Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    14 Giugno 2020 - 22 Sivan 5780
VIDEOPILPUL - L'ULTIMA INDAGINE SWG 

Gli italiani e la crisi, cresce la voglia di normalità

Continua a scendere la preoccupazione rispetto alla diffusione del virus ma allo stesso tempo gli italiani sono ampiamente consapevoli di quanto sia ancora pericoloso. Lo dimostra ad esempio il debole appoggio dato alle manifestazioni dei gilet arancioni contro le misure di sicurezza e il distanziamento sociale (il 79% degli italiani non è d’accordo con i manifestanti).
Questo e altri dati sono al centro del radar di questa settimana dell’istituto Swg dedicato alla percezione degli italiani in merito all’evoluzione della crisi sociosanitaria.
A parlarne, nel videopilpul trasmesso nelle scorse ore che ogni settimana dedichiamo a questi temi, il direttore di ricerca Swg Riccardo Grassi.

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STORICA FIGURA DEGLI ITALKIM E TRA I FONDATORI DEL KIBBUTZ SDE ELIYAHU 

Giovannino Di Castro (1924-2020)

Il mondo degli Italkim, gli italiani di Israele, in lutto per la scomparsa di Giovannino Di Castro.
Nato a Roma, era stato tra i fondatori del kibbutz religioso Sde Eliyahu istituito nel 1939 nel nome del rabbino tedesco Eliyahu Gutmacher (1796-1875): tanti i giovani che, ispirati dalle sue idee, si rimboccarono le maniche e profusero le migliori energie per costruire un villaggio socialista nella valle del Giordano.
Giovannino vi arrivò nel dopoguerra, lasciandosi alle spalle le ferite romane e italiane. Nel nascente Stato ebraico trovò la donna che sarebbe stata la sua compagna di vita: la triestina Nora Ravenna, recentemente scomparsa. Una vita, quella di entrambi, contrassegnata da questa unione e dall’amore profondo per il kibbutz e gli ideali che li avevano spinti verso questa scelta faticosa ma entusiasmante (come ricordavamo su Pagine Ebraiche in occasione del 75esimo anniversario dall'annuncio delle Leggi razziste in piazza Unità d'Italia a Trieste di cui Nora fu testimone, in un testo che vi riproponiamo quest'oggi).
Tra gli olim più anziani giunti dall’Italia, Giovannino Di Castro ha incarnato le passioni di una generazione. La sua storia aveva colpito anche Oriana Fallaci, che con lui e altri pionieri italiani si intrattenne in dialogo durante una sua visita in Israele per intervistare Golda Meir.

(Nell'immagine la casa dei fondatori del kibbutz Sde Eliyahu)

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LA TESTIMONIANZA DELLA MOGLIE NORA RAVENNA A PAGINE EBRAICHE

"In Israele la salvezza e l'identità"

Anche lei, quella mattina, sotto il sole di settembre, sulla piazza affollata. E anche la sua vita ha cambiato il suo corso in pochi minuti. Erano in tanti gli ebrei di Trieste in mezzo alla gente. Mussolini dal palco gettava verso la folla i suoi proclami di odio. Tutta la città era venuta ad ascoltarlo. E chi c’era fu testimone del principio della fine, della lacerazione che il fascismo aprì fra gli ebrei italiani e i destini sventurati dell’Italia. In quel luogo della grande piazza aperta sul mare dove il regime proclamò l’inizio delle persecuzioni oggi, 75 anni dopo, è stata posta una targa d’acciaio al suolo. I passanti si fermano incuriositi, leggono, fotografano le parole che ricordano il discorso che tradì gli ebrei italiani e portò l’Italia nel tunnel della rovina e della distruzione. Alcuni hanno letto l’intervista che Maurizio Nacmias ha rilasciato al giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, molti altri ancora hanno ritrovato la testimonianza ripresa a tutta pagina dalla Gazzetta dello Sport. E la memoria di quel giorno fatale attraversa il mondo, rimette in contatto chi allora era nella prima gioventù e doveva prepararsi a combattere per sopravvivere. Attraversa gli oceani e i mari per rimettere in contatto i triestini che dispersi in terre lontane non rinunciano ad alimentare un legame con questa città tutta speciale. Arriva in Israele, dove molti di loro sbarcarono giovanissimi e furono chiamati fra i protagonisti, nella Palestina del mandato britannico, per costruire un nuovo Stato, libero, democratico, progredito che fosse casa e protezione per gli ebrei di ogni dove. “Quel giorno – racconta oggi Nora Ravenna, che ha preso il nome di Nurith Ravenna Di Castro – si è decisa la mia vita. In uno spazio di tempo molto breve, da quando ho visto la gente di casa mia togliersi il cappello lungo la strada affollata al passaggio del corteo con Mussolini a quando siamo rientrati a casa disorientati e spaventati dopo il comizio che annunciava le leggi razziste quante cose sono cambiate”.

Guido Vitale - Pagine Ebraiche novembre 2013

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LA NOTA CONGIUNTA UCEI - COMUNITÀ DI NAPOLI 

"Assessore chieda scusa non a noi, ma all'Italia"

La Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e la Presidente della Comunità ebraica di Napoli Lydia Schapirer, la cui giurisdizione si estende anche alla realtà siciliana, affermano in un messaggio congiunto: 
"Il neo assessore regionale ai Beni culturali e all'identità siciliana Alberto Samonà, fan in gioventù delle SS, sostiene di essere cambiato. Che i versi che vent'anni fa scrisse in onore delle squadre della morte naziste appartengono a un passato che più non gli appartiene. 
Qualche dubbio ci permettiamo di nutrirlo, anche in considerazione di più recenti frequentazioni e iniziative. Resta però un fatto, ed è essenziale che venga colto. Non è alla Comunità ebraica soltanto che deve delle scuse. Ma è all'Italia intera. Perché fascismo e nazismo sono offese all'umanità tutta, senza distinzione di etnia, identità, religione. Fin quando nel nostro Paese non si diffonderà una piena consapevolezza di questo elementare concetto sarà molto difficile fare davvero i conti col passato. E molte continueranno ad essere le ambiguità e zone d'ombra".   

IL VIDEOPILPUL IN ONDA STASERA

Frontiere contese, un libro per fare chiarezza

La storia dell’Alto Adriatico tra Ottocento e Novecento. Il nazionalismo italiano, l’irredentismo e il “fascismo di confine”, tra ideologia, squadrismo e suprematismo etnico. La “bonifica etnica” dei territori italianizzati tra le due guerre. Le politiche di occupazione italiana in Slovenia e i rapporti con la Croazia nel secondo conflitto mondiale: il trattamento delle minoranze, il destino degli ebrei, i crimini di guerra italiani. L’occupazione tedesca della “Zona di Operazioni Litorale Adriatico”; la risiera di San Sabba, le deportazioni e i crimini contro i civili. Il dramma troppo a lungo dimenticato dell’infoibamento: le foibe come tragica realtà e come simbolo. L’esodo degli italiani. E ancora, il tema del trattato di pace e le sue ripercussioni, il territorio libero di Trieste, il Memorandum di Londra.
Di questo e di come queste vicende si ripercuotano nel presente parla Frontiere contese a Nordest, il nuovo saggio di Claudio Vercelli pubblicato da Edizioni del Capricorno (in libreria da settembre, già da giugno sarà nelle edicole del Nordest abbinato a vari quotidiani).
Ne parliamo con l’autore, storico collaboratore anche di queste testate, nel videopilpul che sarà trasmesso stasera.
La conversazione sarà trasmessa alle 22.30 sui canali social Pagine Ebraiche e UCEI e, in versione audio, nella sezione Pagine Ebraiche da ascoltare del portale www.moked.it.

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A LUNGO MEMBRO DEL COMITATO SCIENTIFICO DELLA RASSEGNA MENSILE DI ISRAEL

Rav José Faur (1935-2020)

Da tempo membro del comitato scientifico della Rassegna Mensile di Israel, nella quale anche pubblicato diversi saggi, rav José Faur è stato rabbino e studioso autorevole. Nato in Argentina, esponente della comunità ebraico-siriana emigrata nel Paese a inizio Novecento, è stato autore di nove libri. Uno dei quali dedicato alla vita e alle opere del rav Israel Moshe Hazan, che fu rabbino capo a Roma a metà dell’Ottocento. Tra i suoi scritti, ricorda il rav Gianfranco Di Segni, che ne ha annunciato la scomparsa, anche un saggio sulla risposta di rav Eliyahu Benamozegh a Charles Darwin in merito all’evoluzione delle specie (lo si trova nel numero 63 della Rassegna, uscito nel 1997).

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L'INIZIATIVA DELL'ADEI

Le note di Bach e Vivaldi per i cento anni della Wizo

Un violino a Venezia, le cui note si librano tra gli scenari più suggestivi della Laguna. L’occasione di questo concerto d’altronde è speciale: i 100 anni della Women’s International Zionist Organization, la più importante organizzazione ebraica interamente declinata al femminile. 
Una festa che l’Adei, l’associazione italiana affiliata alla Wizo, ha voluto celebrare anche così.

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Rassegna stampa

Usa, si riaccende la tensione
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Il racconto della storia
A proposito delle statue. Il racconto della storia non è mai consolativo ed è bene che sia divisivo. È uno dei motivi per cui la storia è discussione nel presente sul passato, pensando comunque al futuro che si auspica. Diversamente il fine diventerebbe raccontarsi fiabe «a lieto fine». Di miti e di costruzioni inventate ne abbiamo già a sufficienza.
                                                                          David Bidussa
 
Il futuro che ci manca
Il rapporto ossessivo, che adesso si fa vandalico, comunque prevaricatorio, censorio e quindi distruttivo, con alcuni simboli del passato, a partire dalle statue passando per le pellicole cinematografiche, esercitandosi poi sul linguaggio (sui libri, si può stare certi, che qualcuno, prima o poi avrà qualcosa da dire, evocando il furore popolare per le ingiustizie del presente richiamando gli oggetti che rimandano ai trascorsi) non esprime un qualche bisogno di riparazione per ciò che è stato ma l’impotenza per quanto viviamo.
 
Claudio Vercelli
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