IL PRESIDENTE D'ISRAELE NELLA SEDE DELL'EUROVISION CELEBRA L'EUROPA
Rivlin: “Unione europea, un esempio
da seguire per il Medio Oriente”
“Stiamo ospitando qui in Israele uno dei migliori esempi di integrazione e amicizia europea, l’Eurovision Song Contest. Il tema di quest’anno, Dare to Dream (il coraggio di sognare), potrebbe facilmente essere il motto della bandiera dell’Ue. È naturale che l’Unione europea e Israele siano partner e alleati. Siamo entrambe il risultato di sogni che sono diventati realtà, grazie alla determinazione e al coraggio dei loro fondatori. Condividiamo anche i valori della democrazia, della diversità e dei diritti umani”. Un messaggio che intreccia valori, partnership politica, e intrattenimento quello del Presidente d’Israele Reuven Rivlin, in occasione di un evento organizzato all’Eurovision Village di Tel Aviv per festeggiare la Giornata dell’Europa. Nel luogo che ospita la grande competizione canora europea, Rivlin – affiancato dall’ambasciatore dell’UE in Israele Emanuele Giaufret, dal sindaco di Tel Aviv Ron Huldai e da diversi ambasciatori dei paesi europei – ha indicato l’Unione europea come un esempio da seguire per la realtà mediorientale e per superare il conflitto tra israeliani e palestinesi.
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QUI ROMA - IL COMITATO INTERNAZIONALE DI COLLEGAMENTO CATTOLICO-EBRAICO
“Lavorare insieme è un imperativo”
Dalla lotta all’antisemitismo alla difesa della libertà religiosa, dall’emergenza profughi alle persecuzioni subite da alcune comunità cristiane nel mondo.
Tre intense giornate di lavoro hanno segnato la 24esima riunione del Comitato internazionale di collegamento cattolico-ebraico, con oltre una sessantina di partecipanti a confronto su temi di stretta attualità e con l’obiettivo, nel rispetto di alcune fondamentali differenze, di arrivare a soluzioni e proposte condivise. Una sfida che anima anche le pagine di un importante libro presentato in questa stessa giornata a Roma, presso la Pontificia Università Lateranense: “Ebrei e Cristiani – Benedetto XVI in dialogo con il Rabbino Arie Folger” (ed. San Paolo), curato da Elio Guerriero e su cui oggi si sono confrontati lo stesso rav Folger, rabbino capo di Vienna; l’arcivescovo Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario del papa emerito Benedetto XVI; il direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda; il professor Achim Buckenmeier, direttore della Cattedra per la Teologia del Popolo di Dio. In sala, tra gli altri, l’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede Oren David, il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni e il Consigliere UCEI Giacomo Moscati.
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QUI MILANO - LA LEZIONE DEL PROFESSOR SERGIO DELLA PERGOLA
Europa e Israele, quale futuro per il mondo ebraico
Un'analisi precisa e puntuale dell'ebraismo mondiale e israeliano, con l'accento sulla demografia ma con tanti temi fondamentali per il mondo ebraico sul tavolo. E un invito: trovare elementi di consenso, ideali superiori, che facciano da collante all'interno delle comunità ebraiche per affrontare insieme il futuro. È il riassunto – seppur incompleto - della lezione milanese del demografo Sergio Della Pergola, ascoltato al Teatro Franco Parenti da una sala attenta e gremita. “Il futuro delle Comunità ebraiche in Europa e in Israele”, il titolo del suo intervento, organizzato dalla lista Milano Ebraica, candidata alle elezioni comunitarie del 19 maggio.
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QUI MILANO - L'INCONTRO CON IL POETA ISRAELIANO
Ronny Someck, il melting pot diventa poesia
La poesia e la musica, l'ebraico e l'italiano, l'est e l'ovest. Diverse combinazioni che hanno reso intensa la serata milanese con protagonista il poeta israeliano Ronny Someck. Accompagnato alla chitarra dai virtuosismi del musicista Emanuele Segre e tradotto e recitato in italiano da Sarah Kaminski, docente di ebraico all'Università di Torino, Someck è riuscito a presentare al pubblico in un modo originale i versi delle sue poesie. Il pubblico, a giudicare dal lungo applauso finale, ha apprezzato l'evento organizzato al Circolo Filologico milanese dall'Associazione Italia-Israele di Milano.
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Rassegna stampa
Le Pen: Antisemitismo
minaccia da sinistra
“Esiste una vera alternativa a cui stiamo lavorando con Matteo Salvini. Colui che può mettere fine alla morsa di Ppe e Pse che ha portato l’Europa a essere perdente e screditata”. È quanto sostiene Marine Le Pen, leader dell’estrema destra francese, in una intervista con il Corriere.
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Per il weekend dal 24 al 26 maggio UCEI e Comunità ebraica di Ancona propongono uno speciale Shabbaton in programma a Senigallia, rivolto a grandi e piccini. Per maggiori informazioni: cultura@ucei.it
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QUI ROMA
Identità ebraica, voci a confronto
Dalla piena emancipazione ottenuta a Roma con l’abbattimento dei cancelli del Ghetto alla ferita ancora aperta delle Leggi razziste che negarono i diritti fondamentali e furono la premessa alla Shoah. In mezzo quasi 70 anni di storia, segnati da una forte partecipazione ebraica alle sorti del Paese. A raccontare quest’epoca breve ma intensa è “Ebrei in Italia: un problema di identità (1870 – 1938)”, libro pubblicato nel 1991 e scritto dall’attuale direttore de La Stampa Maurizio Molinari. Proprio la pubblicazione, nata come sviluppo della propria tesi di laurea, è stata al centro di un confronto sul tema dell’identità ebraica svoltosi ieri a Roma, nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza. “Il libro – ha osservato l’autore – nasceva con la convinzione che la risposta migliore alla Shoah e alla persecuzione sia la ricostruzione dell’identità precedente. Quell’identità che i nazifascisti volevano distruggere”.
Proprio la pubblicazione, nata come sviluppo della propria tesi di laurea, è stata al centro di un confronto sul tema dell’identità ebraica svoltosi ieri a Roma, nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza. “Il libro – ha osservato l’autore – nasceva con la convinzione che la risposta migliore alla Shoah e alla persecuzione sia la ricostruzione dell’identità precedente. Quell’identità che i nazifascisti volevano distruggere”.
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JCIAK
Una nuova vita altrove
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Andare lontano, solo per scoprire che non te ne sei mai andato. In uno strano gioco di rimandi, il conflitto israelo-palestinese riverbera ancora una volta sul grande schermo il tema dell’identità. Se l’israeliano Nadav Lapid aveva conquistato l’Orso d’oro a Berlino con il tormentato Synonimes, storia di un giovane che per cancellare nazionalità, identità, relazioni, vicende, linguaggio emigra a Parigi, con It Must Be Heaven il palestinese Elia Suleiman porta alla 72esima edizione festival di Cannes un altro viaggio alla ricerca di sé, questa volta in chiave di commedia.
Interpretato dallo stesso Suleiman, vincitore del premio della critica a Cannes per Intervento divino (2002), il film segue il viaggio di un palestinese deciso a darsi una patria alternativa. La sua ricerca si tramuta però in un’infinita commedia degli errori.
Daniela Gross
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Setirot – Orgogliosamente
Torno al tema del 25 aprile con la pacatezza che il passare dei giorni regala. Quest’anno – lo confesso – non avevo voglia di subire le demenziali parole/minacce e gli insulti gridati da quei trenta/quaranta scellerati estremisti sedicenti filo-palestinesi che in realtà sono in cuor (e mente) loro fascisti e antisemiti. Inoltre portavo alla festa della Liberazione la mia nipotina di nemmeno due anni, ed essendo di natura un po’ fumantino volevo evitare che si spaventasse assistendo alle consuete intemperanze del nonno. Così siamo andati a Monte Sole.
Stefano Jesurum, giornalista
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Il mercurio e il piombo
Sullo schermo ecco uno scoglio tra le stanche onde di un mare giallo di luce. Sullo scoglio un gabbiano, abbagliato dal riverbero del sole sui flutti. Lo scoglio è come un sasso galleggiante in un mare di mercurio, l’unico metallo che si presenta di solito in forma liquida. Sul palco un vecchio – i ciuffi di pelo bianco incrostati di salsedine, il berretto da marinaio ben calcato sulla fronte – mangia e beve e racconta una storia, una storia di mare.
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In ascolto - Omaggio a Chagall
“Un dono modesto al popolo ebraico, che ha sempre sognato gli ideali biblici di amore, amicizia e pace tra i popoli. La mia speranza è di stendere la mano a chi, tra i popoli vicini, coltiva la cultura, la poesia e l’arte”. Così Marc Chagall descriveva nel lontano 1962 la sua magnifica opera installata nell’ospedale di Hadassah a Gerusalemme. Dodici vetrate, una per ogni tribù, per raccontare frammenti di un mondo lontano che intreccia vita nello shtetl e motivi biblici.
Ricordo ancora la sensazione che ho provato la prima volta, immersa in quel bagno di colori e nei giochi di luce e ultimamente, di fronte alla violenza e alla volgarità di certe campagne elettorali, mi sono ritrovata spesso a pensare a quell’angolo di bellezza e di quiete.
Maria Teresa Milano
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HaTikvah, uguale per tutti
Il Talmud Torà di Firenze ha festeggiato ieri un gruppo di bambini provenienti dalla scuola ebraica di Roma Vittorio Polacco, i quali sono arrivati in visita nel pomeriggio e si sono trattenuti sino a dopo cena. Solo i ragazzi fiorentini frequentanti la scuola media hanno seguito le ordinarie lezioni di Talmud Torà, mentre i bambini della scuola primaria sono stati coinvolti in giochi di conoscenza con i coetanei romani, prima della merenda tutti insieme.
Sara Valentina Di Palma
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Nessuno ritorna a Baghdad
Elena Loewenthal è molto nota come traduttrice di Amos Oz, di Yoram Kaniuk e di altri scrittori israeliani. È anche scrittrice e poetessa e, quando è necessario, energica polemista ( Contro il giorno della memoria, Add, Torino 2014).
Il suo romanzo più recente ( Nessuno torna a Baghdad, Bompiani, Milano 2019) si presta a più chiavi di lettura. Il primo è quello dell’allontanamento, della cacciata degli ebrei dai paesi arabi.
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