Le ambizioni di Al-Sisi
Egitto al nono posto. Italia al dodicesimo. Israele al diciottesimo. Dietro all’Italia, ma davanti allo Stato ebraico, ci sarebbero Iran, Pakistan e Arabia Saudita. È la fotografia del Global Firepower, l’indice che misura la capacità bellica di 137 Paesi. Ne parla La Stampa, soffermandosi sulle ambizioni egiziane e sull’obiettivo di Al-Sisi di diventare “il generale del Medio Oriente”.
“Il governo egiziano – si racconta – è a un passo dal concludere il contratto più succoso, che prevede l’acquisto di due fregate italiane Fremm, considerate le migliori al mondo, più altre quattro in opzione”. Resta però per Al-Sisi da superare “l’ostilità dell’opinione pubblica italiana, sconcertata dalla mancanza di giustizia a quattro anni e mezzo dall’uccisione di Giulio Regeni”. Per l’ex capo di Stato maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, intervistato dal quotidiano, il primo Paese in Medio Oriente per capacità operativa sarebbe in realtà Israele.
Si è aperto in Germania il processo contro gli estremisti di destra responsabili dell’omicidio di Walter Lübcke, uomo politico della Cdu di Angela Merkel. Se ne parla sul Corriere, dove si ricorda che all’assassinio di Lübcke sono poi seguiti l’attacco alla sinagoga di Halle e la strage di Hanau. “Nell’arco di pochi mesi – viene sottolineato – la Germania ha scoperto che la violenza della destra radicale è sistemica, che il neonazismo ha radici profonde nella società e che la presenza in Parlamento di un partito come Afd offre una sponda senza precedenti alle sue trame mortifere”.
Tra i temi che restano di grande interesse ci sono le prossime elezioni americane. Per Trump, secondo il Corriere, sarà un’estate difficile. “Il suo avversario, Biden, non è certo imbattibile. Ma proprio la sua inconsistenza è il problema di The Donald: difficile dipingerlo come un cattivo pericoloso. La gente, magari, non lo stima, ma nemmeno teme il vecchio Joe. E la paura è l’unica benzina che fa girare bene il motore del trumpismo”.
Repubblica lancia TRUe, rubrica online contro le fake news realizzata in collaborazione con il Parlamento europeo. “Una serie di approfondimenti – si annuncia – per capire da dove partono le fake news, per smentirle, per evidenziare quale sia il loro scopo”.
Claudio Vercelli, sul Manifesto, ricorda Zeev Sternhell: “La sua lotta di una vita – scrive – è stata indirizzata a impedire al ‘controilluminismo’, di cui il fascismo era la forma compiuta, di continuare a camuffarsi sotto le bugiarde sembianze di un soggetto rivoluzionario. Nel passato cosi come nel presente”.
L’Università di Firenze ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Relazioni internazionali e Studi europei al direttore d’orchestra israeliano Daniel Barenboim. Tra le motivazioni che hanno portato al riconoscimento, riporta il Corriere Fiorentino, l’aver “contribuito alla realizzazione di relazioni internazionali improntate al pacifismo e alla collaborazione fra i popoli”.
Paolo Mieli, sul Corriere, presenta Tutte le vite di Spinoza (ed. Feltrinelli). Il libro, opera dello studioso francese Maxime Rovere, parla di come nel Seicento i Paesi Bassi furono “la culla del pensiero che assegnava il primato alla ragione umana”. Una svolta che, si legge, avvenne proprio nel segno di Spinoza.
In uscita il memoir di Costanza Afan De Rivera, L’ultima leonessa (ed. Sperling & Kupfer). Nel libro si ricorda l’impegno della madre per salvare molti ebrei romani perseguitati. “È stato un periodo molto brutto per loro, oggi è rimasto l’affetto e la riconoscenza. Mia madre la chiamavano la reginella del ghetto. Quando lei morì – racconta la figlia a Repubblica – tantissimi parteciparono al suo funerale per una questione di gratitudine”.
Repubblica Roma ospita un intervento dello scrittore e poeta Valerio Magrelli, dedicato al quartiere conosciuto come “Piccolo Aventino”. Tra i luoghi che vengono segnalati c’è il roseto comunale con i suoi viali disposti a forma di Menorah.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(23 giugno 2020)