Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       19 Maggio 2020 - 25 Iyar 5780
PAGINE EBRAICHE DI MAGGIO - IL DOSSIER INFORMAZIONE 

Raccontare la realtà haredi, per davvero

Cosa si conosce del mondo haredi in Israele? A parte gli stereotipi, le immagini di uomini vestiti di nero a Mea Shearim o Bnei Brak, questa realtà rimane fuori dai grandi circuiti mediatici. Viene raccontata quasi esclusivamente nei momenti critici, come in questa pandemia. Con l’aiuto di due giornalisti israeliani, Akiva Weisz e Anshel Pfeffer, abbiamo cercato di capire cosa vuol dire coprire questa realtà, percepita come disconnessa dal resto della società israeliana.



 

“I tanti volti di una grande comunità”

Ultimo di quindici figli, cresciuto nella città di Bnei Brak, nella chassidut di Satmar (uno dei più grandi movimenti chassidici), passato a studiare in una yeshiva Litai (scuola religiosa haredi lituana) dove si parlava solo yiddish, Akiva Weisz racconta di aver sempre avuto un certo feeling con le notizie. “Già da ragazzino mi piaceva informarmi, mi piaceva seguire le notizie. Diciamo che il mio interesse si è sviluppato presto. E poi le cose hanno preso una certa piega, e mi hanno buttato fuori dalla yeshiva”. Da qui, l’inizio della sua carriera giornalistica che ha portato Weisz a diventare il redattore di riferimento per il mondo haredi dell’emittente televisiva israeliana Kan. “Sento la responsabilità di spiegare al mondo laico questo mondo, di far comprendere le sue mille sfumature. Bnei Brak (città a maggioranza haredi) e Tel Aviv distano una manciata di chilometri, ma dal punto di vista culturale sembrano migliaia”. Lo dimostrano decenni di incomprensioni reciproche, e in ultimo quanto accaduto con il Coronavirus. 
 

“Oltre i pregiudizi, una realtà piena di fascino”

Oggi giornalista e commentatore politico noto al grande pubblico, autore di un’affilata biografia del Primo ministro Benjamin Netanyahu, Anshel Pfeffer ha un passato da cronista con l’incarico di coprire il mondo haredi. La sua carriera è proprio iniziata ventitré anni fa in questo modo: lavorando per un giornale locale di Gerusalemme. “Le mie prime coperture erano su Mea Shearim e gli altri quartieri religiosi della capitale. E per molti aspetti è rimasto il mio primo amore dal punto di vista professionale. Ho trovato quella realtà molto affascinante e nel corso degli anni mi sono trovato più volte a scrivere di diverse correnti dell’ebraismo, nei suoi diversi punti di vista e colori. Inclusi i più neri tra i neri, che spesso sono i più affascinanti”.
Così racconta Pfeffer, firma di Haaretz, dell’Economist e di diversa altre testate, riferendosi al mondo haredi e al fatto che spesso chi ne fa parte veste con i classici abiti neri. Spesso il termine usato per descriverli, anche in Italia, è ultraortodossi. Ma Pfeffer sottolinea di preferire la parola ebraica.

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A SEGNO LA RISPOSTA ISRAELIANA

Cyberattacchi, l'Iran manca il bersaglio

Il porto di Shahid Rajaee, nel Sud dell’Iran, negli scorsi giorni è andato in tilt. Chilometri e chilometri di ingorghi sulle autostrade che portano al porto sono stati immortalati con immagini satellitari. Un caos, scrive il Washington Post, generato da un cyber attacco israeliano. Il quotidiano americano ha cercato conferme in Israele ma, come era prevedibile, né l’esercito né l’ambasciata israeliana negli Stati Uniti hanno voluto commentare l’accaduto. Secondo il Post, il colpo andato a segno contro il porto di Shahid Rajaee – tra i più grandi e importanti del paese – sarebbe una chiara ritorsione contro un precedente attacco iraniano al sistema di infrastrutture idriche dello Stato ebraico.

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IL VIDEOPILPUL CON SERGIO DELLA PERGOLA IN ONDA STASERA 

"Israele, nuovo governo un fatto positivo
Ma i rischi per la tenuta sono molti"

“Dopo oltre 500 giorni di crisi politica, dalla fine del 2018, in cui il paese non aveva un governo; dopo tre elezioni, scambi durissimi e con molta violenza retorica, era assolutamente indispensabile arrivare alla conclusione di questa difficile e senza precedenti fase della storia d’Israele. Il fatto stesso di aver potuto chiudere un governo è quindi un fatto positivo e necessario, tanto più che siamo ancora nella fase dell’emergenza della pandemia”.
Questa la prima valutazione del demografo e analista politico Sergio Della Pergola, docente dell’Università Ebraica di Gerusalemme, in merito alla nascita del nuovo esecutivo israeliano. Un governo necessario dunque, secondo Della Pergola, ma che dovrà affrontare molte sfide. A partire dalla sua stessa tenuta.
“Un mostro a due teste”, la descrizione del demografo del prodotto dell’accordo di coalizione che porterà Benjamin Netanyahu e Benny Gantz ad alternarsi al governo in questa inedita turnazione alla guida del paese. Saranno capaci di dialogare queste due teste o finirà prima del previsto? Quali sono le priorità in agenda? I problemi giudiziari di Netanyahu avranno effetti sull’esecutivo? Ha senso un governo di emergenza con 33-36 ministri (il più numeroso nella storia del Paese)? 
Ne parliamo nell’approfondimento quotidiano videopilpul curato dalla redazione. L’appuntamento è alle 22.30 sui canali social Pagine Ebraiche e UCEI e, in versione audio, nella sezione Pagine Ebraiche da ascoltare del sito www.moked.it.

IL VIDEOPILPUL TRASMESSO IERI 

"Piperno e Bondì: la nostra storia, la loro storia"

Stefano Piperno e Claudio Bondì, due cugini ebrei romani, in Perché ci siamo salvati (Marsilio) rievocano ciò che hanno conosciuto solo attraverso il racconto di nonni e genitori: quanto avvenne in Italia dai primi decreti antiebraici del 1938 alla Liberazione. Un testo prezioso, frutto di una fitta corrispondenza in cui rivivono quegli anni tra memoria collettiva e ricordi familiari. Nell’ultimo videopilpul ne abbiamo parlato con gli autori e con lo scrittore Alessandro Piperno, figlio di Stefano, che firma una lunga postfazione.
Insieme alla redazione lo storico sociale delle idee David Bidussa.

L'INIZIATIVA IN OCCASIONE DI SHAVUOT 

Sinagoga verso la riapertura, a Firenze
si festeggia con una pioggia di rose

A Pitigliano, per Shavuot, c’era un tempo l’usanza di spargere i petali di rose sul pavimento della sinagoga. Una tradizione cui la direzione del Museo ebraico di Firenze, in collaborazione con Coopculture, la Comunità ebraica e l’Opera del Tempio, ha scelto di ispirarsi per festeggiare la fine del lockdown e la riapertura del proprio Bet haKnesset.
La riapertura avviene infatti a ridosso della solennità, tra le feste più importanti del calendario ebraico. Nel segno di questo legame floreale e di questa antica usanza è nata l’idea di realizzare un’istallazione artistica il cui progetto è stato curato dall’architetto David Palterer.
L’istallazione, sottolinea la direttrice del Museo ebraico Dora Liscia Bemporad, diventerà una specie di tenda o di pioggia di rose recise sospese nelle nove arcate che delimitano l’aula centrale del Tempio. “Poiché siamo a Firenze – aggiunge – non può sfuggire una associazione, assolutamente intenzionale, a due opere di Sandro Botticelli, quasi il simbolo della Galleria degli Uffizi, La Nascita di Venere e La primavera, e alla fortuna che la loro iconografia ha generato fino ai giorni nostri”.

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Rassegna stampa

Il fondo per ripartire
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Non cambierà nulla
Ci si chiedeva, qualche tempo fa, se dopo la pandemia saremmo stati migliori o peggiori. Io, a scanso di equivoci e per non rischiare troppo, scrissi che mi aspettavo che saremmo stati peggiori, o, quanto meno, che non sarebbe cambiato nulla nel nostro modo di essere e di comportarci. Siamo umani, e in quanto tali, dediti alle nostre passioni ancestrali: guardarci dall’altro come da un nemico, fargli le scarpe – se ha la buona sorte di portarle – ogni qualvolta sia possibile.
Fui criticato, anche in famiglia allargata, per la banalità della previsione, banale e pessimistica.
 
Dario Calimani
Conoscere per prevenire
“Genocidio: conoscere e ricordare per prevenire” è una pubblicazione collettanea del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre, a cura di Flavia Lattanzi, edita per la Collana L’Unità del Diritto, edita da Roma Tre Press nel 2020. Il volume, come tutti gli altri di Roma Tre Press, può essere liberamente scaricato dal suo sito; questo è un punto sul quale ci si dovrebbe dilungare, e che meriterebbe un bel dibattito sull’accesso alla cultura.
Emanuele Calò
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Critica al sistema e via per ripartire
La Germania si dimostra ancora una volta locomotiva d’Europa e dà prova di grande coraggio intellettuale e vitalità sociale ripartendo con una iniziativa non virtuale all’insegna della cultura (della storia e della filosofia del Novecento, in particolare) dopo i mesi pesanti, opachi, non ancora conclusi del Coronavirus. La mostra dedicata dal Deutsches Historisches Museum alla figura e al ruolo di Hannah Arendt (Hannah Arendt e il XX secolo) suona come un invito a progettare il futuro dando spazio alla visione della grande pensatrice ebrea tedesca.
David Sorani
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La speranza di un vaccino
“Se i futuri studi andranno bene, il vaccino potrebbe essere disponibile al pubblico già a gennaio” ha detto alla Cnn il dottor Tal Zaks.
Tal Zaks è il direttore medico di Moderna. Israeliano di nascita e laureato alla Ben Gurion University, ha condotto le ricerche postdottorali alla National Institutes of Health. 
 
Jonatan Della Rocca 
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