Niente CasaPound al Salone

rassegnaAltaforte, l’editore di CasaPound, è stato escluso dal Salone del Libro di Torino. È la decisione cui sono giunti insieme gli organizzatori, la sindaca Chiara Appendino, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino.
Scrive al riguardo Repubblica: “Di fronte alla posizione ferma del Museo di Auschwitz di tenere all’esterno della Fiera la lezione di Halina Birenbaum sui campi di concentramento, la decisione non poteva che essere quella di espellere Altaforte dai padiglioni. Un esito ancora più prevedibile dopo la decisione della procura di Torino di iscrivere Francesco Polacchi, responsabile della casa editrice di estrema destra, nel registro degli indagati dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi”.
Birenbaum, 90 anni, sopravvissuta ad Auschwitz, in una intervista al Corriere dice: “La libertà di espressione va garantita. Ma prima c’è il dovere di dire la verità. Sempre. Il male non si può giustificare. Mai”. Interviene tra gli altri il ministro Alberto Bonisoli, che oggi inaugurerà la manifestazione: ” In Italia siamo fortunati: disponiamo di norme che vietano l’apologia del fascismo. Forse in passato non le abbiamo usate a sufficienza – dice in una intervista con La Stampa – ma esistono e dobbiamo denunciare più spesso”.
La giornata di ieri, sul fronte della lotta all’antisemitismo, è stata segnata anche dalla visita del Primo ministro Giuseppe Conte al Tempio Maggiore di Roma. Ad accoglierlo in sinagoga la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il rav Riccardo Di Segni, il Testimone della Shoah Sami Modiano, il rabbino capo di Russia Berel Lazar assieme a ottocento giovani. Diversi quotidiani pubblicano una fotonotizia della visita.
Ma è stata anche quella dell’inaugurazione del Memoriale ai Caduti italiani nei lager nazisti, sfrattato dal Museo di Auschwitz e da ieri visitabile a Firenze al padiglione EX3 nel quartiere Gavinana. “Da ieri – scrive il Corriere Fiorentino – è tornato ad una nuova vita, con gli studenti delle scuole interlocutori privilegiati”.

“Questa famiglia ha diritto alla casa, non se ne andrà”. Chiare parole da parte della sindaca di Roma Virginia Raggi, che ieri a Casal Bruciato ha fatto visita alla famiglia rom blindata da 72 ore nella casa popolare appena assegnatale. Una visita che ha scatenato i peggiori istinti di un gruppo di residenti, che da giorni blindano la casa assieme a un manipolo di estremisti di CasaPound. “Raggi sfida i fascisti” titola Repubblica.

Sul Corriere si parla del francese Alain Soral, figura di riferimento di gruppi e movimenti antisemiti. “I suoi nemici – si legge – sono la globalizzazione, l’individualismo e più concretamente ebrei, femministe, omosessuali. Sodale di Dieudonné ma con pretese intellettuali, si fa fotografare mentre fa la ‘quenelle’ (il saluto nazista al contrario) sul Memoriale della Shoah a Berlino, rilancia la più trita retorica sul complotto giudaico per controllare il mondo ed è il punto di riferimento dell’antisemitismo non solo online”. Nonostante una recente condanna senza condizionale, è ancora a piede libero e continua a tenere conferenze.

L’Iran si ritira da parti dell’accordo sul programma nucleare e minaccia di riprendere “entro 60 giorni” l’arricchimento dell’uranio oltre i limiti imposti nell’accordo siglato quattro anni fa. “La sfida di Hassan Rohani a Donald Trump – spiega La Stampa – arriva a un anno esatto dal ritiro americano dall’intesa che ha innescato un nuovo rido di tensioni, culminate dall’invio da parte di Washington di una squadra navale e bombardieri B-52 nel Golfo”.

Ultimo giorno a Roma del convegno “Gesù e i farisei. Un riesame interdisciplinare”, con la collaborazione dell’American Jewish Committee e la partecipazioni di alcuni rabbini e studiosi ebrei. L’Osservatore Romano pubblica una parte dell’intervento di Amy-Jill Levine, tra le protagoniste del convegno, che elenca “diverse ragioni per cui sacerdoti e pastori continuano a portare avanti una predicazione e un insegnamento anti-farisaici e quindi antiebraici”.

È finito l’incubo di Asia Bibi, la cattolica pakistana condannata a morte in patria per blasfemia e a lungo detenuta in carcere fino all’assoluzione. La donna, diventata un simbolo delle persecuzioni di cui sono vittime i cristiani in molti Paesi islamici, si è ricongiunta con la famiglia in Canada. “Asia Bibi finalmente al sicuro” titola Avvenire.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(9 maggio 2019)