro della Comunità ebraica austriaca, intervistato oggi dal Foglio. Secondo Engelberg, che ha difeso l’accordo tra il cancelliere e l’estrema destra del Partito della Libertà, in Austria “l’antisemitismo classico è in netto calo mentre il pregiudizio cresce presso la minoranza musulmana”. “Da sostenitore della maggioranza di governo, il deputato sottolinea che la presenza di Netanyahu a Vienna sarà un segnale di particolare rilievo. – spiega il Foglio – Israele e Austria hanno rapporti cordiali ma tradizionalmente freddini”.
 
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  davar
il dossier di pagine ebraiche
Freud, il signore degli anelli 
Sigmund Freud usava donare ai suoi allievi migliori degli anelli. Un gesto forse un po’ eccentrico ma che apre un’interessante finestra su uno dei personaggi più influenti della storia moderna. A raccontarlo una mostra al Museo d’Israele a Gerusalemme, incentrata proprio sugli anelli di Freud, protagonista anche al Museo ebraico di Parigi. Molto ancora dunque si può scoprire sul padre della psicanalisi, come raccontano le pagine del dossier “Il signore degli anelli” curato da Ada Treves sul numero di Pagine Ebraiche di novembre in distribuzione.
“In che misura la psicoanalisi può essere considerata una scienza ebraica? In che misura Freud è rimasto un ebreo – non praticante ma vicino al giudaismo – non avendo mai rinnegato né suo padre, né la Torah, né ancor meno il Talmud? Apparteneva a una generazione, quella della fine del XIX secolo, il cui ideale rimaneva quello dell’assimilazione e dell’illuminismo ebraico della Haskalah. E anche se aveva intrattenuto una lunga corrispondenza con Herzl, il padre del sionismo, non ne aveva mai condiviso gli ideali”.
È cercando di rispondere a queste domande che Jean Clair ha risposto alla sfida propostagli da Paul Salmona, direttore del Musée d’art e d’histoire du Judaïsme di Parigi: a sua volta figura d’eccezione, il grande critico considera inseparabili le diverse discipline, e in ogni mostra da lui curata ricostruisce un modo di vivere, una maniera di sentire, il pensiero di un’epoca.
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qui roma - giuristi e avvocati a confronto
'Multiculturalismo, sfida attuale'
Il livello di tutela della dignità umana come punto di partenza per valutare l’applicazione dei principi sanciti nella Costituzione e nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. “La nostra Costituzione è bella e grande. Ha un difetto: non è stata completamente attuata, nonostante la sua attualità” sottolinea Giovanni Maria Flick, già ministro della Giustizia e presidente della Corte costituzionale, speaker della serata inaugurale di un convegno in tre giornate sul tema del multiculturalismo nei suoi diversi aspetti (“Controversial Multiculturalism”, il titolo dell’evento) organizzato a Roma dalla International Association of Jewish Lawyers and Jurists. Diverse le esperienze a confronto su un argomento di stretta attualità che investe ordinamenti giuridici e decisori politici, con relatori giunti da Israele, Stati Uniti, Europa. Tra i protagonisti del convegno romano l’ex giudice della Corte Suprema di Israele Salim Joubran oggi intervenuto sul significato speciale del suo ruolo di cittadino “israeliano, arabo, cristiano e maronita” nella massima istituzione giuridica di uno Stato ebraico. Una relazione in cui non sono mancate le osservazioni e le note critiche su come la minoranza araba è oggi percepita dalle istituzioni e dalla società.
La realtà italiana ha comunque segnato l’avvio dei lavori, introdotti ieri sera da Bruno Sed.
Come ricordava ancora Flick, impossibile scindere i 70 anni dalla Costituzione dagli 80 anni dall’entrata in vigore delle Leggi razziste. “La nostra Costituzione ha un significato anche alla luce del suo rifiuto di tutto ciò che il fascismo aveva incarnato: la soppressione dei diritti, il razzismo, l’antisemitismo”. Per questo, aggiunge il noto giurista, continua ad essere un presidio insostituibile. E il tempo “non ne ha indebolito il significato”.
“Il multiculturalismo è un tema che ci sfida, che ci incalza. In ogni valutazione, tenendo conto che esiste una varietà di casistiche con cui dobbiamo relazionarci, è fondamentale partire dai principi irrinunciabili. Dal concetto di dignità della persona che sempre deve essere al centro” ha osservato Giovanni Canzio, presidente emerito della Cassazione, nel suo saluto ai partecipanti al convegno.
“Scopo della nostra associazione – ha detto il suo presidente, Meir Linzen – è difendere non solo gli interessi del popolo ebraico, ma anche i diritti di tutti. Abbiamo scelto di parlare di multiculturalismo perché è tema di grande attualità, stretto com’è tra il nazionalismo imperante da una parte e le pulsioni del fondamentalismo religioso dall’altra. Un argomento su cui ogni riflessione sarà preziosa”.


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qui roma - la relazione di flick
"Dignità e rispetto dei diritti,

ancora molto lavoro da fare"
Celebriamo quest’anno il settantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e quello della Costituzione italiana: due documenti fondamentali per la nostra convivenza e per il nostro futuro, fra loro strettamente in sinergia, nella duplice prospettiva nazionale ed internazionale.
Quella celebrazione costituisce un’occasione di riflessione sul significato e sull’attualità sia della Dichiarazione Universale, sia della Costituzione italiana. Alla luce della esperienza di studioso, di giudice e poi di presidente della Corte Costituzionale italiana – garante della Costituzione – mi sembra giusto e doveroso soffermarmi su questa riflessione, incentrandola su un valore fondamentale della Dichiarazione e della nostra Carta Costituzionale: la pari dignità sociale, prevista dall’articolo 1 della prima e dall’articolo 3 della seconda accanto all’eguaglianza, che esprimono il divieto di discriminazione nel godimento di tutti i diritti e tutte le libertà previsti dalla Dichiarazione all’articolo 2, senza distinzione alcuna.
È un valore che riassume in modo efficace il significato della Dichiarazione e della nostra Costituzione; che consente di riflettere non solo sull’attualità, ma prima ancora sul tasso di loro effettiva attuazione nella nostra società.

Giovanni Maria Flick
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l'appello A 80 ANNI DALLA NOTTE DEI CRISTALLI
"Luci accese nelle sinagoghe"
Luci accese in tutte le sinagoghe in ricordo delle luci “che furono spente a suo tempo”. L’invito per questa sera arriva dal dipartimento di Torah dell’Organizzazione sionistica mondiale, nell’ottantesimo anniversario dalla Notte dei Cristalli.
Un appello cui aderiscono Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Assemblea Rabbinica Italiana, rivolgendosi a tutte e 21 le realtà ebraiche territoriali. “La sfida – spiega il rav Giuseppe Momigliano – è di curare non soltanto l’aspetto simbolico delle luci accese, ma anche quello sostanziale portando vita e vitalità ebraica in tutte le nostre sinagoghe. Di tener viva la luce dell’identità ebraica attraverso momenti di preghiera, riflessione e studio”.
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Jciak
Lealtà culturale per legge
L’anno nuovo si è aperto con una conferma di cui non si sentiva il bisogno. Dopo essersi distinta per le sue sparate contro Foxtrot di Shmuel Maoz, aver lasciato la cerimonia del premio Ophir perché si leggevano dei versi del poeta palestinese Mahmoud Darwish e aver minacciato di tagliare i fondi allo storico Haifa film festival, il ministro alla Cultura Miri Regev è scesa dalle parole ai fatti.


Daniela Gross
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qui milano - l'incontro
Leggi del '38, i diritti negati
Nel 1938, dopo avere teorizzato e praticato un sistema di separazione razziale nelle colonie africane negli anni precedenti, il regime fascista decretò che la “razza italiana” doveva proteggersi dalla contaminazione con la “razza ebraica”, classificata – con l’ausilio della “scienza” – come irrimediabilmente inferiore. Dal balcone di Piazza Unità, Mussolini annunciò l’infamia delle Leggi razziste, innescando una spirale che porterà alla sistematica discriminazione degli ebrei italiani e aprirà la strada alla persecuzione e allo sterminio. Negli ottant’anni da quell’evento, l’Associazione Romano Canosa per gli studi storici rievoca e ripercorre alcune tappe di quella spirale con una giornata di studio domani pomeriggio alla Società Umanitaria in via San Barnaba.


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  pilpul
Setirot - Paragoni dolorosi
Paragoni dolorosi. Ovvero: si può essere un paese a guida fortemente conservatrice senza per questo essere pessimo come il nostro. Per dire: da noi c’è un ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, che propose di abolire la Legge Mancino; sono in parecchi a strizzare l’occhio agli xenofobi più o meno organizzati e ai fascisti di Casa Pound e Forza Nuova; poco o nulla si fa contro i crescenti episodi di violenza razzista.
Accade invece che nell’Inghilterra della signora Theresa May – per intenderci, la Brexit – Scotland Yard apra una indagine formale per appurare se nel Labour Party siano stati commessi «crimini d’odio» nei confronti degli ebrei. E sì che la grande formazione della sinistra british è sempre stata molto “ebraica”, però con la segreteria di Jeremy Corbyn il clima interno si è fatto assai diverso e il distacco tra Comunità e Partito di giorno in giorno più profondo


Stefano Jesurum, giornalista
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Tradizioni locali
Confesso, non ho mai imparato il dialetto della cittadina natia, erede di un certo snobismo culturale proprio della generazione nata nel dopoguerra, che del parlato dialettale disprezzava le umili origini. Una perdita culturale, in realtà, da cui fuoriescono sprazzi di orgogliosa consapevolezza in espressioni tanto simpatiche quanto originali e brillanti.

Sara Valentina Di Palma
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Ambasciate a Gerusalemme 
Dopo gli Stati Uniti di Trump, adesso il neopresidente Bolsonaro ha annunciato che anche il Brasile sposterà la propria ambasciata a Gerusalemme. Non si può fare a meno di porsi una domanda: perché soltanto Paesi che hanno una direzione politica di destra o addirittura di estrema destra sono disponibili a compiere un atto che non significa in sé un appoggio all’attuale Governo Netanyahu ma che è in realtà un atto dovuto, il riconoscimento che Gerusalemme è storicamente e politicamente la capitale dello Stato d’Israele?

Valentino Baldacci
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