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14 Marzo 2019 - 7 Adar II 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Francesco Lucrezi, storico


La ricorrenza della Festa della donna, lo scorso 8 marzo, ha dato occasione, in tutto il Paese, a una molteplice serie di manifestazioni, svolte in vari contesti sociali e culturali, destinate a "fare il punto" sullo stato di avanzamento della lunga e faticosa battaglia per l'emancipazione femminile, con una ricostruzione dei diversi successi, più o meno significativi, raggiunti nei vari Paesi, e delle molteplici resistenze che ancora, com'è ben noto, si frappongono a tale fondamentale battaglia di civiltà.
 
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Giorgio Berruto
La notizia era di quelle che finiscono su giornali e telegiornali di tutto il mondo e infatti, non senza alcune imprecisioni e semplificazioni, è stato proprio così. Neanche a dirlo, ha avuto grande risalto sui media israeliani. Mi ha lasciato perplesso, dunque, non vederla riportata neanche di sfuggita su questo notiziario che pure, comprensibilmente, è di solito attento a monitorare quello che accade in Israele. Unica parziale eccezione l’articolo di David Sorani pubblicato martedì nella sezione delle opinioni, in cui però il riferimento a quanto è accaduto è poco più di uno spunto per una riflessione personale su alcuni dei motivi teorici della contesa.
 
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Il passo falso di Tajani
Hanno suscitato più di una reazione le parole del presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, che ieri questo ha detto di Benito Mussolini (l’occasione è stata una intervista con il programma radiofonico La Zanzara): “Fino a quando non ha dichiarato guerra al mondo intero seguendo Hitler, fino a quando non s’è fatto promotore delle leggi razziali, a parte la vicenda drammatica di Matteotti, ha fatto delle cose positive per realizzare infrastrutture nel nostro Paese, poi le bonifiche. Da un punto di vista di fatti concreti realizzati, non si può dire che non abbia realizzato nulla”. Questo, scrive La Stampa, “è il bignami pasticciato di Tajani, oggi vicepresidente di Forza Italia, un passato giovanile nel fronte monarchico, che ieri in tanti hanno rievocato con gusto”.

Preoccupano le nuove iniziative del gruppo terroristico Hezbollah, di cui Israele ha svelato nelle scorse ore le ultime trame. “Una milizia locale – spiega La Stampa – armata e addestrata, pronta a ricevere razzi come quelli piazzati in Libano. È quanto sostiene l’Intelligence militare israeliana, che ha scoperto il cosiddetto Golan File, una operazione segreta della milizia sciita libanese”.

Prosegue il viaggio europeo del Corriere in vista del voto di maggio. La puntata odierna è dedicata alla Polonia e alla vita dei suoi cittadini ebrei. “Gli ebrei sono tornati a essere polacchi. O i polacchi a cercare le loro origini ebraiche” si legge nell’approfondimento, che raccoglie diverse testimonianze. Un viaggio dal 1968, quando una comunità già devastata dalla Shoah diventò pressoché invisibile, fino agli anni Novanta, quando la terza generazione – si legge – “ha rotto il silenzio e l’oblio, e ora alleva la seguente nella consapevolezza della propria identità”.

“Bosnia, un nuovo negazionismo?”. È la domanda che si pone Avvenire, parlando dell’iniziativa dei governanti serbi che in febbraio hanno istituito due commissioni “che sembrano funzionali a svalutare i crimini ormai certi verso i musulmani di Srebrenica nel 1995”. A capo di entrambe due storici israeliani.

Incredibile inciampo per la squadra Decoro del Comune di Roma, che a caccia di slogan antisemiti sui muri cittadini ha per errore cancellato una storica scritta elettorale del 1948 alla Garbatella. Il Messaggero riporta la reazione del capo operaio: Pensavamo fosse uno sfottò per la campagna elettorale, per le europee, una specie di presa in giro: vota Garibaldi! Sa quante ne cancelliamo di scritte politiche ogni giorno? Contro Salvini, contro Renzi, contro Di Maio. E chi se l’aspettava tutto questo chiasso, in fondo sempre un graffito è, pure se del dopoguerra, mica è un affresco, un’opera d’arte”.

In edicola con il Corriere la biografia che Vincenzo Barone ha dedicato ad Albert Einstein. “Centoquarant’anni fa nasceva il fisico a cui si deve la teoria della relatività. Non è accettabile – si legge – metterlo sotto accusa per l’avvento delle armi nucleari”.
 
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  davar
opinioni a confronto
'Tajani, su fascismo parole gravi'
“Fino a quando non ha dichiarato guerra al mondo intero seguendo Hitler, fino a quando non s’è fatto promotore delle leggi razziali, a parte la vicenda drammatica di Matteotti, ha fatto delle cose positive per realizzare infrastrutture nel nostro Paese, poi le bonifiche. Da un punto di vista di fatti concreti realizzati, non si può dire che non abbia realizzato nulla”.
Fanno discutere le parole del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, così intervenuto ai microfoni del programma radiofonico La Zanzara. Le abbiamo fatte commentare a tre studiosi di quel periodo storico.
Afferma Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Cdec di Milano: “Ho una preoccupazione forte: che il binomio fascismo/antifascismo possa diventare uno degli argomenti di questa campagna elettorale, trasformando un tema storico in una rissa permanente”.
A meravigliare Luzzatto Voghera è il fatto che il presidente dell’Europarlamento intervenga a programmi come La Zanzara “dove chi partecipa, lo fa a suo rischio e pericolo”.
Per il direttore del Cdec non è in discussione l’antifascismo di Tajani. “Ma fa un po’ ridere – afferma – il permanere dell’idea che sotto il fascismo le costruzioni fossero ben fatte e i treni arrivassero in orario. Tutto questo, al netto della leggenda, non ha comunque nulla a che fare con il fascismo in quanto regime, ma come amministrazione. Dire che Mussolini ha fatto anche cose buone non ha quindi alcun senso”.
Amareggiata Anna Foa: “Non è la prima volta che si sentono dire certe cose, ma naturalmente fanno sempre impressione. Non liquiderei quanto accaduto come un semplice incidente di percorso”.
Per Foa le parole pronunciate non sono state casuali, ma un maldestro tentativo “per recuperare voti a destra in campagna elettorale”. Grave, aggiunge, anche per l’incarico che Tajani ricopre, “che non parli di molte cose accadute prima del 1938: anni di spietata dittatura, la soppressione del Parlamento, la soppressione delle libertà, la pratica del confino”. Tajani si definisce antifascista. Ma per la studiosa questo non è possibile “perché il fascismo mostrò il suo volto già da molto prima delle leggi razziste”.
Così Marcello Pezzetti, storico della Shoah in queste ore impegnato a Skopije per una conferenza sulla diplomazia italiana di fronte alla persecuzione organizzata con il supporto della Fondazione Museo della Shoah di Roma: “Chi ha un ruolo come quello non può parlare a caso e deve valutare ogni ripercussione di quel che dice. Non bisogna sottovalutare questo episodio, non dobbiamo considerarla una scemata”. Per Pezzetti le parole di Tajani “giustificano oggi la rinascita dei nazionalismi, perché giustificare Mussolini significa accreditare i vari piccoli novelli dittatori, da Orban a Kaczynksi, che imperversano in Europa”. E quando il nazionalismo ha il vento in poppa, osserva lo studioso, “per le minoranze son sempre problemi".
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qui milano
"Giardino dei Giusti, un esempio
per la difesa dei diritti umani"

“Il Giardino dei Giusti è un simbolo della Milano più autentica. Una città antifascista e medaglia d'oro della Resistenza, pragmatica e tollerante. Siamo sempre stati aperti al mondo credendo nei valori democratici”, così il sindaco di Milano Giuseppe Sala aprendo la cerimonia al Monte Stella per l'apposizione di quattro nuove targhe in onore di altrettanti Giusti: Istvan Bibò, Simone Veil, Wangari Maathai e Denis Mukwege. Veil, prima donna presidente del parlamento europeo, e Bibò, intellettuale ungherese, ha ricordato Gabriele Nissim, presidente dell’associazione Gariwo, sono “figure esemplari dell’impegno in difesa della dignità umana contro l’intolleranza generata da populismi e dai nazionalismi che agitano tante nazioni”. “Quest’anno, ha poi aggiunto Nissim, “abbiamo voluto onorare chi in Africa si è battuto e si batte per la tutela dell’ambiente, la democrazia e la pace, come Wangari Maathai e Denis Mukwege”, entrambi premi Nobel per la pace, rispettivamente nel 2004 e nel 2018.
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lo Yashar di Candia e il grande scienziato
Yosef, l'allievo di Galileo
Il 12 marzo del 1610 Galileo Galilei pubblicò a Venezia nel Sidereus Nuncius le prime osservazioni celesti effettuate con il cannocchiale che lui stesso aveva “inventato dopo aver ricevuto l’illuminazione della grazia divina”, ossia dopo aver saputo che “era stato costruito da un certo Fiammingo un occhiale, per mezzo del quale gli oggetti visibili, pur distanti assai dall’occhio di chi guarda, si vedevan distintamente come fossero vicini”. Grazie a queste notizie arrivate dall’Olanda, Galileo si era ingegnato per “giungere all’invenzione di un simile strumento”, basandosi sulla dottrina delle rifrazioni. Nel giro di pochi mesi il cannocchiale avrebbe consentito a Galileo di trovare prove, a ritmo quasi travolgente, a favore del sistema copernicano (eliocentrico), contrapposto a quello tolemaico-aristotelico (geocentrico). Galileo fece osservazioni astronomiche della Luna (che si rivelò non essere liscia e perfetta come si pensava), di Venere, di Marte, della Via Lattea, delle nebulose e, in particolare, di “quattro pianeti detti Astri Medicei non mai finora veduti”, ossia i satelliti di Giove.

Gianfranco Di Segni, Collegio rabbinico italiano
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qui roma
Tullia Zevi, omaggio a più voci
L’investitura è di quelle pesanti. Fu infatti Clara Sereni a lanciare la sfida a Puma Valentina Scricciolo: una biografia su Tullia Zevi, dalla gioventù in fuga dal fascismo al ritorno in patria dopo la parentesi americana, dalla carriera giornalistica all’impegno ai vertici dell’ebraismo italiano.
Una sfida diventata un libro con molte voci, pubblicato da Ali&No nella collana Le Farfalle e presentato nelle scorse ore al Centro Ebraico Il Pitigliani di Roma. Clara Sereni nel frattempo non c’è più. Ma queste pagine sono un po’ anche un suo lascito.
Scrive Liliana Segre nella prefazione: “Un atto dovuto ad una personalità tanto eminente non solo della storia dell’ebraismo italiano contemporaneo, ma direi del nostro Paese nel suo insieme. Tullia è stata una protagonista della ricostruzione di un legame rinnovato, che oggi integra la ricchezza e l’articolazione dell’identità italiana. Proprio questo è stato forse il suo contributo più alto e duraturo alla storia recente di tutti noi.”
Ed è stato questo il filo delle tante testimonianze prodotte sul palco del Pitigliani e introdotte dalla direttrice Ambra Tedeschi dopo i saluti del presidente Bruno Sed e della presidente UCEI Noemi Di Segni.
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jciak
Dov'è Anne Frank
L'ultima volta che aveva letto il diario di Anne Frank, il regista Ari Folman aveva 14 anni. Allora a scuola era una lettura obbligatoria. L'ha ripreso in mano, molti anni dopo, quando la fondazione Frank gli ha chiesto di adattarlo per il grande schermo. Folman, che insieme a David Polonsky l'aveva già riletto in chiave di graphic novel, ha esitato a lungo. Le potenzialità artististiche dell'opera gli sembravano ormai esaurite. Gli è bastato però rileggerlo per ritrovare la folgorante bellezza di quelle pagine e capire che tanto ancora andava raccontato. Il risultato è Where Is Anne Frank?, un'animazione di 92 minuti che è uno dei film più attesi dell'anno per cui Ari Folman - già regista del magnifico Valzer con Bashir (2008) sulla guerra del Libano e del sci-fi fantasy The Congress (2013) - ha appena terminato di registrare i dialoghi in inglese.

Daniela Gross
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il seminario di formazione ucei
Ye’ud, i giovani protagonisti
In svolgimento in Israele una nuova edizione di Ye’ud, il seminario di formazione per la leadership ebraica italiana del futuro promosso dall’Area Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane diretta dal rav Roberto Della Rocca con il sostegno di World Zionist Organization e Unione Giovani Ebrei d’Italia. Conferenze, workshop, incontri con esperti, occasioni di confronto per studiare da vicino i principali temi che riguardano l’ebraismo in Diaspora e i suoi rapporti con lo Stato di Israele a segnare la settimana di lavoro del seminario. Tra gli ospiti delle prime giornate di Ye’ud il demografo Sergio Della Pergola e l’ambasciatore italiano Gianluigi Benedetti.
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  pilpul
Setirot - Limiti
Ma che cosa ci sta succedendo? C’è un limite? E qual è? Dove si fermerà l’asticella del consentito? In Eretz sono in piena campagna elettorale, ok, ok. I toni ovviamente si alzano, ok.

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Viviane Fine
In occasione del mese dedicato alla storia delle donne, il Milken Archive ha scelto di presentare una serie di biografie di diverse musiciste ebree, di diverse epoche e diversi luoghi della diaspora.
Tra queste vi è la figura davvero interessante di Viviane Fine (1913 – 2000), ebrea americana che inizia a comporre a soli tredici anni, seguendo i corsi di armonia di Ruth Crawford. Le sue prime opere sono influenzate dall’atonalità europea e solo anni dopo Viviane sceglierà altre vie e armonie più tonali.


Maria Teresa Milano
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Decoro urbano
Così, nell'attuale rovesciamento kafkiano di situazioni e di valori, cade un'altra certezza, quella dei vandali ignoranti che non solo imbrattano ma spesso lo fanno  senza cognizione di causa, come gli ignoranti razzisti (o i razzisti ignoranti) che diversi anni or sono hanno deturpato i muri della cittadina di Abu Gosh con slogan anti arabi, dimenticando tra le altre cose la locale resistenza filo ebraica durante la guerra di indipendenza di Israele, quando la cittadina araba fu non solo l'unica formalmente neutrale durante l'assedio di Gerusalemme, ma fece in realtà persino accedere alla città diversi convogli ebraici ed aiutò a fare arrivare i rifornimenti - insomma, se vuoi proprio essere razzista, almeno non prendertela con gli arabi sbagliati.

Sara Valentina Di Palma
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L’antisemitismo antirazzista
Ho atteso di proposito che passasse un po’ di tempo prima di esprimere la mia opinione sulla manifestazione contro il razzismo del 2 marzo scorso a Milano. Una manifestazione che mi è sembrata segnata da una profonda contraddizione: è infatti giusto e doveroso reagire e prendere posizione contro il razzismo, un razzismo diffuso, che trova molte forme per manifestarsi, nella vita quotidiana come nelle affermazioni di alcuni uomini politici. Ma quale razzismo? 

Valentino Baldacci 
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