
Alberto Moshe Somekh,
rabbino
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Quando
la Torah ci comanda “Rimprovera il tuo prossimo, affinché non porti su
di lui il peccato” (Wayqrà 19,17), significa non fargli sentire come se
il peccato fosse parte integrante della sua personalità. Il rimprovero
deve essere condotto in modo tale da portare il peccatore a pensare che
la trasgressione è estranea al suo carattere e che non può essere
oggetto del suo desiderio. Solo così egli si sentirà sospinto sulla via
della riparazione e della Teshuvah.
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Giorgio Berruto
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Le
parole con cui a Trieste, nel centesimo anniversario dalla fine della
Grande guerra, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha
ricordato i circa 400 caduti ebrei italiani durante il conflitto, sono
giunte contemporaneamente alla chiusura della mostra “1915-1918 Ebrei
per l’Italia” a cura del Centro di documentazione ebraica contemporanea
(CDEC) di Milano. Curiosando per l’occasione tra gli scaffali della
libreria di famiglia, ho scovato un volume che non avevo mai notato
prima.
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Il vertice di Vienna
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Il
cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha annunciato mercoledì che il
primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu verrà a Vienna a fine mese
per partecipare ad una conferenza incentrata sulla lotta contro
l’antisemitismo. L’incontro del 20 e 21 novembre riunirà rappresentanti
dei paesi membri dell’UE e di Israele, nonché di organizzazioni
ebraiche americane ed europee. L’ultima volta che un primo ministro
israeliano ha visitato l’Austria, riportano i quotidiani israeliani, è
stato più di 21 anni fa. “Dobbiamo sempre ricordare la nostra
responsabilità storica e fare tutto ciò che è in nostro potere per
combattere ogni forma di antisemitismo”, il messaggio affidato ai
social del cancelliere austriaco. Della situazione in Austria parla il
deputato Martin Engelberg, vicino a Kurz e membro della Comunità
ebraica austriaca, intervistato oggi dal Foglio. Secondo Engelberg, che
ha difeso l’accordo tra il cancelliere e l’estrema destra del Partito
della Libertà, in Austria “l’antisemitismo classico è in netto calo
mentre il pregiudizio cresce presso la minoranza musulmana”. “Da
sostenitore della maggioranza di governo, il deputato sottolinea che la
presenza di Netanyahu a Vienna sarà un segnale di particolare rilievo.
– spiega il Foglio – Israele e Austria hanno rapporti cordiali ma
tradizionalmente freddini”.
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il dossier di pagine ebraiche
Freud, il signore degli anelli
Sigmund
Freud usava donare ai suoi allievi migliori degli anelli. Un gesto
forse un po’ eccentrico ma che apre un’interessante finestra su uno dei
personaggi più influenti della storia moderna. A raccontarlo una mostra
al Museo d’Israele a Gerusalemme, incentrata proprio sugli anelli di
Freud, protagonista anche al Museo ebraico di Parigi. Molto ancora
dunque si può scoprire sul padre della psicanalisi, come raccontano le
pagine del dossier “Il signore degli anelli” curato da Ada Treves sul
numero di Pagine Ebraiche di novembre in distribuzione.
“In che misura la psicoanalisi può essere considerata una scienza
ebraica? In che misura Freud è rimasto un ebreo – non praticante ma
vicino al giudaismo – non avendo mai rinnegato né suo padre, né la
Torah, né ancor meno il Talmud? Apparteneva a una generazione, quella
della fine del XIX secolo, il cui ideale rimaneva quello
dell’assimilazione e dell’illuminismo ebraico della Haskalah. E anche
se aveva intrattenuto una lunga corrispondenza con Herzl, il padre del
sionismo, non ne aveva mai condiviso gli ideali”.
È cercando di rispondere a queste domande che Jean Clair ha risposto
alla sfida propostagli da Paul Salmona, direttore del Musée d’art e
d’histoire du Judaïsme di Parigi: a sua volta figura d’eccezione, il
grande critico considera inseparabili le diverse discipline, e in ogni
mostra da lui curata ricostruisce un modo di vivere, una maniera di
sentire, il pensiero di un’epoca. Leggi
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qui roma - giuristi e avvocati a confronto 'Multiculturalismo, sfida attuale'
Il
livello di tutela della dignità umana come punto di partenza per
valutare l’applicazione dei principi sanciti nella Costituzione e nella
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. “La nostra Costituzione
è bella e grande. Ha un difetto: non è stata completamente attuata,
nonostante la sua attualità” sottolinea Giovanni Maria Flick, già
ministro della Giustizia e presidente della Corte costituzionale,
speaker della serata inaugurale di un convegno in tre giornate sul tema
del multiculturalismo nei suoi diversi aspetti (“Controversial
Multiculturalism”, il titolo dell’evento) organizzato a Roma dalla
International Association of Jewish Lawyers and Jurists. Diverse le
esperienze a confronto su un argomento di stretta attualità che investe
ordinamenti giuridici e decisori politici, con relatori giunti da
Israele, Stati Uniti, Europa. Tra i protagonisti del convegno romano
l’ex giudice della Corte Suprema di Israele Salim Joubran oggi
intervenuto sul significato speciale del suo ruolo di cittadino
“israeliano, arabo, cristiano e maronita” nella massima istituzione
giuridica di uno Stato ebraico. Una relazione in cui non sono mancate
le osservazioni e le note critiche su come la minoranza araba è oggi
percepita dalle istituzioni e dalla società.
La realtà italiana ha comunque segnato l’avvio dei lavori, introdotti ieri sera da Bruno Sed.
Come ricordava ancora Flick, impossibile scindere i 70 anni dalla
Costituzione dagli 80 anni dall’entrata in vigore delle Leggi razziste.
“La nostra Costituzione ha un significato anche alla luce del suo
rifiuto di tutto ciò che il fascismo aveva incarnato: la soppressione
dei diritti, il razzismo, l’antisemitismo”. Per questo, aggiunge il
noto giurista, continua ad essere un presidio insostituibile. E il
tempo “non ne ha indebolito il significato”.
“Il multiculturalismo è un tema che ci sfida, che ci incalza. In ogni
valutazione, tenendo conto che esiste una varietà di casistiche con cui
dobbiamo relazionarci, è fondamentale partire dai principi
irrinunciabili. Dal concetto di dignità della persona che sempre deve
essere al centro” ha osservato Giovanni Canzio, presidente emerito
della Cassazione, nel suo saluto ai partecipanti al convegno.
“Scopo della nostra associazione – ha detto il suo presidente, Meir
Linzen – è difendere non solo gli interessi del popolo ebraico, ma
anche i diritti di tutti. Abbiamo scelto di parlare di
multiculturalismo perché è tema di grande attualità, stretto com’è tra
il nazionalismo imperante da una parte e le pulsioni del
fondamentalismo religioso dall’altra. Un argomento su cui ogni
riflessione sarà preziosa”.
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qui roma - la relazione di flick "Dignità e rispetto dei diritti,
ancora molto lavoro da fare"
Celebriamo
quest’anno il settantesimo anniversario della Dichiarazione universale
dei diritti dell’uomo e quello della Costituzione italiana: due
documenti fondamentali per la nostra convivenza e per il nostro futuro,
fra loro strettamente in sinergia, nella duplice prospettiva nazionale
ed internazionale.
Quella celebrazione costituisce un’occasione di riflessione sul
significato e sull’attualità sia della Dichiarazione Universale, sia
della Costituzione italiana. Alla luce della esperienza di studioso, di
giudice e poi di presidente della Corte Costituzionale italiana –
garante della Costituzione – mi sembra giusto e doveroso soffermarmi su
questa riflessione, incentrandola su un valore fondamentale della
Dichiarazione e della nostra Carta Costituzionale: la pari dignità
sociale, prevista dall’articolo 1 della prima e dall’articolo 3 della
seconda accanto all’eguaglianza, che esprimono il divieto di
discriminazione nel godimento di tutti i diritti e tutte le libertà
previsti dalla Dichiarazione all’articolo 2, senza distinzione alcuna.
È un valore che riassume in modo efficace il significato della
Dichiarazione e della nostra Costituzione; che consente di riflettere
non solo sull’attualità, ma prima ancora sul tasso di loro effettiva
attuazione nella nostra società.
Giovanni Maria Flick Leggi
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Setirot
- Paragoni dolorosi
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Paragoni
dolorosi. Ovvero: si può essere un paese a guida fortemente
conservatrice senza per questo essere pessimo come il nostro. Per dire:
da noi c’è un ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, che propose di
abolire la Legge Mancino; sono in parecchi a strizzare l’occhio agli
xenofobi più o meno organizzati e ai fascisti di Casa Pound e Forza
Nuova; poco o nulla si fa contro i crescenti episodi di violenza
razzista.
Accade invece che nell’Inghilterra della signora Theresa May – per
intenderci, la Brexit – Scotland Yard apra una indagine formale per
appurare se nel Labour Party siano stati commessi «crimini d’odio» nei
confronti degli ebrei. E sì che la grande formazione della sinistra
british è sempre stata molto “ebraica”, però con la segreteria di
Jeremy Corbyn il clima interno si è fatto assai diverso e il distacco
tra Comunità e Partito di giorno in giorno più profondo
Stefano Jesurum, giornalista Leggi
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Tradizioni locali
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Confesso,
non ho mai imparato il dialetto della cittadina natia, erede di un
certo snobismo culturale proprio della generazione nata nel dopoguerra,
che del parlato dialettale disprezzava le umili origini. Una perdita
culturale, in realtà, da cui fuoriescono sprazzi di orgogliosa
consapevolezza in espressioni tanto simpatiche quanto originali e
brillanti.
Sara Valentina Di Palma
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Ambasciate a Gerusalemme
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Dopo
gli Stati Uniti di Trump, adesso il neopresidente Bolsonaro ha
annunciato che anche il Brasile sposterà la propria ambasciata a
Gerusalemme. Non si può fare a meno di porsi una domanda: perché
soltanto Paesi che hanno una direzione politica di destra o addirittura
di estrema destra sono disponibili a compiere un atto che non significa
in sé un appoggio all’attuale Governo Netanyahu ma che è in realtà un
atto dovuto, il riconoscimento che Gerusalemme è storicamente e
politicamente la capitale dello Stato d’Israele?
Valentino Baldacci
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