Sinagoga riaperta, a Firenze
si festeggia con una pioggia di rose

A Pitigliano, per Shavuot, c’era un tempo l’usanza di spargere i petali di rose sul pavimento della sinagoga. Una tradizione cui la direzione del Museo ebraico di Firenze, in collaborazione con Coopculture, la Comunità ebraica e l’Opera del Tempio, ha scelto di ispirarsi per festeggiare la fine del lockdown e la riapertura del proprio Bet haKnesset.
La riapertura avviene infatti a ridosso della solennità, tra le feste più importanti del calendario ebraico. Nel segno di questo legame floreale e di questa antica usanza è nata l’idea di realizzare un’istallazione artistica il cui progetto è stato curato dall’architetto David Palterer.
L’istallazione, sottolinea la direttrice del Museo ebraico Dora Liscia Bemporad, diventerà una specie di tenda o di pioggia di rose recise sospese nelle nove arcate che delimitano l’aula centrale del Tempio. “Poiché siamo a Firenze – aggiunge – non può sfuggire una associazione, assolutamente intenzionale, a due opere di Sandro Botticelli, quasi il simbolo della Galleria degli Uffizi, La Nascita di Venere e La primavera, e alla fortuna che la loro iconografia ha generato fino ai giorni nostri”.
Un modo, gioioso e colorato, per riaffermare un legame speciale. La pioggia di rose che s’intende istallare (la mattina di giovedì 28 ci sarà una presentazione alla stampa, domenica 31 lo spazio sarà visitabile da tutti i fiorentini) unisce infatti “usanze della tradizione ebraica italiana con la cultura e l’eccellenza della città, con la quale la Comunità ebraica tesse da sempre un legame di reciprocità culturale e storica”. Oltre duecento le rose di colore e tipologie diverse che saranno utilizzate: a fornirle la cooperativa agricola Flora Toscana.

(19 maggio 2020)