Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       23 Giugno 2020 - 1 Tamuz 5780
PAGINE EBRAICHE - LO SPECIALE SULLA FICTION 

Esty e la scelta della fuga

Il numero di Pagine Ebraiche di giugno in distribuzione ospita un ampio speciale dedicato a Unorthodox, la serie televisiva che ampio successo ha ottenuto in tutto il mondo. Quale è stato il riscontro in ambito ebraico? Su che basi si sta articolando il confronto? Quali i punti di forza e quali invece le fragilità della serie? Queste e molte altre le domande cui abbiamo cercato di dare una risposta, proponendovi anche uno sguardo da dietro le quinte.

Quando Esty s’immerge nelle acque del lago di Wannsee a Berlino la sua scelta è fatta. L’eroina di Unorthodox – la serie Netflix in yiddish che ha conquistato gli spettatori di tutto il mondo – si sfila la parrucca scura e la abbandona alla corrente.
Poi si lascia galleggiare sul dorso mentre le risate degli amici sfumano in lontananza e i raggi del tramonto le carezzano il volto. Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma la fuga dalla comunità hasidica di New York dov’è cresciuta e da un matrimonio combinato vuoto d’amore è ormai senza ritorno.
Liberamente ispirata al discusso memoir di Deborah Feldman Ex Ortodossa (2012), la serie – interpretata dall’attrice israeliana Shira Haas – racconta in quattro puntate la storia di una donna che rifiuta la vita a cui per nascita è destinata e lotta per trovare il suo posto nel mondo.
Quando abbandona la comunità Satmar di Williamsburg, New York, la protagonista Esty ha 19 anni ed è incinta. Lascia alle spalle un matrimonio combinato infelice, una suocera ingombrante e un futuro che soffoca i suoi sogni. Senza bagagli, in tasca solo il passaporto nuovo di zecca e pochi soldi, s’imbarca su un volo per Berlino. Lì vive la madre, che a sua volta ha lasciato la comunità Satmar e si è rifatta una vita. E lì, fra mille incertezze, farà i conti con un mondo diverso da quello che conosce e troverà la via per esprimere il suo talento per la musica.
Se la storia suona familiare è perché la ribellione alla comunità ultraortodossa è un tema ricorrente in letteratura come al cinema. Fra gli esempi più recenti, basti ricordare Disobedience (2017) diretto da Sebastián Lelio con Rachel Weisz e Rachel McAdams, ispirato all’omonimo romanzo di Naomi Alderman; La sposa promessa di Rama Burshtein o la serie Shtisel ambientata a Gerusalemme nel quartiere Gheula.
Unorthodox imprime però un taglio diverso alla traiettoria della sua eroina. Mentre in un gioco di flashback gli scenari berlinesi si intrecciano al passato di Esty nella comunità Satmar, gli autori spingono sull’acceleratore della fiction.
All’inseguimento della donna arrivano dunque a Berlino il marito Yanky (Amit Rahav) e il sanguigno cugino (Jeff Wilbusch). La ricerca di Esty, intanto alle prese con un’improbabile love story, si tinge dunque di giallo, con tanto di pistole trafugate, escort dal cuore d’oro e improbabili interrogazioni a Google.
Diretto da Maria Schrader e scritto da Anna Winger (già autrice di Deutschland 83 e Deutschland 86, due serie thriller ambientate ai tempi della Guerra Fredda) con Alexa Karolinski e Daniel Handler, Unorthodox ha spuntato recensioni entusiastiche e critiche altrettanto feroci.
Il New Yorker ha lodato l’equilibrio e la delicatezza con cui la serie dipinge la comunità Satmar. “Le scene di Unorthodox che si svolgono a Williamsburg e in prevalenza in yiddish rivolgono un’attenzione non affrettata e accattivante ai rituali della vita hasidica”, scrive Rachel Syme. “Vivo a North Brooklyn, a soli venti minuti dalla comunità Satmar e Unorthodox è la volta in cui ho visto più da vicino quello che succede dietro le porte dei miei vicini”.

Daniela Gross, Pagine Ebraiche Giugno 2020 

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A WASHINGTON SI DISCUTE L'ANNESSIONE ANNUNCIATA DAL GOVERNO D'ISRAELE

Gli Stati Uniti e l'evolversi del piano di pace

Israele potrà estendere la sua sovranità su alcuni insediamenti vicino a Gerusalemme ma non procedere a un piano più esteso di annessioni in Cisgiordania. È quanto sarebbe disposta a concedere l'amministrazione Usa al governo guidato da Benjamin Netanyahu, che nelle scorse settimane aveva annunciato il proprio piano di annettere diversi territori in Cisgiordania. A riferirlo, la stampa israeliana e internazionale secondo cui alla Casa Bianca sarebbero preoccupati per le reazioni degli alleati americani in Medio Oriente di fronte ad eventuali estese annessioni israeliane.
In particolare, i funzionari dell'amministrazione guidata dal Presidente Usa Donald Trump si riuniranno in settimana per decidere se approvare o meno il piano annunciato da Netanyahu di iniziare ad annettere i 132 insediamenti in Cisgiordania e la Valle del Giordano – ovvero il 30 per cento del territorio assegnato a Israele nell'ambito del piano di pace israelo-palestinese promosso dalla stessa amministrazione Usa. Ad incontrarsi a Washington, secondo quanto riporta l'agenzia Reuters, saranno l'ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, David Friedman, il Segretario di Stato Mike Pompeo, il consigliere della Casa Bianca Jared Kushner (nell'immagine durante un incontro con Netanyahu a Gerusalemme) e l'inviato in Medio Oriente Avi Berkowitz. Al vertice potrebbe partecipare anche il presidente Trump. 

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"PAGINE DI STORIA" CON ANNA FOA

Il Medioevo e il ruolo degli ebrei

“Si sa che le norme della Chiesa proibivano agli ebrei di uscire nelle strade durante la ‘settimana santa’ e in particolare nel giorno del ‘venerdì santo’. Nell’Umbria medievale c’era un’usanza per cui i ragazzini andavano a tirare i sassi agli ebrei e questa cosa viene chiamata sassaiola santa. Tutto questo viene in qualche modo regolato, come se fosse una specie di gioco teatrale, per cui i bambini tirano ma non devono causare realmente dei danni e in cui gli ebrei si rassegnano. Però una volta, all’inizio del Cinquecento, succede una cosa strana: gli ebrei, invece che rimanere in casa, si mettono tutti seduti sui propri balconi e quando passa la processione a tirare i sassi, loro li ritirano indietro. La processione è così costretta alla fuga con statue e frati che corrono via”. Gli ebrei, in questa occasione, pagheranno una grossa multa però “la soddisfazione di far scappare una processione con i frati se la sono tolta”. Questo episodio è raccontato, racconta la storica Anna Foa, nel libro di Ariel Toaff Il vino e la carne. Una comunità ebraica nel Medioevo (Il Mulino). Un volume importante, spiega Foa nella puntata di oggi della rubrica “pagine di storia”, perché “ha rivoluzionato il modo di intendere l’ebraismo della fine del Medioevo, dei secoli tra Duecento e Cinquecento attraverso uno studio locale, sistematico e molto approfondito sulle fonti ebraiche quanto cristiane degli ebrei dell’Umbria”.

Ascolta qui la puntata

 

L'OMAGGIO ALL'ACCADEMICO E STORICO ISRAELIANO 

Zeev Sternhell, un modello di pensiero

Zeev Sternhell è scomparso nei giorni scorsi in Israele. Riconosciuta autorità internazionale negli studi sulle origini del fascismo e dei nazionalismi, appartiene a quella schiera di storici israeliani la cui famiglia o essi stessi avevano subito la Shoah in Europa. È stato così per Yehuda Bauer (Praga 1926), per David Bankier (Zeckendorf 1947 – Gerusalemme 2010) per Israel Gutman (Varsavia 1923 – Gerusalemme 2013), tutti provenienti dal buio della violenza e della sofferenza, tutti protesi verso l’obiettivo fondamentale di ricrearsi una vita normale in Israele dove esprimere il proprio essere e le proprie idee, tutti decisi a fare domande al passato per trovare spiegazioni per ciò che era successo a loro stessi, alle famiglie, alle comunità ebraiche distrutte.
Ho conosciuto Zeev nel 1984 al primo grande convegno scientifico sulla Shoah che si svolse in Europa. L’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales aveva deciso di riunire a Parigi il fior fiore degli studiosi di tutto il mondo per fare il punto della situazione degli studi sulla materia e per una riflessione, possibile dopo tanti anni dalla fine della guerra, su alcuni punti fondamentali di quel tragico avvenimento. 

Liliana Picciotto

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VIDEOPILPUL - LA COMMISSIONE GUIDATA DA MILENA SANTERINI  

“Antisemitismo, un problema attuale”

“La storia insegna che più avanzano le crisi e più la ricerca di un gruppo-bersaglio diventa una pratica all’ordine del giorno. Fondamentale quindi che si predispongano tutti gli strumenti necessari per arginare una minaccia che può essere destabilizzante per l’intera società.
L’ha ricordato, nel videopilpul trasmesso ieri sera, la coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Milena Santerini. Una conversazione, quella con Pagine Ebraiche, realizzata nelle stesse ore in cui a Palazzo Chigi si insediava il gruppo di lavoro che avrà l’incarico di supportarla in questa azione.
L’insediamento arriva dopo mesi di intenso lavoro durante i quali, portando il confronto anche in sede europea e internazionale, sono stati analizzati i principali temi su cui si focalizzerà l’attenzione del nuovo organismo.

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VIDEOPILPUL - QUESTA SERA IL COLLOQUIO CON L'AMBASCIATORE MACCOTTA

“Ihra, un ventennale ricco di sfide”

Tra gli esperti chiamati a far parte della commissione presieduta dalla professoressa Santerini c’è anche l’ambasciatore Luigi Maccotta, capo delegazione italiana all’International Holocaust Remembrance Alliance. Con lui parliamo degli obiettivi di questo gruppo di lavoro e dell’impegno dell’Ihra su molteplici fronti. Anche nel segno del ventennale della Dichiarazione di Stoccolma, il documento fondativo dell’alleanza. 
La conversazione con l’ambasciatore Maccotta sarà trasmessa sui canali social Pagine Ebraiche e UCEI e, in versione audio, nella sezione Pagine Ebraiche da ascoltare del portale www.moked.it.

QUI FERRARA

Meis, la creatività dei bambini
per immaginare il museo ideale

Cinque giorni in cui giocare insieme, scoprire i segreti del museo, far crescere nuove piantine nel Giardino delle domande e coltivare la creatività.
Si rivolge a bambini dai 6 ai 10 anni il campo estivo organizzato dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara dal 6 al 10 luglio.
L’attività del campo ruoterà intorno alla costruzione di un museo ideale, su misura per ogni bambino. La giornata sarà scandita anche da momenti di gioco libero e di svago in giardino, laboratori artistici, letture ad alta voce condotte dall’operatore tenendo conto dell’età, dei bisogni e delle singole personalità dei bambini coinvolti.

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Rassegna stampa

Le ambizioni di Al-Sisi
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Essere comunità
L'emergenza pandemia è stata un vero dono per le persone sole e per chi vive lontano da una comunità. Mai come in questo periodo si sono succedute, ogni giorno e a tutte le ore, lezioni e conferenze online che hanno accompagnato il nostro isolamento. Ci siamo accorti che si possono condividere curiosità e cultura a cui non sempre abbiamo pensato di poter accedere con tanta facilità. Ci siamo avvicinati moralmente a tanta gente, ci siamo sentiti certamente meno soli, abbiamo partecipato e condiviso. Abbiamo preso coscienza di fare parte di un tutto, e questo è un bene. Ci ha aiutato a superare il momento forse peggiore della crisi. Non siamo soli nella sventura, abbiamo pensato, e quando ne usciremo ne usciremo tutti insieme, attraverso la stessa esperienza e con le stesse ansie e le stesse preoccupazioni. 
Dario Calimani
Le n di Gassmann
“Ho ripristinato il vecchio cognome di famiglia. Mi sono aggiunto una enne alla fine: ora sul passaporto sono Alessandro Gassmann. Non per recidere il legame con mio padre, che è sempre stato fortissimo. Ma per recuperare la storia familiare. Noi siamo ebrei. Io a metà, mio padre per intero. Nel '34 la nonna, che era rimasta vedova con due figli e intuiva la bufera che incombeva, tolse la "enne" al cognome dei figli e cambiò il suo da Ambroon ad Ambrosi. Mio padre Vittorio aveva tutte le caratteristiche che si attribuiscono agli ebrei, compresa la parsimonia: uomo generosissimo - non gli ho mai visto lasciar pagare un pranzo o una cena al suo commensale -, in casa spegneva di continuo le luci, staccava l’interruttore centrale, svitava le lampadine. Era ossessionato dal consumo elettrico. Aveva il senso della provvisorietà delle cose, della caducità della vita. Anche l’ultima cosa che mi disse fu: "Spengi la luce"». Così, Alessando Gassmann ad Aldo Cazzullo (L’intervista. I 70 italiani che resteranno, Mondadori, 2017).
Emanuele Calò
Scuola, la formazione della persona
Quale scuola per il dopo-pandemia? Saul Meghnagi su Moked affaccia la prospettiva di una revisione dei curricoli, in vista di un nuovo modello di istruzione capace di dare maggiore spazio all’educazione sanitaria anche dal punto di vista operativo, all’ecologia, ai rapporti interculturali. Seguire questa strada sarà indubbiamente utile per rispondere ad alcune esigenze centrali rispetto alla situazione e ai problemi contemporanei: conseguire una maggiore consapevolezza dei rischi reali per la salute collettiva di fronte a ricorrenti epidemie e una conoscenza dei comportamenti atti a fronteggiarle, formare negli studenti una coscienza ecologica globale di fronte a un globale pericolo per l’ambiente, assumere un rapporto consapevole con il fenomeno migratorio considerato in una prospettiva mondiale e in rapporto alla fondamentale salvaguardia dei diritti umani. 
David Sorani
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Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
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